Basta poco

In fondo basta veramente poco per essere felici, basta volerlo. Nelle poche righe che seguiranno sintetizzerò un’esperienza successa mesi fa nella mia casa di vacanze. Inutile far notare che per motivi pratici non posso dilungarmi sull’impatto emotivo, ma mi limiterò ad elencare i fatti. Dopo venti anni di matrimonio, e diversi anni di routine sulle spalle, con mia moglie decidemmo di affittare una casa a mare a fine maggio sulla costiera a sud della Calabria. Un piccolo trilocale ben funzionale, due camere da letto spaziose, uno openspace per la zona giorno, balcone e servizi. La casa era occupata da noi, mio figlio piccolo e mio padre che aveva contribuito a pagare le spese. La zona è la compagnia prometteva solo del sano riposo niente di particolarmente attraente. Un giorno rientrando dal mercato del pesce noto una scena che su due piedi mi spiazza, mia moglie stendeva i costumi nel balconcino interno dello stabile intenta a discutere con mio padre. Per una frazione di secondo , mio padre pose la mano sui fianchi di lei scendendo lungo le natiche insinuandosi con le dita, si guardava attorno furtivo, mentre lei senza fare una piega continuava a piegare i panni. Fui colto da una incazzatura furiosa, mi bloccò la voce di mio figlio che richiedeva le attenzioni di mia moglie per asciugarsi. Rimasi sulla porta, la richiusi e scesi in strada entrando nel bar dove rimasi per una buona mezz’ora. Ero furioso. Passarono i giorni e la cosa non mi andava giù per niente. Non era un gioco a cui potevo partecipare e non volevo lasciar correre la cosa, non mi restava che accelerare gli eventi ed attendere la prova inconfutabile. Non c’era molto da fare in quella parte di costa, ma con la scusa di far trascorrere del tempo a mio figlio mi allontanai spesso lasciando il campo libero. Trovai una colonia estiva in un paese vicino, si impiegava mezz’ora in base al traffico. Utilizzai lo stratagemma del tempo per dargli casa libera e provare ad entrare in tempo per osservare. Proprio così, osservare, avevo desiderio di rivedere la scena. Fui fortunato. Non persero tempo, non era una cosa nata da poco. Rientrai una mattina anzitempo, e li ritrovai in intimità. Avevamo avuto dal padrone di casa le chiavi dell’appartamento attiguo, solo per deposito delle valige e uso garage. Utilizzai quel punto di visuale per osservare le due camere. Non li ritrovai mai a fare sesso, ma scoprii una intimità più forte di una semplice scopata. Si stavano corteggiando a vicenda. Erano palpeggi, carezze, nudità più o meno velate. Restavano in mutande o al massimo a petto nudo ma sempre con gli abiti addosso, sul chi va là. Il mio matrimonio era al giro di boa, e dopo venti anni, l’unica cosa che mi restava era mia moglie seduta sulle gambe di mio padre. Non persi nessuno dei due ma vederli accanto a darsi piacere a vicenda smontò l’incazzatura lasciandomi il piacere di riscoprirmi guardone.

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Incesti

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