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La psicologa…

“Non sapevo cosa dire, l’unica cosa che mi venne da fare fu di toccare quell’enorme ammasso di carne, ciucciavo i suoi capezzoli duri come pietra e lei…”

Si chiamava Claudia e faceva la psicologa clinica, aveva uno studio in
centro.
A quel tempo soffrivo di attacchi di panico e mi consigliarono di andare da lei, specializzata in malattie psicosomatiche.
Chiamai per prendere un’appuntamento e mi rispose lei in persona. Aveva una voce molto sexy ma sopratutto da porca tipo quei telefoni che allietano le notti da maiali.
Presi l’appuntamento per il giorno dopo alle 18, mi recai puntuale e mi aprì una segretaria molto carina, mora con due tettone mai viste, ma questa è un’altra storia. Mi accomodai e dopo qualche minuto entrai nello studio. Mi apparve una visione molto molto positiva, una donna sui 40, mora, occhi molto belli chiari e sopratutto due labbra che mi facevano venire in mente strani giochetti.
Portava un taieur molto elegante che nascondevano due gambe molto carine, il tutto era condito con un seno che faceva fatica a stare nel vestito.
Mi accomodai sul lettino e mi fece subito delle domande alle quali risposi senza pensarci, era molto naturale per me, mi sentivo a mio agio.
Ad un certo punto parlammo di sesso, e le raccontai delle mie esperienze sin li vissute e sopratutto nei dettagli.
Il suo viso non faceva la minima impressione di vergogna o di altro, chissà quante ne sentiva al giorno di cose peccaminose.
Raccontandole del trans (vedi racconto precedente), la dottoressa vide che mi ero eccitato, la mia verga si era ingrossata ed ero visibilmente molto molto ingrifato.
Ad un certo punto mi disse “le tettone del trans erano come queste?” e con un gesto veloce mi fece vedere le sue enormi tettone, morbide al tatto e molto provocanti.
Non sapevo cosa dire, l’unica cosa che mi venne da fare fu di toccare quell’enorme ammasso di carne, ciucciavo i suoi capezzoli duri come pietra e lei ansimava.
Ad un certo punto si scostò e si alzò chiudendo la porta a chiave perchè non ci disturbasse nessuno, chiamò la segretaria e la congedò per la serata.

Fatto questo mi mise la lingua in bocca e iniziammo a slinguarci come due ragazzini in tenera età.
Toccavo ogni orifizio ed accarezzavo tutte quelle belle forme che ispiravano solo che sesso.
La presi in tutte le posizioni, ormai esausti per il grande piacere mi disse “adesso spaccami il culo porco pervertito, fai come hai fatto con quel trans” a richiesta obbedii prendendola alla pecorina e stantiffarla come mai avevo fatto in vita mia.
Ansimava come una vacca e mi diceva “questo aspetto è quello che preferisco del mio lavoro, farmi rompere il culo dai miei pazienti”.
Era una psico-anal-isi, adesso capisco il significato…
Scherzi a parte è stata una grande chiavata con la psicologa e la storia durò circa sei mesi, ovviamente andai da un’altro per le sedute, ma quelle che preferivo erano da lei, Claudia la psico.anal-ista.

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Lui & Lei

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