Ho visto la malattia del mondo: la mancanza d’amore e di anima. Due locali diversi i bassifondi del corpo estraneo alla mente e identità alterate. Ho visto ragazzi giovani toccare donne adulte, madri, forse nonne, mentre il marito si compiaceva di esporre i loro corpi flaccidi, ho visto due ragazzi strusciarsi tra loro, incrociare le bocche con le lingue avide mentre con una mano cercavano il mio corpo di donna. Ho visto. Ero là , partecipe ma non consapevole della mia identità . Chiusa nel mio cappotto, estranea a me stessa, assente dal cuore. Ho visto un travestito, una donna nell’anima con un corpo maschile, dire al mio compagno che era piu’ bravo di me nel farlo godere con la bocca. Chiusa nel mio cappotto allacciato fino ai piedi. Fuga. Altro locale, alterazione della mente, musica, calore del mio compagno che mi diceva che mi sarei divertita che avrei fatto un’esperienza diversa.
Ho visto una ventina di uomini, singoli, aggirarsi nei corridoi alla ricerca delle 5 uniche donne presenti, me compresa. Ho capito come deve sentirsi una mucca mentre va al macello. Ho sentito addosso, chiusa nel mio cappotto, lo sguardo di uomini che non volevano una donna, una puttana ma solo un buco dove scolare il loro sperma. Ho visto cinque uomini che montavano a turno una donna mentre altri la toccavano e altri ancora guardavano masturbandosi. Un gioco-stupro consentito. Ho visto perche’ volevo partecipare al gioco. E’ un gioco a cui ho sempre voluto prender parte. Nei sogni. Ho visto il mio compagno scortarmi al bagno per evitare che qualcuno potesse entrare perché preso dalla voglia. Ho visto il mio volto allo specchio. Non esisteva nessun rapporto tra il mio corpo riflesso nello specchio e quel qualcosa di intangibile che chiamo anima. Ho visto un travestito fare un bocchino ad altri uomini. Godevano. Pensando all’amore sincero che li aspettava a casa. Voltastomaco. Paura. Buio. L’ordine del mio compagno: camminare rasente al muro. Singoli affamati che cercavano il gioco con delle puttane gratis consenzienti mentre le loro ragazze perbene erano a casa. Forse. Ho avuto paura della me stessa che non vedevo. Volevo affetto, sicurezza, ho trovato i bassifondi del cuore. Ho visto una stanza chiusa a chiave ma aperta all’esterno da una vetrata. Un uomo, magro, pelato, flaccido inculava una donna bionda. Non aveva volto. Era come una bambola viva mentre una decina d’uomini guardavano. Chiusa nel mio cappotto con la paura che qualcuno rubasse il mio desiderio di essere amata. Una bistecca viva che tremava. Il vizio degli uomini di sposare un certo tipo di donna e di desiderarne un’altra di carta, di celluloide, di fantasia, di mestiere. Anima e corpo, essere e apparire: e’ questo il dissidio più grande dei bassifondi del cuore. Che ho raggiunto. Chiusa nel mio cappotto, unica puttana vestita.
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