“Sentii parecchio dolore ma nello stesso tempo mi sentivo intimamente bagnata…”
Avevo trascorso la mia adolescenza in un collegio svizzero dove saltuariamente veniva
mio padre a farmi visita . In casa ci andavo pochissime volte all’anno e in occasione delle feste più importanti. Avevo perso la mamma quando ero piccola e mio padre dopo qualche anno incontrò un’avvenente donna che in seguito sposò. Rimasi in collegio fino alla maggiore età e terminai là i miei studi liceali. Volevo continuare gli studi universitari ma le cose nella mia vita cambiarono improvvisamente.
Mio padre si ammalò e in seguito rimasi sola con la mia matrigna, che graziandomi di farmi rimanere in casa con lei decise che era giunto il momento del mio debutto in società e trovarmi un lavoro.
Ero e sono tutt’ora una ragazza molto semplice, timida e remissiva, dal carattere molto docile e sottomesso.
Il rapporto con la mia matrigna non era del tutto roseo e gli alterchi erano frequenti e giornalieri. Lei gestiva tutto e decideva il da farsi anche per me che vivevo nella stessa casa.
Aveva parecchie amicizie soprattutto maschili, a volte qualcuno dei suoi amici si fermava a dormire. Se devo definirla direi una donna senza tabù.
Un giorno, dopo varie discussioni, mi disse che sarebbe venuto in casa un suo intimo amico medico. Voleva che facessi una visita medica per un controllo generale. A essere sincera mi sono ribellata inizialmente perché stavo bene di salute ma lei molto caparbiamente me lo impose.
Il dottore si presentò alle 17,00 in punto e in mano aveva una valigetta.
La mia matrigna lo fece accomodare in salotto e mi chiamò. Arrivai con il cuore palpitante e impacciata mi presentai in stanza con un soffocato buonasera. Venni presa per mano dalla matrigna che mi portò proprio davanti a lui e stringendomi forte alle spalle mi raccomandò di fare tutto ciò che il dottore mi avrebbe chiesto.
Lei ci lasciò soli. Era un uomo dai capelli brizzolati e gli occhi di ghiaccio. Un uomo non giovanissimo, forse sulla cinquantina di età. Sentivo i suoi occhi sul mio corpo, mi scrutava come fossi un animale raro facendomi girare lentamente su me stessa fino a quando mi ordinò di sedermi accanto a lui. Mi fece qualche domanda.
Lui conosceva già il mio nome e questo mi fece capire che la mia matrigna aveva precedentemente parlato di me con lui. Era venuto per visitarmi e quindi dovevo togliermi i vestiti. Mi sentii morire, non mi ero mai denudata completamente davanti a un uomo. Mi sentivo le gambe pesanti, ero come paralizzata ma dovetti eseguire anche se a malincuore. Lui seduto in poltrona guardava tutti i miei gesti senza pronunciarsi fino a quando mi ordinò di avvicinarmi a lui e mettermi dinnanzi con le gambe divaricate e le braccia alte dietro la nuca. Ho un seno abbastanza prosperoso e mettendomi in quella posizione le mie tette si sollevarono spingendosi in avanti. Sentii le sue mani passare su ogni centimetro del mio corpo e affondare nelle parti intime. Credo che il mio viso fosse infuocato, mi sentivo a disagio e mi mancava perfino la saliva per deglutire.
Mi ispezionò a fondo iniziando dal mio viso. Le sue dita affondarono più volte nella mia bocca fino ad arrivare alla gola. Più volte mi provocò conati di vomito, mi obbligò ad allungare la lingua e leccare il suo indice…..succhiarlo anche con avidità. Mi introdusse in bocca un aggeggio di ferro che aderiva alle guance allacciandolo dietro la mia nuca in modo da dilatarmi la bocca e tenerla bloccata aperta e mi introdusse una pallina forse per non farmi eventualmente parlare. Devo dire che quest’aggeggio mi fece successivamente sbavare molto provocandomi una situazione di estremo disagio. Voleva che la visita si svolgesse nel più assoluto silenzio.
Passò a visitarmi i seni, me li sentii stringere e pizzicare. I capezzoli tirare fino a farmi emettere acuti gemiti ……..decise perfino di pinzarli con dei freddi morsetti che teneva in valigetta. Sentii parecchio dolore ma nello stesso tempo mi sentivo intimamente bagnata. Era come una eccitazione inspiegabile per me, mai mi era successa una cosa simile, più mi tirava i capezzoli e mi faceva sentire umiliata e più io mi bagnavo. Lui si accorse di questa mia condizione e la cosa lo intrigò parecchio spostandosi presto all’esplorazione della mia fighetta e del mio culetto. Ero arrivata vergine alla maggiore età e ancora conservavo quello stato non avendo mai incontrato la persona dei miei sogni. Nell’esplorare si accorse e questa cosa lo mandò in estasi. Con la forza delle sue mani mi ritrovai piegata a 4 zampe sul tavolino del salotto, con le gambe divaricate e il viso e le spalle appoggiate giù in modo che sia la fighetta che le chiappe rimanevano alte e ben esposte alla sua vista, alle sue mani e ai suoi strumenti.
Mi sentii aprire le chiappe, le sue mani tiravano che sembrava volessero squarciarmi la pelle mentre sentivo le sue dita conficcarsi nel mio ano e aprirlo… dilatarlo…volevo gridare, ma non ci riuscivo e quindi mugolavo forte come un cane che guaisce sotto i colpi di una punizione. Lui non parlava, eseguiva le sue voglie incurante del mio dolore.
In quell’occasione persi se si può dire la mia verginità anale, lui di colpo conficcò fino al mio intestito il suo cazzo esageratamente dotato e mi stantuffò a lungo.
continua…….
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