“Trovai finalmente quello che cercavo: Stefano era un ragazzo giovane, educato, solare, che stava al suo posto e soprattutto di fuori città…”
Era da un po’ che l’idea mi solleticava. Alcuni anni fa, se
qualcuno mi avesse espresso il desiderio che io stesso, oggi, covo con ardore, gli avrei detto che era matto e avrei definito la situazione della sua coppia assolutamente disperata. Alla soglia dei 40 anni, gradualmente, qualcosa in me era cambiato. Forse il rivedere, in continuazione, i tradimenti e le mancanze di rispetto tra le coppie che si ritenevano affiatate, forse la voglia di esplorare il rapporto in profondità apparentemente inaudite, forse solo una pura e semplice perversione. Nutrivo il desiderio di vedere la mia dolce metà alle prese con altri cazzi. Non riuscivo a non pensarci ogni giorno ed il tema riecheggiava ogni volta che mi trovavo a masturbarmi, suscitandomi grande eccitazione. Non ho detto cazzi per caso, le persone che vi stanno dietro non mi interessano, non voglio inquinamenti di questo genere nel mio rapporto, dovrò spersonalizzare gli aspiranti scopatori di mia moglie e ridurli, appunto, a semplici cazzi. Tutti per lei.
Ma c’era un problema…mia moglie.
Francesca aveva sempre rifiutato semplicemente di aprire una discussione non appena io accennavo l’argomento. Aveva paura che io lo facessi per puro egoismo, per poi pretendere di andare a letto con lei e un’altra donna. Nella realtà io lo facevo per puro egoismo ma senza secondi fini. Avevo solo voglia di vederla con dei cazzi in mano, intenta a tenerli e succhiarli mentre io me la sarei sbattuta di cattiveria.
Inoltre seguitava a dire che a lei interessavo solo io, non era propensa a farmi capire che, anche lei, aveva dei desideri che io reputo del tutto normali, oggi. Cercavo di diffonderle fiducia, spiegandole quanto prezioso poteva essere, per la coppia, l’esaudire le proprie fantasie assieme. Innammorati e complici. Sicuramente anche la differenza d’età, più di dieci anni, non giovava alla buona riuscita del mio piano…
Ma, piano piano, avevo fatto breccia nel suo intimo e avevo cominciato a dimostrarmi interessato alle sue fantasie a patto che fossero astratte e con persone di fantasia, senza alcun collegamento con la realtà e ipotizzando che lei fosse single. Queste erano le condizioni che lei, non io, aveva fissato come indispensabili per cominciare a sbottonarsi, idealmente, con suo marito a riguardo delle fantasie sessuali finora rimaste un argomento tabù nella coppia. Un giorno di settembre, mentre arrivava in autobus da me dopo il lavoro, ci messaggiavamo e io avevo tratteggiato, con la mente, una situazione immaginaria nella quale veniva sedotta e poi scopata da due ragazzi sull’ultima fila dei posti a sedere dell’autobus semivuoto, suscitando in lei un forte eccitamento e in me la sensazione che potevo osare, questa volta, a spingermi oltre:
“Baby, come è stato farsi sbattere da due sconosciuti in autobus?” scherzai io a cena, una volta che era arrivata a casa.
“Molto appagante, soprattutto perchè avevano due gran bei cazzi” mi rispose lei, con un sorriso come a voler ridurre il tutto a una banale battuta e chiudere lì l’argomento.
“Ho voglia di regalarti una serata così, sen…”
“Ecco, lo sapevo!…”
Poggiai una mano sulla sua come ad intendere di lasciarmi finire di parlare.
“Senza che tu ti preoccupi di niente, trovo delle persone che non conosciamo e che non rivedrai mai più, tu e loro con la maschera, io che dirigo e controllo, solo una volta nella vita.”
Il suo sguardo, fisso sul piatto, rivelava il profondo desiderio che aveva di provare. Il suo orgoglio, unito all’amore nei miei confronti, le impediva di volermelo dimostrare apertamente.
“So che lo vuoi baby e io voglio regalarti questa esperienza perchè ti amo.” dissi.
“Ok, facciamolo. Se proprio lo desideri” mi aveva risposto mia moglie con un’espressione di dissenso che stentava a coprire la profonda eccitazione che dirompeva.
Era, a quel punto, cominciata l’affannosa ricerca degli aspiranti scopatori di mia moglie, durante la quale, non lo nascondo, pensai più volte di dover desistere a causa della mancanza di figure appropriate per quello che volevo realizzare. Usufruivo di un sito di incontri del quale, anni prima, avevo constatato l’efficacia mentre ero alla ricerca di situazioni intriganti, ma ora io stavo dall’altra parte.
Trovai finalmente quello che cercavo: Stefano era un ragazzo giovane, educato, solare, che stava al suo posto e soprattutto di fuori città. In più non aveva esperienze del genere nel curriculum ma sembrava un tipo sveglio. Non c’era stato bisogno di specificare, data la sua pacatezza, le regole del gioco e chi lo comandava, mi fidavo ciecamente di lui, a tal punto che, stufo di fare ricerche nel poco tempo a disposizione che avevo, gli avevo chiesto aiuto per trovare la seconda figura che mi serviva. Quando mi presentò Patrick, suo amico di colore, capii che la squadra era perfetta, sapendo che mia moglie aveva avuto, da adolescente, delle relazioni con dei ragazzi di colore e non avrebbe certo disprezzato.
Sono le dieci e mezza di un venerdì sera di ottobre. Francesca si è tolta le zeppe e maneggia la stecca da biliardo con disinvoltura camminando sontuosa sulla moquette verde del club sotto casa.
“Te li avrei leccati una volta arrivati a casa baby, ma se mi cammini a piedi nudi mi sa che farò altro mentre ti scopo” le sussurro nell’orecchio avvicinandomi e accarezzandola all’interno della coscia appena sotto l’inguine.
“Prima devi battermi…” mi risponde, mettendo in buca la sua penultima palla e facendomi l’occhiolino, “se no non te la do”.
Il sushi e il prosecco hanno dato un tocco esoterico alla serata, io me la scoperei sul tavolo da biliardo davanti a tutti, prima le allargherei la figa con la parte larga della stecca, quella dell’impugnatura, ma devo restare concentrato, c’è una partita da vincere e una serata importante da vivere in tutto e per tutto. Stefano e Patrick sono già a casa nostra, gli ho lasciato le chiavi e spiegato di aspettarmi nello studio, nudi, puliti e con due passamontagna soltanto.
“Se vinco allora, una volta che siamo a casa ti fai una doccia, ti metti gli autoreggenti e la maschera veneziana che ti ho regalato…così faccio un video mentre ti sbatto, ci stai?” le dico.
“Non so se ne ho voglia sai…” mi risponde Francesca ridendo
“Daiiii cazzo!!!” le dico, “Potrà un uomo avere la giusta ricompensa per la vitaccia che fa!”
“Ok ok, vada per il video, a patto che mi scopi come una puttana” mi risponde mia moglie, stringendomi la mano e guardandomi negli occhi come ad auspicare di essere usata, nel seguito della serata, come un oggetto.
Camminando verso casa, il cuore mi batte a mille, un po’ per l’alcool, un po’ per l’espressione di stupore di mia moglie quando ho messo la 8 in buca d’angolo, più di tutto per l’ansia di quello che mi appresto a fare, tutto ad un tratto sento di aver perso le certezze che avevo, forse ho esagerato e rischio di rovinare una vita coniugale che sta andando, finalmente, come voglio.
“Ma non hai chiuso la porta prima?” mi dice Francesca
“Sti cazzoni” penso, che inizio di merda, si sono dimenticati di chiudere la porta a chiave. Chissà quante altre stronzate avranno fatto e faranno. Sono completamente sudato, non parlo e cerco di spingere mia moglie ad andare a fare la doccia il prima possibile. Ci laviamo assieme, io sto attento a preservarle il trucco e, una volta finito, chiudo la porta della camera mentre si prepara, andando nello studio a vedere come stanno i miei complici.
“La porta cazzo, andava richiusa a chiave!!!”
“Quale porta?” mi chiede Stefano
“Ahhh…lascia stare, tutto bene? State bene? Siete ok?”
I due ragazzi annuiscono, sono in mutande con i passamontagna in mano, ho scelto proprio bene, hanno la stessa età di mia moglie, sono atletici e di bella presenza, e si sono presentati come da accordi.
“Ehiii, ma dove sei finito?
Mia moglie mi chiama dalla camera, così la raggiungo, ho il cazzo talmente duro che mi fa quasi male, entro nella stanza, lasciando la porta aperta, lei è stupenda, le tengo la mano e le guardo le chiappe che ondeggiano a turno, con un filo di cellulite, mentre sale le scale del letto soppalcato, la seguo e la osservo, i suoi autoreggenti neri, la biancheria bianca di pizzo, una maschera nera sul viso e i capelli profumati che le scendono sulle spalle. Comincio a baciarla, lei è sotto di me, con lo sguardo controllo la situazione in corridoio, dove i due ragazzi aspettano fuori dalla porta della camera, lei non può vederli. Ad un tratto mi alzo, mentre Francesca mi guarda, e dico:
“Entrate”
Stefano e Patrick entrano in camera, salgono le scale uno alla volta e si siedono sul letto, alla destra e alla sinistra di mia moglie, che nel mentre si è tirata su, ha le gambe aperte, si tiene su con le braccia appoggiate al letto e ha un’espressione pietrificata. Gli accordi sono chiari: niente nomi, niente parole, niente iniziative, guai se so che cercate mia moglie in seguito a questa serata. Ma chi non proferisce parola adesso è Francesca, immobile mentre le slaccio il reggiseno e le cospargo le piccole tette di gel, poi faccio un cenno ai ragazzi di iniziare ad accarezzargliele e mi metto giù, con due dita sposto le mutandine tutte bagnate e mi appresto ad assaggiare il gusto che ha quando due uomini posano le loro mani su di lei. Le tolgo le mutandine, passo la lingua zizzagando dal clitoride fino al buco del culo, dove le succhio tutta la mia saliva che si è mischiata ai suoi fluidi densi e dolci. Alzo la testa, i due ragazzi le palpano le tette e le passano le mani sul busto, Patrick, quello di colore, le strizza il capezzolo con due dita mentre con l’altra mano le tiene la tetta ben ferma. Stefano le massaggia la pancia e le sfiora il viso con l’altra mano. Lei ha gli occhi chiusi, gode tantissimo ma non prende alcuna iniziativa, ha le mani poggiate sul letto così gliele prendo e le posiziono sulle mutande dei due ragazzi, dicendole:
“Baby, sono tutti per te”
E’ allora che comincia a palpare i cazzi dei miei due complici, io mi sfilo i boxer e le pianto il cazzo nella figa, iniziando a scoparla tenendole le gambe aperte con le braccia. Faccio cenno ai ragazzi di calarsi le mutande, con una mano le stringo il collo e le chiedo;
“Allora, ti piace?…ti piace si o no?”
Francesca non fa in tempo a rispondermi che le arriva una sberla con la mano che avevo libera che le sposta la maschera e le fa emettere il primo serio gemito di piacere della serata. I due ragazzi restano spiazzati, forse non sono abituati ma io so quanto le piace essere dominata e fino a dove posso spingermi con mia moglie, senza pregiudicare il suo piacere, così le rifaccio la domanda:
“Ti piacciono tre cazzi amore?”
“Sìììì…” è la sua risposta prima che io le dia un’altra sberla e le tolga la maschera.
“Le puttane non devono avere la maschera” dico, poi:
“Fatele succhiare le vostre dita”
Così i ragazzi cominciano a metterle, a turno, due dita in bocca che mia moglie succhia con avidità mentre io continuo a tenerle il collo, senza stringere ma con decisione. Le succhia e le lecca con avidità lasciandole cosparse di saliva…
“Devi segarli sempre, non fermarti” le dico ricominciando a scoparla nella figa.
“E le dita, ragazzi, bene in fondo nella bocca”
L’alternanza con la quale mia moglie si gira per succhiare, a turno, le dita dei due ragazzi mi fa impazzire, la vedo finalmente se stessa, dall’esterno, è quello che volevo, riassaporare le sensazioni di quanto mi scopavo le ragazzine da giovane, che facevano a gara fra di loro per dimostrare chi doveva essere la regina delle puttane.
E’ arrivato il momento di iniziare con le cose serie, penso. Dico a Francesca di inginocchiarsi e ai ragazzi di alzarsi, io mi metto dietro e lei e le tengo i capelli raccolti.
“Mettetele tutti e due i cazzi in bocca”
Ma i due ragazzi, timidi, le appoggiano i cazzi vicino alla bocca così sono costretto ad andare in mezzo a loro e fargli vedere cosa intendevo.
Tirandole i capelli, la costringo a guardarmi mentre le faccio scendere un rivolo di saliva dalla mia bocca alla sua e faccio avvicinare i ragazzi in maniera che possano, anche loro, metterle almeno la punta dentro. Tre cazzi in bocca, lei che succhia e lecca mentre il trucco comincia a colare, a turno spingiamo i nostri membri in profonsità mentre lei emette versi di godimento e soddisfazione e non esita a bagnarceli. Nel mentre chiedo a Stefano di mettersi il preservativo, poi lo faccio stendere e la metto, sempre tenendola per i capelli, sopra di lui e le dico:
“Scopatelo, tesoro”
Gli anni di equitazione si vedono, Francesca cavalca il cazzo di Stefano come se non ci fosse un domani, i muscoli delle sue gambe si delineano sotto gli autoreggenti neri mentre si scopa il mio complice che è in balia della prestanza della mia splendida moglie. Nel mentre Patrick le lecca le tette e io mi cospargo il cazzo di gel pronto per incularla, senza preavviso. Mi posiziono dietro a lei, la fermo un attimo e la metto più giù che posso con la schiena, col ragazzo che la abbraccia e la tiene ferma. E’ in quel momento che le infilo il cazzo nel culo, le fa male perchè non l’ho neanche preparata ma è palese che ho perso il controllo già da un po’. Lei si irrigidisce, resta bloccata facendo solo un verso di estremo dolore misto a piacere, ma Patrick, il ragazzo di colore, le infila il cazzo in bocca. Bravo, il momento era quello giusto, non può mancare un cazzo in bocca quando ne hai uno in figa e uno in culo. Ma non è ancora abbastanza per me, che me la sto scopando di brutto e le tengo i capelli.
“Patrick, tirale una sberla, guarda che le piace”
Così lui esce e le inflia due dita a fondo nella bocca tenendola per la gola, poi le da uno schiaffo che accompagna il suo orgasmo, uno squirt che bagna Stefano facendola staccare da lui e stendere sul letto in preda al godimento.
Ho fatto mettere il preservativo a Patrick, voglio che la scopi nel culo a novanta mentre lei lo succhia a me e a Stefano. Il cazzo nero dietro le mancava, lo vedo dal senso di appagamento e dalla sicurezza con la quale ci tiene i cazzi ben saldi nelle mani e ci spompina con estrema devozione. Non smette di segare, con le sue mani perfette e le unghie colorate, il cazzo che non sta spompinando. Mi sta guardando negli occhi, anche quando lo succhia a Stefano, io ricambio lo sguardo. E’ stupenda e bravissima a letto, sono orgoglioso oltre che eccitato e, come immaginavo, per niente turbato. La mia gattina che fa godere tre uomini e si è, finalmente, sfilata i panni della brava ragazza alla quale queste cose non interessano, per comportarsi da vera puttana qual’è. Chiedo ai ragazzi come sono messi, stanno per venire, così ordino a Francesca di inginocchiarsi e di tenersi il seno con le mani, con la bocca aperta e la lingua tutta fuori. Il primo a sborrare è Patrick, lo sperma gli esce lento dal cazzo nero appoggiato alla lingua di mia moglie e colando poi sul collo e le tette. Poi scoppia Stefano, schizzandole sui capelli e sul viso mentre lei gode di piacere con la mano di Patrick che le accarezza la figa. A me non basta, voglio di più, la metto a testa in giù con il culo all’in su, appoggiata con la schiena alla spalliera del letto e i due ragazzi che le tengono le gambe aperte. Le entro nel culo tenendomi il cazzo verticale con due dita e le allargo il buco, poi esco e comincio a segarmi velocemente mentre le dico:
“Vuoi che ti sborri nel culo, puttana?”
Lei è tutta sporca di sperma e rossa in viso, vista la posizione, quando vengo riempendole il buco del culo di sborra, poi la inclino un po’, facendoglielo colare sulla pancia e sulla faccia sottostante.
Tendendomi ancora il cazzo in mano, scendo le scale del letto, tutto sudato, vado in cucina… ho bisogno di un drink. Quando torno in camera con una bottiglia d’acqua per tutti, non trovo più nessuno. I ragazzi sono già nello studio che si vestono, si sono puliti alla veloce e sembra che vogliano scappare al più presto possibile. Hanno un’espressione da colpevoli e stentano a guardarmi negli occhi.
“Ma mia moglie dov’è?”
“E’ uscita di corsa dalla camera e si è chiusa in bagno” mi risponde Stefano.
Mentre io penso…”ma sono tutti fuori in ‘sto mondo?” Che agitazione, dovreste rilassarvi…
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