Ammucchiata di famiglia 2

“- Sì, voglio sapere se ha una tresca con tua madre…”

2.

E in effetti da quel giorno cambiammo registro. Zia Ivana
mi disse che dovevo smetterla di tirarmi l’anima con le continue seghe, che ero ormai abbastanza grande per sfogare le mie voglie in maniera più matura e che lei, per il bene che mi voleva, mi avrebbe aiutato. Aggiunse che era sbagliato da parte mia covare pulsioni nascoste verso di lei. Era di gran lunga preferibile confidargliele, come avevo cominciato a fare, insieme avremmo visto il da farsi.
Tornai da lei il pomeriggio successivo con una voglia ancora accresciuta e con l’intenzione di dare seguito immediato a quel nuovo rapporto ultraconfidenziale che si era stabilito. Ma, con mio disappunto, la trovai rabbuiata e scostante. Le dissi con aria premurosa:
– Zia, è successo qualcosa? vuoi che torni in un altro momento?
Mi rispose con un velo di tristezza:
– No, no, ti prego, resta qui …… è che oggi mi sento proprio giù di corda ….. con mio marito non faccio che litigare, temo che non ci sopportiamo più. non ha alcuna attenzione, anzi è sempre più scorbutico con me …..
– Mi spiace zia, non immaginavo che le cose si fossero messe così male con lo zio ….. e dire che ero venuto per continuare a confidarti le mie cose, ieri mi hai reso così felice.
– Già, ieri ….. ieri forse ho sbagliato a farti quei discorsi … mi sono lasciata prendere e ti ho lasciato credere. Scusami Daniele, ma sono un pò confusa.
Mi avvicinai a lei e, sfiorandole appena un braccio, mi feci più affettuoso e suadente:
– Zia zia, ti prego, non fare così ….. tu sai quello che sei per me e farò tutto quello che tu vorrai, ma non ti posso vedere così malinconica.
Mi distaccai da lei, mi accomodai sul divano e, col volto rattristato, mi misi a guardare il pavimento. Restammo così in silenzio qualche minuto, poi la zia capì che toccava a lei rompere l’incantesimo, venne a sedersi di fianco a me e, accarezzandomi la testa, mi si rivolse con ritrovata tenerezza:
– Dani, tesoruccio di zia, scusami, ma oggi sono davvero incazzata … ma al diavolo mio marito! meno male che ho un nipotino così caro e affezionato.
– E così voglioso e arrapato … – aggiunsi subito io attirando la sua attenzione al rigonfiamento in atto dei mie pantaloncini.
Zia guardò tra le mie gambe, alzò le sopracciglia e sospirò:
– Ma davvero ti faccio questo effetto? E dire che quel…. quel cornuto di mio marito quel coso non me lo fa assaggiare più … chissà a chi lo dà! A proposito, mica si è rivisto dalle parti di casa tua?
– No zia, non l’ho rivisto, ma non temere, starò molto attento e ti terrò informata….
– Sì, voglio sapere se ha una tresca con tua madre. Scusa, non vorrei essere indelicata, ma sai come la giudico! – Ma no, non ti preoccupare, puoi parlare liberamente …. sai che io mi confido più con te che con lei.
– Vuoi dire che ci tieni più a me che a lei?
– Sì, senza dubbio. Amo te, zia, penso che l’hai capito.
– Che caro che sei Dani! Ma sì, vieni qui, fatti abbracciare.
Mi girai verso di lei che mi strinse energicamente a sé sbattendo le sue tettone contro il mio petto, e ne approfittai subito per baciarla sulla bocca inserendo la mia lingua. Non si negò, anzi rispose al bacio con grande trasporto e le nostre lingue mulinarono a lungo, fino a quando, senza smettere di baciarci, cominciammo freneticamente a spogliarci.
Appena si slacciò la camicetta e mostrò le sue tettone floride mi catapultai su quel ben di dio senza aspettare altro, cominciai a baciarle e leccarle già da sopra le coppe del reggiseno. Lei mi trattenne appena un poco, si liberò dell’ingombro e le offrì libere e penzolanti alla mia bocca. Avevo la sensazione stupenda di scoprire un nuovo continente, ficcai la mia testa nel solco di quelle montagne di carne tenera e assaporai il piacere edipico del seno materno. Lei mi fece segno di pazientare ancora qualche secondo e si spogliò tutta nuda, esponendo alla mia vista due coscione monumentali, due chiappe belle rotonde e una pancetta già abbastanza pronunciata con una fitta boscaglia di peli neri sul pube.
A quel punto mi disse con gli occhi socchiusi:
– Non credi sia meglio che andiamo di là? ….
Ero letteralmente rintronato da quella visione e non le risposi subito, ma lei non attese la risposta, mi prese per mano e mi sospinse dolcemente verso la camera da letto. Aprì il letto, vi si adagiò supina, con le gambe aperte e mi invitò:
– Ecco, tesoro di zia, vieni ….. vienimi vicino, qui staremo molto meglio.
Superai lo stato di trance nel quale mi trovavo da qualche minuto e mi scaraventai su quel corpo meraviglioso, ma lo fece così scompostamente che la zia mi pregò subito di darmi una calmata:
– Dani, calma, calma! facciamo le cose per bene, abbiamo tutto il tempo e tu hai bisogno di imparare tante cose.
Mi rasserenai e lasciai a lei l’iniziativa. E lei mi trasportò in paradiso, mi fece conoscere l’estasi dei sensi, portandomi più volte al visibilio.
Mi insegnava di tutto: come e dove baciarla, dove e come leccarla, e poi come chiavarla avendo cura di non venire troppo presto. Per la verità non si limitava a farmi da insegnante. Vedevo che si prendeva i suoi godimenti, anzi come godeva la porca!
Quando vide che soffrivo tremendamente a trattenere l’eccitazione, mi sorrise e mi disse:
– Per oggi basta la lezione! Su, dai, vieni, lasciati andare, sborra tutto nella mia fica!
E, visto che la guardavo interrogativamente:
– Dai, non ti preoccupare, puoi sborrare tranquillamente, ho la spirale e non resterò incinta!
Quel giorno mi sentii di essere finalmente diventato un uomo. Avevo posseduto una donna vera, la donna che desideravo, la mia seconda mamma, che, una volta rivestiti, prima di congedarmi, mi disse:
– E da oggi niente più seghe! Qui ci sono io e, fino a quando non ti troverai la ragazza, il tuo seme lo devi dare a me!
E così, da quel giorno, ho preso lezioni di sesso da zia Ivana e, giorno dopo giorno, mi sono trasformato da suo allievo in suo amante. E, quando lei ha avuto netta la sensazione della mia raggiunta maturità sessuale, ha messo da parte tutte le premure e le tenerezze ed ha scatenato tutte le pulsioni di femmina porca e insoddisfatta.
Abbiamo passato settimane infuocate di piacere, passavo da lei almeno tre volte alla settimana e ogni volta la possedevo con maggiore energia. Mi ha fatto sfogare tutti i desideri che le avevo raccontato, facendo scegliere a me se sborrarle nella fica o in bocca o sul corpo. Poi un giorno mi ha detto:
– Lo so amore che vuoi il culo ma lì devi fare un po’ di attenzione, è tanto che non lo prendo da mio marito, il buco si è ristretto.
Mi ha spalmato sull’asta un po’ della sua crema per il viso, se ne è messa un pò anche sull’ano, si è distesa a pancia in giù e mi ha detto:
– E ora, alla carica!
Effettivamente è stata una sgroppata fantastica, ho conosciuto le vette del piacere, ho avvertito il brivido della conquista e del dominio e, quando le ho scaricato tutto nello sfintere, mi è sembrato di profanare un tempio.

(continua)

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Incesti

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