“Mi sussurrava frasi all’ orecchio che nemmeno comprendevo ma sentivo la sua eccitazione farsi violenta mentre mi scopava con le dita stringendomi il culo con…”
Non avrei mai pensato di scrivere la storia del mio tradimento, non
avrei mai pensato che a distanza di mesi il ricordo di quello che mi è successo potesse disturbare ancora il mio sonno. Tutto ciò che troverete qui scritto narra di esperienze reali.
Conobbi S. in una fredda sera di Febbraio, mi fu presentato da un mio amico carissimo all’ esterno di un pub mentre fumavo una sigaretta dopo una serie di cicchetti di grappa. S. mi si presentò davanti con un sorriso timido e una delicata stretta di mano. Pelle color ebano, altissimo, spalle larghe, dreadsloack lunghi alle spalle e uno sguardo dolce e vispo. Non parlava una parola di italiano e il mio inglese non brillante non rendeva fluida la comunicazione ma nonostante questo riuscimmo a scambiarci qualche informazione chiaccherando di musica. Era diretto ad una dance-hall mentre io di lì a poco sarei tornata a casa un po’ alticcia insieme al mio compagno. Quella notte, non so per quale motivo, lo sognai. Mi svegliai in piena notte sudata sentendo le mie mutandine umide. Non riuscii a trattenermi dal masturbarmi pensando a lui mentre il mio compagno dormiva dandomi le spalle. Ero così eccitata! Avrei voluto svegliarlo e chiedergli di soddisfare la mia immensa voglia di cazzo, ma desistii da questa idea e venni fantasticando su S., immaginando la sua mazza nera, enorme sfondarmi la fica. Mi riaddormentai sorridendo dicendo a me stessa che in fondo, quella grande virtù che gli Africani hanno in mezzo alle gambe, è solo un luogo comune, una diceria..
Incontrai S. una seconda volta in occasione di una giornata di trekking tra amici: notavo che mi guardava, che approfittava delle distrazioni dei mio compagno per rivolgermi sorrisi intriganti. Io da lontano cercavo di attirare la sua attenzione muovendomi sinuosa. MI piaceva stuzzicarlo a distanza e ad un tratto mi nascosi dietro un albero e mi tolsi il reggiseno mettendolo nel mio zaino sperando lui potesse accorgersi, attraverso la mia maglia sottile, di quanto turgidi diventassero i miei capezzoli nel momento in cui i nostri sguardi si incrociavano.
La giornata finì fra risate, vino e barbecue. Gli proposi che mi avrebbe fatto piacere dargli qualche lezione di italiano poichè lui mostrava curiosità nell’ apprendere parole e frasi nella mia lingua. Ci demmo appuntamento il giorno dopo a casa sua. La stessa sera scaricai e stampai da internet qualche esercizio in lingua italiana e mi presentai da lui il giorno successivo. Ci sedemmo e cominciammo la nostra lezione fin quando arrivammo allo studio delle parti del corpo. “Bene S.-dissi-repeat with me: “naso”, “occhi”, “viso”…” Mi interruppe e mi sussurrò a un cm dai miei occhi: “Sister, tuo viso bellissimo, i love you”. Nemmeno il tempo di capirci qualcosa e ritrovai la sua lingua frugarmi in bocca. Mi avvinghiò, mi baciò a lungo, io mordevo le sue labbra morbide e carnose, accarezzavo le sue spalle forti e tra le sue braccia muscolose avevo l’ impressione di essere una bambina. Si slacciò la cintura, si sbottonò i jeans e diresse la mia mano dentro le sue mutande:
-“Non spaventarti- mi sussurrò in inglese mentre mi stringeva i capezzoli- il mio cazzo è enorme ed è tuo”
Nel toccare quel cazzo così grande, nero e lucido, la terra sembrò mancarmi da sotto i piedi. Non avrei mai immaginato potesse essere così, la mia mano non riusciva ad impugnarlo del tutto. Lo guardai negli occhi sorpresa, lui mi sorrise sornione come per dirmi “avresti mai immaginato di avere a che fare con una mazza del genere?”
“Suck It, now!” e sfondo la mia bocca infilandomelo fino in gola. Mi sentivo soffocare, lacrimavo e tossivo e più dimostravo di non riuscire a succhiarlo interamente come avrei voluto, più lui spingeva dentro tirandomi per i capelli. Stavo succhiando un cazzo nero, avevo in bocca una nerchia gigantesca e la mia eccitazione era arrivata all’ apice. Mi sollevò e mi infilò due dita nella fica. Accorgendosì di quanto fossi bagnata si sorprese, uscì le dita dalla vagina e mi fece leccare i miei umori. Io ero completamente sotto il suo comando, abbandonata del tutto alla sua volontà. Mi sussurrava frasi all’ orecchio che nemmeno comprendevo ma sentivo la sua eccitazione farsi violenta mentre mi scopava con le dita stringendomi il culo con l’ altra mano. Avevamo completamente perso il controllo: nel baciarlo sentivo la sua saliva mischiarsi al sangue del mio labbro ferito dai suoi denti, mi strappò letteralmente la camicetta schiaffeggiandomi i seni e pizzicandomi i capezzoli, mi sbattè con i palmi al muro e mi piegò a 90 gradi. Avrebbe fatto di me quel avrebbe voluto. Si mise il cazzo in mano e si smanettò per qualche secondo mentre con l’ altra mano mi schiaffeggiava la fica che ormai non aspettava altro che essere sfondata da quel grosso cazzo negro. Ad un tratto, in unico colpo, lo infilò tutto dentro e io cacciai un urlo fortissimo tanto intenso fu il dolore. Fu come essere sverginata una seconda volta. Ancora qualche colpo lungo e profondo e la mia fica parve abituarsi di quella enorme verga, più spingeva più io pensavo che da quel momento sarebbe stato impossibile poterne farne a meno. Mi sentivo piena, completamente riempita da quel cazzone scuro che prepotentemente sfondava la mia fichetta rosa. Sapevo che non avrebbe capito quello che avrei detto e non ebbi alcuna esitazione a urlare le più volgari oscenità: “Scopa la tua puttana bianca, fottimi come una troia, sfondami con il tuo cazzo enorme!”
Finì che mi sborrò in faccia, in bocca e sulle tette. Una copiosa colata bianca e calda che sentivo scendere sulla pancia e poi giù fino alle gambe.
A distanza di mesi sembra che io non riesca a togliermi il suo odore di dosso, ancora oggi penso di scopare con lui quando sono in intimità con il mio compagno. Ogni tanto lo rivedo e sussulto ogni volta nel pensare a come mi ha posseduta quel giorno. Nonostante tutto rimane un bellissimo ricordo e la certezza che come può scoparti un ragazzo di colore… nessun’ altro.
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