“Visto che la notte, non avevamo riposta molto…”
Mi ero svegliata con quella sensazione di appagamento, di felicità, che non
provavo da un bel po, quella notte, di passione , di gemiti, voglie e grida, di desideri esauditi era servita a cancellare le amarezze dell’ultima settimana. Era il momento di alzarsi, uno sguardo fugace alle finestra, l’oceano calmo come una tavola e il sole che si stava alzando, mi misero ulteriormente di buon umore; scesi in cucina e lo vidi armeggiare ai fornelli, addosso aveva solo un pareo, era li, seminudo, il suo fisico atletico e scolpito, i suoi occhi scuri e profondi, mi vide e sorrise, in un lampo è passata davanti a me tutta la nostra notte di folle passione, tutti i giochi che mi ha lasciato condurre.. perché nella sua cultura non si può, non è lecito, ma ha capito subito il piacere che potevo fargli provare, e mi lasciato fare, per tutta la notte. Non ho potuto resistere, in quel momento, gli andai vicino, spensi i fornelli e gli tolsi il pareo, era li nudo, il suo enorme membro davanti a me..non potei non iniziare ad accarezzarlo, e poi inginocchiarmi a succhiarlo, leccarlo, e titillarlo, lui, nel suo inglese stentato cercò di farmi desistere, “non è una cosa da fare, non va bene..” Le sue resistenze durarono pochissimo, non appena la mia lingua si dedicò alla sua cappella, iniziò a gemere, godeva in modo pazzesco, e io mi dedicavo a quel gioco con veemenza, cappella, asta palle..la mia bocca scorreva velocemente sul suo membro enorme, venne velocemente e io ingoiai tutto, l’avevo stupito ancora una volta. Mi rialzai e lo baciai, gli dissi che lo attendevo in spiaggia per la colazione, mi spogliai davanti a lui, e scesi nella spiaggetta privata davanti alla villa, mi sdraiai e mi rilassai davanti al mare.. Volevo solo dimenticare per un po R. , quella doveva essere la nostra vacanza, un mese, in una sperduta e minuscola isola dell’oceano indiano, nella casa prestata da un suo cliente, ma all’ultimo lui non se l’era sentita di lasciare la moglie malata da sola, anche se ormai tutti sapevano, lei era comunque sua moglie, fu un litigio spaventoso, e alla fine, io decisi di partire lo stesso.. lui ogni tanto chiamava ma io spegnevo il telefono.. ora volevo solo dimenticare, e questo bel tuttofare era una buona soluzione.
Alla fine mi assopii, cullata dal tepore del sole e dal rumore delle onde, Jan arrivò in spiaggia, reggendo il vassoio della colazione, mi svegliò con una carezza, meraviglioso, era tutto perfetto, gli proposi una nuotata prima di colazione, e lui accettò ovviamente, era pagato per esaudire qualsiasi mio desiderio, e lo pagava R a dire il vero. Entrammo in acqua nudi, era freddina, i miei capezzoli si irrigidirono subito, ma jan non notò nulla, e continuava a nuotare sereno, dopo due bracciate ero ipnotizzata dal suo fisico, volevo essere presa ancora da lui, glielo dissi, tornammo a riva e mi lasciai prendere come voleva lui…fu una delusione per certi versi, un banalissimo missionario,” è così che facciamo noi.. con le nostre mogli..” mi disse ,allora gli chiesi se gli piace, o se si era divertito di più la notte prima, lui mi disse, con assoluta innocenza che si fa così, che noi occidentali siamo molto differenti.. e da li nacque la mia idea..dopo il sesso, facemmo colazione in spiaggia e sempre li, cercammo di recuperare un paio d’ore di sonno..visto che la notte, non avevamo riposta molto. Mi svegliai verso le dieci, il sole era alto e picchiava.. lui dormiva di schiena, iniziai a baciargli la pancia per svegliarlo, ma si svegliò il suo pene prima di lui…dopo un po…con un “oh my god..” si svegliò anche lui, pronto per una nuova cavalcata, ma non era quella la mia idea.
Andammo nella camera da letto patronale, lui era visibilmente eccitato e pronto, anch’io a dirla tutta, ma volevo insegnargli qualcosa che con la moglie, o con qualche turista, gli sarebbe tornato utile.. eravamo nudi, sul grande letto, mi stava ungendo con un olio profumato, era ipnotizzato dalle mie bocce, “le nostre donne non sono così grandi” , eh, se sapesse del ritocchino.. ma non potrebbe capire, gli spiegai che quello che avevo fatto io con la bocca, lo poteva (anzi doveva) farlo lui a me, quindi iniziò a baciarmi la pancia e poi giù fino alla mia fica bagnata e dilatata.. con parole dolci lo guidai, gli insegnai dove fare pressione e dove essere dolce, quando smettere e quando riprendere, gli spiegai i segnali e il mistero del clitoride, fu un orgasmo lento, ma violentissimo, il mio corpo era scosso da violenti fremiti, era stato perfetto..ma di certo non mi bastava, e non bastava nemmeno a lui.
Mi presi il tempo necessario per prendere fiato, poi decisi che era giunto il suo momento, volevo essere presa da dietro, e di nuovo lui oppose una minima resistenza, “non è bene, non è bene..” ma anche stavolta, prevalse il piacere, ero a pecora, con una mano appoggiata alla testiera in ferro del letto, mentre con l’altra mi sditalinavo per intensificare il piacere, all’inizio ero io a dare il ritmo, a me piacciono colpi lenti e ben assestati, all’inizio voglio sentirlo tutto, poi gli diedi carta bianca..e lui iniziò ad accelerare, godeva il ragazzo, godeva moltissimo..e io non ero da meno, non so quante volte venni, persi il conto, e non so nemmeno con chiarezza quante altre posizioni provammo, fu diverso dalla notte prima, in cui solo io avevo guidato i giochi, ora anche jan aveva avuto i suoi spazi, ma concluse con una frase tipo.. “mia moglie non come te, mia moglie è buona donna, e non conosce queste cose!” Allora gli dissi che se avesse voluto avrebbe potuto portarla, e avrei insegnato anche a lei ciò che sapevo e che avevo provato con lui. Ci alzammo dal letto solo a pomeriggio inoltrato, stanchi morti, ma felici e appagati.
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