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Un’ amicizia particolare (Seconda parte)

“Sentiva ogni centimetro di Pietro entrare ed uscire da lei, respirava lo stesso respiro di lui, e sentiva il piacere di lui crescere insieme al proprio…”

C’era il rischio che l’imbarazzo si facesse pesante al risveglio la mattina
seguente; quattro individui che non avevano mai avuto esperienze al di fuori della coppia e che tutto d’un tratto si erano ritrovati sullo stesso letto a fare sesso gli uni davanti agli altri, come si sarebbero guardati il giorno dopo?
Temevano tutti il momento in cui, alzandosi dal letto si sarebbero incrociati con l’altra coppia; cosa si sarebbero detti?
Si sorpresero tutti invece della naturalezza con cui rivedendosi quella mattina si salutarono nello stesso modo in cui si erano lasciati: un abbraccio ed un bacio, come se l’esperienza vissuta insieme li avesse uniti ancora di più, più profondamente, ad un livello più intimo.
Scoprirono anche il gusto di parlare tutti insieme e liberamente degli eventi della sera precedente, anche scherzandoci sopra. L’atmosfera era molto serena, famigliare, a tal punto che fu naturale per le due donne muoversi per casa in mutandine e canottiera senza reggiseno, senza vergogna degli sguardi affamati degli uomini che non si perdevano ad ogni passaggio quei seni che in trasparenza ballonzolavano sotto le magliette e quei due fantastici culi per niente nascosti da quelle mutandine microscopiche.
Le due amiche sembravano veramente raggianti quel giorno e si comportavano in maniera molto complice, come se quel bacio della sera prima le avesse unite ancora di più; già prima erano in sintonia, ma ora era come se fra di loro ci fosse un’intesa superiore: sembravano sorelle, amiche, amanti. Pietro era quasi geloso della confidenza che Anna aveva raggiunto con l’amica, ma era troppo contento di vedere finalmente sua moglie sentirsi così bene con il proprio corpo, vedere che aveva recuperato sufficiente autostima da mostrarsi senza timore in una tenuta così succinta; inoltre lo eccitava tantissimo il fatto che quel giorno le due donne si stuzzicassero continuamente: fra scherzose manate sul didietro e casuali carezze reciproche, ma soprattutto con baci occasionali sulle labbra sembrava che facessero di tutto per provocargli una erezione costante. Non voleva assolutamente illudersi sul prosieguo della serata, ma se le premesse erano quelle c’era da aspettarsi qualcosa di interessante!
Dopo una cena un po’ fuori dal comune con la luce delle candele che faceva vibrare le ombre di quegli splendidi seni in trasparenza sotto le magliettine attillate rendendo difficile distogliere lo sguardo, dopo lo spettacolo delle due donne che lavavano i piatti schizzandosi a vicenda con la schiuma, chinate sul lavandino con il sedere incorniciato dal filo delle mutandine provocatoriamente proteso verso i due poveretti sul divano, era chiaro che l’eccitazione di tutti stava salendo a livelli pericolosi.
Erano tutti seduti al tavolo sorseggiando l’amaro quando Anna propose:
“Facciamo una partita a carte? Conoscete scala quaranta?”
“Dai, ci sto!” subito rispose Chiara.
Giocarono alcune partite segnando i punti, più o meno tutti alla pari tranne Anna che aveva una fortuna incredibile alle carte e stava vincendo più degli altri.
“Ascoltate” intervenne Pietro, “mettiamo un po’ di pepe in questo gioco altrimenti ci addormentiamo. Facciamo che chi perde una partita deve pagare una punizione stabilita da chi fa più punti. Siete d’accordo?”
“Dai, ci sto” risposero tutti all’unisono.
Anna era tranquilla per il fatto che la sua fortuna stava girando bene quella sera e quindi confidava di rischiare poco.
Il risultato fu che tutti si impegnarono moltissimo per non perdere, ma soprattutto volevano vincere per poter decidere la punizione.
La prima penitenza toccò a Chiara, la quale fu costretta da Pietro, che sapeva quanto lei non amasse i superalcolici, a bere un bicchierino di limoncello gelato tutto d’un fiato.
Toccò poi a Pietro subire la vendetta di Chiara:
“Scendi fino alla fontana sulla strada e mi porti una brocca di acqua limpida. Ma devi farlo completamente nudo!”
Solo le donne sanno essere così malefiche. Ma Pietro non poteva rifiutarsi, proprio lui li aveva spinti a fare quel gioco: levatosi i boxer corse fino alla fontana sentendo le risate dei tre alla finestra che lo incitavano e cercavano di inquadrarlo nello schermo del telefono per scattare fotografie compromettenti. Tornato in casa si avvicinò a Chiara per consegnarle la brocca piena e, ancora completamente nudo davanti a lei, le versò un po’ di acqua gelata sulla maglietta.
“Noooo, ma sei proprio stronzoooo!” reagì Chiara allontanandosi con un salto ridendo come una liceale ad una festa. “Ma è gelata!!!” si lamentò.
La temperatura rigida dell’acqua era evidente a tutti dalla reazione dei capezzoli che sembravano due bastoncini che premevano sulla stoffa bagnata e ormai trasparente.
“Non posso tenere addosso la maglietta così bagnata e fredda” spiegò mentre si sfilava l’indumento da sopra la testa scoprendo il seno ricoperto dalla pelle d’oca provocata dallo shock al contatto con il liquido gelato.
“Anna, non puoi restare l’unica con addosso la maglietta. Toglila come tutti noi, così siamo pari” intimò Chiara all’amica, la quale protestò brevemente, ma poi si lasciò convincere ad imitare gli altri.
Ora erano tutti e quattro seduti attorno al tavolo coperti solo dalle mutande, ma non provavano assolutamente imbarazzo: era bello sentirsi bene quasi nudi in mezzo agli altri, pensava Anna, non dover nascondere i propri difetti e sentirsi a proprio agio.
Proseguirono la partita con un’euforia ancora maggiore pregustando in anticipo le prossime penitenze che avrebbero inevitabilmente aumentato il livello di trasgressione.
Fu di nuovo il turno di Chiara, che probabilmente al gioco non era molto fortunata, espiare la pena.
“In piedi sulla sedia ci offri un ballo sensuale per 2 minuti” fu la richiesta di Anna.
“Attenta che prima o poi toccherà anche a te!” la ammonì Chiara ridendo.
Quando Pietro fece partire una musica lenta, Chiara salì sulla sedia e, muovendosi con una grazia inaspettata, regalò un ballo talmente erotico che avrebbero voluto non finisse mai: mentre ruotava su sé stessa i fianchi ondeggiavano a ritmo mettendo in evidenza quel capolavoro che aveva al posto del culo, le braccia in alto dietro la testa sollevavano ancora di più quel seno che neanche il ballo riusciva a smuovere tanto era sodo. Incredibile! Pietro non si capacitava di come quella donna riuscisse ad essere così provocante, sensuale e allo stesso tempo mantenere un’aria tanto innocente.
Con grande dispiacere di tutti il tempo finì e Chiara scese dalla sedia aiutata da Pietro che la sosteneva con le mani sotto le ascelle forse un po’ troppo vicine alla curva dei seni, ma ormai li conosceva bene dopo il massaggio del giorno precedente e non c’era motivo di scandalizzarsi per un tocco così fugace.
La sorte volle finalmente punire Anna che comunque non si preoccupò più di tanto essendo suo marito a dover scegliere la punizione: sicuramente non sarebbe stato troppo cattivo.
“Siediti a cavalcioni di Marco e bacialo per 1 minuto” ordinò Pietro che non vedeva l’ora di vedere sua moglie alle prese con l’amico.
“Stronzo!” le sussurrò nell’orecchio Anna quando gli passò accanto dirigendosi verso Marco.
Sollevò una gamba e salì a cavalcioni delle gambe di lui dando la schiena agli altri. Avvolse le braccia attorno al suo collo e si lanciò in un bacio passionale che tolse il fiato anche a Pietro. Anna temeva quel momento e invece era stato proprio quel bastardo di suo marito a fare in modo che accadesse: Marco stava ricambiando il suo bacio con passione, la lingua di lui cercava la sua, le mani appoggiate dietro la sua schiena che la attiravano contro il suo petto schiacciandole i seni contro la pelle di lui. Anna non poté evitare di eccitarsi sentendo la prepotente erezione che cresceva a contatto con le sue mutandine, ma stavolta si sforzò di non muoversi contro quel membro turgido e ci riuscì con grande fatica perché sembrava che il suo corpo volesse muoversi autonomamente contro la sua volontà.
“Stop! Ehi, voi due, è finito il tempo! Ehi!” li incalzò alzando progressivamente la voce Chiara.
Anna sentiva la voce dell’amica come se arrivasse da un’altra dimensione, lontana; non riusciva a staccarsi da quel contatto fra le sue labbra e quelle di Marco, fra i suoi capezzoli e il petto di lui, fra il suo sesso e quel palo duro… Con uno sforzo si alzò lentamente da lui guardandolo vogliosa negli occhi ed appoggiando una mano sui suoi boxer come per aiutarsi a sollevarsi; sentire quel membro duro nella propria mano le risvegliò la sensazione che aveva provato avendolo dentro di sé e dovette allontanarsi in fretta prima di ricadergli addosso non più sostenuta dalle gambe tremanti.
“Wow!” esclamò Marco frastornato. “Scusate la reazione qui sotto, ma non posso proprio farci niente” disse per giustificare la evidente erezione che gonfiava i boxer e sporgeva dall’elastico.
“Tranquillo, ti capisco! È diventato duro a me solo guardandovi” lo confortò Pietro. L’atmosfera stava diventando rovente!
“Togliti i boxer e resta nudo” fu la punizione stabilita da Pietro per Marco alla mano successiva.
In poche partite si trovarono tutti e quattro nudi e preoccupati per le possibili penitenze in caso di sconfitta.
Marco vinse la partita successiva. “Chiara, mi dispiace ma devi sederti sul divano e toccarti davanti a noi” ordinò alla perdente.
Chiara non provò nemmeno a protestare, il treno era in corsa e non si poteva scendere. Si sistemò seduta sul bordo del divano ed appoggiata al cuscino dietro, le gambe decisamente divaricate e, mentre una mano si massaggiava il seno, l’altra passava sulle labbra della vagina, occasionalmente infilando due dita in profondità estraendole poi lucide di umori che usava per lubrificare il clitoride su cui insisteva per aumentare il piacere. Chiara era decisamente eccitata, gli occhi chiusi, il respiro affannoso, sembrava sul punto di raggiungere l’orgasmo. Gli altri tre seduti davanti a lei erano decisamente in difficoltà trattenendosi davanti ad una scena così erotica: i due uomini che con una mano si massaggiavano la dolorosa erezione; Anna, che non avrebbe mai creduto di trovarsi nuda a guardare una donna masturbarsi vicino a due uomini eccitati, non aveva trattenuto la mano che era scesa distrattamente a lenire quell’urgenza quasi fastidiosa. Il gioco delle carte non aveva più motivo di continuare, nessuno si sarebbe più concentrato arrivati a quel livello di eccitazione. Nessuno si preoccupò più di contare il tempo per la penitenza e lasciarono che Chiara, persa nella sua personale ricerca del piacere, continuasse quello spettacolo mentre gli altri tre si masturbavano ormai apertamente.
Anna aveva perso già da un po’ qualsiasi freno inibitore e si stava massaggiando la vagina completamente bagnata senza più preoccuparsi dei due uomini che, con il cazzo in mano, spostavano lo sguardo alternatamente da lei a Chiara. Riuscì a sorprendere Pietro quando improvvisamente si posizionò in ginocchio davanti a lui e impugnando il suo membro duro iniziò a leccarlo e succhiarlo con una voracità che denunciava tutta la sua voglia.
Pietro non si sarebbe mai aspettato un’iniziativa così audace da parte di sua moglie davanti agli altri, ma ne fu estremamente contento: finalmente aveva superato le sue paure e la vergogna e si stava abbandonando al desiderio ed al piacere del sesso senza alcun timore. Questo gli lasciava sperare che quella sera almeno alcune delle sue fantasie avrebbero forse potuto realizzarsi: non aveva mai visto sua moglie così coinvolta e decisa.
Vide Marco osservare rapito Anna impegnata in quel lavoro di bocca e gli fu chiaro che l’amico avrebbe fatto di tutto per trovarsi al suo posto in quel momento.
Decise di spingere Anna un po’ oltre il proprio limite e riuscire a mettere in pratica almeno una delle fantasie: voleva vedere sua moglie con in mano il grosso membro di Marco. Le prese la mano che era appoggiata sulla sua coscia sinistra e la spostò sulla coscia di Marco. Percepì subito la reazione di sua moglie che si immobilizzò con il suo pene ancora avvolto fra le labbra, alzò gli occhi verso di lui come a redarguirlo per la mossa sconsiderata, ma non tolse la mano dalla gamba dell’amico. Restò così immobile per qualche secondo prima di tornare a dedicarsi al lavoro con la bocca interrotto e, con grande soddisfazione di Pietro, spostò la mano risalendo l’interno della coscia di Marco fino a raggiungere i grossi testicoli che avvolse delicatamente per poi risalire l’asta fino a circondare il glande con le dita. Iniziò un lento movimento con la mano avvolta attorno quel membro duro e talmente largo che non poteva essere contenuto dalle piccole dita di Anna. Pietro non credeva di potersi eccitare così vedendo sua moglie masturbare un altro uomo, con un cazzo decisamente più grosso del suo. Sapeva che anche sua moglie aveva segretamente desiderato quel momento e ne ebbe la conferma dai gemiti della moglie che percepiva sotto forma di vibrazioni sul proprio pene saldamente sigillato fra quelle labbra calde. Avrebbe voluto che quel momento non finisse mai, ma non poteva resistere oltre a quella tortura, rischiava di eiaculare troppo presto, quindi staccò Anna da sé, la sollevò fra le sue braccia come un oggetto prezioso e la depositò delicatamente sul letto. La circondò con le braccia stringendola a sé e si abbandonarono ad un bacio passionale mentre Marco si era tuffato con la testa fra le gambe di Chiara, sdraiata al loro fianco, leccandola avidamente fra quelle labbra inondate di umori, strappandole sensuali gridolini di piacere.
Chiara allungò la mano appoggiandola sulla schiena di Anna che ebbe un brivido ancora stretta nell’abbraccio del marito; la mano di Chiara scese fino a raggiungere le natiche di Anna rivolte verso di lei e si infilò in mezzo alle gambe a solleticarle il sesso grondante e sensibile: Anna mai prima era stata toccata lì da una donna; quel contatto delicato con la mano soffice dell’amica era ben diverso dal piacere ruvido che riceveva quando suo marito la faceva godere con le dita. Ma quella nuova sensazione era eccitante e si ritrovò a sporgere ulteriormente le natiche per facilitare l’accesso a quelle dita affusolate che la stavano penetrando. Anna, stretta nell’abbraccio di Pietro con le bocche che si divoravano e le lingue legate fra di loro, con una mano scorreva su e giù lungo il pene duro del marito. Chiara, che aveva fatto sdraiare Marco accanto a Anna e gli aveva preso il grosso membro in bocca leccando e succhiando il marito con grande esperienza, con una mano stava ancora masturbando Anna alternando veloci movimenti dentro e fuori dalla vagina completamente aperta e accogliente con delicati passaggi sul clitoride gonfio e sporgente.
Pietro sentiva Anna molto vicina all’orgasmo, la sentiva ansimare fra le sue labbra, la sentiva fremere nel suo abbraccio ogni volta che l’amica sfiorava i punti più sensibili. All’improvviso Chiara tolse la mano interrompendo quella tortura all’amica, si passò le dita bagnate sulle labbra in maniera estremamente erotica prima di farle assaggiare a Marco avvicinandosi con il viso al marito e sussurrandogli all’orecchio qualcosa di incomprensibile per gli altri due ancora persi nel loro bacio e nelle loro carezze.
A quel punto Chiara fece una cosa che nessuno si sarebbe aspettato: fece ruotare leggermente Marco verso Anna ancora allacciata a Pietro con il culo proteso verso di loro e, stringendolo in mano, appoggiò la punta di quel grosso membro duro all’ingresso della vagina di Anna iniziando a sfregare il glande fra le labbra fradice di umori.
Pietro capì chiaramente le loro intenzioni, si stupì ancora una volta della spregiudicatezza di quella donna, ma si preoccupò soprattutto della reazione di sua moglie: cosa avrebbe fatto? Si sarebbe ribellata, arrabbiata? O avrebbe lasciato che per la prima volta in vita sua un altro uomo entrasse dentro di lei sapendo che avrebbe così realizzato la fantasia più trasgressiva di suo marito? Era quasi incredulo: il suo sogno ricorrente avrebbe potuto avverarsi in quell’istante se solo sua moglie fosse stata disposta ad arrendersi alla passione che la stava travolgendo. Lui la strinse ancora più forte per farle sentire la sua vicinanza, le loro labbra non si erano ancora staccate e lei teneva gli occhi chiusi, come se volesse nascondere il conflitto che la stava attraversando, come se volesse lasciare al marito la responsabilità della scelta che avrebbe potuto cambiare per sempre il loro rapporto. Era da troppo tempo che Pietro sognava questo momento e, con un semplice sguardo rivolto a Chiara e Marco, fece loro capire la sua approvazione.
Dopo tutta quell’eccitazione, dopo il trattamento di Chiara, dopo lo sfregamento con il glande di Marco, la vulva di Anna era talmente bagnata, talmente aperta e lubrificata che bastò un affondo di reni a Marco per inserire completamente quell’enorme bastone fino in fondo.
Pietro comprese immediatamente che il suo sogno si era avverato: Anna si era irrigidita stringendosi di più a lui e gli stava mordendo il labbro. Lui la osservava attentamente, pronto ad interrompere subito l’amico se fosse stato necessario, le carezzava la schiena, i capelli. Vide una piccola lacrima percorrerle la guancia e si sentì subito in colpa per aver permesso che sua moglie venisse violata da un altro: non era più sicuro che lei lo volesse veramente; l’aveva fatto solo per accontentarlo?
Ma si rasserenò subito quando Anna aprì quei bellissimi occhi guardandolo fisso e gli regalò un sorriso complice che lo fece perdere di nuovo in quel bacio mai interrotto.
Marco cominciò un lento movimento che ritraeva quel grosso pene fino quasi ad estrarlo completamente e, ad ogni affondo, impalava Anna per tutta la lunghezza, procurandole flebili lamenti di dolore misti a lussuriosi gemiti di piacere.
Anna non riusciva a crederci: stava scopando con Marco mentre baciava suo marito. Era quello che Pietro sognava da tempo ma che lei aveva sempre temuto; certo, nelle sue fantasie si trovava spesso ad eccitarsi immaginandosi in quella stessa situazione, ma non avrebbe mai creduto possibile viverla. Temeva anche che il loro rapporto ne avrebbe risentito, temeva che, una volta realizzato il suo sogno, Pietro si sarebbe risvegliato da quell’ossessione vedendola con occhi diversi e non l’avrebbe più amata. Pietro non sapeva che lei aveva già sperimentato l’effetto di essere penetrata dal grosso cazzo di Marco, ma ora era completamente diverso: essere confortata dall’amore di suo marito mentre godeva scopata da un altro era inimmaginabile.
Nel momento della prima introduzione le era scappata una lacrima, sia perché essere allargata da quel diametro era stato leggermente doloroso, ma soprattutto perché aveva provato una sensazione di liberazione da tutte le sue paure, le sue inibizioni. Poteva lasciarsi andare alla ricerca del piacere senza timore di essere giudicata e sapendo che era la cosa che più eccitava suo marito.
Iniziò anche lei un movimento di bacino andando incontro a quello di Marco e aumentando la profondità della penetrazione che sentiva arrivare fino allo stomaco per poi sfilarsi in avanti sentendo quel mostro uscire da lei e infilarsi di nuovo con sempre più violenza. E finalmente l’orgasmo salì inarrestabile ed esplose incontenibile: stavolta non riuscì a trattenersi e staccando la bocca da Pietro un urlo di piacere le uscì prepotente dalla gola: mai si era lasciata andare in quel modo durante un orgasmo, lei sempre un po’ trattenuta, di solito ansimava profondamente ed emetteva gemiti che tanto eccitavano il marito, ma abbandonarsi al piacere fino al punto di gridare apertamente tutto il suo godimento era una cosa nuova che quasi intensificava l’orgasmo stesso. Pietro, sorpreso da quella reazione inaspettata, fu rapito dalla nuova Anna ancora in preda ai tremiti dell’orgasmo fra le sue braccia: quell’urlo era stata la cosa più eccitante che avesse mai sperimentato! Strinse forte sua moglie fra le braccia lasciando che si riprendesse da quell’esperienza, baciandola sulla fronte, sulle guance, sugli occhi ancora chiusi, accarezzandole i capelli, la schiena: mai si era sentito così innamorato di lei! Quando Anna iniziò ad emergere dal torpore e riuscì a socchiudere gli occhi, si fissarono intensamente sorridendosi: i loro timori si erano dissolti, non c’era niente che li preoccupasse; avevano condiviso questa esperienza, avevano realizzato un sogno, avevano sperimentato questa trasgressione insieme e questo li aveva uniti ancora di più. Non c’era alcun imbarazzo, nessun pentimento.
In quel momento tutto il resto era sparito, c’erano solo loro due abbracciati e innamorati.
Marco che si era reso conto di questo si era già allontanato e, presa Chiara in braccio, si era diretto in camera loro.
Pietro e Anna restarono a lungo stretti l’uno all’altra scambiandosi lunghi baci e carezze fino a quando Anna non fu di nuovo pronta e, salendo sopra il marito, la posizione che entrambi preferivano, aiutandosi con una mano direzionò il membro durissimo all’ingresso della vagina ancora un po’ troppo sensibile. Anna si muoveva lentamente sopra Pietro, le loro bocche non si erano ancora staccate e lo sguardo era ancora fisso negli occhi dell’altro. Fu un rapporto lungo, lento, dolce, con movimenti delicati, profondi. Anna prima aveva scopato, ora stava facendo l’amore! E lo stava facendo con tutta sé stessa, con il corpo, con gli occhi, con la mente. Sentiva ogni centimetro di Pietro entrare ed uscire da lei, respirava lo stesso respiro di lui, e sentiva il piacere di lui crescere insieme al proprio. Raggiunsero il culmine nello stesso momento. Lei non credeva di poter avere due orgasmi così ravvicinati, ma questo fu decisamente l’orgasmo più potente, più profondo, più lungo che avesse mai provato: sentiva ogni contrazione del membro di Pietro che stava schizzando il seme caldo dentro di lei e le contrazioni del proprio sesso che partendo all’interno si diramavano verso lo sfintere allungandosi verso le gambe fino alle punte dei piedi, lungo la schiena fino ai capelli. Fu un piacere mai provato prima: forse il fatto di essersi liberata da tutte le sue paure, di essersi lasciata andare al piacere senza doversi controllare, forse perché avevano vissuto insieme questa “prima volta”, forse perché per la prima volta si sentiva bella e sicura di sé stessa, forse perché si sentiva fiera di aver fatto questo regalo a Pietro… si godette tutto questo momento senza pensarci troppo lasciando scorrere i potenti fremiti lungo tutto il corpo, godendosi il contatto con la pelle calda di Pietro che la stringeva a sé con tanta forza che quasi le faceva male, gustandosi la sensazione del seme caldo che cercava di fluire verso l’esterno e del pene ancora pulsante che andava gradualmente ritirandosi e si ammorbidiva dentro di lei.
“Sei fantastica, sei la donna più sensuale che conosco e sono fortunato ad averti con me”
“Alla fine sei riuscito a fare in modo che il tuo sogno si realizzasse eh, sporcaccione?”
Disse lei con un sorrisetto complice e aggiunse “Però non è stato così male…anzi, è stato incredibile! E tu mi ami ancora come prima?”
“NO” rispose lui “direi una bugia se dicessi che ti amo come prima” e quando vide l’ombra della preoccupazione velare il volto di Anna si affrettò ad aggiungere
“Ora ti amo molto più di prima perché ho capito che il nostro rapporto è solido, che niente ci potrà separare e che posso condividere con te tutte le mie fantasie”.
“Bene” disse lei con un sorrisetto malizioso e provocante “allora raccontami: quali altre fantasie ti passano per la testa?”
“Ma allora sei proprio porca!!!”
E scoppiarono in una fragorosa risata liberatoria.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all’autore del racconto – Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell’autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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