La temperatura della notte è quasi caldaā
Eā questo quello a cui penso mentre guardo le mie unghie smaltate e faccio girare la chiave nella serratura del mio appartamento romano poco distante da via del Tritone. La redazione del Messaggero ha chiuso da pocoā forse qualcuno è addirittura rimasto in ufficio ma io noā dopo le due del mattino ho difficoltĆ a mantenere qualsiasi tipo di rapporto umano, è come se una sorta di misantropia si attaccasse ai miei nervi tendendoli fino allo spasmoā
Chiudo la porta e il mondo fuoriā non accendo nemmeno la luce; mi lascio guidare dalle forme degli oggetti appena illuminate dai neon della strada che entrano dalla grande vetrata del salone. Appoggio malamente la giacca sulla poltrona in finta pelle, la borsa con la macchina fotografica sul comò laccato di blu.
Accendo lo stereo sfiorando il tasto con un ditoā Chet Baker invade la stanza, denso, corposo, fluidoā mi siedo sulla poltrona, gemella dellāaltra, e distendo le gambe, avvolte da un collant madreperlato leggero. Roma è trenta metri sotto di me, splendida costellazione del firmamento terrestreā mille occhi illuminati che spiano la mia solitudine.
Accendo una sigaretta, aspiro un paio di volteā due boccate lunghe, intense poi la appoggio nel posacenere dāosso di fianco a me sul tavolino, tra un libro di Whitman e una abat-jour inizio secolo. Guardo il fumo denso uscire dalla mia bocca e mischiarsi con le note di Baker creando un effetto da locale Jazz della New York anni ā30.
Fuori la cittĆ sembra immobile, in attesa di qualcosa nella notte quasi estivaā immobile e sospesaāsolo il rumore del traffico, sordo come un vuoto del cuore tra un battito e lāaltro.
Prendo la mia Minolta dalla saccaā vi è ancora collegato il teleobbiettivo che ho utilizzato per il servizio a Montecitorioā āNon ti lasciano mai avvicinare abbastanzaā pensoā Appoggio lāocchio al mirino, istintivamenteā metto a fuocoā mi accorgo che la cittĆ vive, si muove, respira, dilatandosi e restringendosi velocemente come il corpo di un animale feritoā
Il teleobbiettivo avvicina le cose, almeno visivamenteāla stradaā le auto parcheggiateā la pizzeriaā un uomo a passeggio con il caneā un lampioneā Poi più in altoā i terrazzi del palazzo davantiā le finestre.. le tendine comprate allāIkeaāqualche figura sfuggente dietro di esseā e la cosa che mi piace è che tutta la scena ha il sapore retrò di quei filmati anni ā20 in cui, da dovunque fosse ripresa la scena, il rumore era sempre lo stesso: quella specie di ronzio della telecamera; nessuna voce, niente musica, soltanto la telecamera a fare da sottofondo alle sceneā qualunque esse fossero.
Nel mio caso, il suono del traffico è un ottimo sostitutoāsoltanto un colpo di clacson lontano o una sirena a rompere lo schema monotono del rumore membranoso dei motori delle auto.
E intanto osservo il mondo che vive a distanzaā silenziosoā
Nellāappartamento di fronte al mio un uomo sui quaranta sta guardando la televisione; scorgo la sua canottiera bianca appiccicata ad una poltrona di pelle rossaā piccole gocce di sudore sulle sue spalleā una birra appoggiata ad un tavolino di vetro. La Tv sta mandando video, uno Stevie Wonder giovanissimo ciondola la testa suonando un pianoforte a mezza coda biancoā
Cambio canale spostando lāobbiettivo un poco a sinistraā nellāappartamento accantoā
Buioā
Nellāappartamento sopra una coppia sta discutendo animatamente in camera da letto. Lei indossa una vestaglia leggera, è bionda di un biondo cenere, lui ha una maglietta con su scritto āPanarea Estate 1981ā³ā.calvo. Avranno entrambi passato i quarantacinqueā lei ogni tanto la incontro al Supermarket sotto casa ma non è una conoscenzaā giusto un cenno del capo quando ci si incontraāun sorriso di circostanza. Agitano entrambi le maniā gesticolano e parlano nello stesso momento con i volti tesiā arrossatiā cerco di comprendere il motivo del litigio sul movimento delle labbraā forse qualcosa che ha a che fare con il bereāo una cosa del genereā troppo banale per fermare la mia attenzione.
Poi ancora sopraā allāultimo piano.
Nel salotto di un appartamento arredato Hi-Tech un giovane ragazzo, forse venticinque anni forse qualcuno di più, sta girando nervosamente a piedi scalzi intorno ad un tavolo basso circondato da cuscini. Sembra uno di quei tavoli giapponesiā quelli che per mangiarci ti devi sedere per terraā sui cuscini appuntoā Le pareti sono di un bianco agghiaccianteāche abbaglia la vista. Su una di queste pareti è appesa una stampa di Miròā il ragazzo si fermaā la guarda torcendosi le maniā una nellāaltra. Sembra preoccupatoā o in attesa di qualcuno; è chiaro che ha la mente altrove. Veste un paio di pantaloni di lino rossi, leggeri che cascano a sigaretta sulla bella forma dei suoi piediā è a dorso nudo, praticamente glabroā un fisico scolpito, ben fatto. Si passa una mano tra i capelli chiariā torna a girare intorno al tavolo giapponese. Poi si ferma davanti alla finestraā sembra che mi stia guardando anche se non può vedermiā Resta lƬā immobileā in attesa.
Poi si volta, va verso la porta, si aggiusta i capelli davanti ad uno specchio senza corniceā minimale. Dal pianerottolo sbuca una ragazzaā ha gli occhi arrossati dal pianto; lui le passa una mano sui fianchi e la trascina in casa. Si abbraccianoā trattengo una smorfia quando vedo le mani di lei che accarezzano la schiena del ragazzoā tremanti partendo dalle spalle fino ai fianchiā
Invidiaā
Lei si toglie il soprabito leggero e lo appoggia con grazia su un mobile bianco con le finiture in alluminio sabbiato.
Lui sorride, sembra più rilassatoā fa sedere la ragazza su uno dei cuscini sul parquet poi sparisce da una porta, fuori dalla mia visuale.
Metto a fuoco lāobbiettivoā con curaā piano americano sulla ragazzaā
Ha i capelli rossiā lisci e gli cadono sulle spalleāordinatiā il trucco è appena visibile e ormai sbavato dal pianto ma trovo che cosƬ sia più affascinanteāpiù in sintonia con il resto della casa. Ha una ventina dāanni e gli occhi grandi e neri, il nasino appena tratteggiato sul viso, la bocca piccolaā carnosaā āUn viso dolceā pensoā qualcosa che potrebbe ricordare le attrici francesi degli anni ā70.
Indossa un top di cotone nero intrecciato, che le lascia nude le spalle e le braccia bruneā un seno piccolo, chiaramente acerbo, ma ben fatto che segue ritmicamente il suo respiro. Spinta da un desiderio quasi voyeristico faccio scendere lāobbiettivo sul corpo di leiā il top nero termina poco sopra le anche lasciando scoperta una porzione di ventreā abbellito da un anellino attaccato allāombelicoā La sua posizione a gambe incrociate lascia spuntare, dai pantaloni di tela rosa, un perizoma bianco.
Mi trovo eccitata davanti al corpo di leiā lo riconosco dal calore che pianoā lentamente mi ha invasaā qualcosa simile ai brividi della febbreā Poso la Minolta sulla poltronaā e sfilo i collant da sotto la gonna del Tailleur lasciandoli poi distrattamente accartocciati a terra.
Senza lāobbiettivo la ragazza è soltanto un puntino in contrasto con la piccola luce bianca della grande finestraā poi i puntini tornano ad essere dueā rinfrescata dallāaria della notte torno alla macchina fotografica.
Il ragazzo è tornato in stanzaā è avvolto in un accappatoio azzurro oraā
In piedi dietro di lei, ancora seduta a gambe incrociate, le massaggia le spalleāle mani nascoste dai capelli rossi; lascia scivolare le spalline del top lungo le braccia continuando ad accarezzarlaā ora sembra con più forza. In un attimo la ragazza è a seno scoperto e le forti mani di lui lo accarezzanoā dita esperte stuzzicano i suoi capezzoli chiariā lei si abbandona chiudendo gli occhi e appoggiando la nuca sulle gambe di luiā
Accavallo una gamba su un poggia braccio della mia poltronaā sento il raso della mia sottoveste strusciare sulle gambe e salire fino a lasciarmi scoperta allāaltezza delle cosceā
Il ragazzo ha sciolto lāaccappatoio ed ora è dietro di leiā si vede benissimo la sua eccitazioneā la ragazza davanti a luiāsedutaā alza le braccia cercando il sesso di luiā prima sfiorandogli le gambe, trovandolo poi poco sopra la sua testa. Lo accarezza ad occhi chiusi con entrambe le maniā in maniera delicataā come chi ha paura di rompere un oggetto delicatoā poi si voltaāverso di luiā
Stacco lāocchio dallāobbiettivo; sto violando lāintimitĆ di una coppia e non mi piace anche se la cosa mi eccitaā āDovrebbero chiudere le tendeā pensoā āIn fondo se non si preoccupano loroā e poi magari lo fanno appostaā magari sperano che ci sia davvero qualcuno a guardarli’ā
Scuseā nemmeno mi accorgo che in quel breve istante la mia mano è scesa ad accarezzare lāinterno delle cosceā ritraggo la mano.
Incollo ancora il mio occhio al mirino della macchinaā ora lui è disteso a terra sui cusciniā lei si è tolta i pantaloni rosa ed è rimasta con il perizoma e il top accartocciato poco sopra la vitaā non riesco a vedere la scena direttamente perchĆ© lei si è messa chinata sopra di lui ā a carponiā ma si intuisce dal movimento della testa che lo sta masturbando con la boccaā Nel quadrante della mia macchina riesco a vedere la parte bassa della ragazzaā le sue gambe piegate ed uniteā le ginocchia appoggiate al pavimentoā i piedini piccoli, āUn trentaseiā pensoā i muscoli dei suoi glutei separati dal cotone bianco del perizoma che si contraggono a ritmo con lāoscillazione della testaā
Poi la vedo divaricare leggermente le gambeā una mano piccola, con le unghie smaltate di azzurro spunta tra le sue cosce a cercare la fessura del suo sessoā scosta la striscia di cotone bianco mostrando al mio obbiettivo due giovani labbra perfettamente depilateā
La ragazza fa scorrere il suo dito medioālentamenteā delicatamente tra le grandi labbra penetrandosi dolcemente a tratti. Tra le sue gambe riesco a scorgere il movimento della sua bocca spalancata sul sesso di lui.
Quando lui posa le mani sulla sua testa capisco che è prontoā la spinge in basso e le lascia giusto il tempo di rialzarsi un poco per poi spingerla nuovamente in fondoā Anche il movimento delle sue dita è più veloceā ora spinge con forza dentro di se il dito medio, inarcando la schienaā rifiutando di trattenere gli spasmi dellāorgasmo che la colgono quasi con violenza.
Quando lui si alza sparisce quasi immediatamente dalla scena e lei sembra si accasci sui cusciniā sfinitaā una figura bruna vestita di un top malmesso e un perizoma bianco che la fascia in maniera ormai scompostaā
Chiudo gli occhi per qualche minutoā un sipario calato su una scena che forse era dāamore o forse di sesso e basta. Quando torno a spiare verso lāappartamento lei è ancora lƬā distesaā immobileā forse dorme pensoā lui è appena uscito. Lo colgo con lāobbiettivo qualche secondo dopo in strada salire su una Mercedes Blu ed allontanarsi con uno stridio di pneumatici per mischiarsi con il traffico della notte pochi isolati dopoā
Ritrovo lei alla finestra, avvolta con un piccolo plaid leggeroā guarda Roma sotto di lei ma con unāespressione triste mentre due piccole lacrime le rigano il voltoā
Fuori resta la luce al neon a confinare la notte fuori dalle vetrate.
Visualizzazioni:
167


