“Mary si era seduta e mi guardava divertita…”
Questo racconto è frutto della mia fantasia.
Alcune volte la vita
ci riserva delle piacevoli sorprese ed esperienze.
Da più di due anni occupavo il ruolo di Direttore Commericale di un’importante multinazioneale americana di real estate e mi trovavo spesso a girare per le diverse sedi e iniziative. a seguito delle dimissioni del resposabile dell’ufficio appalti e in attesa della nomina di quello nuovo, la Direzione decise che io dovevo occuparmi anche di quella divisione. Avevano un ufficio vetrato nella nostra sede principale di Milano ma non conoscevo nessuno di loro, fatta eccezzione per il collega dimissionario. Dopo la mia nomina temporanea feci un giro nel loro ufficio per presentarmi. Il clima era abbastanza fredddo. C’eranoo solo due segretarie che si occupavano della gestione delle pratiche e della documentazione sugli appalti e subappalti con cui operava sul mercato la nostra società. Mi colpì da subito una delle due segretarie. Maria era una bella mora con gli occhiali da segretaria con la montatura nera che va di moda da qualche anno a questa parte. Mi sembrava timida. Nonostante i circa cinquant’anni aveva un bel fisico ed ero incurosito dai tatuaggi che si intravedevano (uno sulla scapola e l’altro appena sotto la clavicola. Lucrezia, l’altra segretaria invece, era una biondina tutto pepe che fin da subito iniziò a lamentarsi del troppo lavoro che le veniva affidato dal vecchio responsabile.
Dopo alcuni giorni dal mio insediamento dovetti assentarmi dalla sede principale. Maria mortificata, mi contattò dopo un paio di giorni chiedendomi aiuto poichè Lucrezia era in malattia e lei da sola non riusciva a svolgere il lavoro in ufficio. Chiamai la mia assistente per verificare quanto riportato e mi disse che Maria si fermava in ufficio fino a tardi, alla mattina era una delle prime ad arrivare ma da sola non poteva farcela. Le chiesi quindi di darle supporto il più possibile e che da lì ad un paio di giorni sarei rientrato e avrei cercato di risolvere il problema in modo definitivo.
Al mio rientro andai in ufficio e a mia sorpresa trovai anche Lucrezia. Mi accertai delle sue condizioni di salute (non mi pareva fosse stata male) e a mia sorpresa mi chese un colloquio personale. La ascoltai e capii che la sua malattia era in realtà una forma di ricatto per ottenere un aumento di stipendio. Decisi quindi di darle l’obbiettivo di evasione delle pratiche arretrate nell’arco di un paio di giorni e conseguentemente avrei proposto alla direzione l’aumento da lei richiesto. Lei mi chiese cinque giorni e così concordammo.
Nell frattempo vedevo Mary (così tutti chiamavano Maria in modo confidenziale) un po’ cupa. Poco prima che andasse in pausa pranzo le chiesi di raggiungermi in ufficio. Arrivò alla una in punto molto timida. Le chiessi di cosa si preoccupava e la rassicurai dicendole che per me lei era insostituibile.
Le proposi di accompagnarmi qullo stesso pomeriggio in una riunione con uno dei nostri più importanti subapplatatori per la consegna del primo lotto di camere di un hotel. in quell’occassione infatti ci avrebbe consegnato tutta la documentazione per l’avviso del secondo lotto. La presenza di Mary mi permetteva una verifica pressochè immediata di quella documentazione e soprattutto le davo la possibilità di uscire un pomeriggio dall’ufficio che le stava dando tanta angoscia.
Arrivammo all’hotel e dopo una mezzora di visite in alcune stanze scelta a campione andammo a visitare la suite più prestigiosa che era già arredata. Approfittammo del tavolo ovale per fare la riunione al termine della quale congedammo i nostri subappaltatori e ci fermammo con il cliente. Dopo una mezzora di convenevoli anche lui ci salutò. Mary era estasiata da quell’ambiente e guardava ammirata. La portai alla vetrata da cui si poteva ammirare il panorama della città. Le chiesi quindi maggiori informazioni sui suoi tatuaggi. Era un po’ imbarazzata ma io insitetti e lei abbasso la maglietta e mi mostrò questo sole tribale sulla scapola. Le chiesi di farmi vedere alche quello sulla clavicola. Ancora più imbarazzata ma con lo sguardo un po’ malizioso abbassò la maglietta e mi mostrò una scritta in cinese che voleva significare forza e coraggio.
Le accarezzai il volto e la ringraziai della mia curiosità. Con mio stupore mi disse se volevo vedere il terzo tatuaggio. Risposi di sì. Alzo la maglietta e mi mostrò sul fianco destro un cavallo alato.
Ne approfittai per farle i complimenti per il ventre piatto e tonico e per la sua età era in ottima forma. Si imbarazzò non poco ma accettò il complimento. Nei giorni successivi notai che passava spesso davanti al mio ufficio e lanciava abbondanti occhiate. Fortunatamente il clima era migliorato e le tensioni si erano allentate.
Una mattina mentre andavo al lavoro mi venne in mente Mary e il mio cazzo di mise in piedi. Decisi che era il momento di provarci e se ci fosse stata sarebbe stata una grande scopata. Passai da lei in ufficio e le chiesi di venire da me poichè volevo controllare la documentazione dei subappaltatori dell’hotel che avrei dovuto incontrare nuovamente nel pomeriggio. Chiesi quindi anche a lei di partecipare alla riunione che si sarebbe tenuta sempre all’hotel. Aveva una canottiera bianca molto graziosa e dei pantaloni in lino verdi e dei bbellissimi sandali in pelle. Mi piaceva anche in quella versione sportiva ma soprattutto il vedo non vedo me lo faceva drizzare in continuazione. Credo che lei se ne sia resa conto perchè le sue occhiate e i suoi sorrisi aumentavano a vista d’occhio. A pranzo ne approfittai per portarla in un lussuoso ristorante del centro. Era felice e mi disse che era tanto tempo che al lavoro non si sentiva così bene e che era tutto merito mio. Finito il pranzo ci dirigemmo alla riunione nella solita stanza arredata. Trovammo i nostri subappaltatori e il cliente. Le fecero i complimenti per il lavoro che aveva svolto e controllammo insieme tutta la documentazione da presentare successivamente. Io partecipavo più che altro interessato a osservare Mary e carpire ocni centimetro in più della sua pelle. Il mio cazzo era pronto per infilarla. Terminata la riunione il cliente e i subappaltatori abbandonarono la stanza. Mary si diresse alla finestra e io la raggiunsi. le dissi che ero molto contento di lei e del suo lavoro. Lei si voltò e mi ringraziò nuovamente della nuova vitalità che le stavo dando. Iniziammo così a prenderci in giro. Ne approfittai per avvicinarmi. La distanza era pericolosa e l’eccitazione che percepivo fece il resto. Ci baciammo fin da subito in modo appassionato. La mia lingua e la sua si intrecciavano, si cercavano. Lei iniziò a leccarmi il collo e piano piano mi iniziò a slacciare la camicia. Andai alla porta e chiusi dall’interno. Mary si era seduta e mi guardava divertita. Mentre mi avvicinavo a lei, mi slacciavo i pantaloni e non ci fu bisogno di dire o fare nulla perchè quando le fui vicino mi tirò delicatamente a se, aprì i miei pantaloni e pescò il mio cazzo duro dai boxer. Lo prese dubito il bocca delicatamente e iniziò un pompino lento. “Ahhh, succhia Mary” dicevo mentre godevo. Volevo scoparla. La feci alza e le slacciai a mia volta i pantaloni. La feci sdraiare suul tavolo, le aprii le gambe e le scostai le mutandine. Apparve il suo bel pelo nero folto. Inumidii due dita, le spalmai la saliva sulle grandi labbra mentre lei me lo prese in mano e iniziò una sega lenta. Avvicinai a lei il mio bacino e lei puntò la mia cappella gonfia e rossa sulla sua figa. Spinsi ed entrai nella sua figa calda e bagnata. Inizia a pomparla con delicatezza e continua lentamente. “Ahhhhmmm, Fede. Che bel cazzo che hai. Mmmmh.” mi diceva mentre godeva. Continuai a scoparla e nel mentre le esploravo il seno sotto la canottiera. Aveva due belle tette con i capezzoli duri. Mi fermai e ci spogliammo completamente. La abbassai di nuovo sul tavolo e iniziai a scoparla da dietro. La sua figa riceveva il mio cazzo alla perfezione. Le assastavo colpi secchi dove sbattevo le sue chiappe e lei balzava in avanti. Ad un certo punto mi fermò e mi fece sdraiare sul tavolo. Montò sopra e si puntò il mio cazzo duro sulla sua figa e scese lungo l’asta “Ahhhhhhhhh, che bel cazzone”. Appoggiò le mani al tavolo appena di fianco alle mie gambe ed iniziò un sali e scendi pazzesco. Godeva come una troia e io le tenevo le tette e le strizzavo i capezzoli. “Siiiii, dai dai Mary. Sei una Porcaaaaa.” godevo. Durante la cavalcata iniziai a sentire che non avrei resistito ancora molto. e glielo dissi. Lei aaumentò il movimento del saliscendi. Le misi il pollice sul clitoride e sentii la sua figa iniziare a colare sul mio cazzo. “Siiii, ahhhh. Fede, sto per venire. Tu come sei messo?” mi chiese ansimando di paicere. “Siiii Mary, sto per venire. Ahhhhh” “Vengo fede, dai dai siiii, sborrami dentro” esclamò. “AHHH, Ohhh. sboooroooo ohhhh” e le sborrai dentro tuttta la sborra che avevo a disposizione.
Si tolse e mise una mano sotto la sua figa pelosa che scaricò un misto di sborra e umori.
Andò in bagno e si fece un bidet. Io entrai per pulirmi ma nel vederla ancora nuda mi venne di nuovo duro. La presi per una mano e la feci sedere sull’ancolo della vasca. Gli appoggiai il cazzo ancora sporco e glielo infilai. “Ahhh, Fede sei insaziabile” mi disse tra un gemito e l’altro. “No Mary, sei tu che mi fai arrapare. sei una bella figona.” le risposi. continuai a scoparla per alcuni minuti quando lei mi propose: “Scopami il culo e sborragli dentro”. Mi arrapai come un coniglio.Lei si girò. Le leccai il buco del culo molto molto scuro, segno evidente che era utilizzato. Lei si bagnò due dita e iniziò ad aprirsi il culo mentre io mi cospargevo il cazzo di saliva. Glielo puntai e senza sforzo la penetrai. “siiiii, scopamelo. mi piace farmi scopare il culo. Ahhh, scopa veloce. Dai” Mi incitò. Inizia a pomparla ad un ritmo veloce e di tanto in tanto le schiaffegggiavo il culo. Sentivo che lei si stava facendo un ditalino alla figa e la cosa mi arrapava da matti. La scopai per alcuni minuti ancora e poi le dissi: “Sto per sborrarti il culo. ti riempio. Ahhh, Ahhhh, Sborroooooo” e il mio cazzo spruzzò alcuni fiotti di sborra calda nel suo buco del culo tutto spanato. “Siiii, vengo anch’io Feeeedeeee” gemette dal piacere.
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