“La vidi arrivare da lontano, i miei occhi andarono a trovare i suoi e fino a quando non mi venne vicino i nostri occhi non tolsero il contatto…”
Settembre, 2014.
Ormai sono passati molti mesi da quando ho incominciato a
vedermi con mia cognata Chiara.
Da quel sabato pomeriggio ne è passato di tempo, ma la nostra relazione continua, passionale e avida di Noi.
Tornando a quel pomeriggio di sabato “La sera continuò normalmente, non ci scambiammo troppe parole, forse un po’ di imbarazzo ma ogni tanto ci davamo dei sguardi compiacenti. Verso le dieci andammo via, quando fu il momento di salutarla, le cinsi una mano dietro la schiena come se volessi stringerla e li che di nuovo i suoi occhi entrarono dentro i miei, gli diedi un bacio sulla guancia mentre lei mi sfioro il fianco. Quello che era successo quel pomeriggio sicuramente non era stato leale per le nostre vite , ma voluto e sentito da tutti e due –
il Lunedi mattina, di buon ora sono uscii di casa per far colazione al bar. Tutta la domenica passata non avevo fatto altro che pensare a Chiara. Stavo bevendo il caffè quando il mio telefono emanò un bip, un sms. Posai la tazzina sul bancone, presi il telefono, speravo immensamente che fosse Chiara, si era Lei. “Puoi sei solo” digitai sulla mia tastiera “Ti posso chiamare” e inviai, neanche due secondi e il suo nome compariva sul mio display. Con voce incerta gli dissi – Pronto ciao Buongiorno – aspettavo la sua telefonata come un assetato aspetta l’acqua, anche perché dovevamo parlarci capire se quello che rea successo doveva avere un seguito o solo un grosso errore.
Anche lei con voce molto tenue mi dissi – Buon giorno tu tutto bene, ti devo parlare…. ieri non ho fatto altro che pensarci tutto il giorno…. – gli risposi – Anche io, ho pensato tutto il giorno a Te e a quello che abbiamo fatto, non me ne sono pentito minimamente, pero si dobbiamo vederci. Alle dieci ce la fai? – Lei accettò ma mi chiese di vederci non vicino casa sua, simpaticamente gli risposi – E già che se poi ci becca un altra volta Andrea dovesse pensar male – anche Lei sorridendo con gaiezza disse – E già dovesse pensare che io e te scopiamo – mi ammutolii ma quella frase mi eccitò.
Ci incontrammo in un una via secondaria vicino a casa mia. La vidi arrivare da lontano, i miei occhi andarono a trovare i suoi e fino a quando non mi venne vicino i nostri occhi non tolsero il contatto. Quando arrivò vicino ci demmo un bacio sulla guancia e qualche frase fatta. – Prendiamo un caffe – mi disse, – Si dai andiamo al quel bar ci sono anche i tavolini dentro – entrammo e prendemmo il caffe al banco, gli passai il dolcificante e sfruttai l’occasione per toccarle la mano, poi le porsi un tovagliolino e mentre lo facevo la guardai negli occhi, anche Lei ricambio lo sguardo. Gli dissi – Hai due occhi che mi fanno impazzire – Lei non mi rispose con le parole, mi bastava il suo sguardo… Dio quanto la volevo.
Poi ci sedemmo ad un tavolino appena dietro a noi, ed incominciai io a parlare. – Quello che è successo non so come è successo…. – la voce mi tremolava un po’ lei mi guardava negli occhi, le nostre ginocchia si toccavano e nessuno dei due faceva per staccarle, quasi come se tutti e due volevamo il contatto. – Però mi è piaciuto tanto e… – poi smettevo di parlare perché entravano dei clienti nel bar e stavano a pochi passi da noi e non volevo che sentissero.. allora Chiara mi disse – Dai usciamo andiamo fuori cerchiamo un altro posto che possiamo parlare in tranquillità – uscimmo e appena fuori gli dissi – Ti va di andare a casa da me – Lei mi disse di si.
ci incamminammo sul marciapiede, camminavamo l’uno di fianco all’altra senza guardarci, parlavamo del più e del meno quasi vergognandoci, ma le nostre mani si toccavano, stavamo camminavamo quasi attaccati. Arrivati al cancello del portone lo aprii, le tenni la porta aperta e ci dirigemmo verso l’ascensore arrivò all’ascensore prima di me e pigio il tasto di chiamata. L’ascensore ci impiego una vita ad arrivare al piano terra e per tutto il tempo i nostri occhi sono rimasti incollati tra loro. Aprii la porta Lei entro io al seguito, appena entrato pigiai il tasto tre, mi voltai completamente verso di Lei, che si avvicino, mi cinse un braccio dietro la schiena, l’altro dietro la nuca e incominciò a baciarmi profondamente, l’ascensore fece un sussulto era arrivato al piano solo in quel momento le nostre labbra si staccarono.
Aprii la porta e Chiara entrò per prima un silenzio tombale, l’unico rumore lo fece il chiavistello di sicurezza quando lo inserii. Mi girai feci uno o due passi e la presi tra le mie braccia, questa volta incominciai io a baciarla. Le mie mani impazienti arrivarono subito tra le sue gambe che si allargarono, poi la sorressi dai glutei, sentivo la voglia ardente con i suoi baci, a quel punto le sbottonai e gli abbassai il pantalone il tanto da infilare le mani a pelle. Entrai dentro di Lei, la sua fica bagnatissima, poi si spostò dietro le misi il dito nel culo la toccavo da per tutto. Lei eccitatissima. Ad un tratto Lei si ritrasse – Che c’è – le dissi. Lei con voce ferma mi rispose – andiamo in camera? – non le risposi ripresi a baciarla e un passo dopo l’altro arrivammo dove Lei voleva. Si mise seduta sul bordo del letto mi guardò e disse – Sabato hai fatto tutto tu, oggi tocca a me. – con mano ferma e decisa mi allentò la cinta, poi sbottono il pantalone. Io feci il gesto per toglierli ma Lei decisa mi fermo, – Faccio io tesoro oggi faccio io – il pantalone era abbassato, cominciò a sbottonarmi la camicia partendo da sotto. Quando finì sentii le sue mani sul mio petto, poi con le unghie mi accarezzava dolcemente fino a giungere con le labbra, mi baciava e leccava i capezzoli, l’ombelico. Mi tolsi la camicia e la gettai a terra, tolsi le scarpe e i pantaloni con i piedi, per non farla smettere in quello che faceva. Con delicatezza come se stesse scartando un regalo prezioso abbasso leggermente lo slip facendo uscire una parte del mio pisello gonfio e pulsante. Non usò le mani ma lo tocco con la lingua, al suo passaggio lo sentii gonfiarsi ancora di più, con le labbra lo scorreva e lo inumidiva con la saliva, quando le sue mani abbassarono tutto lo slip il mio pisello scomparve quasi tutto in bocca.
Il pompino duro un po’, succhiava e leccava e il mio cazzo gonfio e voglioso di Lei, godendo tantissimo.
Stava nuovamente accadendo mi trovavo a scopare con mia cognata Chiara e questa volta non era una sveltina. Ma una scopata che sarebbe durata un bel po’.
Mi trovavo in piedi, Lei seduta sul bordo del letto mi stava facendo un pompino meraviglioso stupendo, appagante, quando incominciai a sentire uno stimolo strano, stavo venendo, la staccai – Non ti piace, ho fatto qualcosa che non va? – mi chiese… No tesoro ho voglia della tua fica me la fai leccare un po’, dai tirati su –
Le presi i pantaloni e li sfilai via con tutte le mutandine, le dissi – Dai vai più su e allarga le Gambe – si tolse la magliettina e rimase con il reggiseno. I suoi seni compressi, grossi che cercavano di uscire da quella stoffa a breve me li sarei spupazzati tutti. si tiro sue fino ad arrivare ad appoggiare la testa sul cuscino allargò le gambe ed io mi avvicinai con la testa, quando arrivai nella sua fica incomincio a godere, lasciandosi andare al piacere. Il suo respiro si fece molto affannato ansimava con tono di voce molto sostenuto, molto di più di quello che avevo sentito qualche giorno prima.
Continuai a leccarle la figa, quando Lei mi chiese di cambiare posizione, si alzo e con il viso raggiunse il mio cazzo mettendomi la sua figa in bocca, incominciammo insieme un gioco di piaceri interminabile, una sua mano mi teneva stretto il mio pisello masturbandolo nella sua bocca l’altra mi accarezzava le gambe. Quando ad un certo punto percepii una sensazione di lei che conoscevo, la sua fica incominciò a vibrare, allora la mia lingua andò vorace sul clitoride un urlo secco e mi ritrovai la bocca bagnata di un liquido caldo. – Tesoro di già – gli dissi. Lei con voce tremula – Non ce la facevo più mi piace da morire quando me la lecchi –
Mi alzai facendo attenzione a non strappargli i capelli e mi sono messo sopra di Lei, presi le sue gambe tra le mie braccia e gli infilai il mio cazzo ancora duro e voglioso dentro, – Scusami tesoro ma ho voglia di spaccarti la figa – lo spinsi tutto dentro, la sua fica bagnatissima si allargava prepotentemente e lo accoglieva tutto fino in fondo, la e sentivo godere ansimare a ruota libera senza freni. Gli piaceva sentire che ero dentro di lei… spingevo fino a far sbattere il mio ventre al suo si avvertiva un rumore sordo. Ad ogni colpo secco Lei gemeva. Poi venne il mio turno, stavo per avere il mio orgasmo, mi tirai fuori e mi alzai velocemente. Lei senza che le dicessi nulla prese la cappella in bocca, mi masturbò dolcemente e in un attimo ebbi il mio piacere….. continuò finche non gli chiesi di smettere, poi dolcemente si alzò ed andò in bagno.
Passò un paio di minuti e rientro in camera adagiandosi di fianco a me all’altezza del mi pisello ormai quasi floscio…. – Allora dobbiamo parlare, visto.. che non possiamo più fare nulla…. – guardando il mio pisello. – Già ti dispiace di Noi – risposi. – Mi dispiace per lui che sta nel mondo dei sogni, lo preferivo in combattimento – Nel dire queste parole incominciò a giocarci con la lingua passandola su tutto lo stelo, bagnandolo con la saliva e arrivando sulla cappella. Il mio pisello a quei passaggi non è rimasto insensibile e incominciò di nuovo ad animarsi, si muoveva. Chiara allora senza usare le mani, lo fece entrare di nuovo in bocca solo che questa volta non avendo una erezione totale, riuscì a metterlo tutto dentro fino in fondo. La sua bocca lo accolse tutto duo forse tre volte, quando ad un tratto gli venne un conato. E già aveva ripreso la sua dimensione di battaglia e gli era arrivato in gola. Passato lo stimo esclamò – Be vedo che ancora ti piaccio – mi tirai su e guardandola negli occhi gli dissi – Pensavi che eri solo una sveltina, Tesoro certo che mi piaci e adesso girati perché ti voglio tutta – non se lo fece ripetere due volte si mise a pecorina le gambe raccolte e il culetto tirato su…. mi sono abbassato e con la lingua gli ho leccato il culetto, provavo a penetrarla con la lingua, sentivo che gli piaceva e godeva al solo passare della lingua. Mi sono alzato ed ho preso l’olio della Jhonson. un pochino sul mio glande e poi con il dito gli sono entrato dentro. Mi sono messo in posizione. Lei gambe chiuse il suo culetto tirato su, io dietro che la avvolgevo con le mi di gambe presentando il mio cazzo duro di fronte al suo bel buco del culo, ho spinto ed è entrato come una chiave nella sua toppa. All’inizio non sapevo se gli piacesse o gli facevo male gemeva in modo strano, mi sono fermato e dopo due volte che gli chiedessi se gli stessi facendo male. Lei con tono quasi scocciato mi disse – Dai zitto e continua a incularmi – a quella richiesta non ho potuto esimermi ho incominciato a montarla selvaggiamente fino a incularla tutta il mio cazzo scompariva tutto dentro di Lei, dalle botte, la sua posizione a pecorina e scesa sdraiata, e senza scompormi l’ho montata fino all’orgasmo, inondandogli il culo di sperma.
Ho una cognata davvero fantastica, a letto è una gran troia. Ci incontriamo due o tre volete a settimana le nostre scopate sono memorabili, piacevoli. Sto cerando di convincerla a farlo in tre il terzo è una sua amica… vi racconterò
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