Foto-ricatto di Max Herrscher
CAPITOLO I
Elisa quel pomeriggio voleva andare in biblioteca, le piaceva stare nel silenzio di quel luogo a pensare e a leggere, le dava una grande serenitā quel silenzio, liā cercava di dimenticare le sue angoscie.
Era tornata da un mese dalla sua seconda luna di miele, suo marito, Giuseppe lāaveva voluta portare in Grecia, era stata una bella vacanza.
Peroā poi tutto era ritornato come prima, lui non voleva perderla e lei non voleva lasciarlo, in fondo avevano un figlio Matteo, e la loro era stata una bella storia dāamore, ma lui era sempre via. Il peggio era che adesso dopo lāestate trascorsa da sola dove aveva avuto due relazioni con un uomo Enea, che le aveva insegnato lāamore e lāaveva disinibita, e infine Lorenzo un amico di suo figlio anche lui in vacanza che dopo che Enea se nāera andato lo aveva sostituito regalandole un piacere nella trasgressione come non lo aveva mai immaginato possibile. Quella mattina in casa da sola, si era masturbata e penetrata con un vibratore che si era acquistata per corrispondenza, e pensando alla sua vacanza trasgressiva si era data un piacere solitario che le aveva lasciato un senso di languore fisico, ma anche del disagio, si sentiva in colpa.
Nel tentativo di scordare tutto questo si era rimessa a frequentare la biblioteca, e al pomeriggio di quel giorno di metā novembre con il tempo grigio, era un piacere starsene liā seduta a leggere, era immersa nella lettura, e quasi aveva scordato tutti i suoi pensieri del mattino.
Si sentiā toccare una spalla, si voltoā e si ritrovoā davanti Vanessa la sorella di Lorenzo, sussultoā dalla sorpresa e con il volto interrogativo senza alzare la voce le sussurroā ācome mai da queste parti?ā
āsono venuta varie volte in biblioteca, sono felice di vederti, che ne dici di venire a prendere un caffā con me?ā
Una signora liā vicino fece un SSST, rivolto a loro perchā Vanessa aveva parlato con voce normale, allora imbarazzata per non creare disturbo Elisa si alzoā e le disse a bassa voce: āva beneā.
Uscirono e si recarono nel caffā vicino alla biblioteca, Vanessa le parlava di vaire banalitā, le disse che peroā si annoiava in quel posto, non cāerano molte distrazioni, e cosiā ogni tanto andava in biblioteva, ma adesso che aveva incontrato lei che conosceva sperava si potessero rivedere spesso e magari farsi un poā di compagnia, āanziā disse ā insieme potremmo divertirci un mondoā con uno sguardo ironico che pareva volerla prendere in giro.
Elisa arrossiā immaginandosi che ci fossero dei sottintesi, ma poi le disse: ā credo sarā difficile, sai io ho un sacco di impegni, una famiglia, e poi la loro differenza di etā era difficile che avessero gusti affiniā.
āNon ne sarei cosiā sicura che la differenza di etā sia un problema, e sono certa che ti piace divertirti quanto a meā, adesso usava un tono piuttosto di superioritā.
Elisa tacque, non voleva fare una discussione visto che Vanessa pareva cercare con il suo tono di imbarazzarla, e di farla sentire a disagio in un posto dove la conoscevano almeno di vista, i suoi sottintesi infastidivano Elisa, ma cercoā di non farlo notare a Vanessa.
Ad un certo punto vanessa le disse ma a bassa voce questa volta: āguarda che ne dici di queste foto ricordo?ā e le mise sotto gli occhi spingendo sul tavolo verso di lei una fotocopia con alcune foto, dove si riconobbe subito, erano lei ed Elena nella discoteca dove avevano avuto quel rapporto con Enea lei ed Elena con Fausto. La si riconosceva bene perchā in quel momento aveva levato la mascherina.
Impallidiā e si sentiā il cuore battere allāimpazzata, poi arrossiā e nascose il foglio sotto il tavolo perchā si stava avvicinando la cameriera con le loro ordinazioni.
āCosa vuoi?ā sibiloā Elisa.
āVoglio giocare, e divertirmi, anche a te piace divertirti non farai lāipocrita vero?ā
Elisa ebbe una sensazione di panico, non sapeva cosa dire per rispondere a questa ragazzina che la stava prendendo in giro, si alzoā e disse: āio devo andare e non ho nessuna voglia di scherzareā.
Vanessa le prese un polso fermandola e la minaccioā con tono duro: āsiediti, o esco di quiā e vado ad appendere le altre fotocopie alla biblioteca che frequenti cosiā volentieriā.
Elisa impallidiā, si sedette come intontita e priva di forze, aveva un nodo allo stomaco e le lacrime agli occhi, e con voce supplice: ā ti prego, senti, perchā vuoi farmi questo non ti ho fatto niente perchā ce lāhai con me?ā.
ānon ce lāho con te, voglio solo che ci divertiamo un poā, vedrai ti divertirai anche tu, se mi obbedisciā.
Elisa rimase in silenzio non sapeva cosa rispondere, era tutto cosiā strano questa situazione era irreale, cosa voleva dunque Vanessa, non poteva rovinarle la reputazione e lei era cosiā ansiosa doveva attenersi al gioco che veniva condotto dalla giovane che gli stava di fronte.
Vanessa dopo aver bevuto la sua bibita le disse: āandiamo in bagno, seguimiā. E si alzoā Elisa la seguiā, come se non potesse farne a meno una forza misteriosa la spingeva verso lāignoto.
Entrarono nel bagno e vanessa chiuse la porta dietro di sā, poi le ordinoā di spogliarsi. Elisa rimase immobile, guardandola era forse pazza? Si chiese perchā voleva farla spogliare liā.
Vanesse che era vicino alla porta lāapriā e mise la mano sulla maniglia e le disse: ā ai tuoi conoscenti piacerā vedere le copie di queste foto ne sono certaā e si voltoā a guardarla. Elisa capiā che doveva obbedire e inizioā a sbottonarsi la camicetta, aveva ancora il cappotto addosso e quando ebbe finito di sbottonarsi si levoā cappotto e camicetta assieme, li appese su un appendiabiti sul muro, poi si tolse la gonna, restando in collant e reggiseno, dal ritorno dalle vacanze aveva cercato di riprendere le sue abitudini con un abbigliamento tuttāaltro che sexy.
Vanessa la osservoā e le disse ironica: āmio Dio che abbigliamento intimo assurdo e inadatto, toglilo subitoā. Elisa era interdetta fino a dove voleva dunque spingersi quella piccola pazza.
Vista la sua esitazione la ragazza rimise la mano sulla maniglia ma Elisa capendo il messaggio implicito si sbrigoā a spogliarsi del reggiseno e dei collant e mutandine.
Vanessa le si avvicinoā le prese gli indumenti che lei teneva in mano cercando di coprirsi, li prese e li mise nella sua borsa, āli butteremo appena troveremo un bidone dellāimmondizia e smettila di coprirti come un educanda, che non lo sei.ā Infatti Elisa teneve le braccia davanti a se, con uno si copriva i seni e lāaltro davanti al pube.
Vanessa le prese le mani e gliele fece mettere lungo i fianchi, poi fatto un passoā indietro lāammiroā, le disse ā bene bene, la nostra piccola borghese si mantiene bene, il seno sta su, come si deve, belle gambe, un pube un poā troppo folto. Ma a parte questo, puoi andareā.
Elisa non diceva nulla, la situazione era imbarazzante era stata fatta spogliare da una ragazza che quasi poteva essere sua figlia e si sentiva uno strano nodo allo stomaco, e sentiva che si stava eccitando e questo la fece veegognare e arrossire.
Vanessa le si avvicinoā le prese un capezzolo tra le dita, e lo strizzoā, Elisa emise un gemito, ma non si mosse nā fece nulla per sottrarsi.
Vanessa le chiese āti piace farti pizzicare i capezzoli vero?ā, āno, non mi piace affattoā le rispose Elisa con un certo coraggio. Ma abbassoā la testa piena di vergogna.
Vanessa sorrise, ma era un sorriso crudele ā vedremo, sai non mi piacciono le bugieā. E le diede un pizzicotto piuā forte sullāaltro seno, āTi prego Vanessa finiamola, con questa storia, dimmi quanto dovrā durare tutto questo non posso restare a lungo quiā devo rientrare a casa, per preparare la cena a mio maritoā.
āSenti senti, cosa mi dici, vediamo di chiarire che il gioco lo conduco io, e per tuo marito sono certa che cā tempo, te lāho detto niente bugie, e dāora in poi visto che sei cosiā sciocca da prendermi in giro smetteroā di essere comprensiva, dovrai rivogerti a me chiamandomi signorina Vanessa, devi smetterla di darmi del tu, sono stata chiara?ā e nel dirlo le diede una schiacciata al capezzolo che fece veramente male ad Elisa, le vennero le lacrime agli occhi, ma non gridoā.
Vanessa la fece rivestire, ma senza la biancheria, le disse ti farā bene stare con le parti intime libere vedrai, su sbrigati non possiamo occupare il bagno troppo a lungo. In silenzio Elisa indossoā i suoi abiti, poi uscirono, e ad Elisa pareva che tutti sapessero che lei sotto gli abiti non indossasse biancheria intima, si sentiva estremamente a disagio e vulnerabile, ma una strana sensazione di eccitazione le fece sentire che aveva la fica bagnata.
Vanessa le chiese dove aveva parcheggiato lāauto, e si incamminarono, Elisa chiese: ā ma dove andiamo?ā, ā andiamo a fare shoppingārispose Vanessa.
Presero lāauto ed Elisa cercava di ragionare ma in realtā non faceva che tormentarsi senza trovare una via dāuscita, che cosa voleva Vanessa se non umiliarla e ricattarla, forse se le proponeva dei soldi, ma quella non era una povera i suoi stavano bene, non capiva, ā Senti vanessa, se ti servono dei soldi, io ti compero quelle fotoā.
Vanessa le diede un forte pizzicotto al braccio, poi rabbiosa le sibiloā ānon mi dare del tu, e chiamami signorina sempre, e smettila di darmi fastidio con proposte stupide, non voglio soldi da te, voglio la tua obbedienzaā.
Elisa si rassegnoā a non parlare per il momento non aveva le idee chiare, e quindi doveva trovare un momento piuā opportuno.
Si recarono su indicazione di Vanessa ad un grande supermecato dove si trovava di tutto, dagli alimentari allāabbigliamento al fai da te, ai casalinghi.
Vanessa le ordinoā di seguirla appena scese le fece aprire il cappotto, poi le sbottonoā alcuni bottoni della camicetta, lāaria fresca fece indurire i capezzoli ad Elisa, e Vanessa se ne accorse, gliene pizzicoā uno, e poi apriā la camicetta in modo che facesse una forma a V, cosiā da vedere lāincavo dei seni, āquesto ā un bel decolletā gogoloā per il suo capolavoro.
Fu Elisa che prese un carrello, e doveva seguire Vanessa, che faceva il giro del Supermercato, con Elisa che le trottava dietro imbarazzatissima, con il cappotto che era aperto e che faceva intravvedere un audace decolletā.
Si sentiva piena di vergogna ma anche eccitata, era ovvio che la giovane voleva fare un gioco spinto, e le sarebbe piaciuto probabilmente se fosse stato in un altro contesto, piuā riservato.
Vanessa mise diverse cose nel carrello, cibi surgelati, o precotti, poi si diresse verso il settore abbigliamento, e scelse un vestitino rosso, molto leggero, una di quelle cose che le ragazze mettono per andare in discoteca, ed Elisa si disse che la ragazza aveva voglia di approfittare delle sue finanze, perchā sarā lei a dover pagare. Su questo non si faceva illusioni.
Poi passoā al reparto per animali, acquistoā un collare da cane nero con delle borchie, e un guinzaglio di cuoio intrecciato.
Elisa ebbe un tuffo al cuore, giā sāimmaginava cosa aveva in testa quella piccola pazza, e arrossiā vedendo gli acquisti, eppure sentiva una forma di eccitazione, prenderle e premerle il basso ventre, poi Vanessa mise nel carrello anche uno scudiscio da equitazione. Questa volta Elisa si sentiā le gambe che le cedevano leggermente, e si sostenne sul carrello.
Vanessa le si avvicinoā e le chiese come si sentiva, ed Elisa rossa non sapeva cosa rispondere, allora Vanessa le passoā un braccio sulla vita per sostenerla, e le appoggioā una mano sul ventre a piatto, e le disse: ā su fai un paio di respiri profondi che ti riprendiā. Elisa si mise a respirare come se fosse uscita da sottāacqua, e dopo qulache profondo respiro si riprese, allora la ragazza le chiese: āvuoi qualche cosa per te?ā āNo grazie, signorina Vanessaā rispose Elisa.sorpresa di come le era stato facile abituarsi ad usare il formalismo che la ra- gazza le aveva imposto.
Erano in auto e si avviavano, Elisa con il tono piuā umile possibile volle chiedere a Vanessa dove andavano: āSignorina Vanessa posso sapere dove andiamo?ā, āah siā, andiamo a casa tua, mi ero forse scordata di dirtelo?ā.
āCome a casa mia, non ā possibileā rispose Elisa. āMa si, ma si, vedrai che sarā bellissimoā.
Elisa non sapeva piuā cosa dire come mai era cosiā sicura di sā questa ragazza, cosa sapeva della sua vita e come faceva a saperlo che sarebbero state tranquille.
CAPITOLO II
Arrivarono davanti alla villetta di Elisa, che con il telecomando apriā il cancello, e si avvioā verso il garage dove parcheggiare lāauto. Vanessa appena si furono fermate le disse: ā avanti, vieni a farmi entrare e poi scaricherai lāauto dei pacchi, sono unāospiteā.
Elisa fece entrare Vanessa in casa e le lascioā le chiavi, in realtā era stata la giovane ad impossessarsene, e ritornoā allāauto e prese in pacchi del supermercato.
Ritornata davanti alla porta spinse ma la porta era chiusa, pensoā mi ha chiuso fuori sono unāestranea in casa mia, suonoā il campanello, e attese, non rispondendo nessuno continuoā a suonare altre volte, fino a quando si sentiā una voce rispondere : ānon agitarti, stavo facendo un giro per la casaā.
āSe vuoi entrare slacciati cappotto e camicetta e togliti la gonna, poi prendi il collare da cane e te lo allacci al collo, ti inginocchi e appena sei pronta bussa che ti faccio entrareā, āma non posso, se qualcuno passa e mi vede, sarā una cosa imbarazzante, ti prego Vanessa, fammi entrare, per favoreā.
āandiamo se ti sbrighi e con la luce fioca che cā fuori non ti vede nessuno, dovrai inginocchiarti e entrare in ginocchio, obbedisciā.
Elisa si sentiva sconfitta, le pareva che lo stomaco le si chiudeva, era a casa sua e doveva sottostare agli ordini di quella perfida ricattatrice.
Non aveva scelta non volendo attendere oltre correndo il rischio che qualcuno prima o poi passasse e notasse che lei era liā sullāigresso di casa sua, apriā il cappotto ed eseguiā gli ordini della sua ricattatrice. Appena pronta si inginocchioā e bussoā alla porta quasi con timore āsignorina la prego sono prontaā.
La porta si apriā, e un flasch scattoā accecandola, āentra cosiā in ginocchio da bravaā. Elisa avanzoā penosamente impacciata dai pacchi della spesa. Quando fu allāinterno, si lascioā cadere con il viso a terra sconfitta, Vanessa le aveva scattato varie foto, e queste erano ancora piuā compromettenti delle altre, o perlomeno piuā avvilenti, con il cappotto aperto lasciando vedere il suo corpo seminudo con un collare da cane cinto al collo, cosa cāera di peggio. Si mise a piangere.
Vanessa la lascioā che si sfogasse un poā, poi le disse: ā su bella piagnona, adesso vai a mettere i pacchi in cucinaā.
Elisa si alzoā prese le borse, e si diresse verso la cucina, Vanessa prese il guinzaglio dalla borsa, e le ordinoā di spogliarsi completamente.
Elisa lascioā cadere il cappotto su una sedia, e si ritrovoā per la seconda volta nuda davanti alla sua aguzzina, che la osservava ironicamente. Le aggancioā il guinzaglio al collare, e le indicoā con un dito di mettersi a terra, tiroā sul guinzaglio ed Elisa si lascioā andare, seguiā il movimento del braccio di Vanessa e si ritrovoā in ginocchio.
Vanessa le disse: ācamminerai a quattro zampe, andiamo in salottoā. Arrivate al salotto Vanessa si accomodoā sul divano e permise a Elisa di raddrizarsi la quale si sedette sui talloni, con le mani in grembo. Vanessa inizioā a interrogarla le chiese di suo marito della frequenza dei suoi rapporti sessuali, ed Elisa le rispose le diceva la veritā, quella ragazza sapeva bene come stavano le cose forse le aveva sapute da suo fratello, in ogni modo, non voleva farla arrabbiare.
Era umiliante rispondere a quelle domande, la sua frustrazione e soprattutto che adesso dopo che aveva avuto un amante era piuā calda e la sua vita matrimoniale dal punto di vista sessuale era migliorata.
La fece nuovamente mettere a quattro zampe e le andoā da dietro a toccare la passera, e con sua somma vergogna Elisa sapeva che si sarebbe accorta della sua eccitazione. Infatti esclamoā āaccidenti sei inondataā.
Le mise le dita umide dei suoi umori sotto il naso e le ordinoā seccamente ālecca troia ripuliscimi le ditaā. Elisa sorpresa dalla sua stessa sottomissione leccoā le dita.
Poi vanessa rimessasi a sedere sul divano le disse: āascoltami con attenzione perchā odio ripetermi. So bene che tuo marito starā via un paio di settimane, e che Matteo ā via per studiare, e non rietrerā prima di domenica sera, percioā fino a domenica sera tu sei a mia disposizione, farai tutto quello che ti ordineroā, sarai la mia schiava e se mi disobbedirai, ti puniroā molto severamente, poi per il resto vedremo se e quando avroā voglia di usarti per le mie esigenze. Hai capito bene?ā
āSi ho capitoā rispose Elisa.
ācosa hai capito,ripeti quanto ti ho dettoā, la incalzoā Vanessa.
āsono a sua disposizione, saroā la sua schiava e dovroā obbedirle e fare tutto quello che lei vorrā.ā rispose Elisa.
āBrava, adesso andiamo a prepararci un poā voglio farti bella per uscire questa seraā.
Vanessa la feca andare in Bagno, si sedette su uno sgabello e la fece mettere sulle sue ginocchia, lāavrebbe sculacciata come una bambina, ed Elisa inizioā a supplicare di non farle una cosa simile, ma Vanessa le disse che era solo per valutare la sua elasticitā e disponibiitā, quella non era una punizione.
Elisa oramai non sapeva a che santo votarsi forse supplicare era la cosa piuā ovvia ma anche poteva irritarla allora si stese sulle ginocchia di Vanessa in attesa della sculacciata, vanessa calibroā bene i colpi, ma non infieriā voleva veramente studiare le reazioni di Elisa, la quale si sentiva tremendamente umiliata nel ricevere una sculacciata come fosse una monella.
Poi Vanessa la fece stendere per terra, le ordinoā di aprire le cosce bene, e di toccarsi i capezzoli e di non fermarsi senza ordini. Elisa osservava attentamente la sua aguzzina che aveva aperto lāarmadietto e preso dalla cassetta del pronto soccorso delle formici, poi aveva preso delle lamette di suo marito, e la schiuma da barba. Con orrore capiā cosa voleva farle e la supplicoā, di non farlo, come avrebbe spiegato una cosa del genere a suo marito.
Arrogantemente Vanessa le rispose che non le importava affatto come si sarebbe giustificata con suo marito.
Poi inizioā con la forbice a tagliare ciuffi di peli, e osservava la disperazionei di Elisa che piangeva sotto lāumiliazione che provava per la sua depilazione, ma peroā non smetteva di triturarsi i capezzoli come le era stato ordinato.
Appena il pelo fu praticamente accorciato che si vedeva perfettamente il taglio non piuā nascosto dal vello, vanessa le spalmoā la schiuma e inizioā a passare la lametta lentamente gustando con piacere il lavoro che stava facendo, al termine ammiroā il suo lavoro.
āSei molto piuā bella cosiā le disse, e preso uno specchietto lo mise tra le gambe di Elisa, la quale alzoā la testa e si guardo, le faceva una strana impressione vedersi cosiā implume, si era giā rasata ma solo parzialmente, Vanessa le disse su vieni accarezzati sentirai che sensazione. Elisa timidamente avvicinoā la mano e accarezzo la pelle liscia del suo pube, era cosiā concentrata che non aveva fatto caso a Vanessa che scattava altre foto di lei che si toccava la passera depilata.
āla pregoā disse Elisa, ma lāaltra le disse mettiti le mani sulle labbra e aprile, su svelta, Elisa sconvolta obbediā e non si stupiā nemmeno di trovare il suo sesso bagnato, e Vanessa glielo fece notare, ā piangi dici di no, ma hai la fica inondata come una troia a cui piace il vizioā.
Elisa non poteva confutare la constatazione, e chiuse gli occhi, mentre Vanessa scattava le foto della sconfitta di Elisa.
āadesso basta, ti sei divertita abbastanzaā Elisa smise, e Vanessa preso il guinzaglio la fece mettere a quattro zampe direzione la camera da letto.
Obbligoā Elisa a salire sul letto, distendersi con un cuscino sotto il ventre, in questo modo il culo era messo in risalto. Prese delle cinghie la legoā al letto, poi le annuncioā che volendo essere sicura della sua sottomissione, e per punirla delle bugie che aveva osato dirle, come quella che non le piaceva toccarsi o che doveva rientrare per suo marito che invece era assente per due settimane, allora si meritava la punizione.
Elisa disse: āsignorina le chiedo scusa ma la prego non mi faccia del maleā. āVedrai ti piacerā le replicoā Vanessa.
Prese lo scudiscio e comincioā a colpirla sulle natiche di traverso, Elisa subito pensava di poter resistere ma dopo il quarto colpo si mise a supplicare di risparmiarla che sarebbe stata obbediente e sottomessa la sua devotissima schiava e chiedeva perdono fino a quando non smise di supplicare perchā le sue suppliche non sortivano alcun effetto. Inoltre si sentiva cosiā sconfitta e il suo pianto e le sue suppliche le avevano fatto perdere la forza di implorare ed era quasi senza voce.
Vanessa vedendo che la punizione non aveva senso di continuare si fermoā, le natiche erano segnate a sufficienza senza essere martoriate, in fondo aveva dosato i colpi, non voleva ferirla, e doveva preservarla.
Si mise a frugare nei cassetti del comoā e dei comodini e trovoā il vibratore di Elisa, si divertoiā un mondo e le chiese se lo usava spesso, Elisa oramai non aveva nemmeno la forza di vergognarsi e le disse che le capitava quando restava sola.
Vanessa la slegoā e le porse il vibratore, ordinandole di farle vedere come lo usava, Elisa arrossiā violentemente e le disse: āSignorina Vanessa, mi perdoni ma non potrei mai farlo in sua presenza, la supplico non ci riescoā.
āTi ricordi di avermi appena promesso di obbedirmi, o devo ricominciare con lo scudiscio?ā. Elisa chiuse gli occhi e inizioā a fare passare il fallo di plastica lungo il taglio della sua passera, era giā eccitata, e quindi dubito la punta si bagnoā di succhi, Elisa lo faceva andare avanti e indietro lentamente e le sue labbra si aprivano sollecitate, lo passoā sul clitoride, e si inarcoā leggermente, poi lentamente lo infiloā nella sua passera che lo accolse come un bocca famelica, quando fu tutto dentro di lei, lo accese e la vibrazione si comunicoā al suo intermo dandole sensazioni eccitanti, allora lo faceva andare avanti e indietro, infilandoselo sempre con piuā forza dentro la sua fica che oramai colava, inizioā anche ad andare incontro al suo movimento con il bacino, oramai piva di controllo, fino a raggiungere lāorgasmo, e si fermoā ansante restando con le gambe oscenamente spalancate e il dildo infilato nella sua passera.
Vanessa rise di gusto vedendo come aveva goduto, e le disse: āaccidenti, e non volevi farlo, sei bollente, e ti scateni notevolmente, sei una porca nata, e sara magnifico farti scoprire dei lati di te che non volevi rivelareā.
Elisa era abattuta e sconfitta in lei nulla era piuā ribellione si era masturbata davanti ad una ragazza giovanissima che si divertiva a soggiogarla e a trattarla come una cosa sua, dove sarebbe arrivata non lo sapeva ancora e ne era spaventata ed eccitata.
Vanessa le ordinoā di andare a farsi una doccia e poi di raggiungerla in salotto, Elisa si alzoā frastornata e si diresse in bagno, si tolse il collare e si mise sotto la doccia, si lavoā con cura, massaggiandosi con voluttā aveva bisogno di stare sotto lāacqua le pareva di rigenerarsi. Nel frattempo si mise a pensare a come avrebbe potuto convincere Vanessa a lasciarla in pace e darle quelle foto, ma in fondo era stato eccitante tutto questo, e la sua sessualitā stava emergendo come durante lāestate, aveva dei dubbi sul fatto che volesse mettere fine a quella storia, ma poi inorridita dal suo pensiero si disse che era perchā era sotto pressione che aveva idee strane e la paura la faceva farneticare.
Finita la doccia si asciugoā con piacere nel telo da bagno gustandosi il piacere che cioā le procurava, poi si passoā una crema su tutto il corpo, si truccoā con ombretto, rossetto, e alla fine si disse che sicuramente Vanessa desiderava che tornasse di lā con il collare al collo, se lo allaccioā intorno alla gola e provoā un brivido lungo la spina dorsale.
CAPITOLO III
Elisa si presentoā in salotto, dove seduta confortevolmente sul divano Vanessa attendeva, appena Elisa si presentoā vedendo che si era preparata come si aspettava da lei sorrise compiaciuta, e le disse: āvedo che sei una cagnetta ubbidiente, va bene cosiā, adesso vieni a inginocchiarti davanti a meā.
Elisa obbediente si mise in ginocchio davanti alla sua padrona, non si stupiā nemmeno della sua mente che si diceva che oramai era entrata nel ruolo di schiava obbediente incapace di ribellarsi.
Vanessa le fece ripetere quanto detto poco prima in salotto e lei ripetā che era la sua schiava e che le apparteneva anima e corpo e avrebbe obbedito ai suoi ordini senza discuterli.
āBene, mia cara ti metteroā alla provaā, e cosiā facendo le prese il guinzaglio e la condusse in camera dove le fece indossare delle calze con reggicalze e il vestitino rosso che aveva comperato, ovviamente niente biancheria intima.
Quando Elisa si osservoā allo specchio si disse che aveva lāaria di una puttana molto perversa che andava in giro in cerca di clienti, vestita cosiā!
Elisa si mise a preparare qualcosa da mangiare per Vanessa, e attese come una provetta cameriera accanto a lei, Vanessa le chiese se aveva fame, ed Elisa deglutiā saliva e assenti con un cenno del capo.
Vanessa le diede un bocconcino di bistecca, le disse che era per tagliare il senso di fame, ma era molto meglio se restava leggera, il trucco le disse ā di bere molta acqua.
Elisa allora autorizzata si versoā da bere un bicchierone di acqua fresca, Vanessa le disse di berlo tutto e poi di versarsene un altro, costringendola a berlo tutto anche quello.
Poi Elisa si mise accanto a Vanessa come questa le aveva ordinato, e le versava da bere a richiesta, Vanessa bevvā due bicchieri di vino rosso, con la bistecca, poi prese il caffā.
Alla fine le disse che era bene andare a lavarsi i denti, si recarono al bagno assieme, Elisa tirata al guinzaglio da Vanessa. Arrivate, vanessa le chiese se aveva uno spazzolino nuovo, Elisa le fece cenno dove erano quelli nuovi, aveva un bagno ben organizzato, poi la fece lavare i denti anche a lei, e infine Vanessa si sedette sul vater per svuotare la vescica. Appena ebbe terminato, Elisa fece per fare anche lei i suoi bisgogni, ma lāaltra la bloccoā: ācosa pensi di fare?ā
āSignorina, io pensavo di liberarmi, sā con tutta quellāacqua che ho bevutoā.
āNo, non puoi fare nulla senza il mio permesso, nemmeno fare la pipiā e nemmeno altre necessitā, tu puoi respirare autonomamente ma per il resto saroā sempre io a decidere quando ti puoi liberara anche gli intestini, sia sempre chiara nella tua mente questa regolaā. āSi signorinaā disse Elisa con un singhiozzo.
Vanessa prese il guinzaglio in mano e nellāatri le fece indossare il cappotto e poi uscirono, appena scesi gli scalini e arrivati al centro del giardino, Vanessa si rivolse ad Elisa dicendole di liberarsi li, sullāerba.
āMa signorina come, quiā nel giardino e se passa qualcuno?ā. āse ti sbrighi forse riduci la possibilitā che qualcuno passi e poi a questāora e al buio ā quasi impossibile, avanti sbrigatiā.
Elisa si sollevoā il cappotto e si accuccioā allāinizio non riusciā a farla, malgrado lāimpellente necessitā, poi riusciā a rilassarsi, quel tanto da sentire che usciva a poi non si fermoā piuā.
Vanessa la osservava silenziosa e alla fine sbottoā mentre Elisa si rialzava ā una pisciata da vacca, accidenti pensa che se non ti fosse uscita in quel momento ti avrei proibito di pisciare per il resto della serata.ā
Poi ripresero lāauto e si avviarono Elisa guidava seguendo le indicazioni di Vanessa, dopo un poā si fece coraggio e chiese dove erano dirette, Vanessa le disse di avere pazienza.
āSignorina, sono angosciata, la prego mi dica cosa vuole farmi fare cosiā vestita non possiamo andare da nessuana parteā.
Vanessa rise, e le chiese: ācosa pensi che voglia farti fare cosiā vestita?ā ā vuole forse prostituirmi signorina?ā e Vanessa rise di gusto del tono ansioso aggiungendo: āmia cara la tua ā una domanda o forse un desiderio?ā.
Elisa tacque si rendeva conto che in quel contesto e lāeccitazione angosciosa che provava e che la faceva vergognare poteva solo inguarsi di piuā con le sue ripetute domande, e oramai sapeva che il vizio nel loro rapporto era la base e sapeva che era troppo eccitata da tutto questo e malgrado la vergogna temeva il momento in cui non avrebbe potuto trattenersi dal godere appena sarebbe stata sfiorata.
Si fermarono nel parcheggio di una discoteca, e Vanessa estrasse dalla sua borsetta una scatola di preservativi, li consegnoā ad Elisa dicendole: āBene troia, adesso andiamo in discoteca e tu adescherai almeno quattro uomini e mi porterai quattro preservativi pieni di sborra, spero che ti dimostrerai allāaltezza o ti puniroā severamente, adesso sono le 23,20, al massimo a mezzanotte e mezza dovrai aver fatto il tuo lavoro e ci ritroveremo vicino alla postazione del dj, chiaro?ā.
āsignorina, veramente questa ā una cosa impossibile, se qualcuno mi riconosce sarā uno scandalo per me, io non posso fare una cosa simile, sono una donna sposataā.
āTu sei solo mia come ti ho spiegato e hai promesso di obbedirmi, percioā scegli correre il rischio che qualcuno ti veda ma non ā sicuro o le tue foto esposte in tutte le sale del quartiere dove abiti, e nei luoghi che frequenti e nella scuola di tuo filgio con il tuo nome e numero di telefono allegati?ā
Elisa rassegnata scese dallāauto, e si avvioā verso il locale, Vanessa le aveva tolto il guinzaglio ma non il collare, sarebbe sembrata proprio una donnaccia, e con il cuore in gola si avvicinoā alla cassa e fece due biglietti uno per lei e uno per Vanessa.
Entrate si separarono ed Elisa si avvioā a fare il giro della sala, notoā un ragazzo giovane che la guardava concupiscente e allora prese il coraggio a due mani e gli si avvicinoā āCiao, conosci vanessa una ragazza bella e della tua etā che dovrebbe attendermi quiā in questa zona, avevamo appuntamento, non lāhai vista?ā il agazzo scosse la testa, non la conosceva e non aveva visto nessuna ragazza nellāultima mezzāora che si fosse fermata liā, lui peroā le disse: ā possiamo aspettare assieme, ti va di bere qualcosa?ā.
āSi grazie, volentieriā rispose Elisa, il ragazzo chiamoā un cameriere e ordinoā da bere per entrambi senza chiederle cosa desiderava, poi le fece cenno di sedersi accanto a lui sul divanetto, Elisa era un poā impacciata con la sua gonna corta, ma si sedette comunque tenendo le gambe ben strette.
Il ragazzo era carino le mise un braccio attorno alle spalle, e lei si lascioā fare, poi lui le si avvicinoā per baciarla ed Elisa si lascioā fare, poi lui le accarezzoā una gamba salendo lentamente verso la coscia.
Elisa gli disse: ānon quiā ti prego, se vuoi possiamo andare fuori, hai la macchina?ā lui fece cenno di siā ed uscirono gli timbrarono la mano allāuscita per poter rientrare.
In auto il giovane le disse: āspero che non mi chiederai soldi perchā io non pagoā Elisa arrossiā era un vero insulto ma doveva portare a termine il suo incarico per non fare arrabbiare Vanessa e gli disse: āche sciocco che sei, non mi prostituisco mica sai, lo faccio perchā mi vaā.
Appena lui si fu abbassato il pantaloni lei peroā gli infiloā il preservativo, lui avrebbe preferito senza ma Elisa insistā.
Alla fine il ragazzo si lascioā convincere ma gli si era un poā ammosciato, Elisa lo prese in bocca e con due leccate il ragazzo si riprese.
Appena messo il preservativ Elisa gli saliā sopra, e se lo infiloā, entroā con estrema facilitā era tutta la sera che era eccitata, e quindi aveva la fica in fiamme e lubrificata.
Lo montoā con rabbia cercando di arrivare allāorgasmo, non ne poteva piuā di quella tensione, e si mioveva bene le pareva di non essere mai stata cosiā smaniosa di godere, ma anche sapeva di avere poco tempo a disposizione.
Quando il ragazzo venne lei non era arrivata ancora allāorgasmo colpa della tensione probabilmente si disse, gli sfiloā il preservativo e lo legoā per non perdere il prezioso contenuto che avrebbe dovuto portare come prova, il giovane si stupiā ma si disse che era una tipa fuori dal comune, Elisa usciā dalla macchina e lo salutoā allontanandosi rapidamente lasciandolo ancora alle prese con i pantaloni che gli erano scesi alle caviglie.
Entrata nuovamente nella discoteca, oramai era piuā sicura di sā, era stato facile, incontroā un giovanotto che doveva essere piuttosto imbranato, lo abordoā e lui timidissimo lāascoltava e quando lei gli chiese se voleva che lei gli facesse un pompino per poco non si strozzoā, lui le chiese se voleva essere pagata, giustamente pensoā Elisa vestita cosiā possono pensare solo che sono una battona a caccia di clienti, lo rassicuroā dicendogli che era tutto gratis perchā lui le piaceva. Il ragazzo diede il suo assenso e allora lei se lo trascinoā dietro in una zona buia, lo fece sedere, e gli apriā la patta dei pantaloni, estrasse il suo pisello che non era nemmeno troppo duro, sicuramente il ragazzo era un poā spaventato, allora lei gli disse che se voleva poteva toccarla, lui con timore allungoā la mano e si insinuoā tra le gambe di Elisa, risaliā lentamente e trovoā il suo sesso bagnato e liscio, come la toccoā la sentiā che lei si tendeva e che era eccitata, Elisa si sporse verso di lui, e lo bacioā sulla bocca, il ragazzino ebbe un sussulto e il cazzo nella mano di Elisa si ingrossoā spaventosamente, divenendo subito bello duro.
Elisa si disse che doveva essere magnifico scopare con un ragazzino vergine e insegnargli tutto, peroā non aveva il tempo, gli mise il preservativo e si curvoā su di lui iniziando a suggere con la bocca lo fece venire in un battibaleno. Elisa gli levoā il preservativo legandolo come il primo e mettendoselo nella borsetta, il ragazzo le si avvicinoā per baciarla ma lei si tiroā indietro, allora lui si scusoā le chiese se era arrabbiata perchā non aveva resistito abbastanza. Elisa si sentiā un poā mortificata per lui, doveva essere un bravo ragazzo, allora gli disse di non preoccuparsi che per la prima volta era andato benissimo, e lo bacioā sulla bocca con passione, il ragazzo ebbe una nuova erezione e glielo fece notare, Elisa sorrise, soprattutto perchā lui le disse che lāamava che voleva rivederla, comunque Elisa non voleva fare stare male quel ragazzo cosiā carino e timido che diceva di amarla, come spesso accade i ragazzi timidi si innamorano facilmente, allora gli apriā di nuovo la patta e gli mise un altro preservativo, e gli saliā sopra infilandosi il pene dentro di lei, stava sverginando un ragazzino giovanissimo era per lei una sensazione esaltante, si mosse su di lui lentamente e si disse che era una fortuna che non aveva le mutandine.
Anche questa volta lui non resistette a lungo ma anche Elisa raggiunse lāorgasmo il piacere cerebrale di avere sverginato un ragazzo aveva decuplicato la sua eccitazione. Lui le riempiā il preservativo di sborra ancora una volta, godendo e se lei non lo avesse baciato forse avrebbero gridato entrambi.
Se lo sfiloā e mise via anche questo preservativo, poi il ragazzo le chiese il suo numero di telefono, ma lei non volle darglielo, gli disse che questa storia finiva liā non ci sarebbe stato un seguito, le dispiaceva vedeva che il ragazzo ne era addolorato ma non aveva scelta.
Si alzoā e se ne andoā, doveva trovare un altro per riempire il quarto preservativo, ma non fece in tempo ad allontanarsi che due tipi dietro un angolo, la fermarono, le dissero dove vai bella troia, ti piacciono solo i ragazzini o te la fai anche con gli uomini, lei non ci pensoā troppo su e disse che se volevano sarebbero potuti andare insieme nei bagni e fare qualcosa assieme.
Si recarono nei bagni e dentro ad un cesso, la presero prima uno e poi lāaltro furono rapidi rudi, le sborrarono dentro nei preservativi e lei glieli chiese loro si misero a ridere, e le chiesero perchā li voleva allora Elisa disse che aveva fatto una scommessa e che doveva portare quattro preservativi di quattro uomini diversi con il loro seme dentro per non perdere la scommessa. Vollero sapere quanto avrebbe dovuto pagare se perdeva, e allora Elisa disse che il pegno sarebbe stato di venire frustata se perdeva. Il piuā cinico dei due, allora le disse che se li voleva doveva farsi pisciare in bocca da loro, e bere la loro urina.
Elisa si sentiā male, ma non aveva scelta i bastardi aveva in preservativi in mano e li dondolavano sopra la tazza del cesso, lei chinoā il capo e disse: ā si va bene potete pisciarmi in bocca, ma vi prego datemi i preservativi, almeno uno dei due adesso e lāaltro dopoā. Erano dāaccordo e cosiā fecero, Elisa in ginocchio ricevette la pioggia dorata dei due balordi, e ingoioā tutto quanto potā qualcosa le sfuggi andando a bagnarle lāincavo dei seni e la camicetta. Al termine felice si fecero una risata dandole del cesso e le diedero lāaltro preservativo.
Elisa si diede una lavata alla meglio, poi si passoā una salvietta imbevuta di profumo e si recoā verso la postazione del dj dove aveva appuntamento con Vanessa.
Era li che lāattendeva ed Elisa le disse di aver fatto tutto quello che le aveva ordinato. Vanessa le disse allora andiamo, e le mise il guinzalgio li dentro alla discoteca con enorme vergogna di Elisa che la segui a testa bassa tenuta al guinzaglio sotto lo sguardo incuriosito ed eccitato di alcuni mentre altri si mostrarono scandalizzati.
Rientrarono ed Elisa consegnoā i preservativi a Vanessa, poi le permise di lavarsi e di andare a dormire le legoā le mani dietro la schiena dicendole che era per evitare che si masturbasse troia come era, e si coricoā accanto a lei. Durante la notte, vanessa si sveglioā perchā nel sonno agitato Elisa le si era stretta contro, come in cerca di protezione, si disse che la signora era matura e la sua mente oramai era plagiata, le slegoā le mani certa che non si sarebbe mossa senza ordini.
CAPITOLO IV
Al mattino ben inoltrato Vanessa si sveglioā e trovoā Elisa attaccata a lei, in uno stato di dormiveglia le accarezzoā la curva del seno, e subito il capezzolo si induriā al tocco delle sue dita, allora lo prese tra il pollice e lāindice e lo massaggioā Elisa apriā gli occhi, verso Vanessa, e le sorrise come se fosse rassicurata dalla sua presenza.
Vanessa le chiese: ā come sta la mia cagnetta stamattinaā, āioā¦io sto bene signorina, grazieā.
ābasta con questi io, io, quando devi parlare di te, devi usare la terza persona dicendo ā la sua cagna sta bene padrona ā da questo momento mi chiamerai sempre padrona eccetto quando siamo in pubblico a meno che non sia un pubblico da me scelto appositamente per esibirti come la mia cagna, hai capito?ā
āLa sua cagna ha capito padronaā rispose Elisa prontamente, sorprendendosi della facilitā con la quale si sottomentteva alla fanciulla, e provando un brivido di vergognoso piacere che non sfuggiā allāocchio attento di Vanessa.
Andiamo ragazza mia, non possiamo poltrire a letto tutto il giorno, dobbiamo lavarci e poi mi preparerai la colazione.
Vanessa prese Elisa per mano e la condusse in bagno, le permise di liberarsi ma sotto il suo sguardo vigile, poi le fece fare la doccia e la mandoā in cucina, mentre lei si preparava.
Quando Vanessa entroā in cucina vestita e truccata, Elisa era nuda ed aveva preparato la tavola, il caffā era pronto e aveva anche preparato dei toastās sul tavolo cāera del burro e della marmellata.
Vanessa come una regina prese posto, e ordinoā di versarle il caffā, Elisa si precipitoā e ossequiosa le versoā il caffā, poi le preparoā una tartina imburrata e le chiese se gradiva la marmellata di fragole, Vanessa assentiā con la testa senza rispondere mentre si portava alle labbra la tazzina di caffā.
Poi dopo aver addentato la tartina le disse: āpuoi prendere un caffā anche tu adessoā. āla sua cagna la ringrazia padronaā. Bevvā il suo caffā che le diede un poā di sollievo ne aveva bisogno. Poi Vanessa le chiese se aveva fame ed Elisa non sapendo cosa rispondere abbassoā la testa, ma Vanessa le ordinoā di darle una risposta adeguata alla sua nuova condizione, āSiā la sua cagna ha fame padronaā.
Vanessa le diede la metā della sua tartina alla marmellata che Elisa prese e portatala alle labbra si fermoā vedendo lo sguardo corrucciato di Vanessa allora disse: āla sua cagna la ringrazia padronaā, Vanessa fece un cenno del capo di approvazione per la sottomissione di Elisa.
Finirono la colazione e allora Vanessa le ordinoā di andare a prendere la sua borsa e il collare con il guinzaglio che era ora di ritornare alle corrette abitudini e dovevano prepararsi per uscire.
Elisa andoā nella camera da letto si allaccioā il collare al collo con il guinzaglio che pendeva tra i suoi seni e poi raccolse la borsa di Vanessa presentandosi al suo cospetto, come la padrona desiderava.
Vanessa frugoā nella borsa, e ne estrasse un fallo di plastica aveva piuā lāaria di uno strano cono oblungo con una parte che si restrigenve lievemente alla base e una rondella che fungeva da base, Elisa capiā perfettamente quale era la funzione dellāoggetto, e attese ansiosa ed impaziente presa da una strana sensazione di eccitazione e di vergogna.
Vanessa le disse che doveva tapparle il culo, le avrebbe fatto bene per abituarla a sentire che quella sua parte fosse maggiormente sensibilizzata e ammorbidita.
Le ordinoā di succhiare il simulacro fallico per inumidirlo bene e poi di infilarselo bene nel culo, Elisa si accinse alla bisogna vergognandosi di quello che era costretta a fare, ma soprattutto perchā sentiva che si bagnava, poi dopo averlo insalivato piegoā le gambe e si appoggioā lāoggetto alla pastiglia dellāano, e lentamente lo spinse fino a conficcarlo bene in fondo.
Vanessa volle controllare e la fece piegare e le ordinoā di aprirsi le natiche da sola, cosa che venne eseguita prontamente da Elisa, la quale sentiva che non avrebbe potuto nascondere la condizione della sua passera inondata di succhi, cosiā non poteva avere giustificazioni alcune per le perversioni a cui si sottoponeva eccitandosi in quel modo e vanessa lāavrebbe avuto ancora piuā nelle sue mani, si abbandonoā al piacere umiliante di quella esibizione.
La fece vestire con calze e reggicalze, poi indossoā il vestitino rosso della sera prima, e una giacca di pelle, che era lunga quanto lāabitino, e Vanessa parve soddisfatta, lāaveva fatta truccare pesantemente, le disse che doveva sembrare esattamente per come si sentiva una puttana.
Vanessa mise il guinzaglio nella sua borsa e uscirono, Elisa tiroā fuori lāauto dal garage, poi nel vialetto si fermoā allāaltezza di Vanessa ma questa non saliva, allora Elisa scese e chiese cosa doveva fare, Vanessa le disse: āvieni ad aprirmi la portieraā, Elisa obbediā si guardoā intorno sperando che non vi fossero vicini che la vedevano, poi apriā la portiera a Vanessa che si accomodoā.
Partirono e Vanessa le diede le indicazioni da seguire, Allora raggiunta lāautostrada Elisa si azzardoā a chiedere: āpuoā la sua cagna chiderele dove siamo dirette, Padrona?ā.
Vanessa le rispose che se aveva molte domande da fare, Elisa le disse che era curiosa perchā non voleva correre il rischio magari di distrarsi e di commettere errori e se la strada era lunga dovevano fare benzina.
Vanessa le disse: ābene ti diroā dove andiamo, ma per ogni domanda che ritengo inopportuna e fastidiosa decidi tu quale punizione dovrai subire poiā, Elisa rimase un poā in silenzio e poi vedendo che Vanessa la osservava in attesa rispose: āla sua cagna, chiede che per ogni disturbo che arreca alla padrona, di ricevere due colpi di frusta⦠suā¦sul culo, padronaā.
āPensi che sia una punizione, a te piace essere battuta sul culo, ma va bene hai fatto del tuo meglio, per ogni richiesta due colpi di frusta sul culo da pagarsi tutti al nostro ritorno a casa tuaā.
E cosiā Elisa fece la sua domanda, venendo a sapere che si recavano in una provincia adiacente in una cittadina che conosceva di nome ma dove non era mai stata, e poi chiese se si potevano fermare allāautogrill per fare la pipi e anche per il pieno di benzinaā. Vanessa acconsentiā.
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CAPITOLO V.
Arrivate nella cittadina Vanessa indicava ad Elisa la strada da seguire. Fino a quando arrivarono ad una villa in campagna, A quel punto si fermarono davanti ad un cancello. Vanessa scese e suonoā il campanello Elisa non sentiva cosa diceva ma il cancello si apriva e risalita le ordinoā di entrare, dal cancello alla casa vi erano almeno 500 metri la recinzione esterna impediva a chiunque di vedere allāinterno del parco. Le ordinoā di andare a parcheggiare in un capannone che fungeva da autorimessa vi erano tre auto parcheggiate.
Le ordinoā di scendere ed Elisa obbediente si affrettoā ad andare ad aprire la portiera di Vanessa.
Ora spogliati mettiti nuda, le mise un collare al collo, e le disse ricordati non ti azzardare a non eseguire nemmeno con un esitazione i miei ordini, dovrai essere quella che oramai hai acconsentito di essere, una schiava docile, obbediente e annullarti per renderti utile alla tua Padrona, sei la mia cagna e il mio animaletto di compagnia, camminerai a quattro zampe e non ti alzerai se non per evidenti necessitĆ , e sempre che questo sia utile al servizio della tua Padrona o di altri a cui avroā delegato questo diritto.
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Elisa si presentoā in salotto, dove seduta confortevolmente sul divano Vanessa attendeva, appena Elisa si presentoā vedendo che si era preparata come si aspettava da lei sorrise compiaciuta, e le disse: āvedo che sei una cagnetta ubbidiente, va bene cosiā, adesso vieni a inginocchiarti davanti a meā.
Elisa obbediente si mise in ginocchio davanti alla sua padrona, non si stupiā nemmeno della sua mente che si diceva che oramai era entrata nel ruolo di schiava obbediente incapace di ribellarsi.
Vanessa le fece ripetere quanto detto poco prima in salotto e lei ripetĆØ che era la sua schiava e che le apparteneva anima e corpo e avrebbe obbedito ai suoi ordini senza discuterli.
āBene, mia cara ti metteroā alla provaā, e cosiā facendo le prese il guinzaglio e la condusse in camera dove le fece indossare delle calze con reggicalze e il vestitino rosso che aveva comperato, ovviamente niente biancheria intima.
Quando Elisa si osservoā allo specchio si disse che aveva lāaria di una puttana molto perversa che andava in giro in cerca di clienti, vestita cosiā!
Elisa si mise a preparare qualcosa da mangiare per Vanessa, e attese come una provetta cameriera accanto a lei, Vanessa le chiese se aveva fame, ed Elisa deglutiā saliva e assenti con un cenno del capo.
Vanessa le diede un bocconcino di bistecca, le disse che era per tagliare il senso di fame, ma era molto meglio se restava leggera, il trucco le disse ĆØ di bere molta acqua.
Elisa allora autorizzata si versoā da bere un bicchierone di acqua fresca, Vanessa le disse di berlo tutto e poi di versarsene un altro, costringendola a berlo tutto anche quello.
Poi Elisa si mise accanto a Vanessa come questa le aveva ordinato, e le versava da bere a richiesta, Vanessa bevvƩ due bicchieri di vino rosso, con la bistecca, poi prese il caffƩ.
Alla fine le disse che era bene andare a lavarsi i denti, si recarono al bagno assieme, Elisa tirata al guinzaglio da Vanessa. Arrivate, vanessa le chiese se aveva uno spazzolino nuovo, Elisa le fece cenno dove erano quelli nuovi, aveva un bagno ben organizzato, poi la fece lavare i denti anche a lei, e infine Vanessa si sedette sul vater per svuotare la vescica. Appena ebbe terminato, Elisa fece per fare anche lei i suoi bisgogni, ma lāaltra la bloccoā: ācosa pensi di fare?ā
āSignorina, io pensavo di liberarmi, sĆ con tutta quellāacqua che ho bevutoā.
āNo, non puoi fare nulla senza il mio permesso, nemmeno fare la pipiā e nemmeno altre necessitĆ , tu puoi respirare autonomamente ma per il resto saroā sempre io a decidere quando ti puoi liberara anche gli intestini, sia sempre chiara nella tua mente questa regolaā. āSi signorinaā disse Elisa con un singhiozzo.
Vanessa prese il guinzaglio in mano e nellāatri le fece indossare il cappotto e poi uscirono, appena scesi gli scalini e arrivati al centro del giardino, Vanessa si rivolse ad Elisa dicendole di liberarsi li, sullāerba.
āMa signorina come, quiā nel giardino e se passa qualcuno?ā. āse ti sbrighi forse riduci la possibilitĆ che qualcuno passi e poi a questāora e al buio ĆØ quasi impossibile, avanti sbrigatiā.
Elisa si sollevoā il cappotto e si accuccioā allāinizio non riusciā a farla, malgrado lāimpellente necessitĆ , poi riusciā a rilassarsi, quel tanto da sentire che usciva a poi non si fermoā piuāā.
Vanessa la osservava silenziosa e alla fine sbottoā mentre Elisa si rialzava ā una pisciata da vacca, accidenti pensa che se non ti fosse uscita in quel momento ti avrei proibito di pisciare per il resto della serata.ā
Poi ripresero lāauto e si avviarono Elisa guidava seguendo le indicazioni di Vanessa, dopo un poā si fece coraggio e chiese dove erano dirette, Vanessa le disse di avere pazienza.
āSignorina, sono angosciata, la prego mi dica cosa vuole farmi fare cosiā vestita non possiamo andare da nessuana parteā.
Vanessa rise, e le chiese: ācosa pensi che voglia farti fare cosiā vestita?ā ā vuole forse prostituirmi signorina?ā e Vanessa rise di gusto del tono ansioso aggiungendo: āmia cara la tua ĆØ una domanda o forse un desiderio?ā.
Elisa tacque si rendeva conto che in quel contesto e lāeccitazione angosciosa che provava e che la faceva vergognare poteva solo inguarsi di piuā con le sue ripetute domande, e oramai sapeva che il vizio nel loro rapporto era la base e sapeva che era troppo eccitata da tutto questo e malgrado la vergogna temeva il momento in cui non avrebbe potuto trattenersi dal godere appena sarebbe stata sfiorata.
Si fermarono nel parcheggio di una discoteca, e Vanessa estrasse dalla sua borsetta una scatola di preservativi, li consegnoā ad Elisa dicendole: āBene troia, adesso andiamo in discoteca e tu adescherai almeno quattro uomini e mi porterai quattro preservativi pieni di sborra, spero che ti dimostrerai allāaltezza o ti puniroā severamente, adesso sono le 23,20, al massimo a mezzanotte e mezza dovrai aver fatto il tuo lavoro e ci ritroveremo vicino alla postazione del dj, chiaro?ā.
āsignorina, veramente questa ĆØ una cosa impossibile, se qualcuno mi riconosce sarĆ uno scandalo per me, io non posso fare una cosa simile, sono una donna sposataā.
āTu sei solo mia come ti ho spiegato e hai promesso di obbedirmi, percioā scegli correre il rischio che qualcuno ti veda ma non ĆØ sicuro o le tue foto esposte in tutte le sale del quartiere dove abiti, e nei luoghi che frequenti e nella scuola di tuo filgio con il tuo nome e numero di telefono allegati?ā
Elisa rassegnata scese dallāauto, e si avvioā verso il locale, Vanessa le aveva tolto il guinzaglio ma non il collare, sarebbe sembrata proprio una donnaccia, e con il cuore in gola si avvicinoā alla cassa e fece due biglietti uno per lei e uno per Vanessa.
Entrate si separarono ed Elisa si avvioā a fare il giro della sala, notoā un ragazzo giovane che la guardava concupiscente e allora prese il coraggio a due mani e gli si avvicinoā āCiao, conosci vanessa una ragazza bella e della tua etĆ che dovrebbe attendermi quiā in questa zona, avevamo appuntamento, non lāhai vista?ā il agazzo scosse la testa, non la conosceva e non aveva visto nessuna ragazza nellāultima mezzāora che si fosse fermata liā, lui peroā le disse: ā possiamo aspettare assieme, ti va di bere qualcosa?ā.
āSi grazie, volentieriā rispose Elisa, il ragazzo chiamoā un cameriere e ordinoā da bere per entrambi senza chiederle cosa desiderava, poi le fece cenno di sedersi accanto a lui sul divanetto, Elisa era un poā impacciata con la sua gonna corta, ma si sedette comunque tenendo le gambe ben strette.
Il ragazzo era carino le mise un braccio attorno alle spalle, e lei si lascioā fare, poi lui le si avvicinoā per baciarla ed Elisa si lascioā fare, poi lui le accarezzoā una gamba salendo lentamente verso la coscia.
Elisa gli disse: ānon quiā ti prego, se vuoi possiamo andare fuori, hai la macchina?ā lui fece cenno di siā ed uscirono gli timbrarono la mano allāuscita per poter rientrare.
In auto il giovane le disse: āspero che non mi chiederai soldi perchĆØ io non pagoā Elisa arrossiā era un vero insulto ma doveva portare a termine il suo incarico per non fare arrabbiare Vanessa e gli disse: āche sciocco che sei, non mi prostituisco mica sai, lo faccio perchĆØ mi vaā.
Appena lui si fu abbassato il pantaloni lei peroā gli infiloā il preservativo, lui avrebbe preferito senza ma Elisa insistĆ©.
Alla fine il ragazzo si lascioā convincere ma gli si era un poā ammosciato, Elisa lo prese in bocca e con due leccate il ragazzo si riprese.
Appena messo il preservativ Elisa gli saliā sopra, e se lo infiloā, entroā con estrema facilitĆ era tutta la sera che era eccitata, e quindi aveva la fica in fiamme e lubrificata.
Lo montoā con rabbia cercando di arrivare allāorgasmo, non ne poteva piuā di quella tensione, e si mioveva bene le pareva di non essere mai stata cosiā smaniosa di godere, ma anche sapeva di avere poco tempo a disposizione.
Quando il ragazzo venne lei non era arrivata ancora allāorgasmo colpa della tensione probabilmente si disse, gli sfiloā il preservativo e lo legoā per non perdere il prezioso contenuto che avrebbe dovuto portare come prova, il giovane si stupiā ma si disse che era una tipa fuori dal comune, Elisa usciā dalla macchina e lo salutoā allontanandosi rapidamente lasciandolo ancora alle prese con i pantaloni che gli erano scesi alle caviglie.
Entrata nuovamente nella discoteca, oramai era piuā sicura di sĆØ, era stato facile, incontroā un giovanotto che doveva essere piuttosto imbranato, lo abordoā e lui timidissimo lāascoltava e quando lei gli chiese se voleva che lei gli facesse un pompino per poco non si strozzoā, lui le chiese se voleva essere pagata, giustamente pensoā Elisa vestita cosiā possono pensare solo che sono una battona a caccia di clienti, lo rassicuroā dicendogli che era tutto gratis perchĆØ lui le piaceva. Il ragazzo diede il suo assenso e allora lei se lo trascinoā dietro in una zona buia, lo fece sedere, e gli apriā la patta dei pantaloni, estrasse il suo pisello che non era nemmeno troppo duro, sicuramente il ragazzo era un poā spaventato, allora lei gli disse che se voleva poteva toccarla, lui con timore allungoā la mano e si insinuoā tra le gambe di Elisa, risaliā lentamente e trovoā il suo sesso bagnato e liscio, come la toccoā la sentiā che lei si tendeva e che era eccitata, Elisa si sporse verso di lui, e lo bacioā sulla bocca, il ragazzino ebbe un sussulto e il cazzo nella mano di Elisa si ingrossoā spaventosamente, divenendo subito bello duro.
Elisa si disse che doveva essere magnifico scopare con un ragazzino vergine e insegnargli tutto, peroā non aveva il tempo, gli mise il preservativo e si curvoā su di lui iniziando a suggere con la bocca lo fece venire in un battibaleno. Elisa gli levoā il preservativo legandolo come il primo e mettendoselo nella borsetta, il ragazzo le si avvicinoā per baciarla ma lei si tiroā indietro, allora lui si scusoā le chiese se era arrabbiata perchĆØ non aveva resistito abbastanza. Elisa si sentiā un poā mortificata per lui, doveva essere un bravo ragazzo, allora gli disse di non preoccuparsi che per la prima volta era andato benissimo, e lo bacioā sulla bocca con passione, il ragazzo ebbe una nuova erezione e glielo fece notare, Elisa sorrise, soprattutto perchĆØ lui le disse che lāamava che voleva rivederla, comunque Elisa non voleva fare stare male quel ragazzo cosiā carino e timido che diceva di amarla, come spesso accade i ragazzi timidi si innamorano facilmente, allora gli apriā di nuovo la patta e gli mise un altro preservativo, e gli saliā sopra infilandosi il pene dentro di lei, stava sverginando un ragazzino giovanissimo era per lei una sensazione esaltante, si mosse su di lui lentamente e si disse che era una fortuna che non aveva le mutandine.
Anche questa volta lui non resistette a lungo ma anche Elisa raggiunse lāorgasmo il piacere cerebrale di avere sverginato un ragazzo aveva decuplicato la sua eccitazione. Lui le riempiā il preservativo di sborra ancora una volta, godendo e se lei non lo avesse baciato forse avrebbero gridato entrambi.
Se lo sfiloā e mise via anche questo preservativo, poi il ragazzo le chiese il suo numero di telefono, ma lei non volle darglielo, gli disse che questa storia finiva liā non ci sarebbe stato un seguito, le dispiaceva vedeva che il ragazzo ne era addolorato ma non aveva scelta.
Si alzoā e se ne andoā, doveva trovare un altro per riempire il quarto preservativo, ma non fece in tempo ad allontanarsi che due tipi dietro un angolo, la fermarono, le dissero dove vai bella troia, ti piacciono solo i ragazzini o te la fai anche con gli uomini, lei non ci pensoā troppo su e disse che se volevano sarebbero potuti andare insieme nei bagni e fare qualcosa assieme.
Si recarono nei bagni e dentro ad un cesso, la presero prima uno e poi lāaltro furono rapidi rudi, le sborrarono dentro nei preservativi e lei glieli chiese loro si misero a ridere, e le chiesero perchĆØ li voleva allora Elisa disse che aveva fatto una scommessa e che doveva portare quattro preservativi di quattro uomini diversi con il loro seme dentro per non perdere la scommessa. Vollero sapere quanto avrebbe dovuto pagare se perdeva, e allora Elisa disse che il pegno sarebbe stato di venire frustata se perdeva. Il piuā cinico dei due, allora le disse che se li voleva doveva farsi pisciare in bocca da loro, e bere la loro urina.
Elisa si sentiā male, ma non aveva scelta i bastardi aveva in preservativi in mano e li dondolavano sopra la tazza del cesso, lei chinoā il capo e disse: ā si va bene potete pisciarmi in bocca, ma vi prego datemi i preservativi, almeno uno dei due adesso e lāaltro dopoā. Erano dāaccordo e cosiā fecero, Elisa in ginocchio ricevette la pioggia dorata dei due balordi, e ingoioā tutto quanto potĆØ qualcosa le sfuggi andando a bagnarle lāincavo dei seni e la camicetta. Al termine felice si fecero una risata dandole del cesso e le diedero lāaltro preservativo.
Elisa si diede una lavata alla meglio, poi si passoā una salvietta imbevuta di profumo e si recoā verso la postazione del dj dove aveva appuntamento con Vanessa.
Era li che lāattendeva ed Elisa le disse di aver fatto tutto quello che le aveva ordinato. Vanessa le disse allora andiamo, e le mise il guinzalgio li dentro alla discoteca con enorme vergogna di Elisa che la segui a testa bassa tenuta al guinzaglio sotto lo sguardo incuriosito ed eccitato di alcuni mentre altri si mostrarono scandalizzati.
Rientrarono ed Elisa consegnoā i preservativi a Vanessa, poi le permise di lavarsi e di andare a dormire le legoā le mani dietro la schiena dicendole che era per evitare che si masturbasse troia come era, e si coricoā accanto a lei. Durante la notte, vanessa si sveglioā perchĆØ nel sonno agitato Elisa le si era stretta contro, come in cerca di protezione, si disse che la signora era matura e la sua mente oramai era plagiata, le slegoā le mani certa che non si sarebbe mossa senza ordini.
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CAPITOLO IV
Al mattino ben inoltrato Vanessa si sveglioā e trovoā Elisa attaccata a lei, in uno stato di dormiveglia le accarezzoā la curva del seno, e subito il capezzolo si induriā al tocco delle sue dita, allora lo prese tra il pollice e lāindice e lo massaggioā Elisa apriā gli occhi, verso Vanessa, e le sorrise come se fosse rassicurata dalla sua presenza.
Vanessa le chiese: ā come sta la mia cagnetta stamattinaā, āioā¦io sto bene signorina, grazieā.
ābasta con questi io, io, quando devi parlare di te, devi usare la terza persona dicendo ā la sua cagna sta bene padrona ā da questo momento mi chiamerai sempre padrona eccetto quando siamo in pubblico a meno che non sia un pubblico da me scelto appositamente per esibirti come la mia cagna, hai capito?ā
āLa sua cagna ha capito padronaā rispose Elisa prontamente, sorprendendosi della facilitĆ con la quale si sottomentteva alla fanciulla, e provando un brivido di vergognoso piacere che non sfuggiā allāocchio attento di Vanessa.
Andiamo ragazza mia, non possiamo poltrire a letto tutto il giorno, dobbiamo lavarci e poi mi preparerai la colazione.
Vanessa prese Elisa per mano e la condusse in bagno, le permise di liberarsi ma sotto il suo sguardo vigile, poi le fece fare la doccia e la mandoā in cucina, mentre lei si preparava.
Quando Vanessa entroā in cucina vestita e truccata, Elisa era nuda ed aveva preparato la tavola, il caffĆØ era pronto e aveva anche preparato dei toastās sul tavolo cāera del burro e della marmellata.
Vanessa come una regina prese posto, e ordinoā di versarle il caffĆ©, Elisa si precipitoā e ossequiosa le versoā il caffĆ©, poi le preparoā una tartina imburrata e le chiese se gradiva la marmellata di fragole, Vanessa assentiā con la testa senza rispondere mentre si portava alle labbra la tazzina di caffĆ©.
Poi dopo aver addentato la tartina le disse: āpuoi prendere un caffĆ© anche tu adessoā. āla sua cagna la ringrazia padronaā. BevvĆØ il suo caffĆ© che le diede un poā di sollievo ne aveva bisogno. Poi Vanessa le chiese se aveva fame ed Elisa non sapendo cosa rispondere abbassoā la testa, ma Vanessa le ordinoā di darle una risposta adeguata alla sua nuova condizione, āSiā la sua cagna ha fame padronaā.
Vanessa le diede la metĆ della sua tartina alla marmellata che Elisa prese e portatala alle labbra si fermoā vedendo lo sguardo corrucciato di Vanessa allora disse: āla sua cagna la ringrazia padronaā, Vanessa fece un cenno del capo di approvazione per la sottomissione di Elisa.
Finirono la colazione e allora Vanessa le ordinoā di andare a prendere la sua borsa e il collare con il guinzaglio che era ora di ritornare alle corrette abitudini e dovevano prepararsi per uscire.
Elisa andoā nella camera da letto si allaccioā il collare al collo con il guinzaglio che pendeva tra i suoi seni e poi raccolse la borsa di Vanessa presentandosi al suo cospetto, come la padrona desiderava.
Vanessa frugoā nella borsa, e ne estrasse un fallo di plastica aveva piuā lāaria di uno strano cono oblungo con una parte che si restrigenve lievemente alla base e una rondella che fungeva da base, Elisa capiā perfettamente quale era la funzione dellāoggetto, e attese ansiosa ed impaziente presa da una strana sensazione di eccitazione e di vergogna.
Vanessa le disse che doveva tapparle il culo, le avrebbe fatto bene per abituarla a sentire che quella sua parte fosse maggiormente sensibilizzata e ammorbidita.
Le ordinoā di succhiare il simulacro fallico per inumidirlo bene e poi di infilarselo bene nel culo, Elisa si accinse alla bisogna vergognandosi di quello che era costretta a fare, ma soprattutto perchĆ© sentiva che si bagnava, poi dopo averlo insalivato piegoā le gambe e si appoggioā lāoggetto alla pastiglia dellāano, e lentamente lo spinse fino a conficcarlo bene in fondo.
Vanessa volle controllare e la fece piegare e le ordinoā di aprirsi le natiche da sola, cosa che venne eseguita prontamente da Elisa, la quale sentiva che non avrebbe potuto nascondere la condizione della sua passera inondata di succhi, cosiā non poteva avere giustificazioni alcune per le perversioni a cui si sottoponeva eccitandosi in quel modo e Vanessa lāavrebbe avuto ancora piuā nelle sue mani, si abbandonoā al piacere umiliante di quella esibizione.
La fece vestire con calze e reggicalze, poi indossoā il vestitino rosso della sera prima, e una giacca di pelle, che era lunga quanto lāabitino, e Vanessa parve soddisfatta, lāaveva fatta truccare pesantemente, le disse che doveva sembrare esattamente per come si sentiva, una puttana.
Vanessa mise il guinzaglio nella sua borsa e uscirono, Elisa tiroā fuori lāauto dal garage, poi nel vialetto si fermoā allāaltezza di Vanessa ma questa non saliva, allora Elisa scese e chiese cosa doveva fare, Vanessa le disse: āvieni ad aprirmi la portieraā, Elisa obbediā si guardoā intorno sperando che non vi fossero vicini che la vedevano, poi apriā la portiera a Vanessa che si accomodoā.
Partirono e Vanessa le diede le indicazioni da seguire, Allora raggiunta lāautostrada Elisa si azzardoā a chiedere: āpuoā la sua cagna chiderele dove siamo dirette, Padrona?ā.
Vanessa le rispose che se aveva molte domande da fare, Elisa le disse che era curiosa perchĆØ non voleva correre il rischio magari di distrarsi e di commettere errori e se la strada era lunga dovevano fare benzina.
Vanessa le disse: ābene ti diroā dove andiamo, ma per ogni domanda che ritengo inopportuna e fastidiosa decidi tu quale punizione dovrai subire poiā, Elisa rimase un poā in silenzio e poi vedendo che Vanessa la osservava in attesa rispose: āla sua cagna, chiede che per ogni disturbo che arreca alla padrona, di ricevere due colpi di frusta⦠suā¦sul culo, padronaā.
āPensi che sia una punizione, a te piace essere battuta sul culo, ma va bene hai fatto del tuo meglio, per ogni richiesta due colpi di frusta sul culo da pagarsi tutti al nostro ritorno a casa tuaā.
E cosiā Elisa fece la sua domanda, venendo a sapere che si recavano in una provincia adiacente in una cittadina di cui conosceva di nome, ma dove non era mai stata, e poi chiese se si potevano fermare allāautogrill per fare la pipi e anche per il pieno di benzinaā. Vanessa acconsentiā.
Si fermarono e fecero prima benzina, il benzinaio che si avvicinoā diede unāocchiata dentro e si mise a fare il pieno, infiloā la pistola della benzina e si mise a pulire il vetro per guardare meglio Elisa. ChissĆ cosa stava pensando di lei si chiese Elisa sicuramente che era una puttana, e al solo pensiero si eccitoā ancora di piuā, finito di fare benzina dovette scendere per andare a pagare alla cassa, ancheggiando sui suoi tacchi a spillo, le dava proprio lāaria della puttana con il suo collare al collo, era molto eccitante, e lāidea che quelli che la guardavano si stavano magari eccitando stuzzicava la vanitĆ di Elisa, accentuando il movimento delle anche.
Poi parcheggiata lāauto si recoā nei bagni per fare la pipiā accompagnata da Vanessa che entroā con lei nel cesso si dovette alzare la gonna e messasi leggermente accovacciata sopra la tazza farla sotto lo sguardo di Vanessa e questo la imbarazzava notevolmente.
Poi ripresero il viaggio e Vanessa le disse di sedersi bene a culo nudo alzando il vestito. Si fermarono ancora una volta al casello dove poco prima di arrivare Vanessa aveva messo la mano nella passera di Elisa masturbandola, e le disse: ā appena arriviamo al casello dovrai godere, e se mi deludi sappi che ti puniroāā.
Elisa solo sentendo le dita di Vanessa colava succhi e lāidea di quanto sarebbe stato vergognoso godere sotto le sue dita, appena davanti al casellante si disse che il pericolo era solo di godere prima di arrivare tanto era eccitata.
E puntualmente appena ebbe consegnato il biglietto al casellante inizioā ad ansimare piuā forte e lancioā un urletto per il piacere che stava provando aveva avuto il suo orgasmo, e non poteva non essere sfuggito allāuomo che si sporse a guardare e vide la mano di Vanessa che si muoveva tra le cosce aperte di Elisa, rimase liā a godersi lo spettacolo, appena Elisa si fu un attimo ripresa rossa in volto dalla vergogna guardoā il display del casello lesse lāimporto e diede i soldi, lāuomo le diede il resto e le disse: āgrazie dello spettacolo, peccato non poter approfondire la nostra conoscenzaā Elisa ingranoā la marcia e partiā senza rispondere.
Arrivarono a destinazione, attraversarono il paese e uscirono dalla parte opposta alla periferia presero una stradina e si fermarono in un cortile di una vecchia casa, Elisa scese e andoā ad aprire la portiera di Vanessa.
Aprendo la portiera si inchinoā come le aveva chiesto Vanessa e questa prima di scendere le fissoā il guinzaglio al collare poi scese e se la tiroā dietro, appena entrarono nella casa, sentirono delle voci, Vanessa prese uno scudiscio che si trovava in un portaombrelli, e le disse di mettersi in ginocchio e di avanzare lungo il corridoio e tenendola al guinzaglio proprio come una cagna la fece camminare davanti a se, dandole qualche colpetto con lo scudiscio ma solo per farle capire che era sempre a rischio di punizioni se non obbediva.
Aveva il culo scoperto perchĆ© la gonna si era sollevata sopra le natiche, e quindi immaginoā quale osceno spettacolo sarebbe stato per qeulli che lāattendevano, e il suo volto era giĆ imporporato dalla vergogna che avrebbe provato ma la sua fica rispondeva alla vergonga bagnandosi.
Elisa non vedeva che scarpe di persone sentiva le voci alcune le pareva di averle udite, ma non osava alzare la testa per vedere chi erano.
Vanessa la condusse fino ad una poltrona dove un uomo era seduto e sentiā che diceva āallora che te ne pare dellāaltezzosa borghese che ho portato a casa?ā.
āMolto ben fatto ragazza miaā rispose lāuomo. Allora Elisa alzoā lo sguardo e vide che si trattava del padre di Vannessa, erano tutti liā, sua madre suo fratello e altre due coppie e un uomo singolo, e due cameriere che peroā portavano una maschera di cuoio, vestite come cameriere ma con abiti molto succinti e trasparenti corsetti che non coprivano interamente i seni e gonnellino che arrivava a metĆ chiappe con grembiulini microscopici bianchi e delle mascherine di cuoio sul volto. Anche loro avevano collati borchiati ed erano evidentemente delle sottomesse.
Elisa venne fatta spogliare, e poi condotta al bagno fatta rinfrescare e appena pronta venne condotta nuda nella sala da pranzo e costretta a inchinarsi e mostrare il culo aprendosi le natiche facendo vedere che aveva un anus picket che lo teneva tappato, e lo preparava a essere eventualemente aperta per essere presa agevolmente da quella parte.
Elisa si vergognava tantissimo a queste manifestazioni a cui era costretta e arrossiva sotto gli epiteti che le venivano rivolti dai commensali, ogni tanto qualcuno le tendeva un bocconcino e lei doveva mettersi in ginocchio e andare come se fosse veramente una cagna a prenderlo dalle mani di colui o colei che glielo tendeva e le era stato imposto di ancheggiare in modo che sembrasse una cagna che scodinzola.
Tutto questo era terribilmente umiliante per Elisa che non sapeva se avrebbe mai superato la vergogna che provava.
Alla fine del pasto il padrone di casa disse che per rilassarsi sarebbe stato giusto che avesse lui la precedenza nel farsi succhiare il cazzo dalla nuova schiava ed Elisa venne portata davanti a lui e darsi da fare, gli apriā i pantaloni e si mise il pene mezzo moscio in bocca. Lo leccoā con devozione con Vanessa dietro di lei che le accarezzava le natiche con lo scudiscio, una minaccia inutile perchĆØ Elisa non pensava minimamente a ribellarsi oramai era cosiā succube da non pensare a nulla altro che a soddisfare i padroni.
Appena lāuomo venne nella sua bocca venne offerta agli altri uno dietro lāaltro dovette spompinare ogni maschio presente, Lorenzo fu lāultimo, e le dispiaceva che lui fosse complice di quella trappola perchĆ il ragazzo le era piaciuto e aveva goduto con lui durante le vacanze quando erano stati assieme.
Venne messa su una poltrona in ginocchio con le natiche esposte verso la sala e le signore le diedero sei colpi a testa sulle natiche offerte con una frusta composta da una larga cinghia di cuoio munita di un manico era di pelle morbida.
Le frustate si abbattevano sulle natiche ed Elisa si morse le labbra sperando di resistere e di non gridare peroā alla lunga non resistette si mise a piangere e a lamentarsi agitando le natiche per il dolore ma senza mai provare a sottrarsi al morso della frusta che la batteva arrivarono a darle oltre una ventina di frustate.
Poi si armarono di falli finti allacciati alla vita con cinture e la presero sbattendola come se fossero stati uomini facendole provare diversi brucianti orgasmi.
Poi appena lei era stata sfinita dagli orgasmi le tolsero il dildo dal culo e ricominciarono ma inculandola prima con i falli finti furono le donne e poi si succedettero gli uomini ma oramai Elisa sentiva male al culo perchƩ era arrossato e irritato.
Furono ore di umiliazione e di forte impatto psicologico, che la lasciarono sfibrata nel corpo e nella mente.
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CAPITOLO V
Elisa, al mattino si sveglioā scossa da qualcuno, ma era distrutta e non riusciva ad aprire gli occhi, si sentiva la testa pesante.
Alla fine cercoā di mettere a fuoco lāimmagine, e vide Sandra sopra di lei che cercava di svegliarla, Sandra una delle schiave di Vanessa, anzi quella che lei aveva visto in spiaggia che veniva assoggettata ad uno dei bagnini negli spogliatoi, le chiese: ā ma che ore sono?ā, āsono le dieci, devi prepararti fra non molto la padrona verrĆ a prenderti e non deve trovarti ancora a dormireā.
Elisa cercava di trovare le forze per alzarsi e si lamentoā dicendo āsono cosiā stanca, non ce la faccioā.
āsu su, si che ce la fai, adesso tirati su, dai sbrigati, non voglio essere punita per colpa tuaā.
Elisa si sollevoā e cercoā di capire dove si trovavano e si rese conto che era una stanza da letto con mobili piuttosto antichi, molto normali come quelli di sua nonna, un letto di ferro alto, comoā massiccio, una specchiera con tavolino da toilette, e un armadio a quattro ante.
Era nuda portava peroā il suo collare e chiese a Sandra se poteva toglierlo per lavarsi, lāaltra le disse di si, ma doveva sbrigarsi a lavarsi.
Elisa si sedette sulla tazza per liberare la vescica, la tensione per la fretta che le metteva Sandra le fece sul momento bloccare e non riusciva a liberarsi.
Con uno sforzo mentale riusciā a estranearsi e si rilassoā liberando la vescica e poi gli sfinteri.
Si fece una doccia che le permise di svegliarsi, e infine si lavoā i denti, con uno spazzolino nuovo che le aveva dato Sandra.
Ritornata nella stanza si rimise il collare, e lo allaccioā incatenandosi da sola questo fatto le procuroā un brivido, in pratica era come se assimilava quel gesto come fosse la normalitĆ .
Sandra le disse di truccarsi e le diede la sua assistenza, le passoā un fondo tinta e poi le truccoā gli occhi in modo pesante, completoā il tutto con un rossetto dal colore molto acceso, le passoā lo stesso rossetto sui capezzoli, Elisa non osoā protestare e quando Sandra le disse di aprire bene le cosce che doveva evidenziarle le labbra della fica, lei obbediente eseguiā lāordine senza obiettare, infine dovette piegarsi e aprirsi le natiche e la stessa operazione venne fatta per il cerchietto dellāano.
Sandra le mise il guinzaglio dicendole adesso ti accompagno dalla padrona, le serviremo la colazione come si deve, e poi deciderĆ lei cosa dovrai fare successivamente.
Elisa era tesa, perchĆØ si chiedeva quali altri tormenti avrebbero escogitato per lei in quel giorno.
In cucina prelevarono la colazione preparata da una signora che era certo abituata a quelle particolari circostanze ma vedendola Elisa ebbe un moto di sorpresa e arrossiā violentemente quella signora le diede unāocchiata era piuttosto robusta e doveva avere piuā di cinquanta anni aveva il volto segnato dal tempo come di una donna che avesse vissuto, la squadroā da capo a piedi e disse soltanto: āUna nuova, bene carina vieni quiā, devi portare la colazione per la tua padrona, e cerca di essere sollecita, deve arrivare ancora calda, e non rovesciare nulla. Chiaro?ā
āSā¦si signoraā le rispose Elisa timidamente, imbarazzata per la sua condizione davanti a quelle che doveva essere una domestica della famiglia.
Prese il vassoio appena pronto e seguiā Sandra che le faceva strada, quando giunse davanti alla porta della stanza di Vanessa le apriā la porta e la fece passare, le indicoā un mobile e le fece posare liā il vassoio.
Si avvicinarono al letto, e scopriā Vanessa che dormiva nuda Sandra le disse a bassa voce che era necessario destarla con delicatezza e di baciarle i piedi e poi di leccarli lentamente con dedizione e non dimenticando le dita.
Elisa non aveva scelta e comincioā a eseguire lāordine, baciando dapprima un piede poi lāaltro.
Dopo la prima operazione si decise a lambire le pianta del piede piuā vicino partendo dal tallone, salendo lentamente fino alle dita, e da liā prese a succhiare ogni dito come fossero dei piccoli cazzetti, allāinizio le aveva dato fastidio, ma piano piano si stava dedicando con passione, in fondo stava entrando sempre piuā nella parte della schiava, quelle operazioni avevano certo lo scopo di perfezionare la sua sottomissione ed era anche la prima volta che toccava la sua padrona. Era stata sempre Vanessa a toccarla, lei non si era mai fatta fare nulla nemmeno nessun tipo di approccio, e adesso per la prima volta le stava leccando i piedi, era da considerarsi come una piccola concessione di contatto, era sempre meglio di niente e forse avrebbe dimostrato di apprezzare quello che stava facendo, forse non sarebbe stata poi cosiā dura, un poā di tenerezza per ricambiarla, magari quel poā di calore umano che chiunque cerca.
Era passata al secondo piede e Vanessa si era mossa cosiā facendo lāaveva agevolata e adesso Elisa stava impegnandosi a fondo, Vanessa era di certo giĆ sveglia, ma voleva peremetterle di finire.
Appena Elisa ebbe succhiato lāultimo dito, Vanessa si stiroā le braccia e fece cenno di essersi appena svegliata.
Sandra fece cenno a Elisa di prendere il vassoio ed Elisa si affrettoā a prederlo e presentarsi davanti a Vanessa, rimase silenziosa in attesa di ordini e appena Vanessa le fece cenno le pose il vassoio sul letto questāultima apriā il coperchio e prese la tazza del caffĆ© e bevve un sorso poi prese un cornetto e inizioā a mangiarlo, lo divoroā praticamente, Elisa la guardava con lo stomaco che le si torceva, aveva fame e la bocca le salivava dal desiderio. Vanessa se ne era accorta, e le chiese se aveva qualche supplica da presentarle.
Prima Elisa fece un cenno affermativo con la testa e ingoioā un poā di saliva che non le permetteva di parlare āla suā¦la sua⦠cagna, la supplica di permetterle di mangiare padrona, la sua cagna ha molta fameā.
āVa bene, adesso ti do qualcosa, ma per il disturbo cosa pensi che io ti somministrerei come punizione, spero che tu ti avvicini al mio pensiero dandomi un numero maggiore, perchĆØ se mo la dai inferiore al numero che penso io aggiungeroā il tuo se indovini ti daroā quanto previsto se dici un numero maggiore ti daroā quanto previsto da meā.
āLa sā¦suā¦sua caā¦gna, padrona le chiede un numero di che tipo incluso tra quali tra quali numeriā.
ā Va bene altro disturbo allora penseroā un nuovo numero e ti doā una indicazione tra uno e centoā.
Elisa sapeva che era pericoloso quel gioco, peroā come fare a indovinare un numero tra uno e cento.
RiflettĆ© poi disse ĆØ meglio che la spro grossa, le disse āforse venti colpi padrona?ā.
Vanessa tacque per farle crescere lāansia, poi le disse: ātieniā e le porse un morso di cornetto imbevuto nel caffĆ©, Elisa si abbassoā e lo prese tra le labbra e lo masticoā a lungo, peroā il suo pensiero era alla punizione che avrebbe subito.
Vanessa ritenne che aveva atteso abbastanza, e le disse: āsei stata brava cagnetta, avevo pensato a dodici colpi, e li prenderai sulle natiche dove soā che ti piace tanto, non ĆØ vero?ā āsi padrona, mi piace tantoā, Elisa si rese conto che la prima persona non la doveva usare e si morse il labbro prima di rettificare āalla sua cagna padrona piace tantoā con tono ansioso e teso iniziando a tremare.
Vanessa sorrise e condiscendente disse: āper questa volta ti perdonoā e le porse il resto del cornetto da mangiare āgrazie padronaā rispose Elisa prima di prendere il cornetto tra le labbra e poi ingoiarlo e masticarlo con calma.
Dopo colazione le venne ordinato di portare giuā il vassoio e di ritornare per fare la toilette della sua padrona.
Appena di ritorno Vanessa era giĆ in piedi aveva lasciato cadere la sua vestaglia ed Elisa si disse che era una ragazza molto bella aveva il pelo del pube molto ben curato i seni stavano su come si deve i capezzoli erano rosso scuro, una ragazza che avrebbe fatto felice qualsiasi uomo, e invece si divertiva a tormentare le donne, Elisa le fissava il pube forse si disse deve essere bello e profumato e provoā il desiderio di leccarla, si ricordoā che le era piaciuto molto con Elena.
Arrossi per quello che aveva pensato, e Vanessa se ne accorse, e le chiese se aveva fatto pensieri sconci sulla sua padrona, Elisa si rese conto che non sarebbe mai riuscita a nasconderle nulla e si sentiva come una scolaretta che ha infranto qualche regola, si buttoā in ginocchio ai piedi di Vanessa e le chiese perdono e confessoā cosa aveva pensato. Vanessa le disse: āĆØ bene confessarsi, ma desiderare la propria padrona come se fosse una persona alla pari ĆØ sbagliato la devi sempre considerare come tua superiore, ed ĆØ per questo che ti puniroā aggiungendo altri dodici colpi a quelli che giĆ devi subireā.
āGrā¦Grazie padronaā rispose prontamente Elisa, sperava che cosiā faceva alla fine avrebbe ottenuto un poā di respiro dalla padrona.
Vanessa le disse che doveva lavarla e si diresse nella sala da bagno seguita da Elisa che procedeva in ginocchio.
Appena si fu immersa nella vasca, Elisa su ordine della padrona prese una spugna e imbevutala di doccia schiuma la passoā sul corpo della padrona con estrema dolcezza, la lavava con cura.
Alla fine lei era pronta ed Elisa praticamente eccitata, si chiese perchĆ© non voleva fare lāamore con lei, in fondo Elena le aveva detto che era bella e che ci sapeva fare e adesso questa ragazza avendola in suo potere non ne usufruiva e questo la frustrava, si chiese cosa avesse che non andava bene.
Quando Vanessa usciā dalla vasca come venere che emerge dalle acque, le parve ancora piuā bella e desiderabile, come ogni cosa che si pensa di non poter avere la si desidera.
Asciugoā lentamente Vanessa con un telo morbido da bagno, passando con la mano accarezzando attraverso la spugna del telo le curve del corpo di Vanessa.
Elisa era eccitata, e si rese conto che i suoi movimenti erano lenti e quasi lascivi anzichĆØ asciugarla era come se lāaccarezzasse, si vergognava, di questa sua debolezza, e appena ebbe finito si chinoā con la fronte a terra e le diede un bacio su ogni piede. Poi alzoā la testa cercando lāapprovazione della sua padrona, che le regalo un sorriso ed un cenno del capo di conferma e di aver apprezzato lāomaggio.
āStai imparando, diventerai una brava schiavaā, āla sua cagna la ringrazia padronaā.
Poi Vanessa ritornoā nella sua stanza seguita da Elisa che le correva dietro carponi, appena giunta indossoā un perizoma nero, delle calze autoreggenti e un vestito aderente che le fasciava il corpo.
Dopo di chĆ© le disse che lāavrebbe vestita e se ne sarebbero andate ma restava una piccola formalitĆ .
āNon ti sarai dimenticata della punizione? Vero?ā, āla sua cagna non lāha dimenticata padronaā.
Vanessa le ordinoā di prendere la frusta che era appesa nellāarmadio, Elisa obbediente andoā allāarmadio e prese una frusta di cuoio molto vecchia era fatta di cordicelle di cuoio un gatto a nove code, e si recoā in ginocchio ad offrirlo alla sua padrona la quale le ordinoādi posizionarsi sul letto con le natiche offerte.
Elisa si mise in posizione tremando, Vanessa accostatala le sussurroā allāorecchio, voglio che mantieni la posizione fino allāultimo colpo, ĆØ un ordine e tu non mi devi deludere, Elisa fece cenno di siā con la testa e si accinse a sopportare sicuramente la punizione piuā severa che la sua padrona le avrebbe inflitto.
āInarca la schiena, se vuoi puoi abbassarti con la testa sul letto cosiā offrirai megli il culo,ā Elisa eseguiā si mise con la testa tra gli avanbracci cosiā era piuā offerta, e se ne rendeva conto.
Il primo colpo la colpiā brutalmente le corregge della frusta si erano abbttute con violenza, colpendo praticamente tutta la superficie del suo deretano, āconta i colpiā secco risuonoā lāordine, unāaltra difficoltĆ , āuno padronaā disse Elisa obbediente.
Il secondo arrivoā puntuale e lei si agitoā ma mantenne la posizione, stoica, aveva giĆ volgia di urlare che le faceva male ma cosa disse āDue padronaā, era stata lei a dirlo? Si era la sua voce che le pareva provenisse da altrove.
āTre padronaā e il terzo colpo le aveva colpito la parte alta in parte sulla schiena, poi un quarto, fino al diciottesimo colpo e lei agitava il culo e la sua padrona era felice di vederla sopportare la frusta era arrivata alla fine era fiera di aver mantenuto la posizione, ora le pareva che le sue chiappe fossero triplicate di volume le bruciavano maledettamente e non osava muoversi.
Vanessa le disse che non avevano tutto il giorno per divertirsi e di alzarsi che doveva vestirla, Elisa obbediente si sollevoā un poā barcollando e si rimise carponi e andoā a baciare i piedi di Vanessa, questāultima le fece una carezza sulla testa come fosse stata una cagnolina. Quella carezza era come un segnale di affetto da parte della sua padrona ed Elisa si sentiā praticamente gratificata e pronta a proseguire nella sua sottomissione incondizionata.
Vestita anche Elisa uscirono lei e la sua padrona, che la fece sedere sul sedile posteriore dellāauto, al centro, e le ordinoā di sollevare la gonna sopra lāinguine, e di tenere la gambe spalancate, regoloā lo specchietto retrovisore per poterla controllare, e le disse che doveva restare in quella posizione per tutto il viaggio. Elisa non fiatoā annuendo con il capo, era oramai perfettamente sottomessa e sapeva che Vanessa si attendeva che obbedisse in qualsiasi momento e luogo, e lei era pronta ad eseguire ogni ordine.
Il viaggio cosiā bastava che si fermassero da qualche parte e ai caselli per permettere a chiunque divederle la passera aperta in modo osceno tra le sue cosce, si sentiva molto porca perchĆ© sentiva che si stava bagnando allāidea di questa sua esibizione. Il suo volto era rosso ma questa vergogna che provava non poteva che aumentare il suo livello di eccitazione.
Dovevano attraversare il paese ma era difficile che qualcuno potesse vederla se non si avvicinava alla vettura, e Vanesse scelse una strada diversa di quella del giorni prima al loro arrivo una strada piuā isolata e piuā scorrevole evitando gran parte del centro paese, era domenica mattina e quindi la gente era a messa o ancora dormiva.
Arrivarono a casello autostradale, ed Elisa si chiese se poteva vederla il casellante e si disse che era improbabile perchĆØ avrebbe osservato Vanessa che era una bella ragazza, e quindi lei forse passava inosservata. Almeno lo sperava, ma forse non era vero, perchĆØ si eccitava da tutto questo, giĆ essere esposta in quel modo era umiliante e il sapere che la sua padrona guardando lo specchietto aveva la perfetta visione del suo sesso offerto, era imbarazzante e al contempo fonte di piacere, sentiva che si bagnava sempre piuā. Al casello passarono senza incidenti, e si immisero nella corsia si destra, dellāautostrada, per fortuna non vi erano camion la domenica, solo unāauto sfreccioā sulla corsia di sorpasso.
Loro sorpassarono alcune auto, ma nulla faceva pensare che potessero vedere che lei era a gambe aperte esibendo il suo pube imberbe.
Due orette di strada, il pieno era stato fatto il giorno prima, e per questo non si dovevano fermare, prima di arrivare al casello di uscita Vanessa le disse: āmasturbati e voglio che lo fai bene, ma non godere fino al casello, dovrai godere appena mi fermeroā per pagare ne un secondo prima ne un secondo dopo, sono stata chiara?ā
āSi padrona, la sua cagna ha capitoā, Elisa doveva immaginarsi che le avrebbe chiesto la stessa cosa del viaggio di andata.
Elisa si accarezzava con delicatezza, era giĆ molto eccitata e non doveva godere troppo in fretta cosa non facile, dalle sollecitazioni mentali di quei giorni la sua vergogna costante la sua stessa sottomissione e il piacere che provava nellāannullarsi sottomettendosi a quella ragazza, tutto contribuiva a farle mantenere una tensione costante molto eccitante ma come fare per resistere al desiderio di godere.
Lo fece quando arrivarono allo svincolo dellāuscita si infiloā tre dita dentro alla fica e inizioā un massaggio cosiā intenso che dovette rallentare un paio di volte per non godere troppo in fretta. Al momento in cui lāauto si fermoā si pigioā sul clitoride con lāaltra mano mente con le tre dita si affondava nella fica come in un coito, diede un urlo intenso e prolungato mentre Vanessa pagava, e il casellante aveva messo fuori la testa del sportello per vedere cosa accadeva, Vanessa si trattenne un poā di piuā per mettere i soldi nel portafogli e permettere al casellante di ammirare la fica aperta di Elisa che godeva e sussultava sbattendo le natiche sul sedile.
Lāuomo cercoā di richiamarla e fermarla sicuro che desiderava farle una proposta ma Vanessa partiā a razzo e girata a destra in direzione della zona dove abitava Elisa rallentoā, per permettere a Elisa di ricomporsi prima di arrivare a casa.
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