L’invidia. cap 4 di 4 (epilogo)

“Invece no, donna Ersilia si era dimostrata più donna di polso che moglie affranta; aveva preso lei direttamente contatti con tutti, anche con noi, …”

Vale la premessa al capitolo 1

L’INVIDIA – capitolo 4 (epilogo)

Non la trascorsi affatto bene il resto della notte che passai in stato di confuso dormiveglia durante il quale i pochi pensieri lucidi ed i molti sogni ed incubi si accavallarono. Nei momenti di veglia non distinguevo più quali erano gli episodi sognati e quali i ricordi degli episodi vissuti realmente.
Tra i tanti incubi c’era anche quello in cui io e Denuc avevamo già fatto sesso insieme ma non era chiaro come, quando, dove e in che maniera. Succedeva solo che tutti volevano giustificazioni del perché lo avevano fatto. Nel sogno-immaginazione Agostina e Mirella gridavano allo scandalo, Fabio ed Andrea ridevano divertiti, Mario minacciava me e Denuc di licenziamento, noi vigliaccamente lo ricattavamo dicendogli che sapevamo della stanza degli specchi e di quello che vi succedeva.
Solo Luigi Zema, il “padrone” anche nel sogno era come nella realtà: c’era ma stava a sentire ed osservare con apparente distacco e con quell’espressione autorevole che sembrava voler ricordare a tutti che comunque l’ultima decisione l’avrebbe presa lui, senza lasciar trapelare che tipo i decisione avrebbe preso e, nel dormiveglia non era chiaro neppure sul cosa avesse dovuto decidere.
Ho però anche sognato di trovarmi anche io nella sala degli specchi in compagnia di alcune belle donne, vestite da conigliette di Playboy memoria. Peccato che non ricordo con chiarezza cosa ho sognato di fare con queste “conigliette”, molto vagamente ricordo che ero solo in mezzo a quattro ragazze e per effetto dei riflessi degli specchi sembravamo tanti in tanti raggruppamenti, addirittura un gruppo volteggiava sospeso nell’aria (era l’effetto del riflesso proveniente dallo specchio a soffitto). Quelle ragazze mi toccavano le cosce e le braccia, le palle e le spalle, mi baciavano su tutto il corpo, dalla bocca, alla fronte, ai pettorali e persino sull’uccello. Poi però quando nel sogno aprivo gli occhi a fare tutte queste cose non trovavo più le conigliette ma la mascolina Agostina, la zoppa Mirella, la frigida Francesco e persino Denuc. Così il sogno diventava incubo e mi svegliavo. Però le mie erano state veglie in stato comunque confusionale.
Non saprei dire se i pensieri che ricordo di aver avuto nei momenti di lucida veglia, li ho veramente avuti coscientemente oppure ho sognato di averli e mi sembrano veri perché almeno questi li ricordo chiaramente.
Erano prevalentemente pensieri di invidia per Luigi Zema che ritenevo colpevole di essersi preso tutto, senza lasciarmi niente e si arrogava anche il diritto di decidere lui se condannarmi o assolvermi nel caso io avessi avuto un rapporto con Denuc.
Lui aveva avuto una moglie che dicevano essere bella (la donna Ersilia che non avevo mai vista) e disinibita al punto da accettare non solo di farsi filmare mentre faceva sesso, ma anche consenziente a far proiettare quelle scene filmate per degli ospiti di feste particolari.
Ho sognato anche di assistere anche io a quei filmini, nella cucina-soggiorno del nostro dormitorio, in compagnia dei miei amici-colleghi e delle donne del nostro rango (Agostina, Mirella e Francesca). Le scene del filmino non le ricordo con precisione ma non erano molto diverse da quelle visibili su youporn, invece,sempre nei sogni – incubi, vedendo quelle scene, io, Fabio ed Andrea ci scopavamo Agostina e Mirella mentre Denuc e Francesca ci criticavano disapprovando non so cosa e minacciandoci di fare chissà cosa contto di noi, riferendo tutto a Mario il quale avrebbe a sua volta riferito tutto al dottor Zema.
Di nuovo tornava come incubo questo Zema.
Questo Zema tanto invadente da tormentarmi anche nei sogni, quella notte l’ho odiato con tutte le mie forze. Nel sogno facevo ragionamenti lucidi e me la prendevo con il dottor Luigi Zema per molte cose. Una il fatto che aveva una moglie bella e disinibita; poi perché la moglie lo aveva lasciato ma lui si consolava spesso non con una ma con più donne per volta, tutte bellissime, affascinati, certamente disinibite al massimo. Io chi avevo? Una donna dall’aspetto mascolino come la Agostina, che aveva anche i baffi e un occhio strabico o Mirella, zoppa e sposata. E non erano neanche “mie” ma “roba in prestito (Mirella era sposata) da condividere” con i miei compagni e coabitanti nel dormitorio di villa Zema.
Zema forse avrebbe disapprovata l’omosessualità di Denuc e forse anche mia (non certa ma probabile) ma utilizzava a proprio comodo quella di Ada che faceva all’amore con le sue stesse donne, sotto lo sguardo del guardone Mario che filmava e non partecipava.
Lui aveva un palazzo solo per se, io ed i miei amici delle stanze simili a loculi ricavate nell’edificio che era stata stalla per cavalli un tempo. Lui non aveva bisogno di lavorare per avere soldi a palate, tanto da poter dare, si diceva, un sostanzioso assegno mensile alla moglie separata, scialacquare senza problemi che le numerose belle donne che portava al palazzo e concedersi un tenore di vita quasi da nababbo, invece io ed i miei tre amici avevamo dovuto lasciare ognuno i nostri paesi natii per poter lavorare e guadagnarci quella miseria che lui ci dava come salario a fronte delle nostre immani fatiche sui suoi terreni. Quali meriti aveva Luigi Zema per avere tanto e quali torti avevamo noi per non avere un cazzo?
Tranquilli, amici lettori, non sono idee con retropensieri politici, ma pensieri folli di una notte insonne. Al mattino quando volente o nolente, al sorgere del sole dovetti svegliarmi del tutto ed alzarmi per andare a lavorar come sempre, ero coscientemente convinto che il dottor Zema non aveva alcun torto, anzi, era un gran signore e non solo di soldi.
Con noi suoi dipendenti era sempre affabile, cortese, e tutt’altro che uno sfruttatore in quanto oltre che pagarci più di quanto previsto dai contratti di categoria ci pagava anche molto meglio di quanto pagavano altri possidenti della zona e ci passava l’alloggio come sovrappiù, gratuitamente.
Nulla di quanto avevo pensato o creduto di pensare durante la notte era veramente imputabile al dottor Luigi Zema. Probabilmente erano frutti del mio stato di agitazione per i dubbi che non volevo ammettere di avere sulla mia identità sessuale e di una inconscia invidia che provavo per tutti i ricchi, i belli, i più fortunati di me.
Appena ho sentito il rombare della sua Porche, al quale stava facendo scaldare il motore appena fuori del garage, sono istintivamente uscito fuori. Non per rivendicare diritti ma per il piacere di poterlo salutare , non per dovere, ma per il piacere di farlo: Il dottor Luigi Zema era davvero una gran brava persona, era colto, gentile, un vero signore.
Poi era iniziata la giornata di lavoro nei campi.
Verso le undici del mattino avvenne un fatto insolito: Mario venne nell’uliveto dove noi quattro salariati stavamo eseguendo lavori di potatura. Era venuto personalmente per dirci di sospendere i lavori e tornare alla villa: era successo qualcosa di veramente grave, di tragico, di irreparabile. Un incidente stradale.
Nel tardi pomeriggio tornò in villa da Milano persino donna Ersilia. Non la trovai così bella come me l’avevano descritta, non in raffronto alle gran gnocche che da anni frequentavano la villa. Aveva tracce di una passata bellezza ormai sfiorita, il biondo dei suoi capelli era un evidente risultato di una tintura fatta male, le sue curve abbondanti non erano proprio sexy, il suo truccco pesante le conferiva un aspetto volgare, più da maitresse dei casini di una volta che di una signora aristocratica. Si era decisamente volgare, ma di quella volgarità erotica, che finisce con l’eccitare e non con il disturbare i sensi. O meglio avrebbe potuto fare questo effetto se fosse stata un tantino più umana, se avesse cercato almeno di fingere un poco di dolore per la sciagura avvenuta al mattino.
Invece no, donna Ersilia si era dimostrata più donna di polso che moglie affranta; aveva preso lei direttamente contatti con tutti, anche con noi, impartendo ordini persino al parroco e parlando con autorevolezza persino al sindaco ed al comandante della locale caserma dei carabinieri. Tutto fu fatto come lei volle.
Il pomeriggio del giorno dopo il dottor Luigi Zema usciva dalla villa per l’ultima volta, da defunto, dentro una bara di noce posta su una carrozza funebre trainata da due pariglie di cavalli, preceduta dalla banda del paese e seguita da una folle innumerevole. Molte le signore con cappellini neri e velette, alcune apparentemente più affrante di donna Ersilia.
Che splendida carrozza funebre, che bei cavalli, quanta gente importante, quante signore eleganti, che omelia profonda disse il prete….
Chissà se quando morirò io ci sarà qualcuno ad accompagnarmi e se ci sarà almeno un comune carro funebre a portare la mia bara oppure….

….Ehi…ma che cazzo mi sta succedendo?
Ma che sto invidiando pure la morte al dottor Zema?
Invidia che tu sia maledetta in eterno
Non voglio mai più avere a che fare con te, maledetta Invidia. Io considererò tesori inestimabili e non consolazioni la strabica Agostina, la claudicante Mirella ed i miei tre grandi amici Andrea, Fabio e Denuc.
Agostina e Mirella sono abbastanza troie, Denuc ha dichiarato di essere gay, Andrea e Fabio sono due poveracci come me, eppure per me sono una ricchezza immensa, sono i miei tesori. Mi basta loro per non invidiare niente a nessuno, anzi…
Anzi credo di voler capire bene me stesso perché se davvero scoprissi di essere effettivamente anche io un poco o tutto gay, potrei davvero unirmi a Denuc. Ora pare che le coppie siano accettate, forse possono anche essere legalizzate, potremmo essere una bella coppia alla pari dei vari personaggi famosi come, niente meno, Elton Jhon.
In caso mi stia sbagliando sul mio orientamento sessuale e mi rendessi conto di essere etero credo che finalmente mi deciderò a chiedere ad Agostina se vuole sposarmi. In fondo ci sto pensando da parecchio tempo perché è l’unica donna per la quale provo davvero un sentimento affettivo.
E…se io e Denuc ed Agostina fossimo fatti per stare tutti e tre insieme?
Di legalizzare le coppie si parla abbastanza, dei trii un poco meno. Però sarebbe bello.
Cosa ho da invidiare ad altri quando ho questa ricchezza di prospettive davanti a me?
Va de retro Invidia. A te non ti voglio proprio.

^^^^^ fine ^^^^^^^

Mi aspetto critiche e fischi, possibilmente evitate gli insulti. Grazie

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Lui & Lei

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