“Spinsi con forza fino alla base, anche se sentivo il cazzo che mi tirava, che faceva fatica a penetrare e rimasi fermo dentro di lei per qualche attimo…”
Sto guidando, la mia vecchia e scassata “uno” beige, al mio fianco
c’è Alessandra, la mia ragazza, sul sedile posteriore c’è Paola la nostra vecchia amica e il suo ragazzo Roberto. Siamo sulla Venezia Trieste, per fortuna non c’è troppo traffico, siamo diretti in Croazia per le vacanze d’agosto. Sono passati ormai due anni da quell’estate in Corsica. Dopo il ritorno da quella vacanza già i contatti sono stati sporadici, soprattutto con Paola, poi io sono partito per la Spagna, programma Erasmus a Granada. Sono stato via quasi nove mesi, a vent’anni, praticamente un’eternità.
In quel periodo Ale ha cominciato a frequentare un ragazzo, Luca di cui si è poi innamorata. Ma innamorata persa, e lui se ne approfittava. Quando son tornato l’anno scorso, Ale aveva abbandonato gli studi per seguire Luca a Torino, ma già a quell’epoca si vociferava in giro che lui la tradisse in continuazione. Non ebbi più sue notizie per mesi. Fu solo a Santo Stefano di quell’anno che ricevetti una sua telefonata. Stavo godendomi la quiete dopo la tempesta dei festeggiamenti natalizi, mi chiama Ale chiedendomi se potevamo vederci, se poteva venire da me o io da lei, a casa dei suoi. La raggiunsi in fretta, erano mesi che non ci vedevamo. I suoi occhi azzurri erano arrossati dalle lacrime, ma a parte questo era sempre come me la ricordavo. Mi parlò a lungo di quello che le era capitato in quel’anno e mezzo in cui non ci eravamo sentiti. Di come avesse tagliato i ponti con i vecchi amici per seguire Luca, di come, solo ora se ne rendeva conto, si fosse persa per lui e di come lui se ne fosse approfittato, non solo tradendola svariate volte, ma anche facendo in modo che lei gli fosse succube e non riuscisse più a mandare avanti la propria vita. Solo ora se ne era resa conto che si stava gettando via, e alla fine era riuscita a lasciarlo e a tornare a casa dai suoi. La tenni stretta abbracciata mentre singhiozzava sulla mia spalla, le accarezzai i lunghi capelli lisci.
Poi, quasi all’improvviso, mi chiese se avessi programmi per il capodanno.
“Mha non proprio, forse andavamo in montagna con Matteo per qualche giorno, ma non sa ancora se a casa sua ci sono i suoi o no..”
“Dai vieni con me. Ormai ho prenotato un appartamento a Bormio. Dovevo andarci con Luca ma…. sono sicura ci potremmo divertire!”
Fu così che andammo a fare una settimana bianca a Bormio. Si vede che le settimane bianche mi portano bene, perchè non andammo molto a sciare, più che altro rimanemmo a letto, ma anche sul divano, sul tavolo, nella doccia, trascorremmo un periodo magnifico, ma questa è un’altra storia.
Da allora ci frequentammo con regolarità, lei ha ripreso in mano la sua vita, i contatti con i vecchi amici, anche con Paola che pure io non vedevo più da tempo. E’ così che per le vacanze estive abbiamo deciso di andare insieme in Croazia, in tenda, all’avventura. Paola ora è insieme a Roberto, un ragazzotto più giovane di un paio d’anni rispetto noi e, dal poco che ho potuto notare, mi sembra un po’ “un cazzone”, nel senso che mi sembra un po’ stupido e un po’ un cafone, spesso provo a chiedermi che cosa ci trovi Paola, che non sembra avere molto in comune con lui. In effetti l’avrei scoperto nei giorni successivi.
i primi giorni li passiamo sull’isola di Krk, sotto l’Istria. Avevamo scelto, su consiglio di nostri amici un campeggio nudisti, che secondo loro sono i migliori, i più puliti e i più belli. Dopo aver montato le tende ci spogliammo e andammo tutti in spiaggia. Io e Ale arrivammo per primi, e devo dire che un po’ di imbarazzo c’era in tutti e due, non tanto riguardo agli sconosciuti intorno a noi, più che altro all’idea di faci vedere completamente nudi dai nostri amici. Dopo poco arrivarono Paola e Roby, si vedeva che anche in loro albergava una certa dose di imbarazzo. Paola era bella e sinuosa, come la ricordavo due anni prima, i sui capelli lunghi color del rame le scendevano sulle spalle, sul corpo minuto e magro
Quando Roby si scosta il telo che gli copre il ventre, capisco cosa possa trovare in lui Paola, ha un arnese decisamente elefantiaco, che gli pende in mezzo alle gambe fino ad arrivare almeno a metà coscia. Distogliendo lo sguardo vedo Ale che non riesce a staccargli gli occhi di dosso, è ipnotizzata da quel serpente che ballonzola tra le gambe del nostro amico. Rimango basito, più che per le dimensioni del suo cazzo, per la reazione “golosa” di Ale, che non avevo ancora riscontrato in lei. Quella sera, in tenda tra noi discutemmo anche di questo argomento.
“Ho visto come lo guardavi oggi!”
“Bhè non puoi certo fare a meno di notarlo, chissà come diventa in erezione!”
“Si, però credo che non sia tutto in proporzione… “
“In che senso scusa?”
“Nel senso che se prendi un normale cazzo come il mio, da eretto si ingrossa di un tot. Se anche il suo si dovesse ingrossare in proporzione non sarebbe più un cazzo, ma una gamba!”
“Mha! chi lo sa? vedremo!” e non potei fare a meno di scorgere un sorriso malizioso sul suo volto.
Poi mi si mise a cavalcioni sul ventre e mi baciò con passione. Scopammo a lungo e con una passione che non vedevo da un po’.
Qualche sera dopo eravamo a cenare in un ristorantino dell’interno dell’isola, l’alcool faceva già effetto, soprattutto in Ale e Paola che, uscendo continuavano a ridacchiare tra loro. Anche in macchina, sedute dietro continuavano a parlottare e a sogghignare, come se avessero in mente qual’cosa.
Arrivati dalle parti del campeggio, ci accorgemmo che lì aveva piovuto, le strade erano bagnate e ricoperte da grosse pozzanghere. Cominciai a preoccuparmi un poco per le tende, più per il nostro piccolo igloo che per la grossa tenda di Paola che poteva reggere meglio le intemperie e i temporali. Quando arrivammo alle tende scoprimmo che più che la pioggia era stato un rivolo d’acqua che aveva creato danno. Si era infiltrato sotto al telo e aveva bagnato tutto un lato del nostro igloo, rendendolo inagibile.
Paola e Roby ci dissero subito che avremmo potuto stare insieme nella loro tenda, bastava stringesi un po’.
In effetti con il loro materassino matrimoniale e uno dei nostri che non si era bagnato troppo ci potevamo stare senza troppi problemi. Io mi sistemai su un lato e Roby sull’altro, in mezzo le due ragazze.
Restammo un po’ a chiacchierare nel buoi della tenda fino a quando piano uno ad uno non ci lasciammo prendere dal sonno e ci addormentammo.
Ad un certo punto della notte, o almeno così credevo, mentre ero ancora addormentato, percepii la mano di Ale, che vicino a me stava accarezzandomi l’uccello. Mi stavo svegliando piano, intorpidito dal sonno, al contrario del mio cazzo che già sentivo tirare nei boxer, e il primo pensiero fu che forse non era il caso visto che eravamo in tenda insieme ai nostri amici. Mi mossi leggermente e aprii piano gli occhi. Quello che vidi alla fioca luce del mattino che filtrava non era il volto di Ale, ma era Paola che non mi lasciò il tempo di fiatare e incollò le sue labbra alle mie, mentre la sua mano si infilava nei boxer ad afferrare il mio cazzo.
“Ahh finalmente si è svegliato il bell’addormentato!” sentii dire ad Ale.
Mi voltai e la vidi accovacciata tra le gambe di Roby che leccava con avidità il suo pisello enorme.
Che troietta che è diventata la mia ragazza!! – pensai io, e un punta di gelosia mi si insinuò in testa.
Poi mi concentrai su Paola che aveva ripreso a baciarmi e a roteare la sua lingua sulle mie labbra e nella mia bocca, mentre la sua mano scivolava voluttuosa lungo il mio cazzo che si induriva sempre più. Le infilai una mano sotto la maglietta andando a carezzarle il seno e il capezzolo che si inturgidì subito tra le mie dita.
Paola si chinò poi abbassandomi i boxer e prendendo in bocca la cappella, facendo roteare la lingua tutto attorno. Brividi di eccitazione percorsero il mio corpo, inarcai la schiena e spinsi in avanti il bacino e Lei accolse il mio cazzo tutto in bocca, arrivando con le labbra a sfiorarmi il pube. Mi voltai a guardare Ale, il suo volto contratto mentre cercava di ingoiare l’uccello troppo lungo di Roberto che le entrava in gola lasciando fuori un buon pezzo. Un moto di gelosia, o forse di rabbia, che albergava in me mi face aumentare l’eccitamento, presi la testa di Paola tra le mani e la schiacciai forte contro di me. Sentii il cazzo che premeva in fondo alla sua gola. Lei rimase così per qualche istante, poi ebbe un conato e si scostò brutalmente tossendo. Mi guardò fisso con i suoi occhi di ghiaccio, come a chiedermi cosa stessi facendo.
“Dovresti essere abituata a ben altro…” dissi io, facendo riferimento con lo sguardo a Roberto
Il suo sguardo mutò facendosi come di sfida e in risposta affondò le sue fauci sul mio cazzo fino a ingoiarlo tutto mentre con la lingua lo massaggiava abilmente. Ero eccitato dalla foga con cui si ingozzava del mio uccello, presi a muovermi vorticosamente nella sua bocca e su e giù fino in gola. Paola ogni tanto si scostava e sputava densa saliva sulla cappella e la spalmava con le mani lungo l’asta, per poi rituffarsi a fagocitarlo nuovamente. Di fianco a noi Ale si era messa a cavalcioni sopra Roby, aveva afferrato il suo pene e lo stava facendo sparire piano piano dentro la suo vagina.
Mi sottrassi alla presa di Paola la piazzai carponi davanti a me e mi abbassai tra le sue gambe, incominciando a leccarle piano la figa. I suoi succhi le riempivano le grosse labbra e colavano nella mia bocca, mentre con la lingua le stimolavo il clitoride che sentivo inturgidirsi sempre più. Percepivo il suo corpo che fremeva e vibrava freneticamente. “Dai voglio essere scopata, voglio sentire dentro il tuo cazzo. Sbattimi forte” mi incitava Paola, le parole però le uscivano dalla bocca a tratti, spezzate da gemiti e ansimi.
“Aspetta ancora, non è ancora il momento” volevo assaporare il gusto del suo godimento che ancora ricordavo dall’estate di due anni prima. Mi infilai supino con la testa tra le sue gambe e ricominciai a usare la lingua, a stringere tra le labbra il suo clitoride, mentre con le dita mi occupavo anche del suo culetto. Lei raggiunse preso l’orgasmo, urlando di piacere il suo corpo che fremeva sotto spasmi di godimento, mi inondò la bocca e il viso degli umori del suo piacere. Mi sollevai dietro di lei e osservai Ale che ancora cavalcava la nerchia di Roby, senza riuscire però a inglobarla tutta all’interno della sua figa, il suo viso, solitamente angelico, era contratto in smorfie di piacere che le deformavano i lineamenti. Mi scoprii ad essere geloso di quella situazione e l’irritazione montò dentro di me.
Presi Paola, ancora carponi, da dietro e iniziai a strofinarle la punta dell’uccello tra le gambe, infilando appena la cappella tra le pieghe della sua figa bagnata senza penetrarla, per stuzzicarla solamente, mentre con le dita le massaggiavo il buchetto del suo culo. “Presto sbattimelo dentro. Voglio sentirti dentro di me!” Mi esortava lei. “Ancora un attimo e vedrai come ti riempio!”.
Le infilai due dita nel culo e vidi che lo sfintere, già lubrificato, si allargò docilmente al loro passaggio. Paola era nuovamente eccitata al massimo e ansimava come una gatta in calore. Mi afferrai il pene, ben lubrificato dal suo umore vaginale e lo puntai senza esitazione verso il suo culo e premetti con decisione. Sentii lo sfintere inizialmente resistere alla mia pressione, per poi cedere facilmente al passaggio del mio cazzo. I gemiti di Paola si trasformarono in un urlo roco e profondo che sgorgò dalla sua gola, mentre il mio cazzo penetrava lentamente ma inesorabilmente in profondità nel suo retto.
“Aaarrrrgghhh…. cazzo non me l’aspettavo. Dai sfondami riempimi tutta.” fece Paola con voce cavernosa, ancora più erotica e con le mani si allargò al massimo le natiche.
– Cazzo non mi ricordavo fosse così troia – pensai tra me.
Spinsi con forza fino alla base, anche se sentivo il cazzo che mi tirava, che faceva fatica a penetrare e rimasi fermo dentro di lei per qualche attimo. Fu lei che cominciò a muoversi per prima, sinuosa e voluttuosa lungo la mia asta, mentre una sua mano sfregava tra le pieghe della sua figa e con le dita stuzzicava i miei testicoli. Stavo impazzendo dal godimento, mentre pompavo furiosamente nel suo culo tutta la mia brama e la mia voglia. Intanto Ale si era sporta in avanti e stava baciandosi con Paola, le loro lingue si intrecciavano e si succhiavano tra gemiti e urla di piacere. Non potevo più resistere, sentivo che stavo per esplodere, ma non volevo smettere quel fantastico momento. Afferrai il pene dalla base e lo estrassi repentinamente. Vidi il suo buco dilatato che si contrava e si allargava ritmicamente mentre Paola ansimava cercando di riprendere fiato. Sfregai su e giù la cappella lungo la sua fessura completamente inzuppata, Paola gemeva sempre più forte soffocando le urla nella bocca di Ale. Poi senza preavviso lo rinfilai nel profondo del suo culo. Paola Urlò sbattendo la testa all’indietro e si lasciò scivolare in avanti, io la seguii sempre col il cazzo profondamente piantato all’interno del suo retto. Ale si era staccata da Roberto e si era avvicinata a Paola, baciandola e leccandola sul viso, sulla bocca, sul collo, per poi scendere lungo la schiena e arrivare alle sue natiche. Prese con le mani le sue chiappe e le allargò al massimo e con la lingua cominciò a leccare attorno allo sfintere, fino a languire il mio pene che entrava e usciva ritmicamente. Nonostante cercassi di trattenermi, ormai stavo arrivando al culmine, l’uccello era gonfio all’inverosimile, lo estrassi ancora una volta e lo puntai verso Ale che, da ingorda, lo prese tutto in bocca. Lo levai dalla sua bocca e lo infilai nuovamente nel foro di Paola, dove scivolò fino alla base facilmente, Mi appoggiai a lei e ricominciai a muovermi dentro di lei sempre più freneticamente i nostri corpi sudati si sfregavano, il mio cazzo sgusciava dentro il suo buco del culo ormai completamente dilatato. Ale si posizionò dietro di me e prese a massaggiarmi il culo, con la lingua lubrificava il mio buco e con le dita si faceva largo nel mio sfintere, come sapeva bene piacermi. Con le sue dita che penetravano il mio culo mi ritrovai a raggiungere l’apice del godimento e sentii presto la sborra che risaliva lungo la mia asta. Assestai gli ultimi colpi urlando di piacere e traboccanti getti di sborra riempirono il suo retto e il suo culo, sentivo sotto di me Paola che fremeva e il suo corpo scosso da repentini sussulti e tremiti di piacere. Mi accasciai su di lei, ansimavano entrambi ne tentativo di riprendere fiato. Sentii l’uccello che sgusciò fuori da Paola e mi lasciai scivolare al suo fianco. Le presi il viso tra le mani e cominciai a baciarla delicatamente.
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