“Si avvicinò ancora di più – mi trovi brutta?
– No no …assolutamnete- ero completamente imbambolato
– Sono vecchia secondo te, tocca tocca: Enzino pensa solo…”
-ma che bravo giovane! Beato a chi vi sposa!
Oramai avevo fatto
l’abitudine a quella esclamazione. Ogni giorno la signora Rosaria appena mi vedeva spuntare dal portone, sentiva l’esigenza di ricordarmi di quanto fossi bravo bello etc…
Erano passati sei mesi da quando mi ero trasferito nel palazzo dove Enzo,il marito della signora Rosaria faceva il portiere. Ma a dire il vero, mentre Enzo si occupava di tutti i lavori di manutenzione, la vera portiera era Rosaria con tutto lo stuolo delle sue comari, pronte a scambiarsi tutti i segreti e gli inciuci che accadevano nel palazzo. Il pomeriggio sembrava di assistere ad una riunione di redazione di qualche giornaletto scandalistico.
-avete visto donna Carmela se lasciato con il marito…
-uh mamma mia a me sembravano così uniti…
-mi ha detto maria, la badante del comandante Alfonso dell’interno 4 che lui le aveva fatto le corna…
io spesso mi affacciavo dal balcone che dava sull’androne, e ascoltavo le loro simpatiche discussioni.
Chissà se non spettegolavano anche su di me; spesso mentre salivo le scale sentivo delle risatine a stento trattenute da quella allegra combriccola.
Il tempo e il cibo erano ai primi posti tra gli argomenti che determinavano maggiore animosità tra le partecipanti. Spesso si univano donne anche di palazzine vicine, soprattutto appena cominciò il periodo estivo e le giornate cominciano ad allungarsi.
L’ultima parola però era sempre di Rosaria. Donna sulla sessantina, piena di energia, sprizzava simpatia da tutti i pori. Ho sempre pensato che da giovane dovesse essere una bella donna, perché anche a quell’età si teneva bene.
Era formosetta, seno grosso un po’ cadente, sedere grosso che si teneva bene. Il suo viso, segnato dal tempo, non aveva perso i lineamenti delicati. Ma soprattutto i suoi occhi verdi continuavano a spiccare sulla sua carnagione olivastra. Con spiccato accento napoletano, riusciva a spuntarla in qualsiasi discussione, e la sua proverbiale e fragorosa risata chiudeva ogni disputa.
Nel giro di qualche settimana, quel gruppetto di donne sapeva tutto di me, e Rosaria non mancava mai di farmi trovare qualcosa per cena quando sapeva che rincasavo tardi. Preparava porzioni così abbondanti che spesso ne congelavo una parte. La domenica non c’era verso: con la scusa della partita del Napoli a pranzo ero diventato ospite fisso. Dopo la partita mentre Enzo riposava mi fermavo sempre a fare quattro chiacchiere con Rosaria gustando un po’ di limoncello
Il loro unico figlio lavorava fuori Napoli, ed in un certo senso per loro io facevo le sue veci. Così mi raccontava di lui, delle sue esperienze, di quanto fossero orgogliosi di lui, e di tutti i sacrifici che facevano per farlo studiare.
Nei mesi a venire però, l’affetto di Rosaria si fece quasi morboso. All’inizio credevo di essere pazzo, ma le sue domande spesso mi lasciavano perplesso.
Soprattutto quando invitavo qualche ragazza a casa, il giorno dopo sapevo che era lì in guardiola pronta per il terzo grado.
Agli occhi di chiunque sarebbe parsa una discussione qualsiasi, ma ogni volta che incrociavo il suo sguardo provavo quasi imbarazzo. Spesso mi vergognavo quando la mia mente veniva attraversata da strani pensieri… -dai, non può essere- eppure ogni suo abbraccio, bacio, carezza anche data davanti al marito cominciava a farmi sentire a disagio.
Un giorno di giugno uscì prima dall’ufficio, la città era quasi deserta perché giocava l’Italia ai mondiali. Avevo rifiutato l’invito di alcuni miei colleghi perché avevo deciso di starmene un po’ per i fatti miei. La relazione con la mia ragazza andava maluccio, e per riprendermi da una delusione da anni utilizzavo sempre lo stesso rito: mettere in ordine casa. Per quel pomeriggio avevo pensato anche di fare qualche lavoro di bricolage così da avere la testa ancora più occupata.
Passai dal ferramenta e presi tutto il necessario per montare delle mensole e un armadietto nel bagno. Nell’androne oggi c’era solo Rosaria
– bell’uagliò e che fai?non te la vedi la partita
– no signora, oggi metto a posto casa
– ma che bravo giovine…beato a chi vi sposa!
Ridevo tra me e me mentre salivo le scale. Una volta in casa tolti camicia e pantalone, indossai un comodo pantaloncino da calcio e la mia classica maglietta da bricolage, sporca e bucherellata.
Armeggiavo allegramente con il trapano quando ad un tratto sentì bussare alla porta.
Dentro di me cresceva una strana sensazione di fastidio mista a curiosità man mano che mi avvicinavo allo spioncino. Con grande sorpresa vidi il viso della signora Rosaria spuntare al di sopra di una vassoio con due tazzine di caffè fumante e un piattino pieno di pasticcini.
-signora che dolce sorpresa…
-disturbo?- ma così dicendo già era quasi giunta a metà corridoio
-lei non disturba mai signora Rosaria.
Non so spiegare il perché, ma quella situazione solleticava le mie più nascoste fantasie. Cercai di allontanarle velocemente, ma non potevo fare a meno di notare che rispetto a qualche minuto prima che l’avevo vista nella guardiola, la signora Rosaria era parecchio cambiata. Come avrebbe detto lei si era “aggiustata”. Portava i capelli raccolti in un toupè, indossava una di quei vestiti colorati e leggeri tipicamente estivi,un po’ scollato che mostrava ampiamente la sua quinta naturale. Ad occhio sembrava non indossare nemmeno il reggiseno.
Perso nel flusso dei miei pensieri non mi ero accorto che la signora aveva già preso possesso del tavolo della cucina.
– siediti e prenditi il caffè prima che si fa freddo
– grazie signora ma non dovevate
– ma come no?che fate tutto solo?
– Sto sistemando un po’ la casa…
– Mamma mia che bravo giovine…
– Signora ma voi siete troppo buona con me…
– Ma non chiamarmi signora, mi fai sentire vecchia…
– Jaaa vecchia, voi state un amore-
– Ehhhh la vecchiaia si fa sentire figlio mio- e così dicendo ne approfittò per stringere la mia mano- tra acciacchi e malanni io e mio marito non..
Ad un tratto smisi di ascoltarla. Fissavo solo i suoi occhi e le sue labbra. Non avevo mai notato quanto fossero carnose, da vicino sembravano così morbide, così gustose… lentamente il mio affare cominciò a farsi sentire nello slip.
-non può essere dai…smettiamola…-pensai
-non è come dico io?- la risata di Rosaria mi riportò alla realtà
-cosa?…
-ehehehe guagliò tu stai stanco, stai tutto nzallanuto troppo lavoro troppi pensieri… e poi ti vedo triste
-no signora sciocchezze
-eehhhh sciocchezze…secondo me è colpa dell’amore;le pene d’amore so le più brutte
-no no signora nessu…
-azz ancora signora… Ro-sa-ria ro-sa- ria. E scoppiò di nuovo a ridere
Io ero confuso.
-jamme ti do io una mano…
– no lasciate stare- ma già aveva preso posto dietro l’asse da stiro- e poi vostro marito non…
-mio marito…quello tra il limoncello e la partita starà tutto abbabbiato; piuttosto dammi una mano a piegare ste lenzuola.
Osservavo ogni singolo movimento, il vestito che cullava le sue morbidi forme; le mie azioni erano per lo più meccaniche, non ascoltavo più le sue parole.
-chi è che ti fa soffrire?-
-che…- ero stato colto ni nuovo di sorpresa
-chi è che ti spezza il cuore?- disse sorridendo
-nessuno sign..ehm… Rosaria
-uhhh come fai il difficile, alla mia età ne ho viste di tutti i colori- finimmo il primo lenzuolo e cominciammo a piegare il secondo
– ehhh ma quale età… voi state così bene
-tu si nu brav uaglione, ma io mi so fatta vecchia altrimenti…
-altrimenti?- non sapevo cosa aspettarmi
-altrimenti eri proprio da maritare- è strattonò il lenzuolo. Quella frase sospesa a metà mi trovò spiazzato tanto da non riuscire a controllare lo strattone e a perdere i lembi del lenzuolo
-uh mamma mia come stai stanco!- per raccogliere il lenzuolo mi diede le spalle, e una volta chinata non riuscivo a staccare gli occhi dal suo culo grosso che sporgeva un po’ dal vestitino. Il mio pisello diventò di marmo. Cercavo in ogni modo di nascondere l’erezione ma il mio pantaloncino era troppo leggero. Assumevo posizioni sempre più strane
-jamma ja, non fare storie che abbiamo finto- disse piegando l’ultimo lenzuolo.
-ora le stiro un attimo così poi mi dai una mano a metterle.
Cantava, mentre stirava la casa era pervaso dal suono della sua voce. Io cercavo di distarmi montando l’armadietto. Ma niente da fare. Ero eccitato. E tanto.
Mi sentivo un pazzo, ma non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
-bello mio vieni qua- Rosaria già stava in camera da letto- dammi na mano a stenderle
– si arrivo subito-
Nell’avvicinarmi alla porta notai subito il suo seno che a fatica restava nel vestitino mentre si allunga negli angoli del letto
-vieni qua sposta un poco sto comodino così le metto da sotto…
Ero dietro di lei, ancora china, pietrificato. L’avrei posseduta lì all’istante.
Si girò di scatto. Me la ritrovai a pochi cm da me.
– uh mamma mia per poco non ti davo un testata…a questo bel figlio…-e mi accarezza lentamente il viso. Io non dissi nulla, la fissavo solamente – beata la ragazza tua…
– ehehe ma quella non mi vuole bene Rosaria
– ah no?e come fa stu uaglione così bello…e bravo…
vidi la sua mano poggiarsi prima sul mio petto e poi lentamente scendere verso il basso. Ebbi un piccolo fremito, lei sembrò non curarsene e continuo la sua discesa. La sua mano si poggiò sulla patta
– mi sa che è pure scemulella la tua ragazza
– rosaria…ma che fate…
– perché sprecare sto bene figlio mio- e strinse il mio pisello da sopra al pantaloncino. Si avvicinò ancora di più – mi trovi brutta?
– No no …assolutamnete- ero completamente imbambolato
– Sono vecchia secondo te, tocca tocca: Enzino pensa solo alle uagliuncelle – prese la mia mano e la porto sul suo seno. Cominciai a palparlo lentamente. Lei socchiuse gli occhi e sorrise. Sentivo la sua mano avvolgere ancora di più il mio pisello
– Rosaria… – adesso anche la seconda mano era sul seno. Abbassai le spalline del vestitino che scivolò velocemente verso il basso. La sua carnagione scura faceva da contrasto con quei due mammelloni bianchi. Chinai il capo e affondai la mia faccia tra i suoi seni.
Si strinse su di me quasi a volermi abbracciare; era lì nuda davanti a me, mi guardò sorrise di nuovo e poi mi tirò verso di se. Le sue labbra toccarono prima il mio collo, per poi risalire verso l’orecchio. La lingua inumidì il mio padiglione fino a farmi tremare di piacere. Ero al limite, lei mi anticipò: le sue labbra finirono la loro corsa sulle mie; dapprima un bacio casto, poi la mia bocca si schiuse per accogliere la sua lingua. Ci ritrovammo avvinghiati come due ragazzini al primo bacio. Nell’impeto perdemmo l’equilibrio cadendo sul letto.
Continuammo a baciarci, lei mi mordicchiava il labbra inferiore mentre le sue mani si perdevano tra i miei capelli
Con piccoli baci cominciai a scendere verso il basso, intravedevo la sua peluria nera avvicinarsi, l’odore acre di umori e sudore: notai che non aveva nessuna mutanda e quindi la mia bocca si trovò subito sul pelo incolto e poi a contatto con la sua fica. Era bagnatissima, un lago. Appena affondai la lingua ebbe un sussulto incredibile, uno spasmo di piacere a cui ne seguì uno ancora più forte quando cominciai a succhiare il clitoride. Era in estasi, spingeva la mia testa sulla sua fica in fiamme e con la coda dell’occhio vedevo il suo viso trasfigurarsi. Quella visione mi spinse a continuare in maniera più coinvolgente: affondai la lingua in maniera ancora più decisa, i mugugni dapprima soffusi diventarono veri e propri gridolini che a stento riusciva a trattenere. Ero assetato dei suoi umori e non dovetti aspettare molto prima che un violento getto colpisse il mio viso. Ero sconvolta, rimase inerme stesa sul mio letto, il bordo oramai umidiccio. Sfilai il pantaloncino e la maglietta e mi stesi su di lei. La baciai sfiorandole il viso e poi con cura posizione il cazzo durissimo pronto ad infilarlo. Ma lei fu ancora più rapida, e con una mossa felina lo afferrò e cominciò ad usarmi come un vibratore. Sentivo la mia cappella pulsare tar le sue mani e sfiorare ripetutamente il suo clitoride e le labbra.
-si si si …. Oh si- non mi sembrava vero, vedevo Rosaria contorcersi sotto di me e nel giro di qualche minuto un altro getto stavolta più copioso si riverso sul mio pube e sul pavimento. Infilai il cazzo nella fica e cominciai a pompare senza ritegno. I suoi gridolini di piacere erano un incentivo incredibile alla mia voglia. I miei colpi si facevano sempre più forti e sentivo la sborra risalire fino all’asta.
Quasi come un sesto senso, Rosaria inarcò leggermente la schiena e avvicinò la sua bocca al mio orecchio e con una vocina stridula mi sparò in orbita – vienimi dentro…
Non l’avevo mai fatto, ma accolsi il suo invito come un dono: pochi colpi e dal mio pisello uscirono uno, due, tre fiotti di sborra densa e calda. Mi accasciai su di lei. Restai con il cazzo dentro per alcuni minuti. I nostri respiri dapprima accelerati divennero sincroni. Mi staccai e mi stesi accanto a lei. Vidi la sua mano scendere fino alla fica: raccolse della sborra mista ad umori, annusò le sue dita e poi le infilò in bocca. Grazie a quella visione il mio cazzo era di nuovo pronto all’opera.
Si mise su di un fianco e tornò a baciarmi: avvertivo il sapore di quello strano miscuglio che aveva assaggiato.
-comm si bell…- mi disse sfiorandomi i capelli
-Rosaria ma che abbiam…
-Enzino non è cosa sua…parla parla, corre appresso alle muccuselle e poi…- e ricominciò a baciarmi
Era di nuovo sopra di me. Il suo petto morbido era qualcosa di incredibile. Le mie mani cominciarono a tastare il suo sedere così sodo per la sua età.
Mi guardò orgogliosa – vedi? Altro che palestra, basta lavare tutto i giorni le scale di questo schifo di palazzo. I baci cominciarono ad essere di nuovo più spinti.
E le mie mani più curiose: sentivo la fica sempre bagnata e poi mi avvicinai al buchetto. Volevo vedere la sua reazione ma mi lasciò fare. Inumidii con i suoi umori indice e medio e cominciai a sondare l’entrata. Non sembrava nemmeno così stretta, lei si muoveva sinuosa su di me. Appena infilai l’indice sobbalzò – scusami-
Lei sorrise – no no continua
Il mio dito andava su e giù sempre con meno difficoltà, e Rosaria sembrava apprezzasse ogni singolo movimento. Poi sollevò il busto come se fosse seduta su di me, alzò leggermente le gambe e prese il mio pisello oramai durissimo puntando il suo buchetto. Portò la sua mano sinistra verso la bocca, la leccò per bene accertandosi che io fossi attento ad ogni sua operazione; poi con la stessa mano lucidò per bene la mia cappella e lentamente il mio cazzo spariva nel suo culo. Dapprima i movimenti erano lenti e profondi. Dopo però Rosaria perse il controllo ed in preda a spasmi di piacere, balzava come un’invasata sul mio cazzo. Entrava ed usciva velocemente lasciando del materiale viscoso attaccato sul mio pisello. Alzai le braccia ed afferrai quei due mammelloni che sobbalzavano incontrollati; mi sollevai leggermente fino a poter leccare i suoi capezzoli sempre più duri e grossi. In poco tempo si era creato un concerto di mugugni di piacere e cigolii del letto, mentre fuori le trombette salutavano un probabile gol dell’Italia. Ancora una volta fui lei a sussurrarmi – vienimi dentro…- e fu invasa da una furia di sborra calda.
Puntò i piedi sul letto quel tanto che bastò per liberare il mio cazzo e permettere alla sborra di uscire dal suo culo: la vedevo colare sul mio corpo mentre i suoi occhi vogliosi fissavo ancora una volta i miei stupiti.
Si sdraiò vicino a me per coccolarmi dolcemente e scambiarci ancora baci.
Adoravo le sue labbra. Si voltò verso di me e sorrise ancora
–ma che bravo giovane! Beato a chi ti sposa!-
p.s.
aspetto commenti e consigli e grazie a tutti per la pazienza
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