“Il padrone le frusta i seni finchè le mollette non cadono…”
Sa che la sua sessione, l’essenza della sua sessione, è il silenzio.
Lo sa perfettamente entrando nella stanza in cui l’attende il padrone.
La porta è aperta.
L’oltrepassa con il cuore in gola.
Vestita di poco: tacchi alti e un vestito lucido. Molto corto. Un vestito da
cagna che le piace indossare in queste occasioni.
L’aspetta un profumo di pipa.
Aspro.
Duro come una frustata.
Chiude la porta e vi si appoggia contro.
Il padrone è seduto davanti a lei in penombra.
Per terra, una maschera e un computer in attesa di essere connesso a una
webcam.
Indossa la maschera.
Accende la webcam.
Il primo
Deve cercare – lo sa, anche questa sessione è stata preparata con attenzione: è stato preparato il silenzio con cui la deve eseguire – un maschio che si
masturbi distrattamente, svogliatamente.
Lo fa.
Non è difficile trovarlo.
Inizia a spogliarsi.
Il padrone la osserva senza smettere di fumare.
Lei sfila il vestito.
Allarga le gambe.
Si masturba senza togliere le mutandine.
Il maschio viene.
Il secondo
Lei cambia canale, cerca un altro maschio.
Lo trova non è difficile.
Continua a masturbarsi.
Anche questo viene.
Il padrone la guarda.
Il terzo
Lei cambia ancora canale.
Il padrone le osserva i seni.
Lei li pinza.
Dolore e piacere.
Il maschio viene.
Sono dieci i maschi che deve far venire…
Lei non smette di masturbarsi.
Abbassa solo leggermente il capo
per ringraziare.
Il quarto
Lei china la testa e ringrazia.
Cambia maschio.
Cambia il cazzo che la osserva menandosi.
Indossa delle mollette.
Cinque per seno, quattro intorno all’aureola, una sul capezzolo.
E guarda il cazzo che viene.
Abbassa ancora la testa.
Ringrazia.
Il padrone dietro di lei.
Il quinto
Un altro cazzo che li osserva.
Il padrone le frusta i seni finchè le mollette non cadono.
Anche questo viene.
Anche questa volta china la testa e ringrazia.
Il sesto
Il dolore e il silenzio la invadono.
Con una mano sposta le mutandine
e mostra la fica bagnata.
Il cazzo sullo schermo muto si muove più velocemente.
Vede la sborra schizzare sulla mano.
Il settimo
Adesso è completamente nuda.
E allarga le gambe.
Ancora un cazzo che la guarda dallo schermo
Il padrone le mette una mano sulla bocca, Lei comincia a leccarla.
Avidamente.
Ingorda.
Senza smettere di guardare il cazzo davanti a lei.
Il padrone la schiaffeggia.
Forte.
Come un animale.
Lei riprende a leccare la mano.
Mentre il cazzo sullo schermo viene velocemente,
nel pensiero di Lei la lingua che lecca la mano del Padrone
e la fica accarezzata dalle sue dita si confondono.
Ora vorrebbe godere anche Lei, ma la sessione non lo prevede ancora.
L’ottavo
Il padrone si è di nuovo seduto
ed al nuovo cazzo apparso in video
Lei mostra i seni, i capezzoli ancora doloranti e duri,
cominciando a leccarli con silenziosa lentezza.
Un altro cazzo che schizza,
il tempo che si ferma.
Il nono
Il nono cazzo è una corda.
Una corda di canapa che il Padrone le avvolge intorno ai seni.
Due giri ad avvolgere i seni.
Due giri a chiudere i seni intorno al collo.
Due giri intorno ai polsi dietro la schiena.
Il Padrone le inserisce un plug in bocca.
A questo punto, anche il nono viene.
Di nuovo, lei china la testa e ringrazia.
Il decimo
Lei cerca di rilassare tutto il corpo,
ma la corda le stringe i seni e i polsi.
Sullo schermo c’è un nuovo cazzo da soddisfare.
Il padrone le toglie il plug dalla bocca, ben inumidito,
e facendola sollevare leggermente sulle gambe glielo appoggia
al culo, poi lo spinge.
Lei chiude gli occhi, si siede e fa entrare tutto il plug,
cominciando dei movimenti circolari per sentirlo meglio.
Riaprendo gli occhi vede che il cazzo in video sta già venendo.
E il padrone che si avvicina alla sua bocca …
Il Padrone spegne la cam.
Spegne i cazzi che girano uno dopo l’altro.
Avvicina il cazzo alla sua bocca.
Prende un imbuto.
Piscia.
Piscia a lungo.
Lei sa di dover bere.
E beve, beve tutto.
Il Padrone non piscia forte. Sa di dover pisciare a piccoli sorsi e le tiene la testa abboccata all’imbuto.
Non le piace il sapore del piscio.
Le piace il sapore di essere sua, anzi Sua.
Questo il senso della sessione: non conta il mio piacere. Non deve contare il mio piacere. Posso essere frigida e non sentire niente. Conta il Suo piacere. Conta l’appagamento di sapere di averlo soddisfatto.
Finalmente si può togliere la maschera.
Perché adesso, con il suo sapore in bocca, con il suo sapore nello stomaco, con il suo odore addosso, è davvero lei…Si sente davvero se stessa.
… il silenzio.
La scioglie.
La libera della corda, della canapa, della maschera.
Non ha più voglia che lei lo chiami padrone.
Gli danno fastidio maiuscole e minuscole.
Vuole solo baciarla e la bacia.
A lungo.
Con forza e dolcezza.
Come la più forte delle violenze…
Continua a baciarla finché lei non prende il suo cazzo in mano.
Con forza e dolcezza lo avvicina alla bocca.
E’ grosso.
Pieno di lei.
Lei lo assapora.
A lungo.
Sente il profumo del piscio che ha bevuto.
Lo succhia.
Finchè il padrone non riprende il tono di maiuscole e minuscole.
La schiaffeggia.
La gira.
Entra nel suo ano e la sente sussultare…
Rimane fermo fino a sentire il suo culo che comincia a stringerlo.
Allora inizia a muoversi facendo uscire ed entrare il cazzo fino alle palle.
Lei vorrebbe accarezzarsi, ma non può.
Il padrone le prende i capezzoli tra le dita e comincia a stringerli
sempre più forte …
Li stringe e li strizza ruotandoli.
Continua a entrare e uscire dal suo ano.
Forte.
Lei vorrebbe urlare.
Ma il Padrone le ha tappato la bocca.
Non la solita, triste pallina, ma le sue mutandine.
Le assapora e sente il sapore della sua fica mentre vorrebbe liberare la sua voce e il suo orgasmo.
Improvvisamente, piscia e il Padrone sente la sua urina che li cola lungo le gambe mentre la sta inculando…
e viene con lunghi fiotti di sperma nelle profondità di lei e del suo culo.
Lei lo sente schizzare dentro e continua a pisciare come se il cazzo di lui
l’avesse attraversata tutta ed il suo seme uscisse unito alla sua urina.
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