Stanotte abbiamo fatto l’amore, a letto, dopo quasi due anni.
La piccola è rimasta da sua madre, Frida ha voluto che fossimo da soli.
Non saprei spiegare perché, ma ieri sera è avvenuto un grande cambiamento.
Proprio adesso che i nostri rapporti erano sempre più gelidi e distaccati; adesso che cominciavo a temere il peggio tra di noi, abbiamo parlato, e Frida ha voluto sapere tutto di me e di cosa pensavo.
A letto stanotte è stato tutto stupendo.
Lei non è stata passiva come il solito, al contrario … era decisa e volitiva.
Mi chiedeva cosa desideravo fare, partecipava all’amplesso con piacere, poi m’indagava il corpo e la mente.
– Tutto deve cambiare tra di noi – ha detto Frida – non possiamo andare avanti ignorandoci per tutta la vita! –
Allora mi ha fatto stendere sul letto a pancia in su e si è abbassata per succhiarmi il cazzo.
Mai me lo aveva tenuto in bocca con tanto trasporto. Leccava il pene da sopra a sotto, leccava le palle e le succhiava una per volta.
– Hooo! Ma come sei bagnato qui sotto … – ha detto con malizia, mentre la sua manina mi carezzava il sedere – Guarda, la saliva ha reso morbido il tuo ano, si apre deliziosamente … lo senti? – e mentre diceva così, tra una succhiata di cazzo e l’altra, mi ha infilato il medio nel culo, poi ha sussurrato tra i miei coglioni:
– Ti piace se ti faccio così, vero? –
– Si, mi piace, lo desideravo. – ho risposto, sincero.
Allora le dita che mi allargavano il culo sono diventate due, poi tre. Le rigirava nel mio ano, le allarga e premeva, donandomi sensazioni dimenticate.
– Io sono tuo – le dissi – per me tu saresti la mia padrona … di tutto me stesso, se solo me ne dessi la possibilità … –
Con la mano libera Frida mi massaggiava il pene, intanto col volto sulla pancia, ascoltava, languida, le parole che sussurravo.
– Lo so, ho immaginato che il mio amore poteva essere anche il mio schiavo adorato. Non sapevo se rompere o meno questo muro di vetro che ci separava … non è facile! – mi guardò per un attimo nella penombra – ma adesso tutto cambierà … –
Le due mani continuavano a lavorarmi, una nel culo, disfatto, e una sul cazzo, teso.
– Adesso – disse Frida con una nota nuova nella voce – devi essere tutto, completamente, mio, ho deciso! Via le maschere …
Adesso raccontami perché vai a rovistare nei miei cassetti … come fai ad allargarmi le collant? Le indossi? Voglio sapere tutta la verità … ti voglio sincero e fedele come un cane, come uno schiavo … devi dire tutto alla tua padrona. Capito? –
Mi stava schiacciando, si stava impadronendo di me … sapeva!
Provai un filo di vergogna e mi sentii umiliato dal fatto di essere stato scoperto, così il piacere si impadronì di ogni mia cellula, mentre mi mettevo nelle mani di Frida, la mia padrona e sposa.
La piccola è rimasta da sua madre, Frida ha voluto che fossimo da soli.
Non saprei spiegare perché, ma ieri sera è avvenuto un grande cambiamento.
Proprio adesso che i nostri rapporti erano sempre più gelidi e distaccati; adesso che cominciavo a temere il peggio tra di noi, abbiamo parlato, e Frida ha voluto sapere tutto di me e di cosa pensavo.
A letto stanotte è stato tutto stupendo.
Lei non è stata passiva come il solito, al contrario … era decisa e volitiva.
Mi chiedeva cosa desideravo fare, partecipava all’amplesso con piacere, poi m’indagava il corpo e la mente.
– Tutto deve cambiare tra di noi – ha detto Frida – non possiamo andare avanti ignorandoci per tutta la vita! –
Allora mi ha fatto stendere sul letto a pancia in su e si è abbassata per succhiarmi il cazzo.
Mai me lo aveva tenuto in bocca con tanto trasporto. Leccava il pene da sopra a sotto, leccava le palle e le succhiava una per volta.
– Hooo! Ma come sei bagnato qui sotto … – ha detto con malizia, mentre la sua manina mi carezzava il sedere – Guarda, la saliva ha reso morbido il tuo ano, si apre deliziosamente … lo senti? – e mentre diceva così, tra una succhiata di cazzo e l’altra, mi ha infilato il medio nel culo, poi ha sussurrato tra i miei coglioni:
– Ti piace se ti faccio così, vero? –
– Si, mi piace, lo desideravo. – ho risposto, sincero.
Allora le dita che mi allargavano il culo sono diventate due, poi tre. Le rigirava nel mio ano, le allarga e premeva, donandomi sensazioni dimenticate.
– Io sono tuo – le dissi – per me tu saresti la mia padrona … di tutto me stesso, se solo me ne dessi la possibilità … –
Con la mano libera Frida mi massaggiava il pene, intanto col volto sulla pancia, ascoltava, languida, le parole che sussurravo.
– Lo so, ho immaginato che il mio amore poteva essere anche il mio schiavo adorato. Non sapevo se rompere o meno questo muro di vetro che ci separava … non è facile! – mi guardò per un attimo nella penombra – ma adesso tutto cambierà … –
Le due mani continuavano a lavorarmi, una nel culo, disfatto, e una sul cazzo, teso.
– Adesso – disse Frida con una nota nuova nella voce – devi essere tutto, completamente, mio, ho deciso! Via le maschere …
Adesso raccontami perché vai a rovistare nei miei cassetti … come fai ad allargarmi le collant? Le indossi? Voglio sapere tutta la verità … ti voglio sincero e fedele come un cane, come uno schiavo … devi dire tutto alla tua padrona. Capito? –
Mi stava schiacciando, si stava impadronendo di me … sapeva!
Provai un filo di vergogna e mi sentii umiliato dal fatto di essere stato scoperto, così il piacere si impadronì di ogni mia cellula, mentre mi mettevo nelle mani di Frida, la mia padrona e sposa.