“Toccò il cazzo dal disopra e mi disse:
– Alfonso, povero il mio bambino … ma stai scoppiando! Oh quanto è bello duro e grosso!
Prese il lembo delle…”
Dimenticare mamma
Ripensare ai miei turbamenti adolescenziali ed all’incredibile passione
per mia madre Eleonora mi crea, anche ora che ho 40 anni e che mia madre da molti anni non c’è più, una sofferenza acuta, un blocco emotivo al quale mi sforzo sempre di sottrarmi rimuovendo la sua immagine dalla mia mente.
E dire che il mio rapporto con lei era inizialmente piuttosto complicato. All’età dei 16 anni addirittura evitavo di uscire in sua compagnia perchè mi vergognavo di stare con lei, che era al centro dell’attenzione generale. Era una donna bella e piacente, con un corpo formosissimo, tanto desiderata dagli uomini quanto invidiata dalle donne.
Per la mia mentalità di allora, addebitavo a lei, al suo modo di muoversi e comportarsi, il mio imbarazzo.
Poi, col passare del tempo, la mia ottica era andata cambiando, la mia attenzione alle donne più mature aveva fortemente ridimensionato i primi giochetti erotici con le mie coetanee. Stare a fianco di una donna così rigogliosa e sensuale mi inorgogliva, mi faceva sentire uomo, invidiato dagli altri, giovani e non. Anche se, in definitiva, ero costretto a ricorrere a frequentissime masturbazioni per sfogare le tempeste ormonali che mi travolgevano quotidianamente pensando a lei e vivendole accanto.
La svolta venne un sabato del mese di giugno, di notte. Un pò per il caldo, un pò per l’eccitazione di aver vista mia madre in sottoveste, non riuscivo a prendere sonno. Mi alzai dal letto per andare in cucina per bere qualcosa, almeno per appagare l’arsura del caldo. Uscii dalla cameretta per andare in cucina, ma, passando dinanzi alla camera dei miei genitori, rimasi senza fiato, con il cuore che batteva a mille, nel vedre nella penombra mia madre a pancia in giù con il body quasi alzato, che metteva in bella evidenza il suo culo scoperto. Una scena irresistibilmente arrapante, che fece immediatamente inturgidire il mio cazzo. Credo che non avrei resistito all’impulso di scaraventarmi addosso a quel bellissimo corpo di donna se non avessi considerato la presenza di mio padre che le dormiva accanto russando.
Ma non riuscii a tenere a bada quella furibonda erezione, mi inginocchiai vicino alla porta della camera e mi tirai un segone memorabile, svuotando i coglioni e schizzando per terra. Andai in bagno, presi un po’ di carta igienica e tornai a pulire alla meglio il pavimento. Poi tornai di corsa nel mio letto e mi assopii soddisfatto.
Fu un momento di estasi, un momento che porto scolpito nella mente, tanto che, anche negli anni seguenti, mi sono masturbato più volte rivivendo quella scena.
Dal mattino successivo, guardavo mia madre e pensavo a quel culo scoperto, la mia voglia cresceva a dismisura e, quel che più mi sorprendeva, notavo un diverso atteggiamento da parte sua. Mi appariva molto più premurosa, mi accarezzava in maniera insistita, mi dava baci e mi guardava con occhi un po’ languidi. Mi venne il sospetto che avesse intuito o scoperto qualcosa della nottata passata. E ne ebbi la conferma ripassando dinanzi alla camera da letto dei miei, dove potei notare che il pavimento era stato ripulito per bene.
Sapere di essere stato sgamato mi creò più eccitazione che imbarazzo, in fondo mi attizzava il pensiero che mia madre avesse ricevuto da me un messaggio così eloquente.
Tornai in cucina, vidi che lei continuava a sorridermi, anzi civettava impudicamente con il suo bellissimo corpo, non so per stuzzicare ancora di più la mia eccitazione o per segnalarmi la sua attenzione e disponibilità . Ma nei week-end mio padre, agente di commercio, era sempre in casa e la sua presenza non consentiva nessun passo avanti.
La giornata di domenica passò con due belle masturbazioni ispirate a mia madre ed alle sue accattivanti avances. Non vedevo l’ora che l’indomani mio padre partisse per tentare un approccio più diretto.
E difatti il lunedì decisi di restare a casa proprio con il proposito di spiare mia madre negli atteggiamenti più intimi e di vedere sin dove si spingevano le sue coccole.
In effetti, i suoi atteggiamenti verso di me erano molto più ambigui.
Se ero seduto, mi si avvicinava alle spalle e mi baciava sul collo o mi passava le sue mani tra i capelli. Muovendosi in casa mi mostrava, quasi distrattamente, una gamba e poi l’altra, poi, lamentandosi del caldo, si spogliava restando in sottoveste e mostrandomi le sue forme voluminose. Mi dava l’impressione di un gatto che giocava col topo prima di aggredirlo.
Dopo una giornata nella quale la mia eccitazione era cresciuta a dismisura, appena dopo cena la salutai e mi ritirai in camera: non ce la facevo più, avevo bisogno urgente di una sega salutare. Ma, proprio mentre stavo già in posizione nel mio letto, la porta della mia camera si aprì e sull’uscio vidi stagliarsi le forme rotonde e opulente di una venere callipigia.
Sussultai per la sorpresa cercando di ricompormi alla meglio, tremavo, mi sentivo svenire. Mia madre si rese conto subito della situazione nella quale mi trovavo e, con una voce calma e suadente, mi sussurrò:
– Alfonso aspetta … visto che siamo soli… perché non vieni da me? nel mio letto staremo meglio
Stupito da quell’invito, con un filo di voce, quasi balbettando risposi:
– Mamma ma dici davvero? Sicuro che non ti dò fastidio nel tuo letto?
– Ma no sciocchino… – mi rispose con un sorriso rassicurante e malizioso.
– Su vai nel mio letto, io vado in bagno poi vengo da te ….. faccio presto – e mi diede un bacio.
Rosso, tremante, emozionantissimo, con lo stomaco bloccato, mi incamminai. Non credevo ai miei occhi. Avrei passato la notte a contatto con quel corpo da sogno, a farmi inebriare dal suo profumo. Mi infilai nel lettone dei miei, con il cuore che non accennava a placarsi, pensando che ben difficilmente avrei chiuso occhio.
Dopo alcuni minuti mia madre entrò nella camera e con calma, con mosse ben studiate da strip-teaseuse, si svestì. Si tolse la maglietta facendola scivolare lungo il suo corpo e denudando a poco a poco il petto voluttuoso. Cominciò a slacciare il reggipetto, prima una spallina, cacciando una mammella, poi l’altra. Incredulo, con gli occhi spalancati, con la bava alla bocca e con la verga che si gonfiava fuori proporzione, guardavo quella scena che porto ancora oggi nella mente, dopo tanti anni passati. Quando quelle due mammelle prominenti cominciarono a ballonzolare per aria, cominciò ad abbassare la gonna, ondeggiando le anche per farla scivolare. Si voltò di spalle, man mano che la gonna scivolava, e mi mise in faccia due chiappe carnose e sode, attraversate da un perizoma vertiginoso.
Il gioco si stava facendo pesantissimo, non riuscivo di trattenere l’eccitazione, stavo scoppiando, allungai la mano sul cazzo per riprendere la masturbazione interrotta. Ma lei si accorse dei miei movimenti e subito mi richiamò:
– Alfonso aspettaaa …… non essere impaziente … vengo subito da te.
Io, sempre più incredulo e stordito, mi fermai di colpo e restai in apnea, sospendendo anche il respiro. Ma davvero non ce la facevo più. Il mio cazzo era durissimo, gonfio e già bagnato, per quei preliminari. Lei accelerò la svestizione, si tolse perizoma e calze e si infilò nel letto. Avvicinò il suo corpo palpitante e subito mi sussurrò all’orecchio:
– Alfonso stai calmo, vedrai che sarai premiato per aver sofferto tanto
E incominciò a baciarmi, si fermò sulla bocca e mi baciò mettendomi la lingua dentro. Era bellissimo, sentivo il suo corpo attaccato al mio, le sue pulsazioni, il suo calore, ero inerme, non riuscivo a muovere un dito. Lasciò la bocca e scese con la lingua lungo il petto fino all’altezza delle mutande. Toccò il cazzo dal disopra e mi disse:
– Alfonso, povero il mio bambino … ma stai scoppiando! Oh quanto è bello duro e grosso!
Prese il lembo delle mutande e me le tolse.
Il mio cazzo libero si estese nella sua lunghezza inerpicandosi con violenza. Con occhi pieni di ammirazione lo prese con le mani, poi si avvicinò con la bocca e accennò a succhiarlo, ma si fermò di botto. Nel frattempo, superato l’imbambolamento iniziale, avevo cominciato ad allungare la mano verso quel magnifico culo.
Com’era bello! Le mie mani scivolavano lungo la sua spina dorsale come sulla seta per poi infilarsi nel canale delle sue chiappe. Intanto lei mise una gamba a cavallo sul mio basso ventre, facendomi sentire il calore della sua passera e, baciandomi teneramente, mi disse:
– Alfonso, dopo tante sofferenze subite per colpa mia, hai diritto ad un premio –
Stavo aprendo bocca per dirle che non era colpa sua, ma lei mi fece star zitto con un bacio, poi si mise di fianco e io feci lo stesso. Avevo le sue spalle sul mio petto, l’abbracciai, le mie mani toccavano e manipolavano le sue bellissime tette sode e lisce, pizzicavo i capezzoli, lei gemeva e si contraeva.
In quella posizione, il mio cazzo duro toccava il suo culo e si insinuava tra le sue chiappe. Lei allungò una mano all’indietro, prese il mio cazzo in mano, lo avvicinò vicino al buco del culo e mi disse:
-Dà i Alfonso, amore mio. So che questo cercavi da tempo… adesso è tuo!-
E, guidandolo ancora con la mano, aggiunse:
– DÃ i amore mio spingi, senza fretta ….- .
Io non stavo nella pelle, non ci credevo ancora, ma quella carne tanto desiderata era lì, tra le mie mani, e l’oggetto della mia passione, il suo culo, era lì pronto ad essere infilzato. Spinsi con calma, sentivo il mio cazzo farsi strada in quella bellissima tana.
Per facilitare la penetrazione, lei si girò a pancia sotto, si mise il cuscino sotto la pancia e sollevò il culo verso l’alto. Quindi, voltandosi verso di me, aggiunse:
– Lo so, amore mio, che stai soffrendo… ma così entrerai meglio e arriverai fino in fondo …..
Riprese il cazzo e lo guidò nel cunicolo, io spinsi piano ma con maggiore determinazione, lei si allargava le natiche con le mani.
– Spingi, spingi, dà i, aahhh sì sì così
Spingevo, sentivo il mio cazzo duro che avanzava nello sfintere di mamma, era una sensazione bellissima, mi sentivo padrone del mondo.
-Dà i Alfonso dà i. lo voglio sentire tutto dentro, infilalo tutto, non ti fermare dà i, spaccami tutto sììì aahhh uuhhhh!
Glielo ficcai in fondo, poi, con un colpo di reni finale, entrai tutto dentro, con i miei testicoli che sbattevano sulle sue chiappe. Mia madre si storceva sotto i miei colpi, gemeva di piacere, io contemporaneamente le accarezzavo le natiche e le morsicavo il collo; lei mi prese la mano destra e la portò sulla sua passera.
– Amore cerca di muovere il dito nella mia fica dà i così, così. Dà i, sei forte, sei bravo dà i-
e si contraeva sempre di più.
Mi sentivo di scoppiare, spingevo sempre di più; arrivai presto all’orgasmo emettendo un urlo di vittoria. Mi fermai, spingevo ancora per cercare di arrivare nelle viscere. Sentii il mio seme inondarle il culo. Mia madre, un attimo dopo che gridai, lanciò anche lei un urlo enorme di piacere
– Aahhhh Alfonso, sei stato grande, è stato bellissimo! chissà da quanto tempo non arrivavo ad un orgasmo così! è stato bello amor mio, sei stato grandissimo.
Svuotati e con i sensi appagati, ci abbandonammo l’uno addosso all’altra, sbaciucchiandoci; ci cercavamo, eravamo alle stelle, soddisfatti, appagati e innamorati. Ci sussurrammo dolci paroline, stringendoci, non volevamo mettere fine questi momenti.
– Amore, com’è stato bello! Sento che comincia una nuova vita. Senti, dobbiamo godercelo questo amore, voglio essere tua!-
– Grazie mamma, da oggi cominciamo davvero a vivere un’altra vita. Anch’io voglio amarti di più ….. perché non sei più solo la mia mamma, sei anche la mia donna, sei mia, mia, miaaa!
Così dicendo la stringevo con forza sul mio petto. La dolcezza si mescolava con l’eccitazione e il mio cazzo fu presto investito da una nuova imponente erezione.
– Lo immaginavo …… tu hai il fuoco nel sangue, dopo tanta eccitazione una sola sborrata non poteva bastare ……
– Sì è vero, sono arrapatissimo ma sei tu, mamma, che mi fai andare in estasi con questo corpo da favola.
Con un sorriso malizioso, lei si appoggiò sul mio petto, mi costrinse di stare con la pancia in su, e lei, alternando baci, succhiotti e slinguate, piano piano si portò all’altezza del mio cazzo che cresceva e si induriva a vista d’occhio.
– Ma come ho fatto a non accorgermi e prendermi cura fino ad oggi di questo bell’arnese! –
Si avvicinò ancora di più e improvvisamente sentii la mia verga entrare nella bocca di mamma: che sensazione sublime! Toccai il settimo cielo, sentivo la lingua nel movimento su e giù, la lingua cercava la cappella, molte volte sentivo che il cazzo le arrivava alla gola, si fermava e con la lingua lavorava la cappella, poi apriva la bocca e la faceva penetrare fino alla gola, il mio corpo si contraeva, ero in balia della sua arte amatoria.
Frastornato, mi venne naturale di mettere il mio viso tra le gambe aperte di mia madre alla ricerca della sua passera, la baciai, avvertii che era bagnata, cacciai la lingua e la infilai tutta dentro, lei mugolò con il cazzo in bocca, apprezzando la mia azione. Finì che ci lanciammo in un 69 di fuoco.
Arrivammo al godimento contemporaneamente; lei, abbracciandosi fortemente a me, fece penetrare la mia verga nella sua gola per prendersi gli spruzzi pulsanti del mio seme, e io entrai allungai la lingua più possibile per farmi entrare nella bocca gli umori delle sue contrazioni. Infiammati da quel momento di passione, ci cercammo abbracciati e continuammo a giurarci che avremmo approfittato senza riserve di quella passione che ci possedeva.
Appagati, rilassati, distesi, ci cercammo con la mano. La stringemmo forte, fu come un patto di complicità , ci guardammo negli occhi, sorridenti, lei mi disse con un tono più serio:
– Alfonso, amore mio. dobbiamo amarci, ma dobbiamo stare attenti, tu sai che ho degli obblighi di moglie. ti prego, quando sono con tuo padre non ti far prendere dalla gelosia ma non ti preoccupare, gli darò giusto l’indispensabile. il meglio resterà solo per te –
Erano parole sensate e ragionevoli, ma d’un tratto sentii di non sopportare mio padre, e provai il piacere sottile di farlo cornuto.
– Sì mamma, io ti voglio tutta per me. sono geloso di papà , tu sei la mia donna. Nessuno, neanche lui, deve godere di questo tuo corpo ……–
– Dà i non fare così, non ci complichiamo la vita, vedrai che le cose si aggiusteranno per il meglio, tanto tuo padre è spesso in viaggio.
ti prego, comprendi la situazione ma non temere, a tuo padre non darò quello che dò a te, non ti tradirò –
– Mamma, sei stata grande stasera, ma io voglio altre mille di queste sere …… questo amore sarà un segreto bellissimo. non so come potrò sopportare l’idea che papà possa possederti. spero che l’amore per te mi aiuti a resistere –
Lei mi abbracciò quasi con le lacrime e mi sussurrò parole di una dolcezza unica.
Passammo una settimana di fuoco, eravamo attratti l’uno all’altro, eravamo due amanti perfetti; in quei giorni il letto dei miei era sempre disfatto, lì passavamo gran parte della giornata, per me era sempre la prima volta, la passione ci travolgeva.
Da quel momento abbiamo coltivato in segreto una relazione incestuosa intensissima. La cosa è andata avanti così per tanti anni, anzi, col passare del tempo, mamma si è data solo a me, anche perché la prestanza sessuale di mio padre andava scemando con l’età .
Ma, siccome gli dei sono invidiosi della felicità degli umani, quando meno me l’aspettavo, accadde la tragedia e, all’improvviso, senza alcun preavviso, all’età di soli 53 anni la mamma fu stroncata da un attacco fulminante di leucemia.
Fu un trauma terribile che ho patito io più di mio padre e che ho superato a fatica dopo molto tempo. Per due-tre anni non sono riuscito ad avere rapporto alcuno con nessuna donna. Sono tornato a masturbarmi invocando il suo nome, straziandomi piuttosto che appagarmi.
Poi ho avuto la ventura di conoscere una donna intelligente ed affettuosa, una collega di lavoro che non è una bellezza straordinaria ma è tanto premurosa e comprensiva, che è riuscita a farmi riassaporare il calore dell’amore e la bellezza del sesso, che ha intuito l’origine dei miei tormenti e dei miei complessi, aiutandomi a dimenticare mia madre e sostituendosi a lei. E’ diventata mia moglie, ma mi tratta come un adolescente impaziente e capriccioso, mi chiama “bambino mio” e mi fa sfogare gli istinti proprio come faceva di solito mia madre Eleonora, tra le chiappe o in mezzo alle tette.
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