““non ne hai nessun motivo e fra poco te lo dimostrerò”
“che cosa devi dimostrarmi ancora”
“porta pazienza, rivestiamoci che purtroppo ho parecchie cose da…”
Ciao a tutti,eravamo rimasti che volevo fare alcune domande sui gusti sessuali
di Stefania.
Ancora oggi non so perché mi è venuta la voglia di fare le domande che leggerete in seguito e non solo quelle.
Forse l’incontro con lo sconosciuto,forse la voglia di sesso che ancora mi ossessionava.
Non riesco a spiegarmelo,in fin dei conti la ragazza che avevo difronte era pressochè sconosciuta.
Probabilmente vedevo in lei,me stessa,quando ebbi l’incontro con Claudia.
Sicuramente ne ero attratta,tanto che,inconsciamente, la desideravo,la volevo e inconsciamente vedere fino a che punto potevo spingermi.
Logicamente quello che leggerete è un sommario riassunto, altrimenti sarei diventata noiosa.
Cmq leggete poi mi direte cosa ne pensate.
“se posso risponderò sinceramente..”.
“certo è quello che desidero”
“allora va bene,fai le domande”
“quali sono i tuoi gusti sessuali?”.
“in che senso?”.
“ti piacciono gli uomini o le donne?”.
“o mio Dio, i ragazzi. mi piacciono i ragazzi”.
“ehi che foga nello rispondere,era solo una domanda”
“scusa non volevo essere brusca anche se…niente andiamo avanti con le domande”
“bene,se per caso la tua direttrice ti palpasse il sedere, cosa faresti?”.
“sinceramente?”.
“il più possibile”.
“posso farti io una domanda?”
“certo”
“vediamo, ipoteticamente questa direttrice potrebbe essere bella come te e sempre ipoteticamente potresti essere tu?”
Cavolo vuoi vedere che questa ha capito tutto,ma decido di continuare.
“ho capito giochiamo, all’ipoteticamente, si potrei essere io e per il resto puoi vederlo da te,aggiungo che sono molto passionale”
“sei lesbica?”
Niente da dire, diretta la ragazzina,ci pensai un’attimo.
“assolutamente no,diciamo che mi dichiaro,nel mio intimo,bisex, anche se per tutti sono etera”
“alla domanda che mi hai fatto è difficile rispondere cosa farei in quel momento,sicuramente ci rimarrei male”.
“tanto male da rimanere disgustata?”.
“no, non fino a quel punto,un pò delusa questo si”.
“perché questa distinzione?”.
“beh!.. non sono una verginella, le mie belle esperienze le ho avute. il sesso l’ho conosciuto attraverso le mie compagne di scuola un po’ più anziane di me, beh!, spero mi capisci. ho fatto sesso con loro, poi sono arrivati i ragazzi e ho cominciato a giocare con loro,infine è arrivato un’uomo e con lui se ne andata la verginità e i giochi con le ragazze gli ho dimenticati”.
La guardai un po’ sorpresa, il fatto dell’uomo mi aveva spiazzata,risposi vagamente.
“come tutte immagino, ci sono passata pure io”.
“ma scusami, perché mi fai queste domande?”.
“mah!, quando sei venuta nella doccia ho avuto l’impressione che mi stessi seguendo, e quando me ne sono andata ti ho volontariamente strusciata e mi è sembrato lo avessi gradito”.
“oh! mio Dio, hai capito che sono entrata per te? mi ha colpito la tua bellezza e volevo vederti nuovamente e completamente nuda,spero tu non abbia dedotto che sono una lesbica?”.
Fui io ad irrigidirmi.
“hai qualcosa contro le lesbiche?”.
Lo dissi un po’ duramente.
“assolutamente nulla, le esperienze che ho avuto sono state piacevoli”.
“le rifaresti?”.
“non posso risponderti a questa domanda, non perché non lo voglia, ma perché veramente non lo so, non ho più avuto occasione di trovarmi in quelle situazioni, ero concentrata sui ragazzi, un pianeta ancora inesplorato e nuovo per me e poi non vorrei combinare un guaio con la risposta”.
“ma se ti trovassi in una situazione un po’ particolare?”
“come noi due in questo momento?”
Questa volta mi ha completamente spiazzata,sinceramente non sapevo cosa dire.
Ci pensò lei a rispondere.
Si fermò,mi si pose di fronte e incollò le labbra alle mie, alla faccia della ragazzina,quando si staccò ero senza fiato.
“ti basta come risposta?”
“direi che è piu che esauriente”.
“però sia chiaro,non sono lesbica,mi piacerebbe farlo con te questo si”.
Solo in quel momento mi resi conto che eravamo nel guirdino dell’hotel,mi guardai preoccupata attorno.
“tranquilla siamo in un posto da cui nessuno puo vederci, altrimenti non lo avrei fatto”
“meno male, peccato non poter stare assieme questa sera”
“tranquilla,non avremmo potuto farlo,ho finito il mio incarico,nel pomeriggio ho l’aereo che mi riporterà a casa”
La guardai dolcemente negli occhi.
“veramente lo faresti con me?”
“te l’ho detto,si,si”
“al diavolo il caffè,vieni con me”
La presi per mano e in qualche modo la obbligai a seguirmi.
“non mi vuoi dire dove andiamo?”
“mi è venuta una impellente voglia di fare una doccia,a te no?”
La sentii ridere allegramente.
“solo una doccia?”
Fui io a ridere.
Arrivammo nella mia camera.
“hai detto che hai il volo nel tardo pomeriggio?”
“si alle 18”
“abbiamo tempo”
“a fare cosa?”
“la doccia cosa credi?”
Questa volta ridemmo tutti e due.
“dai spogliamoci”
Due minuti dopo tutti gli indumenti erano sul letto.
“vieni andiamo nella doccia”
“tutte e due assieme?”
“certo, altrimenti che gusto c’è e poi è bella spaziosa”
Aveva stampata sul viso una tale espressione di ingenua astuzia che ne fui commossa.
“hai qualcosa in contrario a fare questo passo,sei ancora in tempo a tirarti indietro”
Non disse nulla,mi prese la mano ed entrammo”
“Giuro che non aprirò bocca”
“su questo ho i miei dubbi”
Fu così che un altro tassello si aggiunse alla costruzione del nostro mondo privato, un tassello relativo ad una crescente, seppur momentanea rispettosa, confidenza.
Entrambe nude, a stretto contatto nella spaziosa cabina, la inondai di gel che trasformai in candida e profumata schiuma usando le mani, al posto del guanto di spugna,a dir la verità, avevo tentato di utilizzarlo.
“Le tue mani sono più gentili di un qualunque guanto e la mia pelle è molto morbida e sensibile”.
Rimase in assoluto silenzio, non rise, non si dimenò, non gemette neppure quando passai a lavarle il sesso, nascosto dalla schiuma.
Forse non le facevo solletico, ma certo qualche cosa doveva essere che le provocava lunghi brividi che le facevano tremare cosce e ventre sotto le mani accarezzanti.
Quando abbandonai l’inguine chiese con un filo di voce.
“Sei sicura, che lì sia ben pulita?”
“Sicura al cento per cento no; diciamo che ci sono buone probabilità che lo sia, perché? non ti sente ben pulita?”
“Non lo so, mi pare che un altro lavaggio non potrebbe fare danni, che ne dici?”
“Nessun danno, risposi, solo del bene…”
Poi mi accosciai di fronte a lei, sciacquai la vecchia schiuma e le scoprii il sesso; era roseo, più scuro sull’esterno delle piccole labbra lievemente socchiuse e di un rosa delicatissimo all’interno, con il clitoride in mezza erezione e l’imboccatura della vagina che si intravvedeva appena in basso fra le labbra.
“Vediamo un poco,come è venuta questa pulizia”
Stefania d’istinto allargo ancora le cosce, abbassandosi un poco.
Le sfiorai le labbra scostandole con le dita e questa volta gemette e si appoggiò con la schiena al cristallo della cabina.
Feci finta di nulla e proseguii con l’esplorazione; ispezionai il solco fra piccole e grandi labbra, ispezionai a fondo il vestibolo vaginale, mi soffermai sul buchino, in bella evidenza su una deliziosa minuscola collinetta, con il proprio canale in vista per un breve tratto e che sprofondava poi nel ventre. Infine mi occupai del clitoride che frattanto era ancora cresciuto in dimensioni ed erezione.
Tentai di afferrarlo per esaminarne il punto da cui nascono le piccole labbra, ma quello mi scivolava fra le dita. ogni volta che lo riafferravo era un gemito,
Il gioco durò una manciata di secondi, non più di un minuto, poi la udii gemere.
“mi stai uccidendo di piacere…”
Non risposi, che potevo dire?
Tornai per l’ennesima volta al clitoride e questa volta non mi sfuggì più.
Un lieve movimento di masturbazione sul prepuzio portò alla fuoriuscita del piccolo glande rosso e, quando pensavo di praticare un gentile ditalino, esplose nell’orgasmo con un grido improvviso, chiudendo le cosce e barcollando pericolosamente.
In un attimo le fui accanto e l’abbracciai per sorreggerla; mi si abbarbicò ansimante e rimase così fino a quando il respiro si calmò, per poi dirmi
“Grazie, ora sono tranquilla, ero così agitata”.
“non ne hai nessun motivo e fra poco te lo dimostrerò”
“che cosa devi dimostrarmi ancora”
“porta pazienza,rivestiamoci che purtroppo ho parecchie cose da fare”
“aspetta,a parte che ti sono debitrice di una fantastico orgasmo,cosa pensi di me dopo che ho accettato l’invito per niente velato di fare la doccia assieme?”
“se fossi la ipotetica direttrice,prenderei in seria considerazione la tua domanda di assunzione”
“peccato che tu non lo sia,ma non importa è stato bello baciarti e chissà non ci si possa reincontrare”.
“ti chiedo scusa per quello che ho pensato, ma vederti entrare mi ha fatto pensare”.
“a proposito,nella sauna, c’era quella persona un po’ matura per me,ma nel complesso piacevole,se non te ne fossi accorta, si stava masturbando guardandoti”..
“me ne ero accorta”.
Presi mentalmente nota che un giorno le avrei detto della mia passione.
“quando me ne andai, sono riuscitai a vedere che aveva il pene in erezione e che bel pene, per merito tuo, immagino”.
“non pensi che fosse anche merito tuo?”.
“ci ho sperato,ma aveva occhi solo per te,si vede che non gli interessava la ragazzina”
“mi stai dando della vecchia?”
“lungi da me l’idea,vuoi una dimostrazione?”
“meglio di no, ritornando all’ospite della sauna,a dir la verità non era male, deve essere un vero stallone”.
“cavolo ho avuto lo stesso pensiero,vuoi vedere che siamo gemelle nel pensiero”
Risi di gusto a questa sua affermazione, un po’ per allentare la tensione, un po’ per ritornare al presente.
Cambiai completamente discorso.
Sparai alcune domande a bruciapelo.
Non volevo lasciarle il tempo di meditare su quello che le avevo chiesto e fatto riguardo al sesso.
“ora ti farò alcune domande e voglio tu mi risponda velocemente e senza pensarci troppo.
“spero di non dovermene pentire,comincia pure”
“saresti disposta a viaggiare?.
“certo”.
“lavorando alle diretta dipendenza di una persona?”.
“certo”.
“a volte senza orario di lavoro?”.
Non rispose.
“qualcosa in contrario a fermarti dopo l’orario?”.
“no, solo non capisco questo colloquio, mi sa che non siamo più nell’ipotetico, sembra un colloquio per una assunzione”..
Decisi di mettere le carte in tavola.
“sono Liliana Poggetti, la nuova direttrice”.
La vidi farsi seria, oserei dire impallidire.
“mi scusi”.
“cosa fai mi dai del lei?”.
“non sapevo chi fosse”.
“beh! ora che lo sai cosa cambia?”.
“lei è la mia superiore, forse la mia futura direttrice, almeno spero”.
“tranquilla lo sarò, tu sarai la mia nuova segretaria e pretendo mi dia del tu e chiamami Lilly”.
“un momento mi stai dicendo che sono assunta e sarò la tua segretaria personale?”.
“esatto,se non hai qualcosa in contrario?”.
“scherzi ne sono felice e per quanto riguarda la domanda sull’orario, finché non te ne andrai tu, non me ne andrò nemmeno io”..
“non pretendo tanto, cmq grazie per la tua disponibilità”..
Arrivammo al bar.
Bevvi il caffè in silenzio.
Occhi negli occhi.
Potevo leggere i suoi pensieri.
“non preoccuparti, non ti accarezzerò il sedere, al massimo te lo palperò ben bene, a proposito è molto bello”.
Dopodiché risi di gusto a vedere il suo viso farsi perplesso, interrogativo,sorpreso.
“tranquilla Stefania stavo scherzando a parte, l’apprezzamento”.
La vidi rilassarsi, il viso riprendere colorito.
L’abbracciai.
“scusami non dovevo imbarazzarti in questo modo, sono imperdonabile”.
“nessun imbarazzo, solo tanta sorpresa, non mi è mai accaduta una cosa del genere, cmq sono a tua disposizione”.
“completamente?”.
“si,giorno e notte,se c’è ne fosse bisogno,saró a sua..scusa, tua completa ..disposizione…”
Non capii quella parola finale, non riuscivo a capirne il significato.
Lasciai perdere.
“bene ti aspetto lunedì 15 settembre, fino a quel giorno sono ancora fuori sede, domani telefonerò all’ufficio del personale, saranno loro a comunicartelo ufficialmente, che altro dire, benvenuta a bordo e ricordati non voglio il “lei””.
“scusa Lilly,posso farti una domanda?
“certo”
“hai deciso di assumermi per il bacio,per la doccia o per la mia disponibilità?”
Feci una risata veramente sonora,tanto che in parecchi si girarono a guardare.
“perchè questa risata alla mia domanda,era cosi ridicola?”
Mi avvicinai e le sussurrai in un orecchio.
“Stefania, ho fatto la stessa domanda alla direttrice che mi ha assunta,la quale qualche giorno prima mi aveva palpato il sedere.ah.dimenticavo, con lei abbiamo fatto parecchio sesso,sempre disposta ad accettare il posto?”
“ non vedo l’ora di iniziare ed imparare tutto da te, e grazie, spero di essere degna della fiducia”.
“al diavolo voglio cominciare a fidarmi di te,questa sera, cena e sesso con l’uomo della sauna”.
“non ne sono sorpresa,l’ho immaginavo da come lo guardavi,avrei giurato che appena uscita sarebbe successo qualcosa”
“e infatti è accaduto,purtroppo è entrata una coppia e abbiamo dovuto smettere,per cui ci siamo dati appuntamento per questa sera/notte”
“grazie della confidenza,però mi chiedo cosa penserai di me?”
“se è per questo pure tu chissà cosa penserai di me,concedermi ad uno sconosciuto”
“sono felice per te e buon divertimento”
“buon viaggio di ritorno a arrivederci a presto”
“aspetta,ancora una cosa,mi piacciono le passere non depilate”
“nessun problema,lo faccio solo se devo mettere il tanga”
La riabbracciai e mi allontanai sorridendo dentro di me.
Cavolo che mezza giornata.
Avevo fatto sesso con un uomo, avevo trovato la mia segretaria personale e c’era ancora la serata. ma soprattutto la notte con Rainer-
Si avevo motivo di essere allegra.
Ero ritornata da essere me stessa.
Il resto del pomeriggio passò velocemente
Mi preparai per la serata, indossai la mia amata mini, una camicetta e un paio di sandali, fermi, avevo pure le mutandine, il reggiseno, ancora non sapevo cosa fosse.
Come eravamo d’accordo ci incontrammo fuori dal complesso.
Aveva preso a noleggio una macchina e devo dire che non si è risparmiato, voleva fare colpo sulla ragazza.
Mi portò a cenare in un locale in riva al mare, molto romantico e tranquillo.
Si mangiava veramente bene, ne presi nota, avevo amici che andavano pazzi per locali del genere.
Rainer fu veramente fantastico, mi fece sentire bene, mi trattò da donna e amica.
Finita la cena, mi guardò negli occhi.
“sempre d’accordo sul dopo cena?”.
“non sarei venuta altrimenti, voglio vedere quello che sai fare”.
Diavolo, ma dove ho trovato il coraggio di parlare in quel modo.
“ehi!, padroncina, mi sa che quei bicchieri di Cannanau ti hanno fatto perdere i freni inibitori”
Fu la voce del mio cavaliere a riportarmi alla realtà.
“ho prenotato uno chalet in un hotel qui vicino”.
“bene possiamo andare”.
“ci vollero pochi minuti ad arrivare.
“vado a prendere la chiave”
“ma non ci vogliono i documenti?”.
“mi sono già registrato”
Qualche minuto dopo eravamo davanti alla porta dello chalet, mi ricordava la trasferta con Claudia ad Olbia).
“aspetta”.
Mi prese in braccio e mi portò all’interno.
Proprio un antico cavaliere.
Mi appoggiò a terra.
Si avvicinò, con molta dolcezza cominciò a baciarmi.
Fu molto dolce.
Adoravo sentire le sue labbra sulle mie.
La lingua scivolare tra le labbra.
Le mani scorrere sul corpo.
L’eccitazione che aumentava sempre più.
I capezzoli si inturgidivano e spingevano contro la camicetta per farsi toccare ed accarezzare.
Riuscimmo a spogliarci tra un bacio e l’altro.
Era nudo davanti a me, alla luce della luna che filtrava attraverso la finestra, sembrava una statua di alabastro.
Iniziai a toccarlo, adagio, senza fretta.
Le mani scorrevano sulla pelle, morbida e caldissima.
Poco dopo mi sdraiai sul letto.
Occhi negli occhi.
Immediatamente si gettò su di me..
Scese con le labbra sul collo e sui seni gonfi di desiderio, i capezzoli eretti.
Li prese in bocca, li succhiò avidamente.
Mi accarezzò ovunque, fino a quando, aprii le cosce in un invito inconscio ed inequivocabile.
Il suo tocco, le sue attenzioni, si riversarono sulla calda femminilità.
Mi esplorò lentamente, tra le pieghe.
Ero bagnata,. anzi zuppa di umori.
Le dita scorrevano facilmente tra le labbra gonfie e affamate.
Mentre mi baciava, stimolava la clitoride.
Sentendo il piacere aumentare, emisi un gemito, che mi fece inarcare verso la sua mano.
In quel momento mi penetrò con un dito.
Mi sentii frugare dentro.
Questo mi portò ad allargare ulteriormente le gambe, permettendo alla mano un movimento più ampio e piacevole.
Gemevo.
Lo incitavo.
Inarcavo il bacino e lo muovevo ritmicamente verso la mano.
Iniziai ad accarezzarlo, soffermandomi sul petto leggermente peloso, sul ventre piatto, serico, fremente.
Infine sul suo magnifico sesso eretto, era caldissimo, con il glande arrossato, ne ero affascinata.
Lo toccai per tutta la lunghezza.
Lo circondai con la mano e ne assaporai la forza, la durezza, l’incredibile sensibilità.
Iniziai un lento movimento di su e giù.
Lo sentivo ansimare.
Lo guardai, aveva gli occhi chiusi., il capo reclinato all’indietro, godeva di quello che, io, ragazza, gli stavo facendo.
Le carezze si fecero più insistenti, il corpo cominciò a fremere sotto le mie mani.
Non mi ci volle molto a capire che voleva molto di più.
Ma cosa voleva, mi starete chiedendo?
“ehi!, sono stanca di aspettare, fallo entrare, che lo brami pure tu”
Aveva ragione lei, non vedevo l’ora di sentirlo dentro di me.
Si staccò da me.
Mi salì sopra.
Con un solo colpo mi penetrò.
Fu fantastico.
Sembrava mi avesse letto nel pensiero.
Si lo desideravo, lo volevo dentro di me.
Tutto fino ai testicoli.
Rimase piantato saldamente dentro, fermo, immobile.
Dio quanto mi mancava quel fantastico organo.
Ero abbondantemente lubrificata, scorreva senza alcun problema
Lo sentivo entrare profondamente in me.
Poco dopo lo incitai, con un lungo gemito, ad aumentare il ritmo.
Diventò, forte, veloce, irruente.
I colpi si susseguivano.
Godevo sempre di più ad ogni suo affondo.
Il sesso mi riempiva totalmente.
Ne sentivo e godevo ogni centimetro.
Ci furono pochi affondi, infine, con un movimento veloce, si ritrasse ed eiaculò sul ventre.
Lo guardai stupita che avesse già finito.
Non avevo sentito i fremiti del mattino, l’orgasmo farsi strada nel mio corpo.
Volevo godere pure io.
lo guardai negli occhi.
Non servirono parole.
Vide il mio volto cupo.
“scusami, non c’è l’ho fatta a trattenermi”
Si chinò sul di me, inginocchiandosi tra le gambe.
Iniziò a leccarmi.
Dapprima timidamente, con la punta della lingua che sfiorava la clitoride.
Poi sempre più sicuro si spinse a leccarmi a lingua aperta, per essere più veloce..
Scostò le grandi labbra per poter torturare la clitoride
Mi penetrò prima con un dito poi con due.
Chiusi gli occhi.
Mi abbandonai al suo tocco.
Mi concentrai sul piacere che stavo provavo, sempre più forte ed intenso, che cresceva ad ogni leccata.
Iniziai a gemere senza ritegno.
Aumentò il ritmo.
Le dita si muovevano frenetiche, dentro il sesso bagnato, assetato di piacere.
Venni, venni, venni.
Fu un orgasmo lungo, stupendo, le contrazioni vaginali stringevano le dita, le invitavano ad affondare ulteriormente nella vagina.
Per pochi secondi, minuti, ore, andai in paradiso, fu stupendo.
Ci addormentammo.
Mi sveglia per prima.
Scivolai fuori dal letto.
Feci una velocissima doccia.
Mi vestii il più silenziosamente possibile.
Scrissi un biglietto.
Una sola parola.
“GRAZIE”
Lo guardai per l’ultima volta.
Il suo viso era dolce, rilassato.
Avrei voluto dargli un bacio.
Non volevo si svegliasse.
Glielo inviai sulla punta delle dita.
Il sole doveva ancora sorgere quando uscii dallo chalet.
Ero felice, da molto non lo ero.
Allargai le braccia ed inviai un silenzioso urlo al cielo, un urlo di felicità.
Chiamai un taxi e ritornai all’hotel del congresso.
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