“Ai ragazzi non restò molta scelta che seguirle e scegliere due nascondigli da cui poterle osservare…”
Aurora e Bianca si conoscevano solo per sentito dire fino a quel
momento. Vivevano entrambe in un agiatissimo quartiere chic costituito da villone con piscina immerse in svariati metri quadrati di giardini curati e sempre perfetti. “Disneyland” lo avevano soprannominato più o meno benevolmente gli altri abitanti della città, quelli che dovevano arrabattarsi per un pezzo di pane al mercato, fare le pulizie per tutta la famiglia allargata o tenere a bada insulsi spasimanti in attesa di un fidanzato decente che garantisse un minimo di indipendenza economica.
L’esclusività di questa piccola oasi faceva sì che tutti i residenti si sentissero parte di una grande famiglia, perciò, anche se non si erano mai frequentate prima, era solo questione di tempo prima che Aurora e Bianca si incontrassero.
Aurora era la classica ragazza che faceva morire d’invidia le altre per la sua bellezza, la principessa perfetta che ogni bambina sogna di diventare mentre gioca con le bambole in attesa del Principe Azzurro. Non arrivava ai 20 anni, un viso angelico incorniciato da capelli lunghi e biondi e labbra rosse carnose.
All’opposto Bianca, coetanea, si distingueva per i capelli corvini leggermente mossi, portati più corti, e una carnagione cerulea, quasi d’avorio. La sua bellezza era forse meno vistosa, ma non per questo le mancavano i corteggiatori, primi fra tutti i numerosi fratelli di un’umile famiglia, rimasti presto orfani e costretti a lavori di fatica per mantenersi.
Aurora amava lavorare a ferri per realizzare sciarpe per il suo ragazzo Filippo, che non aveva il coraggio di dirle quanto fossero bruttine e ogni volta che lei si pungeva con il ferro sperava che fosse la volta buona per lasciar perdere quest’hobby. Bianca era vegana convinta e il suo motto era “una mela al giorno toglie il medico di torno”. Aveva cercato inutilmente di convertire il suo fidanzato, chiedendogli anche di smetterla di uscire con quel suo amico appassionato di caccia, ma senza risultati. Nel complesso erano, dunque, due brave ragazze, benvolute da tutti o quasi. Infatti, nonostante provenissero dalla stessa benestante comunità, a tratti addirittura aristocratica, dove lo status sociale e le apparenze contavano ancora, nessuna delle due era esentata da complicate questioni famigliari.
La spina nel fianco di Bianca era la compagna del padre, con la quale non era mai riuscita ad avere un buon rapporto. Bianca non capiva perché ce l’avesse così tanto con lei, ce la metteva tutta per andare d’accordo, ma riceveva in cambio solo freddezza e invidia. Aurora, invece, aveva tre zie adorabili e una veramente stronza. La conosceva a malapena poiché i suoi genitori l’avevano allontanata quando lei era una neonata in culla e da allora in casa si evitava di parlarne.
A parte queste problematiche, conducevano una vita da privilegiate in questo mondo dorato a base di abiti firmati, feste in piscina, cene e serate con gli amici in ville private. Si erano anche incontrate talvolta, ma senza mai approfondire la conoscenza. Se si fossero fermate a parlare, avrebbero scoperto di avere più cose in comune di quanto pensavano, dai problemi famigliari alla sconcertante noia che provavano nei confronti di questo stile di vita. Avevano tutto, eppure probabilmente proprio per questo un’insofferenza diffusa si era impadronita di loro da un po’ di tempo. Le rispettive cerchie di amici, tutti risucchiati da questa realtà, sembravano non notare l’apatia crescente, mentre i loro fidanzati avevano in corpo troppo testosterone, tipico dell’età, per rendersene conto. Le due ragazze, invece, desideravano inconsciamente un brivido, uno scossone, un piccolo atto di ribellione da quella meravigliosa vita perfetta.
L’occasione che inconsapevolmente aspettavano si presentò una sera senza preavviso. Erano state invitate alla stessa festa in villa, una delle tante pensavano. In effetti il copione si prospettava non molto diverso dalle precedenti serate sullo stesso stile: si sbevazza, si balla, bagno notturno, i primi cadaveri di chi non regge l’alcool e poi in qualche modo tutti a casa verso mattina. Né Bianca né Aurora erano entusiaste, ma si lasciarono trascinare dagli amici e dai fidanzati.
Come previsto, arrivarono una cinquantina di ventenni con gli ormoni a mille. I ragazzi indossavano la camicia, che sarebbe durata ben poco prima di essere sbottonata e tirata fuori dai pantaloni sgualcita. Le ragazze ondeggiavano precariamente su tacchi altissimi e vestitini talmente corti da domandarsi se fosse prevista anche una gonna originariamente o se l’avevano lasciata a casa di proposito.
La musica si sentiva fin dal vialetto d’ingresso e il dj, profumatamente pagato per la serata, si stava appena scaldando. Intorno alla piscina il cameriere del catering serviva da mangiare, mentre il barman preparava Moscow Mule per i tanti assetati.
A serata avviata – nemmeno a dirlo – i brindisi iniziavano a farsi sempre più frequenti e i freni inibitori sempre meno controllati.
Nell’andirivieni di amici comuni, Bianca, Aurora e i fidanzati si trovarono nello stesso gruppetto che, chissà su etilica idea di chi, decise di giocare a nascondino. Bianca e Aurora erano entusiaste, finalmente un’idea nuova rispetto al solito bagno in piscina.
Il gioco iniziò e l’unica regola era quella di nascondersi in casa e non in giardino. Come tutte le ragazze del mondo, Bianca e Aurora si nascosero insieme nello stesso punto, sghignazzando un po’ brille. Si tenevano a braccetto dietro il divano che avevano scelto, cercando di trattenere le risate per non farsi scoprire. Ai ragazzi non restò molta scelta che seguirle e scegliere due nascondigli da cui poterle osservare. Filippo era piuttosto contrariato, si era fatto un film per cui si aspettava che Aurora cogliesse l’occasione per trascinarlo in una delle camere. Era una settimana che non facevano sesso e la voglia che aveva andava oltre ogni logica razionale. A giudicare dall’occhiata che si scambiarono, anche il fidanzato di Bianca, Florian, non doveva avere pensieri molto diversi dai suoi.
I minuti passavano e i maschietti erano lì lì per spazientirsi da quest’inutile attesa che raffreddava le loro intenzioni sessuali. Aurora e Bianca, invece, trovarono un’insolita complicità in questa neonata alcolica amicizia. Fu un attimo. Si guardarono e senza pensare troppo a quello che facevano si baciarono sulle labbra.
Nella stanza vi fu un’esplosione di eros. I ragazzi ebbero un’erezione pressoché immediata. Sì, era il sogno erotico tante volte fantasticato e guardato su Youporn, ma vederlo trasformarsi in realtà… lì davanti ai loro occhi… le loro fidanzate… Beh era tutta un’altra storia.
Per le ragazze fu inizialmente solo un gioco, un innocente bacio dato sull’onda della spontaneità maliziosa. Solo quando percepirono gli sguardi infuocati ed increduli allo stesso tempo e le bocche aperte per lo stupore e l’eccitazione dei loro fidanzati, si resero conto che poteva essere molto più di un gioco.
In un attimo capirono che era quell’occasione di trasgressione, di vitalità, di uscire dagli schemi che aspettavano.
Si sorrisero e si baciarono di nuovo, ma stavolta fu un bacio vero, caldo e con la lingua. Si esplorano le bocche con calma, senza fretta, scoprendo l’effetto che fa baciare un’altra donna. Si accarezzarono il viso e i capelli consapevoli, per una volta, di conoscere le sensazioni che l’altra stava provando, di sentire su di sé le stesse vibrazioni dell’amica. Si dimenticarono per un momento dei fidanzati e si lasciarono andare alla bellezza di due universi femminili che si incontrano e si solleticano con malizia, curiosi di scoprirsi.
Quando tornarono da questo splendido viaggio e staccarono le loro bocche, sapevano già come sarebbe proseguita la serata e i rispettivi compagni non potevano che essere ipnotizzati dalla trama di questo invisibile copione che si andava creando.
Si alzarono e andarono loro incontro prendendoli per mano. Aurora baciò il suo ragazzo sorridendogli, mentre Bianca si avvicinò al suo come una gatta mordendogli il collo per introdurli piano nel gioco. Dopo queste effusioni Bianca e Aurora si guardarono, sorrisero complici e di nuovo li baciarono profondamente, sfiorando il loro corpo con il proprio e stuzzicandoli appena.
Ancora incapaci di distinguere se si trattasse di un sogno o di realtà, i cervelli di Filippo e Florian erano inversamente reattivi a quanto lo fosse il loro corpo. Non erano sicuri di afferrare con precisione ciò che stava per succedere, ma la spinta sessuale era incontenibile.
Bianca propose di andare a cercare una camera da letto e meccanicamente i quattro si avviarono fuori dal soggiorno. Percorsero il corridoio di quella casa che non conoscevano e la prima che trovarono andò benissimo, chiudendola a chiave dietro di loro.
Ancora in piedi in mezzo alla stanza, Filippo istintivamente fece per prendere i fianchi di Aurora e finalmente spupazzarsela come desiderava, non poteva resistere un minuto di più. Non gli importava se Bianca e il compare, proprio accanto a loro, li avrebbero visti. Non l’aveva mai fatto davanti ad altri, ma decise che era una buona sera per sperimentare. Aurora, invece, lo bloccò. Lo fissò intensamente negli occhi per un istante che sembrò lunghissimo. Dopodiché si allungò verso Bianca, la prese per mano e come in un elegante passo di danza si scambiarono di posizione, invertendo le coppie.
Attoniti, Filippo e Florian non erano preparati a questa evenienza. Dei tanti scenari che si erano immaginati, questo era l’unico che non avevano preso in considerazione.
Bianca, ora di fronte al fidanzato dell’amica, la guardò in cerca di un altro tacito assenso per poi spostarsi su Florian sorridendogli. Baciò Filippo. Si staccò e aspettò che l’altra coppia facesse altrettanto, incitando con gli occhi Florian a lasciarsi andare con Aurora. Era tutto ok.
I baci delle coppie invertite furono dapprima quasi timorosi e colpevoli per ciò che il proprio partner avrebbe potuto pensare. L’euforia dell’alcool e la scarica erotica di qualche minuto prima si tramutarono per un istante in imbarazzo, per poi esplodere nuovamente senza controllo quando il senso del proibito e della trasgressione presero il sopravvento.
Le bocche si risucchiarono esplorandosi, le lingue sulle labbra e sul collo producevano brividi lungo il corpo e scariche di piacere mai conosciute prima li travolsero quando i respiri delle ragazze si fecero più profondi.
Filippo iniziò ad accarezzare Bianca passandole le mani suoi fianchi per poi spostarle sul culo, stringendolo. Era vegana ma aveva tutte le forme al posto giusto, pensò. La massaggiò e strinse i glutei finché la sentì sospirare e solo allora la attirò a sé, incollando il corpo di lei al proprio. Bianca sussultò di piacere nel trovarsi premuta contro la sua erezione e iniziò lentamente a strusciarsi.
Aurora aveva lentamente iniziato a sbottonare la camicia di Florian intervallando un bottone con un piccolo morso sul collo. Ogni tanto rallentavano per cercare gli sguardi dell’altra coppia o anche semplicemente per osservarli. Ogni volta che li fissavano, infatti, si facevano poi più audaci tanto che furono i primi ad avvicinarsi al letto. Florian fece indietreggiare Aurora, che si mosse senza staccare gli occhi dai suoi. La sua espressione era diventata terribilmente maliziosa, eccitata ed eccitante allo stesso tempo.
Giunti al letto, Aurora si sedette prendendo tempo mentre aspettava che l’altra coppia, con i suoi tempi e ritmi, li raggiungesse. Spogliò Florian, in piedi davanti a lei, lentamente e accarezzandogli il corpo con le mani, indugiando particolarmente nell’aprire la cerniera dei pantaloni. Accarezzò la sua erezione attraverso il tessuto prima di infilarsi al suo interno, la sfiorò con il viso, facendo infine cadere i pantaloni a terra.
Bianca e Filippo lì raggiunsero da lì a poco. Filippo, audacemente e con una certa sicurezza, prese da dietro i fianchi di Bianca e la costrinse con una benevola forza a piegarsi a novanta, appoggiando i palmi delle mani sul bordo del letto. I visi di Bianca e Aurora erano a specchio uno a fianco all’altro ed entrambe capirono subito ciò che Filippo desiderava e implicitamente chiedeva. Si sorrisero e si scambiarono un succoso bacio con la lingua, perfettamente visibile da entrambi i ragazzi.
Lo schiaffo che Filippo diede sul culo sodo di Bianca, dopo averle alzato la gonna del vestito, produsse uno schiocco perfetto. Aveva il suo culo in aria tra le mani e la guardava baciare la sua ragazza, era eccitato come non mai. Aurora, alla fine del bacio con la sua amica, con le labbra ancora umide sprofondò tra le gambe di Florian, che non trattenne un gemito.
Nella stanza risuonavano ora i risucchi della bocca di Aurora e le sculacciate di Filippo, decisi a portare al limite i nuovi partner mentre si guardavano tra loro. E proprio quando Filippo vide Aurora staccare un momento la bocca dal cazzo di Florian e passarsi la lingua sulle labbra, infilò le dita all’interno di Bianca, calda, umida e accogliente.
L’eccitazione nei ragazzi vorticava verso picchi mai raggiunti al pensiero di far godere la donna di un altro, sospinta da un po’ di quella sana gelosia nel sapere che anche la propria godeva tra le braccia del compare. Le ragazze si sentivano desiderate, potevano vedere negli occhi di Florian e Filippo l’effetto che producevano e adoravano stuzzicarli guardandosi.
Bianca, sempre piegata a novanta e con le mani appoggiate sul letto, piegò la testa all’indietro nel momento in cui le dita di Filippo cominciarono a muoversi dentro di lei. Iniziò a ondeggiare a ritmo il bacino, prima lentamente e poi con più veemenza, dandogli il tempo del suo piacere. Sì lasciava stuzzicare e penetrare a fondo, con il viso arrossato e il respiro più corto. I suoi gemiti non sfuggirono all’attenzione di Aurora, che sentì crescere la gelosia e l’eccitazione. Per benevola sfida femminile, spinse più a fondo le labbra su Florian, succhiandolo con passione e accompagnando i movimenti della bocca con quelli della mano. Lo sentiva pulsare, caldo e gonfio, nella sua bocca e questo le regalava una certa soddisfazione. Quando anche l’eccitazione di Aurora, con i sospiri di Bianca a pochi centimetri da lei, fu alta sì staccò e si lasciò andare all’indietro, sdraiandosi sulla schiena.
Bianca non poteva arrivare alla sua bocca per baciarla, ma istintivamente allungò la mano destra per cercarla. Trovò subito la sua coscia, la accarezzò e la strinse risalendo verso il fianco. Spinse la sua mano su tutto il suo corpo fino a dove poteva arrivare, sfiorandole la pelle bollente. Sapeva come si sentiva, vogliosa e ormai in preda al bisogno di lasciarsi andare con un uomo che non era il suo. Bianca provava le stesse identiche sensazioni in quel momento.
Superò il suo ventre caldo e teso, risalendo fino al seno. Lo strinse, lo toccò a lungo e con foga mentre Florian si allungò sopra di lei.
Filippo, intanto, continuò a stuzzicare Bianca con le dita, abbassandosi ogni tanto con il viso per morderle i glutei. La sentiva sussultare di piacere sotto di lui e con le dita osò di più accarezzandole l’ano e facendo una delicata pressione attorno a quella morbida apertura. Quando la sentì lasciarsi andare divaricando ulteriormente le gambe, capì che era il momento di percorrere con la lingua le forme di quel culo succulento. La morse di nuovo, ma questa volta non staccò le labbra e fece scorrere la lingua verso il centro delle natiche, per ricongiungerla alle dita. Con la punta sfiorò ogni centimetro di pelle esposto così davanti al suo viso, fino a scendere e incontrare i suoi caldi e bagnati umori.
Bianco sospirò, Aurora guardò prima lei e poi Filippo con una malizia del tutto nuova negli occhi e tirò a sé Florian. Aveva bisogno di sentirlo dentro di lei.
Gli prese i fianchi e chiuse gli occhi per gustarsi quel lento scivolare dentro di lei. Centimetro dopo centromero. Scarica di piacere dopo scarica di piacere. Contraeva i muscoli pelvici per enfatizzare le spinte che Florian iniziò a darle e si abbandonò a quella missionaria con un uomo che non era il suo, socchiudendo appena gli occhi a tratti per guardare Filippo. La sua testa non capiva più nulla, troppe sensazioni nuove tutte insieme.
Filippo captò il piacere irrazionale di Aurora e lo restituì con la stessa docile furia a Bianca. Le divaricò bene le gambe e a sua volta penetrò Bianca sempre da dietro. Lei, che non desiderava altro, si allungò leggermente in avanti, sdraiandosi quasi e sprofondando la testa tra le braccia, ma mantenendo il bacino in alto. Inarcava la schiena e sculettava mugugnando. Florian le rifilò una sculacciata sul culo vedendola così e pensò che la sua ragazza era veramente una porca. Le strofinò bene la mano e strinse una parte di natica fino a fargliela arrossare.
Godevano tutti e quattro guardandosi, toccandosi o semplicemente ascoltando i respiri e i gemiti trattenuti sempre più a fatica.
Bianca non poté più resistere ed ebbe un orgasmo selvatico, esplosivo e quasi rabbioso. Trascinò con sé quello di Aurora dopo pochi istanti, che andò fuori controllo nel sentire l’amica ansimare ed esternare con le parole e con i suoni il suo piacere più alto.
I ragazzi continuarono le spinte in quei meravigliosi istanti, galvanizzati nel sapere come l’apice delle donne fosse merito loro e di quella situazione che finora era stata solo una fantasia irrealizzabile.
Poi a turno raggiunsero la soddisfazione con foga, con la testa che pulsava e l’eccitazione che esplose brutalmente da quei cazzi gonfi, bollenti e grossi. Filippo scelse la schiena di Bianca, mentre Florian rimase tra le calde cosce di Aurora, che ancora sussultava e cercava di calmare il ventre teso e tremante.
Stanchi e appagati, si sdraiarono tutti uno accanto all’altro per riprendersi.
Le ragazze caddero come in un sonno profondo, da cui parevano non svegliarsi nonostante la musica alta e le urla che provenivano dal giardino. Solo verso mattina, a festa ormai conclusa, i ragazzi riuscirono con un bacio, ciascuno alla propria ragazza, a risvegliarle.
Erano un po’ intontite, ma si avviarono lentamente fuori da quella camera da letto a braccetto del proprio fidanzato per tornare a casa.
L’esperienza non si ripetè più ma vissero tutti felici e contenti.
-Si ringrazia Vasco per il titolo e la Disney per tutto il resto-
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