I casi della vita: da studente universitario, regolarmente fuori corso, mi mantenevo agli studi lavorando il fine settimana in un pub e, ma questo non lo dicevo in giro, facendo il video-operatore.
Non lo dicevo perché era un lavoro clandestino. Si, grazie al mio amico Giorgio ero entrato nel mondo del porno. Giorgio era un fotografo che vendeva anche foto e videocamere. Ero diventato suo amico grazie al mio hobby da videoamatore, avendo speso da lui buona parte dei miei magri risparmi per attrezzature varie.
Così, un giorno che ero passato da lui per vedere le ultime novità nel campo, mi lanciò la proposta:
‘ Mauro, ti andrebbe di guadagnare qualche euro?’
Domanda retorica visto che ero spesso in bolletta.
‘Certo, chi devo uccidere?’ Celiai.
‘Nulla di così interessante, ho visto che sei bravo con le riprese e io ho un amico che cerca un video-operatore per filmini diciamo particolari. Se ti interessa posso darti il suo numero’
E mi spiegò di cosa si trattasse. Sulle prime titubai, ma pecunia non olet e così, all’improvviso, mi ritrovai a fare le riprese di film porno.
Non era molto impegnativo e riuscivo a farlo combaciare con i miei impegni di studio. Un paio di volte al mese mi dicevano di trovarmi in un determinato posto, una villa, un parco isolato, un appartamento, e lì per qualche ora riprendevo singole, coppie e ammucchiate in tutte le posizioni che conoscevo e anche in qualcuna che avevo solo immaginato.
Va da sé che all’inizio mi ritrovavo in perenne erezione, ovvio per un ragazzo di 23 anni senza compagna fissa, ma pian pianino mi abituai, acquisii ‘professionalità’ e riuscivo a tenere tranquillamente a bada gli ormoni e collaborare col regista e i tecnici che erano quasi sempre gli stessi, e attori e attrici con cui ormai ero quasi in confidenza.
L’altro sabato, grazie al fatto che il pub era chiuso per dei lavori, mi allontanai per un intero fine settimana. La location era una villa sul lago affittata per l’occasione, molto bella e con una infinità di stanze. Avremmo dormito lì e in due giorni avremmo realizzato un ‘kolossal’ con alcune tra le più note attrici del momento.
Passato il primo mattino con le prove luci e la spiegazione al cast di ogni singola scena, iniziammo a girare una scena che col montaggio sarebbe apparsa verso la fine del film.
Eravamo nella darsena e stentavo a mantenermi freddo perché davanti a me, impegnata in un doppio pompino inginocchiata davanti ai due partner, c’era Giada, la star delle star.
Socievole e disponibile durante le pause e i tempi morti del film, si faceva benvolere da tutti. Arrivava sul set vestita comunemente, una qualsiasi bella ragazza, nemmeno troppo vistosa, ma si trasformava una volta tolti gli abiti e truccata.
Diventava una pantera, energica e dolce al tempo stesso e dava ai film una sensualità che le altre attrici, magari altrettanto fighe, non riuscivano. Non arrivavi mai a capire dove finiva la recitazione, se di recitazione si può parlare, e dove cominciava la realtà. Sembrava godere appieno di qualsiasi situazione o posa le venisse richiesta, ti coinvolgeva totalmente così che ti sembrava non di assistere a un film porno ma di essere un voyeur che aveva sorpreso di nascosto una coppia infoiata.
Dicevo che stavo riprendendo il doppio pompino, e vedere Giada impegnata con due affari di buone dimensioni era uno spettacolo a cui non riuscivo a rimanere indifferente. Passava da uno all’altro leccandoli avidamente per poi farne scomparire uno nella sua bocca, a volte interamente, mentre masturbava l’altro.
I due attori si gustavano pienamente le attenzioni di Giada e le loro espressioni erano spontanee, di puro godimento, e forse sarà stato questo che ha distratto uno di loro, perché all’improvviso è scivolato indietro, su una piccola pozza d’acqua di lago portata dal vento, e è caduto all’indietro pesantemente riuscendo appena a ripararsi con un braccio.
Risultato: urlo di dolore, interruzione del girato e corsa in ospedale dell’assistente per accompagnare l’attore al pronto soccorso. Venimmo poi a sapere che era una frattura al braccio. In quel momento poco importava al regista che stava imprecando in tutte le lingue conosciute e anche in qualcuna inventata al momento.
La scena era saltata, con un attore solo non si poteva girare. Una veloce serie di telefonate per chiamare altri fu senza esito e il regista stava già ripensando la ‘sceneggiatura’ quando sentimmo dire:
‘perché non proviamo lui?’
Era Giada, tranquillamente seduta, coperta da un accappatoio fumava placidamente. Il Lui’. ero io, Giada mi stava indicando con un indice affusolato dall’unghia perfettamente modellata e smaltata di rosso.
Arrossii istantaneamente e guardai uno a uno la troupe che mi stava fissando, facce sorprese quanto, immagino, la mia. Fino al regista, che mi scrutava meditabondo.
‘Potrebbe andare. Te la senti Mauro? E come stai messo lì sotto?’
Se possibile arrossii ancora di più, e seppi solo rispondere che non l’avevo mai fatto.
‘Non hai mai scopato o intendi fare l’attore? O forse ti vergogni di averlo piccolo?’
Bè, non ero superdotato ma rientravo tranquillamente nella normalità, forse qualcosina in più della media, nessuna delle mie, poche, compagne di letto si era mai lamentata di dimensioni e prestazioni ma non voleva dire nulla, lì mi si chiedeva di farlo davanti a un pubblico, se pur professionale, di estranei.
Stavo per rispondere piccato per l’insinuazione quando Giada risolse tutto alzandosi e avvicinandomisi:
‘vuoi fare l’amore con me?’ Mi disse guardandomi con occhi torbidi in cui mi persi riuscendo solo a rispondere un ‘sì’ che veniva dal profondo del mio cuore e anche da un’altra parte del corpo. Quella parte che Giada prese a accarezzare da sopra i pantaloni saggiandone la consistenza.
‘Piccolo non è, la sua è solo timidezza. Ti aiuto io, non devi avere paura’
Il regista colse al volo il momento chiedendomi conferma della mia volontà di provare e, avutala, già organizzando la cosa.
‘Dai, spogliati e fatti una doccia veloce, io farò le riprese al posto tuo, tu devi solo seguire le mie istruzioni e soprattutto concentrarti per mantenerlo duro senza venirtene prima che te lo dica io’
Imbambolato, andai a lavarmi e tornai dopo pochi minuti indossando un accappatoio di spugna, e restai lì in piedi ancora insicuro della scelta fatta.
Il regista prese la telecamera e mi disse di togliermi l’accappatoio e di posizionarmi vicino a Giada e all’altro attore già pronti. Lo feci. Il mio ‘fratellino’ era forse più pronto di me alla novità, perché era già sulla buona strada per l’erezione completa, che avvenne non appena Giada vi posò sopra la mano iniziando a massaggiarlo.
L’altro attore, un americano di nome Rick, mi diede una cameratesca pacca sulla spalla e poi vi fu il ciak.
Giada, sempre smanettandomi, prese in bocca la punta dell’uccello di Rick e iniziò a succhiarlo facendo apparire ogni tanto la lingua per veloci leccate all’attaccatura del frenulo e facendolo via via entrare sempre più nella sua gola, fino a che arrivò con le labbra al pube. Si fermò qualche istante per poi tornare indietro fin quasi a farlo uscire e quindi, velocemente, riaffondarselo in gola.
Era uno spettacolo arrapantissimo e non vedevo l’ora che toccasse a me provare quelle labbra che immaginavo vellutate.
Ancora qualche istante e fu il mio turno. Giada lasciò Rick, girò la testa verso di me guardandomi fisso negli occhi e se lo appoggiò alle labbra. Un succhiotto improvviso mi fece quasi saltare in aria, rantolai mentre mi perdevo nei suoi occhi verde acqua di mare, ma persi subito il suo sguardo perché ora toccava a me arrivarle in gola. Sentii il calore mentre entravo come una spada nel fodero e quasi me ne venni lì, solo per il pensiero eccitante di sapere che Giada, proprio lei, mi stava facendo un golino.
Non volevo fare brutta figura e pensai le cose più brutte che potevo, all’esame che proprio non riuscivo a preparare, alla prof stronza che sembrava non capirmi quando parlavo, all’addetto alla segreteria che pareva avere il dono magico di ingarbugliarmi le cose. A questo e tanto altro pensai ma alla fine mi stavo per arrendere, mentre Giada faceva lentamente su e giù lungo la mia asta, serrando le labbra sotto la cappella per succhiare con forza mentre con la mano mi segava, e poi tornare a prenderlo tutto.
La vidi farlo uscire ancora, completamente bagnato di saliva, e stavo per lanciare l’avvertimento quando sentii il regista:
‘ok, adesso succhialo solo in punta e quando senti che viene fai entrare il primo schizzo e poi gli altri fatteli fare in faccia. E tu stai attento, al mio tre vieni”” uno’. due”’
E tre. Godetti ringraziando mentalmente il regista del suo tempismo.
Vidi Giada accogliere il mio primo getto a labbra serrate e poi aprire la bocca, alzando la testa, e guardarmi ancora tenendo appoggiato il mio cazzo sulla lingua protesa fuori. Tre, quattro schizzi potenti le imbiancarono la faccia, in parte centrando ancora la bocca, mentre la sua mano completava il mio orgasmo segandomi velocemente. Quando non ne ebbi più da darle mi riprese in bocca inghiottendomi ancora fino alla radice e solo quando il regista glielo disse passò a Rick per ripetere su di lui il suo gioco sublime.
Attesi l’orgasmo di Rick e lo stop praticamente in bambola, mi girava la testa. Mai avevo avuto un orgasmo come quello e dentro di me la vedevo ancora fissarmi mentre ingoiava il mio seme e davanti agli occhi invece avevo la sua faccia coperta di seme mentre si rialzava.
Non disse una parola mentre passava tra di noi avvicinandosi a un’assistente di studio che premurosa le porgeva un asciugamano per pulirsi.
‘Non male per essere un principiante’ mi disse il regista.
‘Ce la fai a farlo tornare duro? Dobbiamo girare un’altra scena prima di pranzo’
Ancora sentivo la testa girarmi ma il solo pensiero che avrei girato ancora con Giada fece tornare a affluire il sangue nelle mie parti intime, e non ebbi problemi a annuire.
Ci spostammo in un angolo e Giada si mise in posizione, un ginocchio poggiato sopra una sdraio con Rick davanti. Il regista mi disse di mettermi dietro Giada e non ebbi bisogno di farmi dire cosa voleva da me e così, al ciack, mentre Giada imboccava di nuovo Rick, io presi a strusciare la cappella su quelle chiappe da sballo per farlo diventare duro a puntino e poi, da ragazzo bene educato, chiesi:
‘Posso?’
Giada girò la testa, ancora piena del cazzo di Rick e stese la mano dietro, impugnandomi e tirandomi verso di se. Bastò una leggera spinta per entrare in lei. La trovai bollente e già umida, segno inequivocabile della sua partecipazione, e me ne stupii un po’ perché pensavo che le pornostar non partecipassero mai emotivamente, poi non ebbi più modo di pensare ad altro. Preso dalle sensazioni iniziai a muovermi, prima lentamente e poi sempre più velocemente, più forte, mandandola a sbattere contro il ventre di Rick che faticava a sincronizzarsi con i miei movimenti. Furono alcuni minuti di delizia pura e rimasi di sasso vedendo, e sentendo, Giada che si staccava da me. Non mi ero reso conto che il regista aveva dato lo stop.
Rick sogghignava, si era reso conto di quanto fossi preso dall’atto. Abbassando lo sguardo vidi Giada che si era girata e mi fissava con uno sguardo torbido. Arrossii, conscio di aver fatto la figura del principiante; e in effetti lo ero un principiante, ma ormai ragionavo con la testa inferiore che voleva solo tornare in quel caldo, umido pertugio che era stata costretta a abbandonare.
Guardai il regista e anche lui mi fissava. Arrossii ancora di più e mi preparai a un cazziatone che non venne.
Invece lo sentii dire: ‘Ok, buona, ora la doppia’.
Avevo già sentito quella frase, e sapevo cosa significava, ma ora era diverso, ora ero coinvolto e ” non sapevo da che parte cominciare. Nelle mie esperienze sessuali, non certo da sciupa femmine, non mi era mai capitato.
Ancora una volta fu Giada a venirmi in aiuto. Mi si avvicinò e, con una voce dolcissima, mi sussurrò all’orecchio:
‘Vuoi mettermelo tu nel culetto?’
Mancò poco che venissi senza toccarmi, solo a sentire pronunciare quelle poche parole da quella voce sensualissima, che mi arrivava diritta al cuore, al cervello e al pene.
Non attese la mia risposta, mi afferrò per l’uccello e mi tirò dietro di se, avvicinandosi a un divano a dondolo. Mi fece cenno di sedermi e poi, giratasi, indietreggiò allargando le gambe. Mentre il regista cominciava a riprendere la scena.
‘Reggilo’ mi disse, mentre con le mani si allargava le chiappette. Lo feci, puntando al suo delizioso buchino che vedevo a pochi centimetri da me, e piano piano scese, inculandosi da sola mentre io cercavo di pensare ancora alle cose più brutte che potevo per resistere alla fortissima stimolazione del suo muscolo anale che sentivo stringermi appena sotto la cappella.
Poi si lasciò andare di peso:
‘Aaaaahhhhhhh’ la sentii urlare e mugolare insieme, appoggiandosi al mio petto la testa reclinata all’indietro.
La situazione mi sconvolgeva, ero preso dalle sensazioni senza sapere cosa fare, come muovermi.
Sentivo solo la dolcezza del suo corpo appoggiato a me, il mio cazzo profondamente piantato in lei.
D’istinto le presi le tette e iniziai un lento massaggio stimolando i capezzoli.
Rick si era portato davanti a noi due, masturbandosi lentamente per mantenersi in tiro.
Col suo sorriso ironico mi disse di scivolare in avanti fermandomi sull’orlo. Lo feci e Rick si avvicinò e mentre Giada apriva ancora di più le gambe glielo mise dentro.
Sentivo distintamente il cazzo di Rick muoversi nella fica di Giada e vedevo come in una nebbia il regista che si muoveva con la telecamera intorno a noi, cambiando inquadratura, dando ordini ora a l’uno ora all’altra.
Io ero fermo, opponendo solo resistenza ai colpi di Rick che aveva accelerato il ritmo, e ero perso nel baciare Giada sul collo, dimentico di tutto ciò che c’era intorno, proteso verso il mio orgasmo che sentivo arrivare al galoppo.
Rick si fermò all’improvviso, uscendo da lei e venendole, con qualche rapido colpo di mano, sulla pancia e sulla fica.
Ancora una volta fu Giada a prendere in mano la situazione, e non solo quella, perché mise la mano tra di noi e stringendomelo alla base se lo tolse. Avvertii come un pizzicotto poco sopra le palle, un piccolo dolore che respinse indietro il mio orgasmo mentre sconvolto vedevo Giada girarsi verso di me, bellissima, scarmigliata, con uno sguardo strano negli occhi. Mi si avvicinò ancora e mi si mise a cavalcioni, petto contro petto, e fu sempre lei a riafferrarmi e rimetterselo dentro quello splendido culetto per poi muoversi avanti e indietro.
La guardai negli occhi, sentii il suo affanno e, forse un minuto dopo, mi baciò mulinandomi la lingua in bocca muovendosi sempre più velocemente. Ebbi l’impressione che anche lei stesse godendo, la sentivo tendersi contro di me, un mugolio sordo passare dalla sua bocca alla mia e sentii venir meno ogni mia resistenza.
‘GODO, GODO, sto per godere’ urlai e Giada saltò via da me, inginocchiandosi velocemente e ingoiandomi completamente per poi salire e succhiare fortemente solo la cappella.
Le venni in bocca, mentre con la mano completava il mio orgasmo e io sussultavo senza potermi controllare nell’orgasmo più coinvolgente della mia breve vita, con Giada che continuava a tenermi dentro di se mentre il mio seme scendeva lungo l’asta.
Restai imbambolato, senza energie e vidi Giada alzarsi e voltarsi per andare verso un tavolino lì accanto, pulirsi la bocca con una salvietta e bere un sorso d’acqua da una bottiglietta.
Sussultai sentendo un battito di mani. Mi voltai e vidi che Rick mi stava applaudendo:
‘Bravo, veramente bravo, per essere la prima volta sei stato proprio in gamba’
Di fianco a lui il regista aveva posato la telecamera e mi guardava. Non disse nulla ma mi fece il gesto col pollice in alto e poi andò da Giada parlandole a bassa voce.
Recuperate un po’ di energie mi alzai e mi sentii in imbarazzo. Sfogata la libido, nudo come un verme, con la testa che mi girava un po’, stavo in piedi senza sapere cosa fare, con negli occhi e nella mente ancora le scene di poco prima.
‘Va bene, ora smettiamo per dare modo al nostro novellino di riposare un po’ e recuperare. Ci vediamo per pranzo e intanto buttiamo giù un brogliaccio per domani. Mauro, dopo pranzo se te la senti giriamo un’altra scena’
‘OK capo’ e mi incamminai verso la doccia seguito da Rick e Giada.
Rick entrò nel primo cubicolo e io stavo, da perfetto cavaliere, cedendo il passo a Giada verso il secondo quando lei mi prese per un braccio e mi tirò dietro di se:
‘non fare lo scemo, c’è posto per due e poi puoi lavarmi la schiena’
Non si stava poi tanto larghi in due e insaponarsi con Giada che giocoforza si strusciava contro di me non servì a rasserenarmi. Poi si voltò dandomi la spugna e cominciai a lavarle la schiena.
Toccare ancora la sua pelle e ricordare la sua espressione mentre mi beveva fu tutt’uno, e nei miei paesi bassi qualcosa stava risvegliandosi. Non proprio un’erezione ma una via di mezzo di cui Giada si accorse perché continuamente il mio fratellino urtava contro le sue natiche.
Finito di sciacquarci Giada si voltò, guardò in basso e mi sorrise:
‘Lo prendo come un complimento’ e, avvolgendosi con l’accappatoio, se ne andò lasciandomi ancora bagnato e confuso.
Mi asciugai velocemente e raggiunsi la troupe nell’ambiente dove il catering aveva allestito una specie di buffet. Stavano già tutti mangiando, chi in piedi, chi seduto su poltrone vintage o su divani dall’aria barocca.
Mi accorsi di avere fame e mi affrettai a prendere il piatto e riempirlo con quel che trovavo al tavolo. Per mangiare mi spostai all’esterno appoggiandomi alla balaustra in marmo, vagando con lo sguardo sul lago.
Avvertii una presenza e voltandomi vidi il regista che si avvicinava con dei fogli in mano. Velocemente mi spiegò la scena che avrei dovuto girare di lì a poco. Avrei dovuto indossare abiti settecenteschi e introdurmi in una stanza come fossi un nobile che rientrava a casa dopo una lunga assenza e correva nella camera da letto della consorte trovando però una sorpresa. Avrei anche dovuto recitare un poco, almeno lo stupore, ma il regista era più preoccupato della mia prestanza fisica piuttosto che della mia possibilità di vincere un oscar. Arrivò a propormi un eccitante ma sentendomi riposato e già eccitato dall’atmosfera rifiutai.
Arrivò il momento del ciack: vestito in abiti sfarzosi che ero riuscito a farmi entrare spalancai la porta che dava su una camera ampia con un letto a baldacchino. Su di questo, coprendosi con le lenzuola ma non tanto da non far vedere il seno, c’era Giada con la bocca spalancata e l’aria impaurita. Di fianco, sotto le coperte, s’intuiva un’altra forma umana. Comincia a recitare la scena del marito geloso che sorprende la moglie a letto con l’amante: urla, gesti nervosi fino a strappare via le coperte e poi bloccarsi. Sì, perché invece dell’amante maschio sotto c’era una donna, e che donna. Marina, bionda quanto Giada era mora, pornostar di successo quasi quanto quest’ultima.
La scena proseguiva con Giada in ginocchio sul letto che mi implorava e Marina che si nascondeva dietro di lei non mancando di abbracciarla con la mano su un seno. Poi Giada cambiò espressione e gattonando si mosse verso il bordo del letto dove ero io allungando una mano a toccarmi la patta. Ovviamente io dovevo essere eccitato e infatti lo ero e il mio affare svettò orgoglioso quando Giada mi abbassò i calzoni.
Potete immaginare il seguito, pompino, doppio pompino con le due ragazze che si contendevano la mia asta a colpi di lingua e io, che nella scena avevo chiaramente perdonato, che mi godevo il servizio con aria beata. Poi si passò a fare sul serio, Giada prese per mano Marina e la tirò a se stendendosi sul letto in posizione inversa. Le due iniziarono un 69 come infischiandosene di me. Vedevo la lingua di Giada che da sotto leccava avidamente il fiore di Marina, mugolavano entrambe e non capivo se il luccichio che vedevo dipendesse dalla saliva o dagli umori di Marina. Mi accostai dietro quelle chiappe appetitose avvicinando la mia asta a quella fessura. Giada se ne impadronì succhiandola brevemente per poi dedicarsi al clito mentre io penetravo lentamente. Era calda Marina, calda e bagnata, scivolai dentro senza problemi sino in fondo sentendo i suoi gemiti aumentare di volume. Presi a scoparla mettendole le mani sui fianchi e dando dei gran colpi. Ogni tanto sentivo gemere anche Giada, segno che la lingua di Marina, con la testa tra le sue cosce, non era inattiva. Ma io vedevo solo quella testa chinata, quel corpo che fremeva, quelle chiappe bianche che ballonzolavano sotto i miei colpi. Cercai di concentrarmi per evitare di venirmene presto e sono certo che non stavo sfigurando anche se principiante. Il regista intervenne per farci modificare la scena, provvidenzialmente perché non ero poi tanto lontano dal punto di non ritorno e avrei voluto solo entrare in dirittura finale e riempire con il mio seme quel ventre caldo che mi accoglieva.
Obbedendo lo tirai fuori e ebbi qualche istante di riposo che mi fece raffreddare un po’ i bollori, ma subito sentii la bocca di Giada appropriarsi ancora della mia cappella. Succhiata, slinguata, succhiata, slinguata ”.. sensazione di fresco. Mi aveva lasciato andare. Ora toccava a me procedere. Mi abbassai a leccare il sedere di Marina, insistendo a umettare l’ano e incontrando la lingua di Giada in un breve duello. Poi mi raddrizzai e appoggiai la punta su quel buchino all’apparenza tanto stretto. Doveva sembrare una prima volta e in effetti feci fatica a far entrare la punta, Marina sapientemente dosava la tensione del muscolo emettendo contemporaneamente un urlo strozzato mentre inarcava la testa all’indietro per poi subito rituffarla tra le cosce di Giada. Spinsi ancora un po’, ora ero dentro a metà. Dietro di me sentivo il regista con la telecamera ma non me ne fregava niente, quel buchetto mi stringeva in maniera deliziosa e mi godevo ogni secondo di quell’amplesso. Affondai ancora, lentamente e sino in fondo. Un singulto di Marina, il suo corpo ebbe un tremito ma non smise di leccare Giada la quale, invece, si dedicò alle mie palle con tocchi delicati che alzarono ancora di più il mio livello di eccitazione. Iniziai il movimento di va e vieni secondo i canoni classici dell’inculata. Durò diversi minuti durante i quali faticai a non venire subito e finalmente il regista mi diede l’ok per la cavalcata finale. Mi aggrappai alle spalle di Marina e spinsi con forza, colpendo violentemente ogni volta che entravo a fondo, venni ripagato dai suoi gemiti e da quelli di Giada fino a che, urlando, scaricai nel suo intestino tutto il mio piacere. Un orgasmo magnifico ma non potei rilassarmi subito, la scena prevedeva che uscissi da quel buchetto affidando il mio affare alle labbra di Giada la quale mi diede le ultime stilettate di piacere con la sua lingua per poi andare a raccogliere lo sperma che fuoriusciva lento dall’ano.
Mi girava un po’ la testa, non ero abituato a avere tre orgasmi, e di quell’intensità, in poco tempo. Quasi barcollando mi sedetti su una poltrona guardando Giada e Marina che si scioglievano dall’abbraccio saffico con un ultimo bacio, doveva esserci qualcosa tra di loro perché mi parve più intimo di una simpatia professionale.
Finita la scena ci facemmo una nuova doccia, questa volta separati, e ci recammo nelle nostre stanze per un breve riposo.
La sera la cena fu diversa dal pranzo; sempre catering ma questa volta comodamente seduti a un lungo tavolo. Approfittammo con entusiasmo delle pietanze annaffiandole con un vino bianco leggero. L’atmosfera era gioiosa, serena, si scherzava tra di noi e ebbi i complimenti per il mio ‘esordio’ da tutti i membri della troupe. Giada sedeva tra Rick e Marina, di fronte a me che di fianco avevo Anna, una stellina quasi esordiente che ci aveva raggiunto insieme a Paolo, altro attore seduto alla sua destra, per la scena finale che avremmo girato il giorno dopo. Ora ero a buon titolo inserito nel cast e sia Anna che Paolo, scherzando, mi dissero che non vedevano l’ora di osservare le mie ‘doti di attore’ il giorno dopo.
Concludemmo la serata con una piacevole conversazione e colsi diverse volte lo sguardo di Giada rivolto verso di me mentre parlava con Marina, ebbi anche l’impressione che parlassero di me viste le risatine e gli sguardi di sottecchi.
Alla fine ci alzammo dirigendoci verso le nostre camere per la notte. Entrando nella mia vidi che Giada e Marina entravano nella stessa, quella di Giada, e pensai che effettivamente doveva esserci qualcosa tra di loro. Non che mi importasse ma lo sguardo che Giada mi rivolse entrando mi fece temere che volessero invitarmi. Ero stanco, mentalmente e fisicamente. Il fisico forse poteva dare ancora qualcosa, inteso come un’erezione, ma mentalmente ero scarico, troppe emozioni in una sola giornata.
Dormii come un bambino. Se sognai non lo ricordo.
Al mattino seguente mi svegliai fresco e riposato. Una breve doccia e seguendo l’odore del caffè raggiunsi gli altri, ero l’ultimo a arrivare e subii la battuta ironica di Rick sulla gioventù che non è più quella di una volta.
In breve ci ritrovammo nel giardino della villa, in uno spiazzo erboso con alcune panchine in pietra. La scena prevedeva che tutti e sei avremmo avuto un’orgia seguendo le indicazioni di volta in volta fornite dal regista.
Ci spogliammo in fretta, io con un certo imbarazzo, non ero ancora abituato, e partì il ciack. Io in piedi vicino Rick steso per terra mentre Paolo era su una panchina a un paio di metri. Io avevo Marina in ginocchio che si era impossessata del mio affare e succhiava lentamente, mentre Rick aveva Anna e Paolo Giada che offrivano lo stesso servizio. Alcuni minuti mentre il regista girava intorno e tra di noi per fare riprese ora di questo ora di quel particolare.
A un suo ordine Marina e Anna si scambiarono di posto e Anna mi fece l’occhiolino prima di imboccarmi quasi completamente sussurrandomi: ‘finalmente ti provo’. Rossa di capelli, quasi ricci, con un fisico ben proporzionato in cui il seno era l’elemento di spicco, aveva un’abilità orale che mi fece raggiungere in breve il massimo dell’erezione. Alternava brevi e lente lappate a lingua estesa a improvvise e violente succhiate con solo il glande in bocca, poi se lo faceva scomparire interamente nella bocca per estrarlo lentamente distribuendo slinguate a ogni centimetro di pelle. Dubitai della mia capacità di resistere, in fondo non ero un attore professionista ma solo un ‘gagliardo’ giovanotto con ormoni a mille.
Nuovo cambio di posizione, Marina messa a pecora con Rick che la montava da dietro, io steso sull’erba con Anna stile amazzone e Paolo con Giada seduta fronte a lui. Non sapevo se ero più stimolato dal su e giù di Anna sul mio membro e dalla visione delle altre due coppie o dalla coscienza di essere parte integrante anziché spettatore. Evidentemente avevo una vena esibizionista.
Altra cambio, Anna sopra di me e Rick dietro che la penetrava nell’ano nella classica doppia penetrazione. Sentivo distintamente i movimenti del suo cazzo separato dal mio da un sottile strato di epidermide e guardavo Marina che, seduta sull’erba di fianco, si masturbava guardandoci. Ancora altro cambio, ora Marina si era seduta sopra di me volgendomi la schiena e facendosi penetrare nel retto mentre Rick la stantuffava nella vagina, Anna solita spettatrice. Avevo perso di vista Giada e Paolo ma al cambio successivo li ritrovai di fianco a me, Paolo steso nella mia stessa posizione e, all’ordine del regista, Rick cambiò passando a inculare lei. Ormai era mezz’ora che stavamo facendo sesso, riuscivo a mantenermi distaccato senza venire solo grazie a un’attenta concentrazione e al regista che ‘rompeva’ con le sue indicazioni.
Ora toccò a me spostarmi e mettermi davanti a Giada per farmi fare un pompino mentre Rick e Paolo la scopavano contemporaneamente. Anna e Marina erano lì vicino prese in un 69 da favola.
Ancora cambio, mi spostai dietro Anna e dopo averle leccato il buchino presi a incularla mentre scambiava leccate con Marina sopra di essa. Per quanto tutti professionisti, tranne me, ora l’atmosfera era piena di gemiti di godimento, l’eccitazione era palpabile e girando lo sguardo mi capitò di vedere il fonico e l’assistente che si aggiustavano un’evidente erezione mentre la segretaria di produzione, non una grande bellezza, si manipolava il seno guardandoci.
Andammo avanti ancora un po’ fino alla scena finale, in cui io steso a terra, ancora, penetravo Giada nella vagina mentre Paolo l’inculava con colpi possenti e Rick le riempiva la bocca con il suo affare. Anna e Marina erano in ginocchio vicino la mia testa contendendo a Giada il cazzo di Rick in un pompino a tre che vedevo dalla prima fila.
Arrivò l’ultimo ordine del regista:
‘Okay, ora potete venire, scegliete voi come, basta che mi avvertite prima, siate i più naturali possibile’
Intensificai i colpi da sotto sgroppando come un puledro quasi disarcionando Giada che era comunque tenuta bloccata da Paolo che la inculava furiosamente. Sentivo la sua vagina bollire intorno al mio cazzo e stringermelo forte. Pochi istanti ancora e venni riempiendola del mio seme e mentre Rick faceva altrettanto nel buchino posteriore Giada abbandonò il cazzo di Rick gemendo forte, lasciandolo alle cure di Anna e Marina. Si abbassò su di me cercandomi la bocca. Inizialmente mi parve di sentire un sapore strano, pensai al cazzo di Rick e provai un principio di repulsione ma venni immediatamente distratto dalla lingua di Giada che s’impossessò della mia bocca, mugolando in preda a un orgasmo che sentivo non simulato e duellando con la mia lingua. Furono istanti irripetibili, mi sembrò di toccare il cielo con un dito mentre ricevevo l’orgasmo di Giada donandole il mio.
Ci accasciammo sfiniti e da sotto vidi le bocche di Anna e Marina contendersi lo sperma di Rick. Poi chiusi gli occhi. Il regista ci risvegliò da quell’incanto complimentandosi con tutti. Ci sciogliemmo dall’abbraccio e ci recammo nella villa per farci una doccia. Sapevo che era finita e saremmo andati via e ripensavo a come da semplice operatore ero diventato protagonista di uno di quei film. Non che m’interessasse più di tanto essere riconosciuto da qualcuno, ma era un’esperienza che non avevo mai considerato sino al giorno prima.
Pronti, riempite le valige, ci ritrovammo nel parcheggio antistante la villa. Il regista mi diede una busta che sapevo contenere il mio compenso anche se di solito era un o una segretaria di produzione a darmela. Aprendola vidi che c’erano parecchi biglietti da cento euro e lo guardai ma lui prevenne la mia domanda dicendomi che era la paga da attore, non da operatore, e che mi avrebbe richiamato per l’una o l’altra cosa a breve, che avevo una carriera davanti eccetera eccetera.
Salutai tutti con un gesto della mano e mi diressi verso il mio rottame. Giada mi tagliò la strada fermandomi per abbracciarmi e darmi un bacio sulle guance.
‘Sei stato bravo, eccoti il mio numero privato, chiamami, potrei darti consigli se decidi di fare la carriera’ e mi porse un biglietto che feci sparire nella tasca dei jeans. Marina mi abbracciò e baciò come Giada senza dirmi nulla e Anna si limitò a uno sguardo prolungato e un cenno della mano a lanciarmi un bacio.
Partii e dallo specchietto vidi Giada e Marina salire sulla stessa auto, ora era palese che stessero insieme. Guidai elaborando gli ultimi due giorni, avevo scopato con tre fighe stupende, Giada aveva chiaramente un interesse per me, avevo guadagnato abbastanza da pagare l’affitto del mio appartamento da studente per due mesi e””. avevo una carriera davanti. Sì, potevo essere più che soddisfatto e sicuramente avrei chiamato Giada.
Passato l’entusiasmo del momento ripresi il mio solito tran-tran fatto di studio e noia. Un mese dopo mi chiamarono ancora, e fu solo come operatore per alcune riprese che richiesero mezza giornata in un appartamento di periferia. Avevo rimesso a posto la macchina da presa e aspettavo che mi consegnassero il mio compenso. Anche questa volta vidi arrivare il regista, lo stesso della volta precedente, che mi consegnò la busta e mi prese da parte.
‘Mauro, ti va ancora di fare l’attore?’
Non ero ben sicuro, in effetti la volta precedente mi era piaciuto moltissimo ma”. a mente fredda non mi ci vedevo a fare l’attore porno. Era stato un caso, un momento particolare e molto era dipeso da Giada che aveva saputo vincere le mie ritrosie.
‘Non saprei, non penso di esserci tagliato, l’altra volta è stato casuale ma ora”.. non saprei’
‘Guarda, il fatto è che è stata Giada a chiedere di te, espressamente di te. L’altra volta insieme avete fatto faville, il film ha venduto bene. Non ti montare la testa, il merito è soprattutto suo ma” con te si trova bene e, per dirla tutta, in questo momento s’è incapricciata di una ragazzina e vuole te come partner per entrambe. La conosco, quando è rilassata è fantastica, ma se non è tranquilla, non so come spiegarti” non rende in video’
Ero lusingato, ricordavo bene l’interesse di Giada per me, e mi ero cullato con l’idea di chiamarla ma poi non ne avevo fatto niente. Pensarla e rivedere le sue labbra intorno al mio pene fu tutt’uno e mi spinse a accettare pur di poterla rivedere e”’.. girare con lei.
‘D’accordo, allora ci sto, quando e dove?’
‘Stiamo prendendo accordi per il sito, sarà una villa di campagna, tu tieniti libero per l’inizio dell’altra settimana. Ce la fai?’
Rividi mentalmente i miei impegni in facoltà e annuii convinto. Ci lasciammo così, io con i soldi per poter comprare un accessorio fotografico a cui pensavo da tempo e lui con l’accordo che mi avrebbe chiamato il fine settimana seguente.
Quella settimana ebbi una sessione d’esami e non ci ripensai. Il sabato ero al pub dove lavoravo, felice per il mio 28 ottenuto al terzo tentativo, e scherzavo con una cameriera mentre le passavo continuamente vassoi carichi di bevande da dietro il bancone. Sentii squillare il mio portatile e mi affrettai a rispondere facendo un cenno al proprietario che avevo da fare per un minuto. Era il regista, per darmi appuntamento per il lunedì mattina in una villa veneta e fornirmi le indicazioni per raggiungerla.
Riagganciai con un sorriso felice, pensavo a Giada, e la cameriera, una mora di nome Angela con cui ero in confidenza e che, sinceramente, m’interessava se non fosse stato che era fidanzata, non perse l’occasione per fare la battuta:
‘Allora Casanova, quando ce la farai conoscere? Scommetto che è una cliente abituale, magari sposata o fidanzata’
‘Nulla di tutto questo Angela, è una cosa diversa e”.. ma perché non ti fai gli affari tuoi?’ e scoppiammo in una risata. Angela era carina, capelli scuri e ricci su un personale che non avrebbe sfigurato in passerella: fianchi stretti, sedere alto e sodo, tette naturali e una buona terza, un sorriso a 64 denti che ammaliava i clienti, e non solo, e un’allegria spontanea che le faceva perdonare qualsiasi cosa.
La serata divenne notte e molto tardi tornai a casa. Passai la domenica a riposare in vista delle fatiche del giorno dopo.
Di buon mattino presi il mio rudere e dopo tre ore raggiunsi la villa trovando il parcheggio già pieno di auto tra attori e personale. Salutai quelli che conoscevo e mi recai dal regista che mi mise in mano un paio di fogli in cui c’era tutta la ‘sceneggiatura’ e le varie parti. Ovviamente era a grandi linee, avrebbe deciso il regista volta per volta ma più o meno dava un’idea di cosa stessimo facendo. In pratica era una doppia produzione. Avremmo girato scene per un film sulle ‘debuttanti’, tutte ragazze giovanissime, solitamente dell’est europeo, che per la prima volta apparivano in una pellicola hard, e avremmo girato anche altre scene del tipo ‘iniziazione’. Mi premurai di chiedere al regista se avesse accertato la maggiore età delle ragazze e ebbi la rassicurazione che erano tutte di almeno 18 anni compiuti, anche se alcune erano state scelte proprio perché mostravano meno. Saremmo stati in tutto una trentina di persone, tra attori e personale, girando anche più scene contemporaneamente grazie all’ausilio di due aiuto registi che lui avrebbe coordinato. La fine era prevista per la sera dopo.
Con i fogli in mano mi diressi verso la sala dove, avevo chiesto, era Giada. La trovai in compagnia di una biondina slavata, bassa, magra, il seno forse di una seconda scarsa, compensato da un culetto sì piccolo ma tondo e sporgente. La parte più bella era il suo viso, un ovale candido, perfettamente simmetrico incorniciato dai riccioli chiari dei capelli non molto lunghi. Un nasino all’insù, due labbra piegate in un broncio eterno e due occhi verdi che spiccano. Dimostrava al massimo 16 anni e la guardai sorpreso; doveva essere lei la ragazza di cui s’era, secondo il regista, incapricciata Giada. Salutai entrambe e Giada me la presentò: Mila, Europa dell’Est. Giada la mandò a prenderci del caffè e potemmo parlare liberamente.
‘Giada, sono lusingato che tu mi abbia richiesto come partner, anche se non riesco a comprenderne il motivo’
‘Perché sei gentile, anche se non mi hai mai chiamato hai gli occhi gentili. So che sarai gentile con Mila. Tengo molto a lei’
‘Mila, ma”’. quanti anni ha? Pare così piccola’
Giada fece una risatina squillante.
‘Tranquillo, ha 19 anni, quasi 20, anche se ne dimostra almeno cinque di meno. Mi sono innamorata di lei’
Al solito era diretta, sincera.
‘Veramente, pensavo che tu stessi con”’.. Marina’
Altra risata argentina.
‘Io e Marina ci vogliamo bene, siamo amiche, e anche qualcosa in più, ma non stiamo insieme nel modo in cui pensi tu; siamo”libere’
Il ritorno di Mila interruppe la conversazione. La guardai meglio sorseggiando il caffè. Pareva un animaletto domestico, l’animaletto di Giada, sempre vicina a lei, lo sguardo che si accendeva solo quando guardava Giada, quasi adorante, invece lo teneva basso quando parlava con me o altri. L’atteggiamento era evidente, era sottomessa in tutto e per tutto a Giada.
Facemmo conversazione per qualche minuto e poi il regista ci chiamò tutti per darci le sue istruzioni.
Ci dividemmo in due set. In uno, al pianterreno, avrebbero girato le scene del debutto con diverse ragazze e attori già noti, ci avrebbe pensato Mario, un aiuto regista; al primo piano, con Sergio, l’altro aiuto regista, avremmo girato io, Giada e Mila con altre due ragazze, Sasha e Inga, e due attori che avevo conosciuto facendo l’operatore, Ivan e Mohammad, europeo l’uno e nordafricano l’altro. Me li ricordavo e capivo perché Giada volesse gentilezza per Mila. Fisico palestrato, imponenti, con arnesi di tutto rispetto, erano più propensi alla brutalità che alla dolcezza.
Ci spostammo al piano di sopra e prendemmo posizione. La prima scena l’avrebbero girata i due attori con Sasha e Inga. In pratica le ragazze avrebbero dovuto impersonare due cameriere al servizio di una riccona, Giada, sorprese a spiare la loro padrona che s’intratteneva con il suo amante, io, e la di lei figlia, Mila. Di fatto Giada e Mila difficilmente avrebbero potuto passare per madre e figlia, ma in un film porno questo importava poco.
Io Giada e Mila ci mettemmo a sedere dietro Sergio per osservare la scena. Ivan e Mohammad arrivarono, sorpresero Sasha e Inga chine sul buco della serratura nei loro vestiti da camerierine che poco lasciavano all’immaginazione, cominciarono a palparle dicendo qualche battuta il cui succo era che se le ragazze ci stavano loro non avrebbero raccontato nulla alla padrona. Ovviamente le ragazze ci stettero e mentre Sasha spompinava Ivan e Inga succhiava Mohammad , io e Giada potemmo parlare a bassa voce.
‘Sono dei bruti, li vedi, nessuna delicatezza, nessuna empatia. Solo cazzi duri, bei cazzi devo dire ma solo quelli. Per loro noi siamo solo pezzi di carne da riempire. Appena ho saputo chi era nel cast ho chiesto di te, so che farai attenzione. Mila sta cominciando ora a lavorare, e non voglio che sia violentata da un bruto come loro’
‘Potresti semplicemente non farla partecipare, sotto ci sono ragazze in abbondanza per fare la parte di tua figlia’
‘No, lei vuole intraprendere questo lavoro e io posso proteggerla solo all’inizio, è bene che veda subito di cosa si tratta. Già è prevista una scena tra lei e loro due alla fine, voglio solo che l’inizio sia soft, che capisca che non è il mestiere ma sono gli uomini a rendere le cose brutali. E’ la prima volta che gira. Conoscerà entrambi i lati del nostro lavoro e poi deciderà lei se continuare o meno.’
‘Farò del mio meglio, ma se ha paura non potrò esserle molto d’aiuto’
‘Sarà coraggiosa, me l’ha promesso, anche se lei si crede fondamentalmente lesbica e il cazzo la disgusta’
‘Ma allora perché vuol fare questo lavoro?’
””.Per me”. perché mi ama, per soldi, per curiosità, per ribellione. Cosa importa?’
‘E tu”’..?’
‘Anche io l’amo, per questo voglio che provi. Io sono bisex; pure lei anche se ancora non lo sa sconvolta com’è stata dalle sue prime esperienze col maschio. Se riuscirai a farle vedere che non siete tutti bastardi forse imparerà a apprezzare e ne uscirà migliorata’
‘Ma se non ha esperienza io”’ praticamente devo sverginarla?’
‘Non proprio, ci ho pensato io col dildo a farle provare, e apprezzare, la penetrazione” dappertutto. Toccherà a te a dimostrarle che può godere anche con un uomo, in modo che quando dovrà farlo con quelle due bestie conosca già la differenza e sappia distinguere tra lavoro e piacere’
‘Sei contorta”’.. spero di riuscirci, ti prometto che farò di tutto’
‘Lo so, per questo ho pensato a te’
Durante la nostra conversazione la scena era andata avanti. Ora Mohammad era seduto su un divano del corridoio e penetrava analmente Sasha seduta sopra di lui. Ivan stava facendo lo stesso servizio a Inga in ginocchio poco più in là. Lo vedevo dare grandi colpi fregandosene di lei che pure sembrava sopportare bene. Che non ne fosse entusiasta lo capii quando, dopo l’eiaculazione e lo stop di Sergio, prese per mano Sasha e senza nemmeno guardare in volto i due la condusse verso il bagno per darsi una lavata. I due uomini erano ancora in piedi, l’uccello in fase discendente lordo degli umori prodotti, la faccia tronfia e impettita. Non erano simpatici neanche alla troupe, lo vidi bene, come non lo erano a me, più per le parole di Giada che per i ricordi di quando li avevo filmati precedentemente o la scena appena finita.
Ora toccava a noi. La scena si svolgeva nella stanza dove sbirciavano le cameriere. Sull’ampio letto a baldacchino io e Giada saremmo stati sorpresi mentre facevamo l’amore da Mila, che avrebbe dovuto prima fingere stupore, poi orrore e infine interesse per essere alla fine condotta e ‘istruita’ dalla madre sull’amore carnale.
Ciack, azione. Io comodamente sdraiato sul letto che mi godo le attenzioni di Giada in ginocchio, china in avanti, la bocca piena di me. Movimento delle tende trasparenti e sbuca la faccia di Mila che urla:
‘MAMMA!?!’
Io la guardo fingendo sorpresa, Giada si stacca da me e la guarda. Mila a bocca aperta ci osserva, poi fa una smorfia schifata e s’immobilizza, la bocca ancora aperta, ora gli occhi fissi sulla carne che Giada stringeva bene nel palmo, curiosità.
‘Mamma? ”’ cosa”’..?’
‘Vieni figlia mia, non avere paura, è giunto il momento di apprendere cosa sia il maschio.’
‘Ma io”’. non’.’ e intanto Mila s’avvicina un po’ di più lo sguardo sempre fisso sul mio cazzo.
Giada allunga la mano, Mila la stringe e si fa tirare in ginocchio sopra il letto. Giada la prende per le spalle e le fa scivolare di dosso la vestaglia leggera. Vedo Mila nuda per la prima volta, le tettine che immaginavo piccole e che ora vedo essere due collinette su un busto di cui riesco a contare le costole, anche i capezzoli sono piccoli, paiono foruncoli. Il pube mi sorprende, pare depilata e invece vedo che ha una strisciolina di peli biondi, quasi trasparenti, a forma di V sopra le labbra, piccoline, della sua micina. Dubito ancora della sua età ma mi fido di Giada, non l’avrebbe portata lì. Intanto la manina di Mila, condotta da Giada, si è accostata al mio affare, lo stringe appena senza muoversi, come impaurita. Non so fino a che punto è finzione o realtà.
‘E’ caldo, come se avesse la febbre”. Mamma”.’
‘Questo si chiama cazzo piccola mia, e dà tanto piacere a noi donne. Prova a muovere la mano piano, accarezzalo’
Mila obbedisce e inizia una sega lenta. La cosa mi sta intrigando.
‘Lo sento vibrare”. Oh, cresce ancora”. Diventa più grande, più duro’..’.’
‘E’ questo che succede amore mio, è perché gli piacciono le tue carezze. Aspetta, ora lo facciamo crescere ancora di più. lascia fare alla mamma’
Giada si china in avanti, senza staccare la mano di Mila dall’asta lecca piano la punta, prima sul taglietto, poi tutto intorno. Mila la guarda attentissima. Giada prende in bocca la punta, appena un po’, vedo le guance incavarsi nella suzione, poi apre le labbra di più e scende verso il basso arrivando a contatto con le dita di Mila. Si stacca.
‘Ecco amore, questo piace molto agli uomini, prova tu ora’
Mila non ha mai staccato gli occhi dal mio affare, ora pare esitare, distoglie un attimo gli occhi verso quella che dovrebbe essere sua madre e poi si china, poggia le labbra sulla punta senza muoverle, resta così per alcuni secondi. Poi saetta la lingua, come ha fatto Giada poco prima, sul taglietto e poi tutto intorno. La sento distintamente e lo stimolo è fortissimo. Apre la boccuccia e lo lascia entrare, anche lei solo un po’, succhiando. Mi emoziono, quasi credo anch’io alla finzione. Mila ripete ciò che ha visto fare e se lo affonda un po’ di più arrivando alle sue dita.
‘Mentre lo succhi muovi la mano, accarezzalo su e giù, e con l’altra mano stringigli le palle, non troppo però’ Giada istruisce e Mila esegue, e lo fa bene. Inizio a sentire la sborra gorgogliare nei miei testicoli, preparandosi a uscire., ma Giada blocca tutto facendo staccare Mila da me. La bacia, e non c’entrerebbe nulla nella scena recitata madre/figlia ma è erotizzante al massimo.
‘Ora devi imparare a prenderlo amore mio, all’inizio sentirai un po’ di dolore ma poi sarà tutto bello’
‘Mamma, io ho paura””’
‘Non devi tesoro, ecco, la tua mamma è accanto a te, ti tiene per mano.’
Parlando si sono spostate e Mila è distesa sul letto, le gambe aperte che fanno vedere la sua micina. Mi pare una fortezza inespugnabile ma Giada ha detto che ha già provato e mi fido. Mi alzo in ginocchio e mi metto tra le sue cosce. Aiutandomi con la mano lo punto all’entrata del suo fiore.
‘Aspetta!’
Mi blocco. Giada si abbassa con la bocca su di me, lo ingoia e lo restituisce alla vista lucido di saliva. Con la mano intanto accarezza il bottoncino di Mila che vedo sospirare. Sta facendo le cose per bene Giada, lubrificando me e facendo lubrificare lei. Si toglie e lascia che torni a puntarlo sulla micina. Lo struscio un po’ di volte sulle labbra e sul bottoncino, poi premo piano”” entro in Mila di poco. Non è proprio pronta, la sento stretta, non umida abbastanza, una smorfietta le imbruttisce il viso. Giada capisce e va con la mano a titillarle il clitoride. Entro un altro centimetro e mi fermo ancora. Ora sarebbe il momento in cui dovrei ‘sverginarla’. Guardo Giada che prende la mano di Mila e la stringe sussurrandole:
‘Amore mio, stai per diventare donna, ricorda: un piccolo dolore per un grande piacere. Resisti amore mio’
Mila fa cenno di sì con la testa. Tocca a me, mi carico e spingo con forza affondando di colpo tutto dentro di lei.
‘AAAAAHHHHHHHH’
Mila urla, gli occhi spalancati, finge un dolore che non penso provi perché sono entrato più facilmente del previsto. L’opera di Giada l’ha fatta bagnare e sono entrato abbastanza comodamente in lei, ma sa recitare bene. A breve inizia a sospirare, un sorriso dolce le illumina il viso, i suoi occhi verdi irradiano felicità guardandomi, le sue braccia mi afferrano le spalle e mi tirano a se. Non finge ora, la sento bagnarsi sempre più, la sento meno stretta e posso scivolare avanti e indietro. E’ lei a incitarmi a fare più forte, più veloce mentre agita le anche sotto di me. Il suo viso si fa più bello accendendosi di piacere, ora vedo la sua vera età, non è piccola come potrebbe sembrare, è una giovane, stupenda donna e sta godendo con me, sotto di me, insieme a me.
Mi sento coinvolto, non ho mai pensato che un’attrice porno potesse provare veramente piacere sul set, ma non devo dimenticare che stiamo girando. Sinora l’aiuto regista ha lasciato fare, forse s’è reso conto anche lui che la scena è perfetta, emozionante, così com’è, ma ora inizia a dare ordini, si avvicina il momento dell’eiaculazione. Mi impone di sollevare Mila e incastrarla sopra di me restando in ginocchio. Non pesa molto, mi pesa di più il dover resistere mentre vorrei godere liberamente. Lo avverto che non ce la faccio più mentre Mila urla di piacere nelle mie orecchie, abbarbicata alle mie spalle. Resisto ancora un minuto e poi, con gratitudine, obbedisco all’ordine di lasciarla cadere sul letto, tirarmi fuori e venirle sulla pancia. Mila è abbandonata davanti a me, mi sego per un secondo e poi erutto un mare di sperma, otto, forse dieci schizzi che le coprono la pancia, le arrivano sui seni, sulla gola, anche sul viso e lei obbedisce all’ordine dell’aiuto regista e fa uscire la lingua a raccogliere una goccia sulle labbra, sorridendo come fosse ambrosia. Mi sono quasi dimenticato di dove sono, di quel che sto facendo, mi scuote un applauso alle mie spalle. Mi giro e tre della troupe ci stanno applaudendo.
‘Bravi, questa scena può concorrere a un premio, bravi, bravi’
L’applauso è ovviamente più per Mila che per me, è lei che ha dato vita e realtà alla finzione.
Giada la stringe a se e guardandomi la sento dirmi grazie prima di tornare a abbracciare Mila.
Sono stanco, mi fa un po’ male la schiena ma la soddisfazione è enorme.
Scendo dal letto e prendo l’accappatoio, ho voglia di una doccia ma devo attendere istruzioni.
Il regista mi chiama, era presente e ci ha osservati, mi fa i complimenti per un secondo e poi subissa di complimenti Mila ancora abbracciata a Giada sul letto.
Mi metto a sedere su una sedia e guardo la troupe al lavoro. Spostano la macchina da prese, i cavi, le luci. So che dobbiamo girare un’altra scena e spero di farcela, mi godo il momento di pausa.
Giada ha mandato Mila a lavarsi, si accende una sigaretta e ancora completamente nuda mi s’avvicina.
‘Grazie ancora, sei stato bravo. Lo sapevo che le sarebbe piaciuto. Ora abbiamo mezz’ora di pausa e poi giriamo la seconda scena, tu come stai?’
‘Bene, riprendo fiato e sono pronto, almeno credo’
‘Questa sarà un po’ più difficile, dovrai avere tanta pazienza. Io l’ho abituata coi dildo ma’.. tu sei più grosso’
‘Starò attento, e Mila come sta?’
‘E’ felice, e te lo dirà lei, era determinata a farlo ma non era convinta di riuscire a provare piacere’
‘Sei stata brava tu a stimolarla al momento giusto. E’ bellissima quando gode, l’hai vista?’
‘Sì, la amo anche per questo’ Lo sguardo di Giada s’intenerisce al pensiero. Veniamo interrotti dal regista che vuole discutere con noi della scena. E’ d’accordo con l’aiuto a lasciar scorrere le cose come la scena appena terminata e intervenire solo se necessario.
‘Facciamo un po’ di cinema-verità’ Dice.
Mila torna e viene a abbracciarmi sorridente.
‘Grazie, non sapevo di poter godere anche con un uomo, grazie, grazie’
Il mio ego è impettito come un tacchino.
Parliamo della scena che stiamo per girare.
‘Mila’ dice Giada ‘ora sarà un po’ più difficile, tu sei abituata al vibratore ma il cazzo di Mauro è un pochino più grande. Devi rilassarti e resistere all’eventuale dolore che potrai provare. Anche questa volta sarà all’inizio e poi solo piacere, ci penserò io affinché accada.’
‘Ho un po’ paura, mi pare tanto grande ”.. come può entrare in quel buchino?’
‘Entrerà, è elastico e Mauro sarà tanto dolce, ricorda: il dolore passa presto e poi proverai un altro tipo di piacere, diverso da quello provato finora’
Mila tace e bacia Giada, ha fiducia in lei. E’ pronta.
Veniamo chiamati sul set e riprendiamo le posizioni, io abbandonato sul letto l’uccello non proprio a riposo ma quasi; Mila distesa al mio fianco abbracciata a Giada.
Ciack, azione:
‘Figlia mia, ora che sei diventata donna c’è ancora una cosa che devi provare’
‘Cosa mamma?’
‘Esistono tre modi di prendere dentro di se un uomo; due li hai già provati, in due orifizi, manca il terzo’
‘Quale? Intendi dire””. Il culetto? Ma farà male. Mamma ho paura, non voglio che mi faccia male’
‘Neanch’io lo voglio amore, e sono qui per questo. Forse sentirai un po’ di male all’inizio ma anche questa volta arriverà il piacere. Devi solo rilassarti e far fare a me e lui. Mi vuoi bene tesoro?’
‘Sì mamma, ti voglio bene’
‘Allora aiutami a farlo tornare duro, c’è bisogno che sia al massimo della forza’ Dicendo questo Giada ha allungato la mano verso di me e mi sta masturbando subito aiutata da Mila.
‘Avanti, fai come ti ho insegnato>
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