““Allora Luca, prima un po’ di studio e poi parliamo del tuo compleanno…”
Anni 70, ero alle superiori, in terza, e era arrivato il riposo
estivo… con qualche debito scolastico. Il francese… che proprio non mi entrava nella testa… I miei non erano ovviamente felici, finchè mamma un giorno esordì ‘Luca, ho parlato con quella signora che abita da noi, all’ultimo piano, sai, la signora francese che faceva l’insegnante e da lunedì andrai da lei a fare un po di ripasso’ Beh non è che mi facesse impazzire la cosa, ma se dovevo… e mamma aveva stabilito al mattino dalle 10 alle 12, tanto ero a casa solo, e avrei avuto il pomeriggio per me.
Conoscevo la signora di vista, molto riservata, vedova da una decina d’anni. Più grande di mia madre, credo passasse abbondantemente i 50, ma era giovanile, sempre sorridente, elegante di un’eleganza sobria. E iniziai ad andare da lei, avevo un po’ di timore perché mi sembrava una persona che comunque non dava confidenza, e invece dovetti ricredermi, era straordinaria, molto dolce, mi faceva sentire a mio agio e mi faceva piacere il francese. Completamente diversa da mia madre, magra, ma attraente. Mia madre, 40 anni era di quelle donne con le forme giuste, che cercavo sempre di curiosare di nascosto, mentre Aline, così si chiamava, aveva un corpo esile, non molto alta, ma che comunque esprimeva quella sensualità nascosta, almeno coi miei 17 anni vedevo così. Mi piaceva passare le mattinate da lei. Finchè… era metà luglio e la sera ricevetti una notizia devastante, un mio caro amico era deceduto per un problema cardiaco che nessuno sospettava… ero sconvolto, era l’amico di giochi, di scuola, di confidenze adolescenziali. Il mattino dopo andai da Aline ma non ero in forma, avevo pianto e lei subito se ne accorse che ero giù. ‘Luca cos’hai? Ti si legge in faccia’ E le raccontai cosa era successo fin che mi vennero le lacrime di nuovo. Ero in piedi davanti a lei e mi fece scorrere le dita sulle guancie per asciugarmi le lacrime e mi abbracciò. Sentivo il suo profumo, il soffio del suo alito sul collo e l’abbraccio stretto, mi faceva star bene, non cercavo di allontanarmi, era riuscita ad annullare l’angoscia che avevo dentro e mi piaceva il contatto del suo corpo, il calore che emanava, non avevo mai provato nulla di simile. Mi accarezzava il collo e mi diceva parole tenere in francese per rinfrancarmi. Non so se rendo l’idea, ma se fosse stata mia madre a fare questo, mi avrebbe dato anche fastidio, lei no. Era la prima volta che mi sentivo stringere così, o forse ero io che percepivo così e mi accorsi che il contatto mi eccitava, stavo avendo un’erezione e credo che lei la sentisse, ma qualcosa mi impediva di spostarmi da lei, avevo quasi vergogna, ma ne io ne lei ci spostavamo, finché ci scostammo e vidi il suo sguardo abbassarsi come a vedere in che stato ero. E ricominciammo il ripasso di francese.
Le lezioni andavano avanti, ma vedevo Aline con un senso diverso, cercavo di immaginarmela sessualmente, ci fantasticavo. Fino ad allora vedevo e immaginavo la donna, in mia madre, nelle sue forme molto femminili, seno procace, sedere abbondante; forme che appena potevo spiavo, quando si spogliava, quando era in bagno dal buco della chiave. Adesso stavo scoprendo che anche le forme di Aline erano diventate la mia rappresentazione di donna e del mio desiderio. 
Le lezioni continuavano, e noi eravamo diventati più affiatati e Aline più amica, più intrigante; spesso al mattino quando andavo da lei, complice la calura estiva, la trovavo con addosso un camicione che le arrivava a mezza gamba, mezzo sbottonato… e i miei occhi cercavano di scoprire quello che celava, e credo lei si accorgesse delle mie attenzioni e non faceva nulla per evitarle. Appena potevo scrutavo nella camicia, e vedevo quando si chinava quei piccoli seni ancora eretti con i capezzoli scuri… impazzivo ed ero sempre eccitato, e non facevo nulla per nasconderlo. In realtà anch’io mi vestivo succintamente per il caldo estivo che soffocava, pantaloncini di raso da basket e canotta, e dato il vigore dell’età si vedeva molto bene la forma del mio pene che Aline adocchiava spesso facendo dei mezzi sorrisi. “Senti Luca, lunedì diventi maggiorenne e meriti un regalo speciale… ti farò una sorpresa, anzi dirò a tua mamma che ti fermerai a pranzo da me” “Aline grazie, sei la prima che si è ricordata, e adesso mi hai incuriosito, ma non devi disturbarti” “ Luca sono felice di fartelo e farà piacere anche a me. Ma non pensare di evitare di esercitarti, e oggi è venerdi, ti do un racconto breve, che voglio che leggi e lunedime lo dici con le tue parole”
E così me ne tornai a casa incuriosito da tutte le sue parole, con quella raccolta di fogli dattiloscritti, e iniziai a leggerli… All’inizio c’era scritto… Pour toi… Aline… Li aveva scritti lei! Curioso cominciai a divorarli, e mi sembrava di leggere un sogno, raccontavano la storia di un giovane della borghesia francese del 18° secolo che aveva una governante che lo educava, mi sembrava quello che facevamo noi, e man mano andavo avanti il racconto diventava sempre più spinto, fino a raccontare l’iniziazione del giovane ai piaceri con una donna, la governante, descrivendo con attenzione tutti i particolari… mentre lo leggevo mi toccavo e sognavo di essere io il giovane e Aline la mia maestra. Penso di essermi masturbato almeno 4 volte nel leggere quelle parole e non finivo più di rileggerlo. Insomma non vedevo l’ora arrivasse lunedì… per capire se stessi facendo un sogno o fosse realtà.
E lunedì arrivò, credo che il racconto oramai lo avessi imparato a memoria. Decisi di salire da lei indossando i soliti pantaloncini di raso, ma senza indossare gli slip, e con un po’ di ansia presi a salire le scale… “Ciao Aline, eccomi da te, come è andata la domenica” Mi venne incontro con un bacino sulla guancia, dandomi gli auguri, e l’abbracciai ringraziandola… avevo le mani sui suoi fianchi… da impazzire… ma non potevo farmi vedere con l’affare in tiro come i bambini.
“Allora Luca, prima un po’ di studio e poi parliamo del tuo compleanno. Hai letto il racconto? L’ho scritto per te, è giusto che leggi anche delle cose che potrebbero accaderti. E adesso parlamene” “Aline lo sai che hai scritto delle cose bellissime piene di quello che mi piace e mi hai fatto sognare” “Davvero, dimmi Luca, raccontami il tuo sogno” “Ecco… sognavo di essere io il giovane del racconto e tu la governante e mentre leggevo immaginavo tutte le cose che descrivevi” “Fammi un esempio. “ “ Aline dammi un bicchier d’acqua per favore…” Si alzò, oggi indossava una camicetta bianca sbracciata, da cui intravedevo lo scuro dei capezzoli e una gonnellina stretta che fasciava le sue forme al punto tale che mi pareva fosse senza slip. Ero seduto al tavolo con l’affare quasi duro e cercavo di non farlo vedere. “ “ Dai Luca sediamoci sul divano, oggi è una lezione speciale, e mi racconti ”Non so come feci ad andare dal tavolo al divano senza che lei notasse nulla, o forse notò benissimo in che stato ero, perché sorrideva. “ Aline mi è piaciuto tutto, ma soprattutto come tu descrivi il suo imbarazzo quando lei lo provoca, adesso mi sento anch’io un po’ imbarazzato” “Perché Luca? Ti sembra che ti provoco?” “No No ma sei una bella donna e… mi fai fantasticare” “Grazie del complimento, e sono contenta di piacerti, sai sono una donna e anch’io voglio essere un po’ coccolata” “Aline, ti piacerebbe che le coccole te le facessi io?” “Certo, sei un bel ragazzo, intelligente e dolce e mi piace tanto la tua tenerezza” Ero un peperone, ed era evidente che mi invitava, ma non sapevo come fare… e il divano ci rendeva così vicini… La mia erezione era così evidente che si vedeva perfino la forma della cappella, e lei non distoglieva gli occhi. Lì ero messo abbastanza bene… “Aline, sai mi piacerebbe tu mi abbracciassi come avevi fatto il giorno che era morto il mio amico… e… credo che adesso ti coccolerei io” “Luca, è arrivata l’ora del regalo, vieni” e mi portò in camera da letto, completamente buia “Aspettami, arrivo subito” avevo il cuore a mille e il membro che stava per scoppiare… E la vidi rientrare con addosso un kimono di seta… Io ero in piedi e… “Vieni qui, fatti abbracciare” Mi avvicinai e mi strinse, sentivo il suo odore di donna, e il corpo che si stringeva, il suo respiro… e le baciai il collo. Stavo impazzendo… Spostò la testa e sentii le sue labbra cercarmi, la lingua che si infilava nella mia bocca “Luca davvero non immaginavi un regalo così. Sei contento?” “Si si Aline, è un sogno” Era bellissimo accarezzare i fianchi attraverso la seta e le mani salirono al piccolo seno. Wow sentivo i capezzoli spingere sulla stoffa. E il kimono si aprì, sotto era nuda. Accarezzavo le sue bellissime tette, piccole, dure, vive. “Luca sfilati la canottiera…” Iniziò a baciarmi il petto, i capezzoli, mi accarezzava, e la mano scese sui pantaloncini, le dita scorrevano sul mio membro, come a disegnarlo… non so come facessi a resistere. Gemeva, ansimava, la sua bocca che girava attorno al mio ombelico e … piano sfilarmi i pantaloncini… e veder sparire il mio membro tra le sue labbra. Era irresistibile, non avevo mai provato sensazioni così. Stavo per venire e Alina con dolcezza… “ Luca lo so che è difficile resistere, ma ti prego facciamolo assieme, andiamo a sdraiarci” mi fa sdraiare e viene sopra me a 69, non credo che entrambi potessimo resistere a lungo, e col senno di poi il 69 era la soluzione magica. Sentivo il suo afrore nelle mie narici e con la lingua, per istinto leccai le sue labbra, era un lago. Aline mi baciava le cosce, le palle, mentre la mia lingua si insinuava dentro lei. “Luca si, si, mi piace, baciami il clitoride, siiii godo!!!!! Ancora ti prego” Sentivo il suo liquido colarmi addosso, e la sua lingua sulla cappella… poi le labbra avvolgere il pene… su e giù… “ Aline … vengo, continua….” E un mare di sperma caldo è uscito a riempire la sua bocca. Era la mia prima volta che godevo con una donna. E tra qualche lezione francese poi imparai ogni dettaglio del piacere, ma questo lo racconterò più avanti.
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