Mai avrei pensato che la sera del 14 febbraio sarebbe trascorsa così piacevolmente.
Sono una donna ancora bella, piena di vitalità e sento ancora il bisogno di dire la mia al mondo. Mi piace provocare, avere soldi e successo ma, soprattutto, raggiungere l’orgasmo almeno una volta al giorno, unica droga che mi assilla da quando ero ragazzina.
Già , perché fu proprio da ragazzina che inizia le mie prime esperienze. Oggi, nonostante io abbia 43 anni e condivida la mia vita con un uomo forte e dolce e due splendidi gemelli, Claudia e Matteo, entrambi di diciotto anni, le mie passioni proibite e perverse risalgono già a più di venti anni fa.
Scoprii cos’era il cazzo spiando mio fratello, poi mio zio infine mio padre che, tra loro era quello messo meglio. Ero persino gelosa di mia madre perché lo succhiava sempre con avidità , la troia! Mia madre ci lasciò soli e per me fu quasi l’occasione d’oro per promettermi alle grazie di mio papà . Fu così che con diversi atteggiamenti riuscii ad incastrarlo e portarmelo a letto.
Scopammo per anni, all’insaputa di mio fratello e degli altri parenti ma fu quando morì che mi sposai con Enrico e promessi solennemente che mai sarei stata la donna falsa, autoritaria e ipocrita come mia mamma fu con noi.
Ci negò la libertà di vivere liberi da adolescenti e ci negò i discorsi sul sesso quando poi fu scoperta essere la troia del paese. Ebbene, nonostante a me piacesse il cazzo, sapevo che su mio marito potevo sempre contare e che mai avrei lasciato la mia famiglia per sporchi giochi sessuali che non mi avrebbero portato a nulla. Se volevo scopare, Enrico ed io ci lasciavamo trasportare da qualche bicchiere di buon vino nascondendoci poi in qualche locale milanese di scambi di coppie, appagandoci l’un con l’altro.
Torniamo a noi e alla sera di San Valentino di qualche anno fa. Claudio e Marilena, i miei figli, non hanno nessun partner ed erano molto avviliti per la festa di San Valentino in cui, dicevano, nessuno gli avrebbe portato in dono un bel niente.
Decisi così, insieme ad Enrico, di restare con loro e rendergli omaggio del nostro amore e preparare una sorta di festa in casa nostra.
Non abbiamo fatto chissà che ma tre buone bottiglie di vino e ottimi pasticcini hanno ornato la cena in maniera impeccabile.
Mi sentivo parte di qualcosa di importante e mi spiaceva rovinare la festa con un vestito da casa o la solita tuta e così mi vestii in modo elegante, con una gonna corta nera e una maglia scollata. Mi coprii d’oro con anelli e gioielli e mi lasciai anche indosso il trucco della giornata. Pure Enrico era della partita ma dopo tutto quel vino aveva allentato la cravatta e si lasciò in t-shirt e pantaloni grigi.
Anche Claudio si slacciò dal suo solito personaggio hippoppettaro del menga e si vestì abbastanza normalmente mentre Marilena, che io chiamo Mari, si lanciò in tutta la sua bellezza sfoggiando il mio regalo di natale che era un pantalone attillato bordeaux con la maglietta attillata rossa, scollata al punto giusto. Sono fiera di lei, è la mia copia da giovane. Ha un volto angelico, due occhi da gatta e un bel corpo con due tette gonfie e sode e un culetto ancora saldo alle cosce. Beh, io ormai ho superato gli anta e l’idea di avere ancora poca cellulite mi conforta assai visto che almeno il culo non è ingrassato di molto rispetto al pre-parto e le mie tette, al di là di una leggera cadenza, hanno sempre entusiasmato lo sguardo degli altri ma anche di quel porcellino curioso di mio figlio.
Enrico invece è uguale ai tempi in cui ci sposammo’sempre alto, magro e’con qualche capello in meno ma sempre con quel fascino da attore americano anni cinquanta che fa venire sempre voglia di essere schiaffeggiata pur di averlo dentro di sé. A guardarlo mi veniva voglia di saltargli addosso. La sua t-shirt faceva affiorare il suo petto muscoloso e i suoi occhi barcollavano tra il mio seno, la mia bocca e i miei occhi. Lo volevo ma ora c’erano anche i miei figli.
Ci spostammo in salone e accendemmo la televisione. Fuori faceva freddo e il riscaldamento, nonostante fosse al massimo, non riusciva a scaldare l’ampio locale. Ci sedemmo tutti sul mega divano Frau che acquistammo due mesi orsono e ci stringemmo alla volta di scovare qualcosa di divertente in tv. Accendemmo il satellite e iniziammo a guardare in giro per i canali ma, al di là di pellicole d’azione o drammatiche non trovavamo. Ormai si erano fatte quasi le undici e i continui sguardi di mio marito e i suoi tocca-e-fuggi dal mio culo, mi invogliarono ad appoggiare la mano sul suo pacco, tanto Cla e Mari erano seduti per terra, proprio tra le nostre gambe e non potevano vedere dove io avessi le mani. Stavo sussurrando a mio marito una scusante per allontanarci e metterci nel comodo lettone per scopare sino a mattina tardi ma un sobbalzo di Marilena ci risvegliò tutti quanti.
C’era un cazzo in primo piano che si conficcava nel buco del culo di una giovane troia di colore e non faceva altro che uscire ed entrare mentre, di tanto in tanto, l’attore le tirava i capelli e cercava di farle leccare la fica ad una giovane ragazza bianca, anzi, bianchissima.
Claudio era sorpreso e imbarazzato poiché non riusciva a cambiare canale e Marilena iniziò a ridere mentre mio marito Enrico cercava di sdrammtizzare.
L’idea che mia figlia era già esperta in campo sessuale mi rendeva orgogliosa ma anche spaventata e non capivo quanto avesse davvero imperato. Intanto notai che il rigonfiamento di Enrico era giunto alle stelle e decisi di intrufolare la mia mano nei suoi boxer e di prenderglielo in mano.
Claudio cercava di cambiare canale cercando di cliccare su ogni tasto possibile sul telecomando mentre io e Mari iniziammo a ridere per la situazione creatasi.
A oggi, credo fosse un segno del destino.
Fu proprio Mari a voltarsi e shoccarmi con una sua domanda.
Mio figlio si girò e guardò subito il pacco di suo papà dove avevo la mano. La sua cintura mi bloccava e non riuscivo a tirare fuori la mano.
Anche Enrico scoppiò in una fragorosa risata e cercava di non mettermi in imbarazzo di fronte ai miei figli
rispose Mari
tuonò Claudio e così lanciò via i suoi pantaloni fermandosi però ai boxer.
E con insensata naturalezza, calò i boxer a suo fratello, mio figlio! Lei era in ginocchio ammirando il petto di Claudio mentre con le due mani sfilava i suoi boxer sino al ginocchio. Ne uscì un cazzo in erezione di belle dimensioni, carnoso, affascinante, desiderabile!
Lei lo prese in bocca leccandolo dapprima come fosse un cono gelato e poi comprimendolo sempre di più nella sua bocca vorace.
Io e mio marito eravamo inermi di fronte a tanta sfacciataggine e anche il cazzo di mio marito si ripiegò in basso mentre le mie pulsazioni aumentarono facendomi anche crollare fisicamente sullo schienale della poltrona.
Mia figlia si girò verso di noi sorridendo ma non riuscendo a nascondere completamente il suo rossore.
neanche terminando e sempre tenendo il cazzo di suo fratello attaccato al volto, si tolse la maglietta, lasciandosi il reggiseno ma estraendo le sue tette e palpandosele verso gli occhi di mio marito.
Enrico si riprese e anche le sue pulsazioni ripresero a battere sul suo pene. Al porco attizzava vedere la propria figlia in modo da puttana da film porno e mntre lei sbarleccava il cazzo di mio figlio, le immagini sul televisore stavano cambiando e ora al centro dell’attenzione c’erano due vecchi con due giovani troiette. Enrico tirò fuori il cazzo, si alzò e prese la mia testa tirandomela per i capelli.
Lo tenni in bocca con gli occhi sgranati che cercavano una via di fuga e con la lingua che cercava di premere per spostarlo via dalla mia bocca ma le sue mani mi tenevano fermo il capo muovendomelo avanti e indietro sino a farmi venire quasi i conati di vomito.
Inebetita dalle affermazioni del mio cucciolo, del mio bambino, non riuscivo a staccarmi dal cazzo di mio marito poiché volevo evitare gli sguardi tra me e i miei due gemelli’Dio Mio, si ripeteva lo sbaglio incestuoso successo anche con mio padre’che dovevo fare?!
Mia figlia prese la palla al balzo. Lei desiderava così tanto Enrico che non me ne ero mai accorta pur essendo chiaro a tutti. Mi prese lei per i capelli e mi tirò indietro facendomi cadere sulla schiena e lasciandomi a gambe aperte proprio di fronte agli occhi di mio marito e di mio figlio.
Si mise di fronte a me dandomi le spalle e, prendendo il cazzo di suo padre in mano mi chiese:
Claudio mi osservava dai suoi 185 cm di altezza e aveva quel cazzo orribilmente grosso e carnoso che puntava verso di me. Mi chiamò dolcemente e poi con un piede scostò la gonna e mi spostò la gamba sinistra. Mi lasciò a gambe aperte inebetita sino a quando si è messo in ginocchi, mi ha parteo la camicia, mi ha estratto i seni dale coppe e mi ha preso per i capelli.
Senza farmelo ripetere spostai la mutandine nera con due dita e lui si pose sopra di me, infilandomi il suo membro caldo nella mia vagina ultra bagnata.
Iniziava a pomparmi come fossi una sua coetanea, prendendomi la bocca con la mano e spalancandola per infilarci dentro la lingua. Mentre shoccamente mi accorgevo di provare eccitamento e morboso piacere da quella situazione, mi accorsi di come mio marito avesse già esplorato la vulva di mia figlia, mettendola a pecora e sfondandola col suo grosso arnese. Ne sentivo anche le urla soffocate di Marilena che invocava sempre di più il nome di suo padre.
Intanto mio figlio mi stava scopando come fossi una sua bambolina gonfiabile sino a quando mi prese la faccia e mi fissò negli occhi senza smettere di penetrarmi.
Il fiume di sperma dei suoi coglioni mi innaffiò completamente il viso e io lì a gambe spalancate con la bocca aperte e la lingua che ne cercava ancora e fu proprio Enrico, mio marito, a soddisfare la mia voglia di sperma. Nostra figlia lo stava segando e lui aveva il cazzo puntato dritto sul mio volto sin quando non esplose anche lui, coprendomi di sborra buona, densa e godibile come fosse miele.
Ingurgitai tutto e poi riabbracciai mio figlio sussurrandogli ‘Ti amo’, cosa che lui ricambiò con amore.
Mia figlia si sedette vicino a me, mi apri la bocca e ci infilò la sua lingua calda che ancora sapeva del glande di suo padre mentre mio marito e mio figlio si erano stravaccati sul divano. Restammo abbracciate per almeno un quarto d’ora e non potemmo staccarci da quei baci assurdi che mi avevano trasformata, per la seconda volta nella mia vita in una donna bisex.
Sono trascorsi ormai anni da quel San Valentino e, qualche settimana fa, al festeggiamento solito, nonostante i miei figli siano più grandi e fidanzati, quando rincasano, sempre a mezzanotte, ci vengono a dare due scatole di baci e poi si infilano sotto le coperte per tutta la notte.
Il San Valentino non è mai stato meno noioso di questi ultimi anni della mia vita!
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