Ho pensato a lungo se raccontarvi la mia vita, o meglio di come la mia vita sia cambiata negli ultimi quattro mesi in un modo che, alla fine, altro non è stato che una reazione quasi casuale a un fatto importante della mia vita. Tutto ciò che racconterò di seguito è assolutamente vero e, quindi, ho cambiato tutti i nomi con altri di fantasia, senza però alterare minimamente il contenuto degli accadimenti.
Per raccontarvi la mia storia ho deciso di usare il nome Anna, ma è l’unica cosa non vera di me che vi racconto. Ho 49 anni, sono laureata ma non lavoro, mi impegno per gestire la famiglia, le mie tre figlie adolescenti, i loro fidanzati, faccio volontariato e ogni tanto svolgo qualche collaborazione attinente alla mia professione originale di avvocato. Amo dedicarmi con tempo e impegno a mantenermi in forma e – a detta di tutti (uomini e donne) – sono una gran bella donna. Ho capelli castani, lunghi fino alle spalle, sono molto alta (1,77 senza scarpe, cosa che mi ha creato non pochi problemi tutta la vita, visto che adoro indossare non meno di 9 cm di tacco) e porto ancora una taglia 42.
Da poco tempo – muovendomi al seguito di mio marito – mi sono trasferita in una grande città che non è quella in cui sono nata e dove non ho amiche o amici storici, ma solo conoscenze recenti, alcune delle quali molto gradevoli.
La premessa necessaria che devo raccontarvi è che circa un anno fa ho scoperto che mio marito mi tradiva in modo che definirei “seriale”, ovvero che aveva letteralmente perso la testa non per una amante, ma per una serie di situazioni che lo portavano sempre più al confine di quello che gli richiedeva uno spasmodico desiderio erotico. Ho scoperto che frequentava due amanti, varie escort e persino una trans. Peraltro mio marito è un gran bell’uomo in una posizione sociale e professionale di assoluta visibilità, con una grande disponibilità di mezzi associata a una grande capacità di spenderli con estremo gusto.
La scoperta dei suoi tradimenti mi ha semplicemente distrutta: lì per lì avevo deciso di mandarlo via, di allontanarlo da noi, di respingerlo con tutte le mie forze. L’ho insultato e quando lui non ha reagito ho capito che era letteralmente perso. Abbiamo parlato e mi ha raccontato un mondo che mai avrei immaginato: le sue paure, i suoi stress, le sue tensioni, le sue angosce e di come in tutti questi anni li abbia gestiti in assoluta solitudine. Il sesso ossessivo era per lui un’evasione per spegnere tutto e non pensare a nulla. Non riuscivo a credergli ma lo sguardo spento dei suoi occhi mi diceva che era vero. Non mi ha chiesto di tenerlo o di perdonarlo. Gli ho detto che avrei dovuto pensare se sarei stata capace di scusarlo e di dimenticare. Ho capito quasi subito la risposta: l’avrei perdonato ma non avrei mai dimenticato.
E’ passato un anno e oggi la situazione è tornata ad essere così piacevole come non ricordavo da molto tempo. Mio marito sembra essere nuovamente quello di 15 anni fa e tutta la famiglia è serena. Ma ciò non di meno, non c’era verso di dimenticare: quando meno me lo aspettavo un piccolo dettaglio continuava a farmi tornare in mente che per tutta la mia vita gli sono stata fedele e lui no.
Per questo un giorno mi sono fermata per rifletterci a lungo e alla fine ho capito: ero solo molto molto invidiosa del fatto delle libertà che lui si era preso e che io, perché nasconderlo, pur avendone di tanto in tanto il desiderio mi sono sempre negata. Alla fine è normale quando si è sposati da vent’anni avere fantasie su situazioni diverse dalla solita routine domestica, ma il senso del dovere e del pudore hanno sempre vinto sull’immaginazione. Quando l’ho capito è stata una liberazione: “Ma chi se ne importa!!!” ho finalmente pensato dentro di me e … sono finalmente tornata serena e allegra.
Bene, questa era la premessa.
Tutto accade una sera: siamo a cena a casa di alcuni conoscenti e con la mia amica Barbara ci mettiamo a parlare di cinema. Abbiamo esattamente lo stesso gusto per i film impegnati d’autore e condividiamo altresì il fatto di non riuscire a vedere mai nulla di quello che ci piace perché i nostri mariti non ne vogliono sapere.
Mentre stiamo conversando dell’ultimo vincitore dell’Orso d’Oro, mio marito sente il discorso e dice a Barbara “Ma sei anche tu del club dei film d’Essay??? Ti prego fammi un regalo: aspetta che io sia in viaggio e porta Anna al cinema così la smette e mi da tregua”.
Barbara si fa una risata e risponde prontamente “Si, e tu diglielo a quel gelosone di Paolo che appena mi allontano mi fa un muso lungo un metro” e giù a ridere.
Paolo chiamato in causa interviene “Con Anna puoi andare dovunque: tanto tutto il mondo le muore dietro e quindi io sto super tranquillo!!!”. Altre risate sincere. Anche Paolo mi è “morto dietro” dal primo giorno che mi ha visto ma – pur essendo in splendida forma – il fatto che abbia ormai oltre 65 anni fa si che non mi attragga minimamente. E’ vero che Barbara è poco più grande di me, ma io non ho mai amato il genere marito-padre. E dire che anche lei è ancora una bella donna: capelli rossi, labbra carnose, una taglia in più della mia ma due gambe da infarto che ama mostrare attraverso immancabili gonne sopra il ginocchio. Non è molto alta ma indossa sempre tacchi vertiginosi perché le mettono in risalto le caviglie sottili e i polpacci proporzionati.
“Guarda Paolo che ti prendo sul serio: c’è giusto la replica di un film che non sai da quanto tempo abbia voglia di andare a vederlo”. “Io giovedì sono a Londra cara”. “Allora affare fatto: Barbara, giovedì cinema! Vero Paolo? Vuoi venire anche tu?” “Per amor del cielo!!! Andate andate con la mia più totale benedizione!!!”.
L’atmosfera era leggera (forse anche per qualche bicchiere di vino in più del solito) e l’affare era fatto.
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Arriva il giovedì pomeriggio e chiamo Barbara.
“Ciao cara, allora sempre d’accordo per il cinema o nel frattempo hai dato forfait?”
“Scherzi??? Ne ho una voglia matta e ho appena finito con quell’idiota di mio figlio maggiore che si comporta di merda e con quello stronzo di Paolo che gli da sempre ragione! Mi hanno fatto talmente arrabbiare che l’idea di lasciarli a casa a mangiare il cibo riscaldato della donna di servizio è il minimo che si meritano!!!”.
Sembravamo due adolescenti e ci siamo fatte una montagna di risate.
“Ok: passo io a prenderti alle 7:30. Devo passare dallo studio che è vicino al cinema. Prendiamo un rapido aperitivo e poi ci vediamo la pellicola nella versione originale: inizia alle 8 e mezza”
“Fatto Anna, ti aspetto”
L’aperitivo è stato divertente anche se, alla fine, ciascuna di noi aveva bevuto non uno ma due Gin Tonic. Abbiamo riso a crepapelle e a momenti non ci accorgiamo che l’ora del cinema era imminente.
Abbiamo pagato di corsa e ci siamo precipitate alla sala d’Essay. Arrivate alla biglietteria l’anziana signora seduta dietro la cassa ci accoglie con un sorriso sollevato “Meno male… temevo di stare da sola tutta la sera!!!”
Lì per lì non le diamo molta importanza ma appena entrate in sala ci accorgiamo che… il cinema era letteralmente deserto!
Barbara inizia a ridere come una matta “Mamma mia deve essere una palla terrificante!!!”.
La guardo e anch’io non riesco a trattenermi, iniziando a ridere con le lacrime agli occhi.
Guardiamo i posti stampati sui biglietti e andiamo a sederci in penultima fila, affossandoci nelle poltrone grandi e comode al punto tale da lasciar uscire dallo schienale solo un ciuffo di capelli.
Le luci si spengono ed il film ha inizio.
Sono passati si e no 5 minuti quando dall’atrio si sente un gran vociare. Passa un attimo e le tende si scostano ed appare la sagoma di un gruppetto di persone che cercano di muoversi silenziosamente nel buio della sala e facendo – in realtà – un gran rumore.
“Ssssshhhhttt… senti che casino che fai !!!”
“Ma Ssssshhhhttt di cosa??? Non vedi che non c’è nessuno!?!?! Questo film a cui ci hai trascinato deve essere una merdata galattica!!!”
“Che bestia che sei! Ha vinto una sfilza di premi 2 anni fa e tutta la critica era semplicemente entusiasta. Certo che per te se non si sparano e non si ammazzano…”
Barbara si sporge verso di me e sussurra “Che bestie! E nemmeno ci hanno viste!”
Nel frattempo vediamo che il gruppetto è formato da quattro persone, tutti distinti signori anzianotti in cappotto, giacca e cravatta. A guardarli bene sembrano il remake di Amici Miei: una bella raccolta di settantenni che fanno più rumore di un branco di adolescenti.
Mentre si muovono continuando a inciampare e a sbatacchiare contro le poltroncine, il primo della fila prende il cellulare e lo usa come pila per cercare la fila.
“Ma cosa cerchi la fila che è tutto vuoto?!?” “Lascia perdere … lo sai che l’ingegnere è malato di precisione!”
Nel frattempo la rumorosa congrega viene nella nostra direzione
“Vuoi mica vedere che quella deficiente gli ha dato i posti vicini ai nostri?!?” dico a Barbara.
Detto fatto. Il primo dei tardoni si infila nella nostra fila e rischia l’infarto quando vede Barbara muoversi sulla sedia.
“Oddio Madonna!!!” esclama facendo un salto. A me e a Barbara scappa un sorriso e il signore prontamente si scusa.
“Perdono signore. Pensavamo fosse tutto vuoto. Cioè… non pensavo che la signora alla cassa ci desse… insomma… se le diamo fastidio ci spostiamo… cioè…”
“Senta si sieda e la faccia finita che avete già fatto un casino da non credere. Seduti e zitti forza.”
Guardo Barbara incredula. L’ha trattato più o meno come avrebbe trattato suo figlio 17enne.
Non riesco a trattenermi e metto la testa nel mio soprabito “Ma sei impazzita???” le sussurro.
“Questa sera sono talmente incazzata col genere maschile che è un miracolo se questo non lo prendo a sberle” mi dice Barbara con quello sguardo divertito che le ho visto fare altre volte quando è in vena di scherzare.
Il film è di una lentezza esasperante. Prego che arrivi l’intervallo ma Barbara mi dice di aver letto all’entrata che si tratta di un atto unico da 2h e 40 minuti. Dio… mi sento morire.
“Ehi… ma secondo te i tardoni sono già addormentati???” le chiedo in un orecchio per uscire dal torpore. A Barbara viene da ridere e risponde “Mah… ogni tanto il mio vicino si muove ma non so se sta per russare o se è preso da tutta questa azione del film!!!”.
Mentre siamo lì che sogghigniamo divertite, il signore alla sinistra di Barbara si gira verso il suo amico commentando sulla tecnica di inquadratura del panorama urbano scelta dal regista.
WOW… e chi se lo sarebbe aspettato. Ci ricomponiamo e ci dedichiamo nuovamente alla pellicola.
Passa una decina di minuti e sento Barbara fare un leggero sobbalzo. Non le do più di tanto peso fino a quando non ne fa un secondo un po’ più evidente. La guardo.
Lei si gira verso di me e mi dice in un orecchio “Il mio vicino ha appoggiato due volte la sua gamba alla mia”. “Ma dai… sei la solita allucinata”. “Mah… forse hai ragione”.
Passa un minuto e altro lieve sobbalzo “Altro che allucinata… questo ci prova”
“Vuoi che ci alziamo? Ti prego Barbara non fare scenate. Ti prego ti prego ti prego”
“No… aspetta… vediamo cosa vuole fare…”
“Eh???”
“Aspetta… lascia fare a me”.
Ancora un minuto e Barbara fa un salto decisamente maggiore “Questa volta mi ha toccato la gamba con il dorso della sua mano”
“Dai andiamo”
“No aspetta”
Mentre dice aspetta la guardo negli occhi e vedo una luce che non le avevo mai visto.
“Mmmm… adesso sta decisamente toccando il mio polpaccio il maiale”
“Ma sei impazzita?!?!?”
“Aspetta…”
Guardo Barbara con la coda dell’occhio. Ha fatto scivolare il suo cappottino sul grembo e si è accomodata spostando le gambe leggermente verso lo sconosciuto. Mi sporgo un poco di più e lo guardo: avrà poco meno di settantanni ma diamine… doveva essere veramente un bell’uomo. Ha i capelli solo leggermente brizzolati e ha decisamente una bella figura in forma. Ormai vedo chiaramente che sta accarezzando le gambe Barbara sotto il ginocchio, facendo scorrere le dita sulle calze sottili della mia amica. Sono letteralmente nel panico. I tre signori alla sinistra del vicino di Barbara non si stanno accorgendo di nulla ma… IO SI!!!
Barbara si è lasciata scivolare leggermente sulla poltrona e ha dischiuso leggermente le ginocchia “Ma che cazzo stai facendo porca puttana???”. Per quanto stia sussurrando sento che ho la voce stridula.
“Stai ferma e non ti muovere – mi intima Barbara – Tu non lo sai ma Paolo a causa di un tumore è impotente da due anni e questo mi accarezza da Dio!!! Sssshhhtttt”
Sono letteralmente sconvolta. Sconvolta ma … inizio a essere eccitata come una guardona.
Cazzo e chi l’avrebbe mai detto che sarei stata una guardona!
“Fammi vedere allora” le sussurro in un orecchio. Barbara si gira e mi fa un sorriso a 32 denti.
“Ah la bella signora…”
“Dai fammi vedere”
Barbara scosta un po’ il cappotto e vedo che il suo vicino è risalito sotto la gonna che, a sua volta, è risalita sulle gambe. Barbara ha le calze autoreggenti e mentre la fisso negli occhi la vedo fare l’ennesimo piccolo salto… il suo vicino deve aver raggiunto il perizoma e le ha probabilmente sfiorato il pube…
Lei chiude gli occhi aprendo leggermente le labbra mentre inizia a respirare dalla bocca. Ha rilassato la testa leggermente all’indietro e i suoi capelli ramati sono sullo schienale della poltrona.
La vedo muoversi leggermente: sta cercando la patta dei pantaloni dell’uomo. Io mi sono sporta in avanti e vedo la sua mano lentamente avvicinarsi alla protuberanza dei pantaloni dello sconosciuto. La vedo afferrare il membro dell’uomo e un sorriso le si stampa sul viso. Apre gli occhi e con uno sguardo pieno di malizia mi dice “Cazzo… ha un bastone al posto dell’uccello… faccio fatica a tenerlo in mano…”
Oddio… mi sto allagando!
Mentre lei inizia lentamente a masturbare il suo vicino io faccio scivolare una mano sotto il mio vestito di maglia e inizio a sfregarmi il clitoride. Chiudo gli occhi e mi sfrego.
Non so dire per quanto tempo mi sono toccata. A me è sembrato pochi istanti ma quando riapro gli occhi vedo che gli altri tre uomini si sono accorti di quello che sta accadendo al loro fianco, benché mantengano un aspetto molto controllato.
Cazzo cazzo cazzo!!! E adesso cosa faccio??? La prima reazione è di alzarmi e andarmene ma non posso mica mollare Barbara in quella condizione. Non ragiona più, è infojata come una vacca e ha il cazzo del suo vicino in mano.
Mentre sono piena di dubbi lo sconosciuto si rivolge a me: “Signora cosa ne dice di spostarsi di due poltrone alla sua destra così che faccio accomodare i miei amici?”
“Coooosa???”
Barbara apre a malapena gli occhi e mi dice “Dai troia spostati che ce n’è anche per te…”
Mi sento un automa. Non so per quale ragione ma mi sposto di due poltrone e in un secondo i tre uomini si ridispongono mettendo me e Barbara al centro di due di loro.
Sono letteralmente terrorizzata ma guardo Barbara che ha preso in mano i cazzi dei due uomini che, nel frattempo, li hanno tirati fuori dai pantaloni. Urca… che due arnesi!!! Saranno vecchi ma hanno dei cazzi da paura. Barbara è fuori di se: li tiene in mano e li masturba lentamente.
Mentre io la guardo il primo dei due uomini al mio fianco mi appoggia una mano sulla gamba destra. Faccio un salto e a momenti caccio un urlo.
L’uomo alla mia destra mi accarezza il ginocchio mentre quello alla sinistra mi prende delicatamente la mano e se la appoggia sul cazzo. Mio Dio ma sono tutti dei superdotati. Ha un cazzo la cui circonferenza mi impressiona e cerco ci capire dove inizi e dove finisca.
L’uomo che mi accarezza ha sollevato il bordo del mio abitino e ormai mi tocca l’interno delle cosce. Apro lentamente le gambe e sento la sua mano infilarsi fino in cima ai miei collant.
“Mettiti comoda tesoro” mi sussurra uno dei due.
Mi appoggio allo schienale e i due uomini mi fanno mettere ciascuna delle mie gambe sopra il loro ginocchio in modo da tenerle belle aperte. Entrambi hanno tirato fuori l’uccello e io li prendo tutti e due in mano.
Cazzo!!! E’ da quando avevo vent’anni che desideravo avere un cazzo in ciascuna mano e non avevo mai avuto l’occasione di farlo.
L’uomo alla mia destra mi toglie una scarpa e inizia ad accarezzarmi un piede.
Cristo… sembra che mi legga nella mente… ho sempre avuto una forte passione per i miei piedi e quest’uomo mi accarezza in un modo che mi fa bagnare ancora di più. Mi tolgo da sola anche l’altra scarpa e metto anche l’altro piede in mano allo sconosciuto alla mia sinistra mentre stringo i loro cazzoni tra le dita facendoli scivolare ora lentamente ora più velocemente.
Mi sento un vero e proprio lago tra le gambe e faccio una fatica tremenda a non mettermi a mugolare dal piacere. Sento una mano farsi strada sulla figa cercando di rompere il collant mentre l’altro uomo mi prende in mano un seno strizzandomi il capezzolo turgido attraverso il vestito.
Ecco… ha rotto il collant… sento le dita sul mio perizoma… lo sposta… OOOOHHHH….
Mi ha infilato direttamente due dita nella figa… mio Dio che meraviglia.
Apro gli occhi e guardo Barbara. Per la miseria, si sta ingoiando il cazzo dello sconosciuto mentre il secondo uomo le ha messo due o tre dita nella figa che deve essere allagata. Si è messa in modo da dargli tutto lo spazio del mondo per esplorarla sotto la gonna che ne frattempo è risalita e praticamente non esiste più. L’uomo le toglie le mutandine e se le mette in tasca. Barbara è letteralmente sdraiata di traverso sulla poltrona ed è salita con il bacino e le gambe sul suo nuovo amico che con le mani le apre le cosce e mostra la figa integralmente depilata della mia amica al suo vicino e a me.
Non capisco più nulla: mi chino sull’uccello del mio vicino e ne prendo in bocca quanto più possibile. Cazzo… ne entra poco più di metà e sento la cappella grossa e dura che mi arriva in fondo al palato. E’ caldo e buonissimo. Lo succhio avidamente, lo insalivo e lecco la cappella mentre con la mano gli faccio una lenta sega. Dio mio che grosso Sento la mano dell’uomo appoggiarsi sulla mia nuca e fare una delicata pressione verso il basso ma non risco a ingoiarne di più senza sentirmi soffocare. Mentre succhio l’uccello del mio stagionato compagno, sento l’altro mio amante estemporaneo allargare il buco nei collant per potersi dedicare con maggiore comodità alla mia figa. Sposta ben ben la mutandina e sento la sua mano percorrere l’intero spazio dalla figa al buco del culo. Devo ammetterlo: le prime volte che mio marito mi ha presa nel culo ho sentito un dolore infernale ma ben presto ho scoperto che mi piaceva un mondo e non sono rare le volte che godo come una matta grazie a una bella inculata. Non ho certo la lucidità per capirlo ma ogni volta che le dita dell’uomo mi sfiorano il culo, l’ano fa un movimento che ben presto le dita esperte del mio vicino interpretano in modo corretto e iniziano a insinuarsi contemporaneamente in figa e in culo.
“Ahhhhhhhh” mi scappa un genito di goduria dalle labbra quando l’uomo infila due dita nel mio culo e sento il commento dei due amici “Sai Enrico che questa sera abbiamo trovato un vero tesoro della natura? La signora gode a prenderlo nel culo!” “Cazzo… meravigliosa… è la donna più bella che abbia visto da anni e siamo qui al cinema mentre mi ingoia come se lo stesse aspettando da sempre… mi sembra di sognare!!!”
L’educazione dei due uomini mentre mi usano come una puttana mi fa letteralmente impazzire.
Spingo il culo indietro e mi faccio penetrare fino in fondo mentre mi sforzo a ingoiare l’uccello che ho in bocca fino alle palle. Cazzo mi è entrato in gola!!! Pensavo di vomitare e invece mi fa eccitare ancora di più!!!
Barbara al mio fianco si stampa muovendo: in un attimo è montata sul cazzo dell’uomo alla sua sinistra mentre il secondo uomo si è alzato in piedi e le porge l’uccello da succhiare. A differenza del primo ha un cazzo sottile e lungo che Barbara inizia a far sparire in gola.
Non riesco a trattenermi e anch’io salgo sul cazzo di quello che ho saputo chiamarsi Enrico: ha un uccello fuori dal comune e sarà ben oltre 25 cm.
Mi metto a cavalcioni e sento la cappella scivolare nella figa allagata. Cazzo è grossissimo… mi allarga tutta. Mi fermo perché mi sembra che mi sfondi ma sento che ne sto lasciano fuori ancora una metà.
Mentre mi muovo lentamente sul cazzone del mio amante, il secondo uomo mi alza il vestito e mi infila due dita nel culo. “Siiiiii….” mi sfugge dalle labbra.
“Adesso cara signora ti sfondiamo”.
Apro gli occhi e mi trovo davanti al viso il cazzo del secondo uomo che è non ancora pienamente duro. Me lo infilo subito in bocca e inizio a succhiare insalivandolo bene. Diavolo, cresce ancora. Anche questo è decisamente un attrezzo notevole. Dopo poco che lo masturbo e lo lecco, il secondo uomo si posiziona dietro di me e sento la cappella sul culo.
“Cosa fai? Non l’ho mai fatt…”
Non riesco a finire la frase che con un leggero colpo mi ha infilato tutta la cappella nel culo
CAZZOOOOOOO
Mi fa un po’ male ma mi stampa partendo il cervello.
I due iniziano a coordinarsi e mentre uno spinge l’altro si ritrae e viceversa. Cazzo ma sono delle macchine!!! Mi fanno letteralmente impazzire e inizio ad ansimare come una troia
Barbara vedendomi impalata sui due cazzi ha deciso di emularmi ma evidentemente non riesce a mettersi il cazzone del suo amico nel culo perché la vedo fare piccoli saltelli sull’uccello del suo compagno. Alla fine lui la prende per i fianchi e la tira con energia sul suo cazzo.
“Ahhhhhhiiiii” la sento lamentarsi un secondo ma il secondo uccello la infila di brutto nella figa e anche lei inizia a perdere il lune della ragione.
Non so per quanto mi hanno penetrata. So che a un certo punto ho deciso di invertirli e mi sono seduta su Enrico infilandomi il suo palo nel culo. Mentre entrava pensavo mi sfondasse ma dopo un minuto ne avrei voluto ancora di più. L’ho preso fino in fondo, sentendomi riempire fino a metà della pancia.
Mentre stavo godendomi l’inculata, il secondo uomo mi ha sollevato le gambe e mi ha infilato tutto l’uccello nella figa, ricominciando una doppia penetrazione in una posizione che presto ho scoperto essere ancora migliore. Sentivo infatti il cazzone di Enrico ben piantato nel culo, mentre la seconda verga era più libera di scorrere nella mia figa allagata. Ero lì ad cochi chiusi quando quello che mi chiavava ha iniziato a leccarmi i piedi, rompendomi il collant e facendo passare la lingua tra le dita. Non ce l’ho più fatta. Ho avuto due orgasmi in sequenza e mi sono quasi messa a gridare.
Anche i miei due uomini non ce l’hanno più fatta e mi hanno riempito di sborra in entrambi i lati.
Al mio fianco anche Barbara godeva come una pazza. La sentivo avere un orgasmo dietro l’altro dicendo oscenità ai due uomini che la penetravano con veemenza.
Ad un certo punto i due uomini che chiavavano Barbara le si sono sfilati, le hanno messo il cazzo in faccia e le sono venuti in bocca, prima uno e poi l’altro. Barbara mi ha guardata dritta negli occhi, mi ha fatto vedere lo sperma in bocca e con fare voluttuoso ha ingoiato tutto.
Non ci crederete ma ho avuto un altro orgasmo e i due uomini ancora dentro di me hanno subito una gran strizzata all’uccello.
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Confesso che finito di godere non avevo il coraggio di aprire gli occhi e guardare quei tizi in faccia. Mio Dio… mi ero comportata come una troia da marciapiede… anzi no peggio… una puttana da cinema!!!
“Grazie Signora, non so come ringraziarla” mi dice sottovoce nell’orecchio l’uomo a cui stavo ancora seduta in braccio. “Mai nella vita avrei immaginato di poter vivere un’esperienza come questa con una Signora della sua bellezza ed eleganza”
Apro gli occhi, mi sento il cuore in gola. In realtà l’uomo ha lineamenti raffinati e un sorriso gentile.
“Io sono Enrico e lui è Marco”
“E io sono Anna… anche se è un po’ strano fare le presentazioni… adesso!”
Ridiamo sottovoce e mi giro verso Barbara che sta ancora limonando con il suo vicino mentre l’altro uomo le accarezza le gambe.
Ci guardiamo “Io sono Claudio” “E io Francesco, ma tutti mi chiamano Inge perché sono… un po’ precisino!!!”
L’imbarazzo è svanito e ci siamo ormai del tutto ricomposti.
“Certo che è un film straordinario” dice Marco
Non riusciamo a non ridere come dei matti.
“Forse è meglio se noi andiamo” dico mentre recupero le scarpe dopo essermi tolta del tutto quello che resta del mio collant.
“Si direi di si” si unisce Barbara infilandosi anche lei il decolté
Ci chiniamo, un bacio ciascuno.
Mentre stiamo salutando vedo che Barbara riceve un biglietto da visita da Inge
“Non si sa mai…”
“Non credo proprio” gli dice Barbara restituendo il biglietto
“A buttarlo via sei sempre in tempo. Mettilo in tasca”
Io mi giro e me ne vado. Non voglio nemmeno sapere cosa farà la mia amica. Per me è stata un’esperienza pazzesca e sto iniziando a realizzare quello che ho fatto in un cinema con quattro uomini che avevano almeno 20 anni più di me.
Sentivo la vergogna montarmi sulle guance e non volevo girarmi indietro.
Dopo un secondo sento il rumore rapido dei tacchi di Barbara che, evidentemente, si affrettava a raggiungermi.
“Se dici una parola ti uccido” le dico mentre andiamo alla macchina.
Apriamo lo sportello. Ci guardiamo negli occhi.
Io faccio fatica a sostenere lo sguardo di Barbara che è molto più determinato del mio.
Sento la sua mano prendermi dietro la nuca: mi attrae a se e mi caccia la lingua in bocca.
Non fiato. Non riesco a fiatare.
Sento la sua lingua sulla mia.
Poi mi lascio andare e ci scambiamo un bacio lungo, appassionato, voluttuoso.
Ha ancora il sapore dei due uomini in bocca.
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