Susanna è una nostra amica, diremo eccentrica, inconsueta e addirittura tormentata insistentemente dal sesso, per il fatto che amoreggiando si fidanzò tanti anni orsono con Roberto, un altro nostro beneamato amico sin dai tempi del liceo. Quando stavano insieme e all’epoca ci frequentavamo con maggiore regolarità , ambedue erano sempre impegnati a fare sesso in momenti e in situazioni alquanto strane e inverosimili: almeno questo mi raccontava Roberto, anche perché lei doveva essere veramente un’indomabile porca e una ribelle di prim’ordine, giacché era sovente circondata da amici omosessuali e soprattutto da molte amiche lesbiche che le facevano la corte. Un nebbioso e sgradevole giorno arrivo sennonché parimenti per lei, quando la loro storia d’amore e di sesso malauguratamente giunse al termine, mentre per noi in famiglia era incominciata l’inattesa angheria, la reale persecuzione e il puro tormento.
In realtà , in questi ultimi periodi, tenuto conto che abbiamo riallacciato da poco i contatti, lei ci chiama frequentemente chiedendoci che fine abbia fatto l’amore della sua vita, se vive con qualche altra donna, riferendoci inoltre che lei sta scopando alla grande in qualsiasi posto essa vada. Un giorno chiama mia moglie in modo affannato riferendole che avrebbe voglia di rivedere la nostra bimba; insomma le solite e usuali lagne, le medesime e ripetitive condotte, mia moglie alla fine cede e organizza una cena da noi poco prima di partire per le ferie estive. Susanna sennonché una sera piomba da noi senza preavviso, noi stiamo un po’ stanchi, bussano alla porta, io vado ad aprire e lei si presenta, io la guardo, anzi la squadro per bene, perché con mio reale stupore vedo un’altra Susanna: è molto energica, sicura di sé e piuttosto vitale, con gli stivali, la minigonna a fior di sedere, una camicetta che risalta il suo seno con i capelli lunghi biondi raccolti a modo di coda di cavallo. Si butta letteralmente tra le braccia, mi stringe a sé, mi bacia, mi coccola lusingandomi, poi è la volta di mia moglie e in ultimo di mia figlia. Dopo i noiosi e i ridetti complimenti ci sediamo a tavola, Susanna lusinga la marmocchia, dopo qualche messinscena inizia a esporre narrandoci delle sue ultime avventure seguite inoltre dalle numerose peripezie che le sono capitate sulla barca a vela, dove a conosciuto un individuo che a suo dire la sta facendo impazzire e stravedere sessualmente in modo atipico e inusuale.
Lei non è una gran fica, però a letto era veramente una troia di primo livello, una vera dinamite, così m’aveva assicurato a suo tempo Roberto riferendomi meticolosamente le sue individuali inclinazioni. Una donna che è pronta a tutto, è curiosa, è singolare, in quanto non si tira indietro alle nuove esperienze, anzi, il più delle volte era stata lei a esprimere e a formulare i suoi desideri più deformi, reconditi e sconci. I suoi racconti diventano un po’ frizzanti, per di più pepati e pungenti, la bimba fortunatamente non assimila né comprende ancora la portata dei suoi discorsi, ciononostante mia moglie incomincia ben presto a incavolarsi e a rabbuiarsi per quella conversazione lasciva e spropositata. Finisce la cena e ci spostiamo in salotto, dove lei si mette comoda sul canapè e inizia a giocare con la marmocchia, io mi siedo liberamente sulla sedia a dondolo collocata di fronte a lei. Lei è disinteressata, distratta e incurante della presenza della piccina, incomincia a raccontare nuovamente della volta che stava giocando a basket con una squadra femminile e che dopo la partita negli spogliatoi le giocatrici al termine si erano toccate un po’ tutte palpandosi e stuzzicandosi notevolmente. Il discorso m’interessa moltissimo, perché pure io inizio a volteggiare danzando con la fantasia, visto che m’immaginavo di spiarle mentre stavano sotto la doccia, con tutti quei corpi atletici, formosi e nudi, perché mi stavo eccitando al pensiero di quanto mi stava esponendo.
Nel tempo in cui ascoltavo vagabondavo speditamente e spensieratamente con la fantasia, noto chiaramente lo schiudersi delle sue gambe, risalgo lungo le cosce, poiché mi permette d’inquadrare a meraviglia fino al punto esatto dove le gambe s’incrociano mostrando in tal modo il suo slip bianco: io non credo ai miei occhi, la guardo in modo famelico, lei mi fa un cenno d’assenso e continua a esporre la trama raccontandomi dell’episodio avventuroso in quello spogliatoio. Mia moglie s’arrabbia, s’infuria sempre di più soprattutto per la presenza della bimba, io non riesco a interrompere il suo racconto, anche perché mi sto eccitando in modo ragguardevole. Lei sta muovendo le gambe, le apre, le chiude e le scosta, frattanto vedo i suoi occhi fissare il mio pene che nel frattempo si stava svegliando, stuzzicato a dovere dalle sue lussuriose esposizioni. Di tutto questo mia moglie fortunatamente non s’accorge, altrimenti ne sarebbe scaturito un litigio accompagnato da una furibonda scenata fuori dall’ordinario. Lei va in bagno, intanto Susanna continua il suo racconto, descrive rappresentando perfettamente la sua migliore amica lesbica, una femmina dal foltissimo pelo tutto rosso e a proposito di quest’amica passionale segretamente mi sussurra:
‘Sai una cosa Alessandro, il suo fluido era più delicato e più saporito delle altre, non lo avrei scommesso né giammai immaginato che avesse una fica così saporita’ – accarezzandosi nel contempo l’interno della coscia fino a toccarsi con le unghie gli slip.
Io non ce la faccio più, sono accalorato, infervorato, sono turbato più che mai da Susanna, poiché mi sta accortamente e scaltramente provocando, lei m’aizza sobillandomi in maniera inattesa e sorprendente, poiché adesso è seduta davanti a me con le gambe totalmente spalancate, intanto che s’accarezza la fica mi riferisce divorandomi con lo sguardo:
‘Alessandro, io ti voglio, almeno quanto lo vuoi tu, perché si vede da come mi guardi’.
A un tratto sente la porta del bagno aprirsi, Susanna rapidamente si ricompone, Carla si siede accanto a lei e riesce a farle cambiare tempestivamente discorso, infine Susanna va verso il bagno, Carla mi guarda riferendomi del tutto irritata e sdegnata:
‘Alessandro hai sentito: Susanna si è inasprita, è ulteriormente peggiorata, pensa soltanto al sesso e nient’altro. E’ antipatica e anche indisponente, non la voglio più sentire. Fa’ una cosa, trattienila tu, intanto che io sistemo la bimba a letto, magari s’accorge che è di troppo, così se ne va prima. Mi sono proprio stufata’.
Quella appena prospettata da Carla era l’occasione eccellente, il pretesto sopraffino che aspettavo ufficialmente a occhi chiusi, rimanere da solo con lei, un vero e inedito spettacolo tutto d’apprezzare all’ennesima potenza. Lei non era il mio tipo di donna, eppure m’aveva eccitato e stuzzicato con i suoi racconti e con quegli slip, così una volta uscita dal bagno Carla mette in atto il piano stabilito:
‘Sai una cosa Susanna, la piccina è stanca, adesso la preparo per la notte e la metto a letto. Non ti dispiace vero? Alessandro rimarrà ben volentieri nel farti compagnia’.
‘Va’ pure, io tra un po’ tolgo il disturbo, buonanotte’.
Carla mi fa un cenno di soddisfazione, quasi di gradimento e s’allontana, nel frattempo io avevo preparato due bicchieri ghiacciati con della crema di limone e gliene porgo uno, lei s’accomoda sul canapè ed esordisce:
‘Adesso siamo da soli Alessandro, nessuno ci disturberà né ci intralcerà ’ – mi confida Susanna, mentre allarga nuovamente le gambe, agevolando e permettendo così al mio sguardo di scivolare per ammirare nuovamente la sua pelosissima e vogliosa fica.
Io rimango nuovamente disorientato e stupefatto, apertamente scombussolato per quell’insperata e gradita apparizione, lei si era abilmente sfilata gli slip, mostrandomi adesso quel foltissimo e nerissimo pelo che nascondeva a ragion veduta le labbra, che spettacolo e che visione, non vedo realmente l’ora di tastarla là di sotto, perché il mio cazzo al solo pensiero si dimena come un forsennato dentro i calzoni. Susanna mi scaraventa gli slip, io li afferro al volo e me li porto subito al naso inspirando l’odore della sua stupenda fica, lo avverto aromatico, fragrante e umido al tempo stesso, mentre vaneggio smarrendomi nel suo intenso profumo, Susanna accosta nel frattempo il bicchiere ghiacciato accanto alle labbra della sua fica allargandole un istante facendo rasentare il bordo del bicchiere, poi emette un gemito di piacere e lo muove lentamente all’interno, infine me lo porge invitandomi a bere la crema di limone contornata dalla sua secrezione.
Io non capisco più nulla, sono completamente nelle sue mani, all’opposto, sono stato assorbito e risucchiato dalla foltissima striscia dei suoi peli, cosiffatto avvicino il bicchiere alla bocca, prima lo annuso, poi incomincio a sorseggiarne il contenuto. Intanto lei si è comodamente inginocchiata davanti a me e con la lingua percorre la forma che il mio cazzo aveva formato sotto i pantaloni facendomi incontrare le stelle, eppure inaspettatamente sul più bello lei s’alza e si dirige sul balcone andando ad accendersi una sigaretta, in conclusione s’appoggia alla ringhiera inarcando la schiena e mostrandomi le chiappe verso l’alto, facendo sì che la sua minigonna faccia intravedere la sua fica. Ecco, queste qua, sono le sue bizzarre e stravaganti astuzie, i suoi meraviglianti sotterfugi, i suoi studiati stratagemmi, sennonché io finisco di bere la crema di limone gustandomi la strabiliante scena che la mia amichetta mi sta liberamente e libidinosamente offrendo.
Dopo m’avvicino a lei, le metto la mano sul sedere e la faccio scivolare lungo le sue rotondità , infine mi soffermo al centro, scendo con il dito medio che affonda nella sua fica, così come un coltello penetra in un panetto di burro, poiché la sua fica lo risucchia del tutto: lei geme contorcendosi, allarga le gambe invitandomi a prenderla lì. Io non mi faccio pregare, mi metto dietro di lei, apro la chiusura lampo e agguanto in mano il cazzo, lui è durissimo, è gonfio, in quanto reclama già da tempo la sua naturale razione. Con le mani le allargo le labbra, gl’infilo il glande e a questo punto lei dà un colpo secco all’indietro precedendo la mia penetrazione, la sua fica è caldissima e irruente.
Susanna s’aggrappa forte alla ringhiera e si muove come un’ossessa, dato che mi fa capire che devo stare fermo, perché eseguirà tutto lei il compito, io vedo il mio cazzo entrare e uscire velocemente dalla sua favolosa fica, sento che geme e che si contorce dal piacere, perché ogni volta che il cazzo fuoriesce è sempre più bianco, sempre più impregnato di lei. Susanna sta per godere, sferra le ultime penetrazioni, la sento che sta per gridare il suo orgasmo, io lo anticipo e le infilo in bocca i suoi slip. Lei urla pur stringendo tra i denti gli slip, dopo si stacca, si volta e mi guarda ancora assatanata, giacché mi sbatte con forza vicino al muro, successivamente s’inginocchia ingoiando voracemente il mio cazzo. Nel tempo in cui lo tiene in bocca mi guarda soddisfatta, muove la sua lingua intorno al glande e ci gioca, io sto per sborrare, lei lo sente, cerca di staccarsi, però io la blocco, dal momento che trattenendole la testa e affondando le dita tra i capelli le bisbiglio:
‘Eccomi, sì Susanna, questo è tutto per te, te lo meriti tutto’ – le sussurro io elettrizzato e invasato più che mai, mentre le cospargo la pelosissima e nera fica con la mia candida e densa sborrata.
Susanna rimane stesa per qualche istante, poi si solleva, si ricompone, mi guarda annunciandomi:
‘Alla prossima cena, magari a casa mia insieme alla rossa, perché no’.
Susanna s’asciuga, si sistema e s’allontana lasciandomi con i pantaloni abbassati e con i suoi slip come ricordo, con il pensiero d’organizzare e di sviluppare la cena da lei, soprattutto e specialmente il dopocena.
{Idraulico anno 1999}
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