Era la vigilia del mio compleanno, il giorno seguente sarebbe stato importantissimo perchè compivo 18 anni e avrei dato una festa in casa mia invitando tutti i miei amici e amiche ma, mia madre in cambio voleva che andassi la sera prima a conoscere il nuovo parroco della nostra parrocchia, che dava il cambio a Don Piero che era deceduto il mese precedente, lei credente e praticante dava una mano all’associazione cattolica di cui faceva parte aiutando i più bisognosi e non mancava ad una messa la domenica. Non avevo voglia di andare ma dovetti accontentarla perchè il giorno dopo doveva lasciare la casa tutta per me per via della festa. Chissà che barba pensai andare a conoscere un sacerdote sicuramente anziano e stare a sentire la sua predica di accoglienza. Comunque accettai a malincuore, alle 20,30 uscimmo di casa per andare nel salone della parrocchia dietro alla Chiesa dove si tenevano le riunioni, mi vestii apposta provocante così avrei sentito le critiche delle donne di chiesa, almeno per qualcosa, che non risparmiano nessuno, e magari il sacerdote avrebbe avuto qualcosa da dire così avevo una scusa per andarmene. Infatti mia madre ebbe da dire sul mio abbigliamento ma risposi che ormai nessuno si vestiva da monaca per andare in Chiesa e poi stavamo andando ad una riunione e non in Chiesa. Descrivo il mio abbigliamento che era più da “troia” che da ragazza seria ma io vestivo sempre in modo provocante, mi piaceva farmi guardare e quando passavo io tutti si giravano a guardare facendo anche apprezzamenti pesanti e fischi di approvazione.
Essendo Giugno faceva già caldo, indossai una minigonna di jeans color rosa fucsia cortissima, senza calze, top colorato a fiori scollato reggiseno push-up che teneva su bene il seno di cui ero già ben fornita poiché, ero una ragazza precoce sessualmente e dotata oltre che alta, dimostravo qualche anno in più di quelli che avevo. Entrammo nella sala che era già piena di gente curiosa, prendemmo posto nelle ultime file, mia madre alla mia destra e Luca il suo compagno alla mia sinistra. Qualche minuto dopo entra dalla porta laterale un uomo vestito con una camicia grigio scuro e pantaloni neri , non potevo pensare che il sacerdote e nuovo parroco della nostra Chiesa era quel bell’uomo, sui trentacinque anni, entrato adesso, eppure era cosi’ mi confermò la mamma, ma come poteva un uomo cosi’ carino fare il sacerdote? Mi venne un brivido lungo la schiena quando passo per salutare tutti dandoci la mano, e quando la diede a me sentii un calore che non avevo mai provato, bisognava che frequentassi la Chiesa adesso, quel prete era veramente il mio tipo, ed era possibile che avesse fatto voto di castità e non avesse mai avuto un rapporto sessuale? Dovevo saperlo ma iniziò la predica e sviai da quei pensieri momentaneamente, alle 23 fini’ il saluto e rientrammo a casa. Mia madre chiese cosa ne pensassi del prete e risposi che certamente sarebbe stato un bravo Parroco perchè con le sue parole mi aveva colpito positivamente, ma pensavo fra me che mi aveva colpito il suo fisico atletico e il “pacco” tra le gambe. Quella notte pensai solo a Don Gerardo, questo era il suo nome, lo vedevo già sopra di me a cavalcare ed entrare nella mia figa col suo nerboruto bastone vergine. Il giorno dopo sabato giorno del mio compleanno, diedi la festa ma non mi divertii tanto al pensiero che poteva esserci li’ Gerardo, invece c’era un mucchio di ragazzi che pensavano solo a bere e a ballare e sbaciucchiarsi con le loro coetanee.
Domenica mattina espressi a mia madre il desiderio di accompagnarla alla Messa delle 11, mi domandò se stavo bene o se avevo la febbre ma risposi che il nuovo Parroco mi aveva fato una buona impressione, e lei conoscendomi mi chiese se non ci fossero sotto altri interessi aggiungendo che la Chiesa non era un capriccio.Andammo in Chiesa in prima fila; stavolta ero vestita meno provocante ma comunque con una gonna corta al ginocchio e non avevo indossato gli slip, e avendo le gambe accavallate, saliva a metà coscia, cosi’ da fargli ammirare a don Gerardo il “panorama” perchè ogni tanto scavallavo le gambe cambiando posizione, più che ascoltare le parole io guardavo lui e lui avevo notato che non rimaneva impassibile guardandomi, lo vidi sudare e asciugarsi col fazzoletto, ma io avevo messo gli occhi addosso ormai a Don Gerardo e mi ero ripromessa che quel prete doveva essere mio. Lo raccontai a Laura la mia amica più intima, quella con cui ci raccontiamo tutto, lei mi disse che era pericoloso e che mi sarei cacciata in un mare di guai poi aggiunse che tanto era inutile parlare che io avrei fatto lo stesso quello che mi ero ripromessa appena lo avevo visto e cioè scopare Don Gerardo il vergine. Ormai era passato un mese dall’insediamento di Gerardo in parrocchia e l’occasione non si presentava però, era difficile trovarlo da solo e non potevo andare di notte in Parrocchia, ma la domenica successiva, un’ora prima della Messa, andai a confessarmi, aspettai di essere l’ultima e mi accostai al confessionale, mi inginocchiai e dalla grata raccontai che era tanto tempo che non mi confessavo ecc. ecc. probabilmente aveva riconosciuto la mia voce o il mio viso dalla grata e mi disse che la Chiesa perdona i peccati ma non la perseverazione di essi, e ne tanto meno le provocazioni, naturalmente alludeva a me il giorno in cui ero andata la prima volta a Messa. Però un suo discorso successivo mi fece intendere di non demordere e che sarei stata premiata dei miei sforzi, aggiunse che voleva vedermi più spesso (non disse in Chiesa) e di non tralasciare la preghiera mai; gli chiesi, sfacciatamente come ero solita, se potevo telefonargli quando avrei avuto qualcosa da chiedergli, in relazione alla preghiera e alla religione, rispose con un assenso e fui felice di ciò. Si apriva uno spiraglio, avrei provato il giorno dopo quando non c’erano funzioni nel pomeriggio. E anche quel giorno mi accomodai in prima fila accanto a mia madre, ed ero vestita come l’altra volta e senza slip, volevo vedere che facce faceva guardandomi tra le gambe stavolta non accavallate ma aperte alla visione del buio tra le cosce. Alla comunione mi alzai e presi l’Ostia con la bocca aperta e la lingua tutta fuori, mi diede un’occhiata di fuoco ma sorrise e passò avanti. Non ne potevo più, la figa mi fremeva volevo farmi una gran scopata con Gerardo, sentivo in bocca l’odore del suo uccello. Il giorno successivo, gli telefonai con la scusa che ero rimasta sbalordita dal discorso che mi aveva fatto in confessionale e volevo approfondire, fu disponibile e disse che potevo andare subito passando dalla porta della Sagrestia che era mi avrebbe aperto lui. Mi vestii con un vestito scollato lungo a metà coscia, leggero a fiori non indossai slip e ai piedi infilai un paio di sandali con tacchi alti dorati, aperti che lasciavano scoperto il piede e le unghie smaltate di rosso fuoco come il rossetto che avevo messo sulle mie labbra carnose di 18enne ormai. Cercai di non farmi notare da nessuno, mi guardai intorno e poi suonai alla porta della Sagrestia, mi apri’ Gerardo e mi fece entrare subito, richiuse dietro di me a chiave e mi fece sedere sul divano, si accomodò di fronte a me sulla poltrona e cominciò a fare domande, perchè avevo sentito il bisogno di parlare con lui, da quanto non frequentavo la Chiesa, che rapporti avevo con Don Piero prima, mi chiese l’età, che scuola frequentavo e altre domande sulla religione e sul rapporto con Dio e il Signore. Rispondevo alle sue domande ma non ero impaurita, feci il movimento di accavallare le gambe e notai che nel momento di portare la gamba sopra l’altra gli scappò l’occhio tra le cosce poi ritrasse la vista ma ormai avevo visto e lo feci notare subito dicendogli che anche i sacerdoti erano uomini e non era giusto farli soffrire per tutta la vita costretti a rinunciare al dolce che Dio aveva creato per rendere fertili le donne e felici gli uomini, restò senza parole sentendomi fare un ragionamento profondo e allo stesso tempo oltraggioso secondo la legge Cristiana ma, probabilmente, colpito dalle mie parole ma anche dalla mia sfrontatezza e dal mio fisico di 18enne provocante e disponibile mi si sedette vicino e mi appoggio la sua mano sulla gamba scoperta combattuto senz’altro tra salire più su o mandarmi via.Restai ad aspettare le mosse successive poi avvicinò la sua bocca al mio orecchio e sussurrò: ragazza spero tu non sia il diavolo tentatore ma se cosi’ fosse non vorrei essere tentato da nessun’altra poi mi accarezzò il viso, l’avevo preso per un segno di assenso e allora mi appoggiai alla sua spalla e lo baciai sul collo, Dio ci perdonerà aggiunsi e gli misi la mano tra le gambe, fece qualche cenno con la sua mano con l’intenzione di fermarmi ma la ritrasse subito restando fermo, perchè gli avevo già tirato giù la zip dei pantaloni infilandola velocemente tra le sue mutande, sentii la durezza del suo uccello; lo tirai fuori e lo scappellai, era timoroso ma contento senza dubbio, non credo che un uomo posa resistere senza provare l’ebbrezza della figa, dopo averlo masturbato qualche secondo me lo infilai in bocca, gli sparai un pompino veloce, mi sborrò in bocca e leccai tutto il liquido e lo ingoiai, ma io lo volevo dentro nella mia figa, quello era un assaggio. Oh! Signore disse, cosa stiamo facendo cosa mi hai fatto fare, non potrò più essere un sacerdote cosciente, Dio mi aiuti fermi la mia debolezza, io di rimando feci la domanda a cui volevo una risposta che mi tormentava: ma allora è vero che sei vergine? non l’hai mai fatto? e come si può rimanere impassibili e reticenti davanti al corpo di una donna? Oh! Madonna rispose, le tentazioni ci sono ma fino adesso ero rimasto fermo sui miei principi e non ho mai avuto sensazioni di piacere o di eccitazione alla vista di una donna intesa come “veicolo sessuale” se non una volta con la figlia del sagrestano del paese dove ero prima anche lei una bella ragazza ma ho scacciato tali pensieri subito, poi ho visto te a quella riunione e ho perso la ragione, ti ho rivista in Chiesa e ti ho anche guardata tra le cosce perchè facevi il possibile per essere guardata e come si fa a restare impassibili alla vista dei tuoi tesori?. Comunque chiedo perdono a te e al Signore per questo peccato lussurioso, ma adesso sono ancora in tempo a espiare la mia colpa; ascoltando quelle parole quasi non ci credevo che un uomo di religione potesse negarsi il piacere sessuale di una scopata con una donna e quindi ci riprovai, mi slacciai il vestito e lo feci cadere ai miei piedi, ero nuda non indossavo ne slip ne reggiseno, i miei seni turgidi ed eretti erano li di fronte a lui che guardava i miei capezzoli di giovane donna pronta e disponibile ad accogliere il suo membro tra le mie cosce, era combattuto ma prese coraggio perchè non poteva resistere e allora mi disse se si poteva andare nel suo appartamento di sopra dove si sarebbe sentito più a suo agio. Li Lo seguii sulle scale con la mano nella sua ed entrammo in camera dove alloggiava mi fece sedere sul letto e si spogliò, si mise le mani sul viso in segno di vergogna ma si avvicinò e mi prese in mano il seno accarezzandolo dolcemente, poi si piegò e baciò i capezzoli ,glielo avvicinai di più alla bocca e mi leccò seno e capezzoli ma si vedeva che non aveva mai avuto rapporti di nessun tipo con donne, quindi ero io a 18 anni a condurre il gioco, ma adesso potevo insegnare come si fa sesso, mi distesi sul letto, avremmo cominciato con la più classica delle scopate, Lo feci salire sopra di me e accompagnai il suo uccello duro come una sbarra di acciaio e lo avvicinai al buco delle grandi labbra dopo averlo scappellato, gli dissi di spingere e cosi’ fece, era impacciato come un ragazzo alle prime armi ma era quello che volevo, ormai era tutto dentro di me e consapevole che l’atto sessuale si fa spingendo l’uccello avanti e indietro nella vagina, iniziò a spingere e ritrarre il suo cazzone ben fornito, io l’aiutavo alzando e abbassando il culo in modo da sentirlo ancora più dentro, aveva un uccello di diametro mai visto, era grosso e lungo a forma di banana perciò avevo la sensazione di sentirlo fino allo stomaco , ero felice mi stavo scopando il sacerdote della mia parrocchia, lo avevo desiderato appena lo avevo visto e ora era li sopra di me a chiavare per la prima volta con una ragazza di 18 anni già esperta dal punto di vista sessuale, dopo alcuni minuti gemendo per l’eccitazione e il piacere che non aveva mai provato mi inondò di sborra calda e sentii che si era aggiunto anche il mio liquido al suo in un orgasmo gioioso, tirai fuori il cazzo e lo portai alla bocca assaggiando il rimanente liquido caldo, la sborra più “paradisiaca” che esista, lo leccai sul glande, gli leccai l’uccello tutto fino ai coglioni, i mi distesi di fianco a lui e domandai come era andata se era stata un’esperienza positiva e se aveva particolari richieste da fare visto la mancanza di esperienza, timidamente ancora scosso dalla mia capacità disse che era contento ma si sentiva sporco dentro, allora lo rincuorai dicendo che aveva fatto una cosa giusta perchè il suo corpo la richiedeva e non avrebbe sopportato l’astinenza ancora per molto tempo, forse si convinse ma era ancora titubante poi prese coraggio e scivolò giù verso le mie cosce assaporando il frutto del sesso che fa girare la testa agli uomini, io intanto le avevo girato le gambe in modo da prendere in bocca il suo uccello che si stava ammosciando e lo rifeci diventare duro come prima, lo presi tutto in bocca ed era talmente lungo che arrivava alle tonsille, vista anche la posizione, cominciò a leccare le labbra della figa poi si insinuò all’interno delle piccole labbra al clitoride, andava ad istinto, me la leccò per oltre dieci minuti tanto che sborrai il mio liquido orgasmico sul suo viso ma non si scompose restò ancora li a odorare il mio sapore giovane poi si mise a pancia in su e chiese di salirgli sopra, lo accontentai e infilai il suo cazzo eretto nella figa umida e vogliosa, entravo e uscivo da quell’asta turgida con colpi ben assestati poi mi piegavo a fargli baciare i capezzoli, metteva il seno tutto in bocca e lo baciava mi prendeva le natiche e le stringeva, saltava sul letto per penetrarmi fino in fondo, aveva imparato a scopare tremendamente bene, dando gli ultimi colpi salendo e scendendo e dimenandomi su quell’uccello sacerdotale, godetti di quell’ennesimo orgasmo arrivato insieme alla sua sborrata perchè mi sentivo la sua sborra calda nella mia vagina ormai allargata a dismisura. Non era finita li, con mio grande piacere scoprii che ormai non si voleva più fermare, aveva scoperto il “dolce” e voleva mangiarlo tutto evidentemente, si sedette sul letto con le gambe appoggiate a terra, mi inginocchiai davanti a lui e presi in mano il suo cazzo che era ancora duro, lo baciai leccai il glande lo infilai tutto in bocca poi lo tirai fuori e continuai cosi’ per qualche minuto mentre lui gemeva e tirava indietro la testa e mugolava dall’immenso piacere che provava e che si era negato in tutti quegli anni di astinenza, dopo averlo rimesso in bocca e spompinarlo.
Mi girai e mi allargai con le mani il buchetto, adesso devi incularmi, bocca e figa le hai provate, adesso tocca al culo, lui rimase un attimo interdetto, poi si avvicinò, appoggio la cappella al buchetto e poi con forza mi penetrò e incoraggiato dalle mie parole e dalle oscenità che gli dicevo mi inculò con forza sino a sborrarmi dentro. poi andammo a lavarci e ci salutammo, prima mi fece giurare che non ne avrei parlato con nessuno poi aggiunse, con mia grande soddisfazione, che dovevamo rivederci, certo che ti voglio rivedere dissi, e cosi’ uscii dalla porta da dove ero entrata lasciandolo sodisfatto e combattuto dal rimorso, ma ci rivedemmo la settimana dopo
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Essendo Giugno faceva già caldo, indossai una minigonna di jeans color rosa fucsia cortissima, senza calze, top colorato a fiori scollato reggiseno push-up che teneva su bene il seno di cui ero già ben fornita poiché, ero una ragazza precoce sessualmente e dotata oltre che alta, dimostravo qualche anno in più di quelli che avevo. Entrammo nella sala che era già piena di gente curiosa, prendemmo posto nelle ultime file, mia madre alla mia destra e Luca il suo compagno alla mia sinistra. Qualche minuto dopo entra dalla porta laterale un uomo vestito con una camicia grigio scuro e pantaloni neri , non potevo pensare che il sacerdote e nuovo parroco della nostra Chiesa era quel bell’uomo, sui trentacinque anni, entrato adesso, eppure era cosi’ mi confermò la mamma, ma come poteva un uomo cosi’ carino fare il sacerdote? Mi venne un brivido lungo la schiena quando passo per salutare tutti dandoci la mano, e quando la diede a me sentii un calore che non avevo mai provato, bisognava che frequentassi la Chiesa adesso, quel prete era veramente il mio tipo, ed era possibile che avesse fatto voto di castità e non avesse mai avuto un rapporto sessuale? Dovevo saperlo ma iniziò la predica e sviai da quei pensieri momentaneamente, alle 23 fini’ il saluto e rientrammo a casa. Mia madre chiese cosa ne pensassi del prete e risposi che certamente sarebbe stato un bravo Parroco perchè con le sue parole mi aveva colpito positivamente, ma pensavo fra me che mi aveva colpito il suo fisico atletico e il “pacco” tra le gambe. Quella notte pensai solo a Don Gerardo, questo era il suo nome, lo vedevo già sopra di me a cavalcare ed entrare nella mia figa col suo nerboruto bastone vergine. Il giorno dopo sabato giorno del mio compleanno, diedi la festa ma non mi divertii tanto al pensiero che poteva esserci li’ Gerardo, invece c’era un mucchio di ragazzi che pensavano solo a bere e a ballare e sbaciucchiarsi con le loro coetanee.
Domenica mattina espressi a mia madre il desiderio di accompagnarla alla Messa delle 11, mi domandò se stavo bene o se avevo la febbre ma risposi che il nuovo Parroco mi aveva fato una buona impressione, e lei conoscendomi mi chiese se non ci fossero sotto altri interessi aggiungendo che la Chiesa non era un capriccio.Andammo in Chiesa in prima fila; stavolta ero vestita meno provocante ma comunque con una gonna corta al ginocchio e non avevo indossato gli slip, e avendo le gambe accavallate, saliva a metà coscia, cosi’ da fargli ammirare a don Gerardo il “panorama” perchè ogni tanto scavallavo le gambe cambiando posizione, più che ascoltare le parole io guardavo lui e lui avevo notato che non rimaneva impassibile guardandomi, lo vidi sudare e asciugarsi col fazzoletto, ma io avevo messo gli occhi addosso ormai a Don Gerardo e mi ero ripromessa che quel prete doveva essere mio. Lo raccontai a Laura la mia amica più intima, quella con cui ci raccontiamo tutto, lei mi disse che era pericoloso e che mi sarei cacciata in un mare di guai poi aggiunse che tanto era inutile parlare che io avrei fatto lo stesso quello che mi ero ripromessa appena lo avevo visto e cioè scopare Don Gerardo il vergine. Ormai era passato un mese dall’insediamento di Gerardo in parrocchia e l’occasione non si presentava però, era difficile trovarlo da solo e non potevo andare di notte in Parrocchia, ma la domenica successiva, un’ora prima della Messa, andai a confessarmi, aspettai di essere l’ultima e mi accostai al confessionale, mi inginocchiai e dalla grata raccontai che era tanto tempo che non mi confessavo ecc. ecc. probabilmente aveva riconosciuto la mia voce o il mio viso dalla grata e mi disse che la Chiesa perdona i peccati ma non la perseverazione di essi, e ne tanto meno le provocazioni, naturalmente alludeva a me il giorno in cui ero andata la prima volta a Messa. Però un suo discorso successivo mi fece intendere di non demordere e che sarei stata premiata dei miei sforzi, aggiunse che voleva vedermi più spesso (non disse in Chiesa) e di non tralasciare la preghiera mai; gli chiesi, sfacciatamente come ero solita, se potevo telefonargli quando avrei avuto qualcosa da chiedergli, in relazione alla preghiera e alla religione, rispose con un assenso e fui felice di ciò. Si apriva uno spiraglio, avrei provato il giorno dopo quando non c’erano funzioni nel pomeriggio. E anche quel giorno mi accomodai in prima fila accanto a mia madre, ed ero vestita come l’altra volta e senza slip, volevo vedere che facce faceva guardandomi tra le gambe stavolta non accavallate ma aperte alla visione del buio tra le cosce. Alla comunione mi alzai e presi l’Ostia con la bocca aperta e la lingua tutta fuori, mi diede un’occhiata di fuoco ma sorrise e passò avanti. Non ne potevo più, la figa mi fremeva volevo farmi una gran scopata con Gerardo, sentivo in bocca l’odore del suo uccello. Il giorno successivo, gli telefonai con la scusa che ero rimasta sbalordita dal discorso che mi aveva fatto in confessionale e volevo approfondire, fu disponibile e disse che potevo andare subito passando dalla porta della Sagrestia che era mi avrebbe aperto lui. Mi vestii con un vestito scollato lungo a metà coscia, leggero a fiori non indossai slip e ai piedi infilai un paio di sandali con tacchi alti dorati, aperti che lasciavano scoperto il piede e le unghie smaltate di rosso fuoco come il rossetto che avevo messo sulle mie labbra carnose di 18enne ormai. Cercai di non farmi notare da nessuno, mi guardai intorno e poi suonai alla porta della Sagrestia, mi apri’ Gerardo e mi fece entrare subito, richiuse dietro di me a chiave e mi fece sedere sul divano, si accomodò di fronte a me sulla poltrona e cominciò a fare domande, perchè avevo sentito il bisogno di parlare con lui, da quanto non frequentavo la Chiesa, che rapporti avevo con Don Piero prima, mi chiese l’età, che scuola frequentavo e altre domande sulla religione e sul rapporto con Dio e il Signore. Rispondevo alle sue domande ma non ero impaurita, feci il movimento di accavallare le gambe e notai che nel momento di portare la gamba sopra l’altra gli scappò l’occhio tra le cosce poi ritrasse la vista ma ormai avevo visto e lo feci notare subito dicendogli che anche i sacerdoti erano uomini e non era giusto farli soffrire per tutta la vita costretti a rinunciare al dolce che Dio aveva creato per rendere fertili le donne e felici gli uomini, restò senza parole sentendomi fare un ragionamento profondo e allo stesso tempo oltraggioso secondo la legge Cristiana ma, probabilmente, colpito dalle mie parole ma anche dalla mia sfrontatezza e dal mio fisico di 18enne provocante e disponibile mi si sedette vicino e mi appoggio la sua mano sulla gamba scoperta combattuto senz’altro tra salire più su o mandarmi via.Restai ad aspettare le mosse successive poi avvicinò la sua bocca al mio orecchio e sussurrò: ragazza spero tu non sia il diavolo tentatore ma se cosi’ fosse non vorrei essere tentato da nessun’altra poi mi accarezzò il viso, l’avevo preso per un segno di assenso e allora mi appoggiai alla sua spalla e lo baciai sul collo, Dio ci perdonerà aggiunsi e gli misi la mano tra le gambe, fece qualche cenno con la sua mano con l’intenzione di fermarmi ma la ritrasse subito restando fermo, perchè gli avevo già tirato giù la zip dei pantaloni infilandola velocemente tra le sue mutande, sentii la durezza del suo uccello; lo tirai fuori e lo scappellai, era timoroso ma contento senza dubbio, non credo che un uomo posa resistere senza provare l’ebbrezza della figa, dopo averlo masturbato qualche secondo me lo infilai in bocca, gli sparai un pompino veloce, mi sborrò in bocca e leccai tutto il liquido e lo ingoiai, ma io lo volevo dentro nella mia figa, quello era un assaggio. Oh! Signore disse, cosa stiamo facendo cosa mi hai fatto fare, non potrò più essere un sacerdote cosciente, Dio mi aiuti fermi la mia debolezza, io di rimando feci la domanda a cui volevo una risposta che mi tormentava: ma allora è vero che sei vergine? non l’hai mai fatto? e come si può rimanere impassibili e reticenti davanti al corpo di una donna? Oh! Madonna rispose, le tentazioni ci sono ma fino adesso ero rimasto fermo sui miei principi e non ho mai avuto sensazioni di piacere o di eccitazione alla vista di una donna intesa come “veicolo sessuale” se non una volta con la figlia del sagrestano del paese dove ero prima anche lei una bella ragazza ma ho scacciato tali pensieri subito, poi ho visto te a quella riunione e ho perso la ragione, ti ho rivista in Chiesa e ti ho anche guardata tra le cosce perchè facevi il possibile per essere guardata e come si fa a restare impassibili alla vista dei tuoi tesori?. Comunque chiedo perdono a te e al Signore per questo peccato lussurioso, ma adesso sono ancora in tempo a espiare la mia colpa; ascoltando quelle parole quasi non ci credevo che un uomo di religione potesse negarsi il piacere sessuale di una scopata con una donna e quindi ci riprovai, mi slacciai il vestito e lo feci cadere ai miei piedi, ero nuda non indossavo ne slip ne reggiseno, i miei seni turgidi ed eretti erano li di fronte a lui che guardava i miei capezzoli di giovane donna pronta e disponibile ad accogliere il suo membro tra le mie cosce, era combattuto ma prese coraggio perchè non poteva resistere e allora mi disse se si poteva andare nel suo appartamento di sopra dove si sarebbe sentito più a suo agio. Li Lo seguii sulle scale con la mano nella sua ed entrammo in camera dove alloggiava mi fece sedere sul letto e si spogliò, si mise le mani sul viso in segno di vergogna ma si avvicinò e mi prese in mano il seno accarezzandolo dolcemente, poi si piegò e baciò i capezzoli ,glielo avvicinai di più alla bocca e mi leccò seno e capezzoli ma si vedeva che non aveva mai avuto rapporti di nessun tipo con donne, quindi ero io a 18 anni a condurre il gioco, ma adesso potevo insegnare come si fa sesso, mi distesi sul letto, avremmo cominciato con la più classica delle scopate, Lo feci salire sopra di me e accompagnai il suo uccello duro come una sbarra di acciaio e lo avvicinai al buco delle grandi labbra dopo averlo scappellato, gli dissi di spingere e cosi’ fece, era impacciato come un ragazzo alle prime armi ma era quello che volevo, ormai era tutto dentro di me e consapevole che l’atto sessuale si fa spingendo l’uccello avanti e indietro nella vagina, iniziò a spingere e ritrarre il suo cazzone ben fornito, io l’aiutavo alzando e abbassando il culo in modo da sentirlo ancora più dentro, aveva un uccello di diametro mai visto, era grosso e lungo a forma di banana perciò avevo la sensazione di sentirlo fino allo stomaco , ero felice mi stavo scopando il sacerdote della mia parrocchia, lo avevo desiderato appena lo avevo visto e ora era li sopra di me a chiavare per la prima volta con una ragazza di 18 anni già esperta dal punto di vista sessuale, dopo alcuni minuti gemendo per l’eccitazione e il piacere che non aveva mai provato mi inondò di sborra calda e sentii che si era aggiunto anche il mio liquido al suo in un orgasmo gioioso, tirai fuori il cazzo e lo portai alla bocca assaggiando il rimanente liquido caldo, la sborra più “paradisiaca” che esista, lo leccai sul glande, gli leccai l’uccello tutto fino ai coglioni, i mi distesi di fianco a lui e domandai come era andata se era stata un’esperienza positiva e se aveva particolari richieste da fare visto la mancanza di esperienza, timidamente ancora scosso dalla mia capacità disse che era contento ma si sentiva sporco dentro, allora lo rincuorai dicendo che aveva fatto una cosa giusta perchè il suo corpo la richiedeva e non avrebbe sopportato l’astinenza ancora per molto tempo, forse si convinse ma era ancora titubante poi prese coraggio e scivolò giù verso le mie cosce assaporando il frutto del sesso che fa girare la testa agli uomini, io intanto le avevo girato le gambe in modo da prendere in bocca il suo uccello che si stava ammosciando e lo rifeci diventare duro come prima, lo presi tutto in bocca ed era talmente lungo che arrivava alle tonsille, vista anche la posizione, cominciò a leccare le labbra della figa poi si insinuò all’interno delle piccole labbra al clitoride, andava ad istinto, me la leccò per oltre dieci minuti tanto che sborrai il mio liquido orgasmico sul suo viso ma non si scompose restò ancora li a odorare il mio sapore giovane poi si mise a pancia in su e chiese di salirgli sopra, lo accontentai e infilai il suo cazzo eretto nella figa umida e vogliosa, entravo e uscivo da quell’asta turgida con colpi ben assestati poi mi piegavo a fargli baciare i capezzoli, metteva il seno tutto in bocca e lo baciava mi prendeva le natiche e le stringeva, saltava sul letto per penetrarmi fino in fondo, aveva imparato a scopare tremendamente bene, dando gli ultimi colpi salendo e scendendo e dimenandomi su quell’uccello sacerdotale, godetti di quell’ennesimo orgasmo arrivato insieme alla sua sborrata perchè mi sentivo la sua sborra calda nella mia vagina ormai allargata a dismisura. Non era finita li, con mio grande piacere scoprii che ormai non si voleva più fermare, aveva scoperto il “dolce” e voleva mangiarlo tutto evidentemente, si sedette sul letto con le gambe appoggiate a terra, mi inginocchiai davanti a lui e presi in mano il suo cazzo che era ancora duro, lo baciai leccai il glande lo infilai tutto in bocca poi lo tirai fuori e continuai cosi’ per qualche minuto mentre lui gemeva e tirava indietro la testa e mugolava dall’immenso piacere che provava e che si era negato in tutti quegli anni di astinenza, dopo averlo rimesso in bocca e spompinarlo.
Mi girai e mi allargai con le mani il buchetto, adesso devi incularmi, bocca e figa le hai provate, adesso tocca al culo, lui rimase un attimo interdetto, poi si avvicinò, appoggio la cappella al buchetto e poi con forza mi penetrò e incoraggiato dalle mie parole e dalle oscenità che gli dicevo mi inculò con forza sino a sborrarmi dentro. poi andammo a lavarci e ci salutammo, prima mi fece giurare che non ne avrei parlato con nessuno poi aggiunse, con mia grande soddisfazione, che dovevamo rivederci, certo che ti voglio rivedere dissi, e cosi’ uscii dalla porta da dove ero entrata lasciandolo sodisfatto e combattuto dal rimorso, ma ci rivedemmo la settimana dopo
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