. . . Altre fantasie di un bsx ancora vergine

“Ogni tanto le sue dita s’infilavano nel mio culo sverginato: continuava a scoparmi il culo con le dita mentre mi pompava il cazzo…”

Un’estate molto calda.
Quale miglior idea quella di trovare un po’ di
refrigerio?
Il fiume che scorre poco lontano, è un ottimo posto per andare a prendere il sole e di tanto in tanto fare un tuffo nell’acqua fresca.
I boxer nello zainetto, qualche bottiglia di acqua, telo da mare di un bel colore arancio, ciabatte: è ora di andare.
Il percorso in macchina non è lungo, qualche minuto di strada sterrata e arrivo su una piazzetta alberata.
Ottima per parcheggiare la macchina all’ombra.
Il luogo sembra deserto, è tarda mattina e a quest’ora nessuno verrà a disturbare il mio relax.
Mi cambio i vestiti, tolgo via tutto: tanto non c’è nessuno che vede. Resto nudo quel tanto che basta per infilarmi i boxer (odio quella retina interna) e le ciabatte.
Prendo lo zainetto con l’acqua, il telo da mare e m’incammino verso la riva sabbiosa.
Giro un po’ per scegliere il posto, anche se so che tornerò sempre alla solita radura.
Il fiume scorre molto vicino, tanto che da sdraiato posso tenere i piedi nell’acqua.
Stendo il telo sulla sabbia già calda, tutto attorno c’è una folta vegetazione, dove potrei rifugiarmi se fa troppo caldo.
Il fruscio del vento fra le foglie e il gorgoglio dell’acqua che scorre lenta, sono gli unici suoni che si sentono.
Mi sdraio stancamente sulla schiena, guardo il cielo azzurro, dove qualche grosso batuffolo di cotone bianco si sposta con estrema lentezza. Con le braccia incrociate sotto la testa guardo le nuvole che si divertono a disegnare sagome.
Quella maledetta retina nei boxer mi strizza le palle, che fastidio!
Abbasso un po’ i boxer, resto così assopito ma il fastidio si fa insopportabile.
Il caldo, il silenzio, quelle figure nel cielo, che nella mia fantasia sono come corpi nudi che si inseguono, mi provoca un inizio di erezione.
Il cazzo è compresso in quel maledetto tessuto a rete: chi ha inventato quest’odioso strizza coglioni, doveva avere il pisello formato mignon!
Basta così, tanto non c’è nessuno: mi alzo in piedi e sfilo via quel tremendo supplizio, abbassando la schiena col culo a 90°.
Resto nudo e mi sdraio di nuovo a faccia sotto, con le braccia distese lungo il corpo.
Che piacevole sensazione sentire il sole carezzarmi la schiena mentre la brezzolina s’insinua fra le chiappe del culo nudo, praticando un lieve massaggio anche sulle palle.
Il cazzo continua a rizzarsi, anche se la retina non c’è più, è compresso sotto il bacino.
Devo praticare una buchetta per alloggiarlo nella sabbia, ricoperta dal telo arancione.
Tiro su la schiena e col pugno scavo mentre la mia schiena arcuata offre una bella visione del culo in posizione adatta per qualche giochetto, penso mentre colpisco la sabbia.
Niente da fare, oggi non si trova una posizione.
Decido così di girarmi a pancia in sù lanciando un’imprecazione: tanto nessuno mi sente!
Ora il mio cazzo svetta libero e felice: lo guardo, è ben dritto; sorrido e mi godo lo svettare dello scettro finalmente liberato, avvolto dal caldo del sole.
Un momento! Il rumore delle fronde non è quello del vento, è diverso.
Giro di scatto la testa nella direzione del rumore e intravedo qualcuno nascosto dietro il fogliame.
Svelto mi copro le nudità come posso col telo e cerco di vedere meglio.
Una testolina riccioluta, biondina, fa capolino, uscendo un po’ più allo scoperto.
Non mi va di gridare per non rompere il silenzio e la pace del posto, tuttavia con voce ferma domando chi fosse e cosa stesse facendo.
Una vocina fra l’infantile e l’imbarazzato mi risponde un semplice “niente”.
Come niente gli rimando con tono conciliante. E lui, che nel frattempo è uscito dal nascondiglio di arbusti, continua con ingenuità a spiegare che passava per caso di li.
In segno di sfida replico che non l’ho sentito arrivare quindi è da un po’ che sei lì a curiosare.
Il ragazzetto abbassa la testa, sta per un po’ in silenzio e poi mi confessa che mi osserva da quando trafficavo con i boxer.
Ora che lo vedo bene è un tipetto magrolino, bassino, corpicino da ragazzino che deve ancora sviluppare. Indossa bermuda a fiori al ginocchio e una canottiera colorata con le spalline.
Gli faccio segno di avvicinarsi con un sorriso, cercando di dissolvere il suo imbarazzo.
Indago sulla sua età: ha 18 anni (compiuti ci tiene a specificare) ma ne dimostra non più di 14/15. Quando glielo dico, mi conferma che non sono il solo a giudicarlo minorenne.
Mi accerto che non racconti bugie, ma si risente e specifica bene che non gli piace raccontare balle.
Ok ci credo e lo invito a sedersi per parlare un po’. Mentre sta per sedersi, alza il dito indice verso il telo, dove si è formata una protuberanza all’altezza del mio cazzo ancora in parziale erezione e si lascia andare ad una risatina. Gli chiedo un po’ adirato, cosa abbia da ridere, nulla mi risponde, mentre specifica che a lui non è mai successo in circostanze simili.
Lo incalzo col fatto che il luogo è deserto e certe fantasie dei pensieri, possono far eccitare.
Il ragazzino incuriosito, vuol sapere che tipo di sogni ad occhi aperti io abbia fatto.
Il tipo mi sembra un po’ furbetto, quindi prendo tempo e cerco di stuzzicarlo.
Mi soffermo sul fatto che fa caldo e se vuole può levarsi maglietta e bermuda e poi sedersi sul telo.
Mentre si toglie la maglietta, mi dice che i bermuda non li leva perché sotto non porta gli slip.
Figurarsi, lo sfido, se avessi avuto le tue stesse remore, non mi sarei messo nudo al sole mentre tu fra l’altro mi spiavi nascosto.
Lui prende vigore e alzando un po’ la voce, dice che non mi stava spiando, era solo una coincidenza del tutto casuale, spinto dalla curiosità di capire cosa stavo facendo.
Comunque continua, visto che sei senza boxer anche te, me li levo anch’io per essere alla pari.
Poi aggiunge, che vuole anche lui un pezzo del mio telo per coprirsi come me.
Faccio notare che il telo non è sufficiente per ambedue quindi posso scoprirmi se la cosa non lo imbarazza. Sempre più sicuro di se acconsente ed io scopro il mio cazzo ancora in preda ad una leggera erezione. Mi guarda, lo guarda; si libera dai bermuda; denudato si siede vicino con le ginocchia ripiegate abbracciato alle sue gambe. Guarda il fiume in silenzio. Lo interrogo sul suo silenzio, si gira, mi lancia uno sguardo strano mentre mi fa presente che in quel “posto” non mi crescono i peli.
Lo rassicuro che non sono malato e se non ho i peli, è solo perché mi rado le zone intime, sia davanti sia dietro. Mi conferma di aver già notato il mio sedere liscio e senza peli quando mi chinavo. Ridiamo assieme. Così dicendo si rilassa, allunga le gambe e si appoggia sui gomiti, assumendo una posizione del tronco inclinata all’indietro. Lo guardo con molta attenzione dalla punta dei piedi fino al collo. Esploro quel giovane corpo con minuziosa perizia. È totalmente glabro, anche perché è biondo. Sul pube ha una scarsa peluria molto chiara. Ha un pisellino moscio, ripiegato sul lato sinistro. Si sente osservato e forse imbarazzato, si alza di scatto. Resta fermo in piedi davanti a me volgendomi la schiena, con le braccia incrociate sul davanti. Osserva il fiume in silenzio.
Guardo le linee del giovane corpo in controluce. Avrei giurato che fosse una ragazza se non lo avessi già visto nudo. Fianchi che si restringono sul punto vita, ha glutei tondi e sodi, spalle minute, collo longilineo, esili caviglie, gambe affusolate, cosce ben tornite, il tutto senza tracce di peli. Immerso nelle mie allucinazioni, lo sento inveire di smetterla di osservare, di non fare il guardone! Pensa te! Lui dice a me di non fare il guardone! Lascio cadere la provocazione.
Con un po’ di sfrontatezza mi chiede di portarlo a fare un bagno; sente caldo, vuole rinfrescarsi ma ha paura dell’acqua. Vuole essere accompagnato.
La mia erezione nel frattempo aveva preso vigore mentre lo guardavo. Mi alzo a cazzo ben dritto.
Lo prendo per mano e lo accompagno con calma in acqua, mentre osservo il suo pisello che ballonzola.
Entriamo in acqua, sento la sua mano stringere la mia mentre mi chiede di non lasciarla, cosi si sente più sicuro. Avanziamo, l’acqua lambisce i fianchi, lui si aggrappa al mio braccio con l’altra mano. Siamo molto vicini, i corpi si toccano. Avanzo ancora verso il centro del fiume, lui si fa trascinare. Con uno scatto si abbraccia a me dicendo di fermarmi, ha paura a proseguire. Avverto il contatto del suo corpo con la mia cappella che però ha perso vigore a causa dell’acqua freddina.
Sta fermo, abbracciato, trema un po’.
Chiedo come mai quel tremito, risponde con voce malferma che non è solo la paura dell’acqua. Che cosa voleva dire? Perché ha voluto specificare i suoi timori? Mi ha lanciato un chiaro messaggio, ed io ho capito, ma per ora meglio lasciar cadere, non insistere.
Gli propongo un gioco come facevo da ragazzo quando anch’io avevo paura dell’acqua.
Dovevo girarmi di spalle, mi mettevano le mani sotto le ascelle, mi sollevavano e poi mi facevano ricadere nell’acqua.
Mi fece promettere che non l’avrei mai lasciato da solo mentre si girava di schiena per fare questo gioco.
Ora la mia cappella era a contatto col suo delicato solco. Lo sollevai da sotto le ascelle per farlo poi ricadere.
A ogni sollevamento le sue gambe si aprivano in cerca di equilibrio. Quando ricadeva, sbatteva il culo sulla cappella che eccitata dal gioco e dal contatto era di nuovo turgida.
All’ennesima ricaduta, il mio cazzo duro, rivolto all’insù, incontrò il suo buco ben lubrificato dall’acqua.
La cappella guizzò dentro quel bel buchino, solo per la sua lunghezza. Emise un urlo e un’ imprecazione chiedendo che cosa stessi facendo. Lo risollevai prontamente così da sfilare la cappella dal suo bel culetto.
Il ragazzo ansimava e con voce turbata mi disse che non aveva mai avuto rapporti sessuali di nessun tipo.
Lo rassicurai che era stato solo un incidente e gli chiesi scusa con tono ammiccante.
Durante i sollevamenti i miei piedi avevano affondato nella sabbia e ora l’acqua arrivava al petto. Feci quindi qualche passo indietro perché capivo che il tipetto era più preoccupato per l’acqua alta che per quello che era successo. Dovevo farlo rilassare se volevo la sua totale concentrazione sui giochini che stavo pensando di fare.
Lo tenevo sempre sospeso con le mie mani sotto le sue ascelle mentre indietreggiavo. Il mio basso ventre era a contatto col suo fondo schiena.
Mi fermai quando il livello dell’acqua arrivò alle mie cosce, a lambire i miei testicoli. Lui si tranquillizzò ma mi chiese di non lasciarlo.
Lo sollevai quindi ancora un po’ perché si sentisse al sicuro. Il mio cazzo scivolò verso il basso: dal suo solco e si posizionò in mezzo alle sue cosce. I suoi molli testicoli si trovarono a contatto con la mia asta marmorea.
Lo tenevo così sollevato mentre lui stringeva le gambe imprigionando il mio cazzo in totale erezione.
Mi ripeteva di non metterlo giù, che aveva paura. Seee paura, a chi vuoi farlo credere? Chinò la testa in avanti per ammirare la cappella viola spuntare da sotto le sue palle. Mentre parlava e guardava, avvertivo dei movimenti del suo corpo. Non capivo se erano le sue parole a farlo muovere o se invece era un movimento voluto.
Presi la decisione mentale di pensare alla seconda ipotesi: non erano movimenti casuali.
Ondeggiava avanti e indietro, con le gambe ben strette attorno al mio cazzo.
Mi stava masturbando il cazzo con le sue cosce, era ben consapevole di cosa stesse facendo.
Decisi di finire il gioco dei salti nel fiume: sempre tenendolo sollevato, tornai a riva.
Mentre lo facevo scendere sul telo, il cazzo uscì dalla stretta delle sue cosce e percorse in tutta la sua lunghezza, verso l’alto, il caldo solco del suo culetto tondo e morbido.
Non disse nulla. Solo una specie di brivido lo scosse.
Chiesi se sentiva freddo e lo invitai a sdraiarsi al sole. Si distese di schiena.
Potevo vedere il suo corpicino glabro e nudo nella sua totalità.
Rimasi davvero stupito quando lo sguardo incontrò il giovane cazzo vergine.
Non era più quel piccolo pisello che avevo visto. Era in erezione, eccitato: Ben grosso, in particolare la cappella, ma abbastanza corto.
Incrociò le braccia sotto la testa, sollevandola. Ridacchiando volle sapere cosa stavo guardando.
Con grande spontaneità risposi la verità. Mi complimentai sia della sua erezione sia delle belle dimensioni del suo pisello.
Per tutta risposta mi disse che anche il mio pisello è ben messo. Ma quando aggiunse che anche il suo buco del culo lo aveva gradito, mi spiazzò totalmente.
Non sapevo cosa altro dire. Senza aggiungere altro si girò a faccia sotto, inarcò la schiena cominciando a ondeggiare con le anche.
Che diamine! mi aveva detto di non aver mai fatto sesso e ora sembrava una puttanella in calore.
Chi se ne frega pensai, se ha voglia di giocare, io ci sto.
M’inginocchiai fra le sue gambe avanzando a cazzo dritto verso di lui.
Aveva poggiato ambedue le mani sulle natiche e le stava aprendo, offrendo la visione del suo bel bocciolo rosa, continuando ad ancheggiare lentamente.
Coglievo nella sua voce una particolare emozione mentre mi ripeteva che mai aveva fatto sesso con nessuno. Mi confidava di aver visto filmetti porno, di essersi fatto seghe, ma mai sesso, né con maschi né con femmine.
Continuò dicendo che era stanco di aspettare che voleva provarlo. Disse poi che il mio incontro lo aveva eccitato molto fin da quando mi aveva osservato nudo.
Parlava senza sosta mentre la mia cappella si appoggiava sul suo buco. Raccontò di quanto gli era piaciuto essere scopato dalla mia cappella ma che non lo aveva soddisfatto, solo la cappella non gli bastava.
Era giunto il momento di fargli provare tutto il mio cazzo: iniziai a spingere.
Lo sentivo gemere finché urlò di fermarmi, che gli stavo facendo male. Si era sottratto alle spinte crollando di pancia sul telo.
L’acqua del fiume lo aveva lubrificato ma ora aveva il buco del culo asciutto.
Fu quasi un ordine quando mi disse di mettermi alla pecora come aveva fatto lui.
Non avevo mai fatto una cosa del genere, soprattutto con un altro maschio.
Ero troppo eccitato per non concedermi lo sfizio di provare questa novità.
In ginocchio, con la testa affondata sul telo, il culo in bella posizione, attendevo curioso.
Le sue mani si erano posate sulle mie natiche e mi stava aprendo il culo come una mela.
Mi sussurrò di fare attenzione a come si fa per non sentire dolore.
La visione di certi filmetti hard evidentemente erano stati una buona scuola.
Iniziò così a leccarmi a fondo il buco, a sputarci dentro saliva e infilarci le dita per prepararlo. Sensazioni mai provate, ero eccitato come un toro da monta.
Mentre mi praticava questi servigi, da sotto teneva il mio cazzo in mano masturbandolo con molta perizia.
Leccava il culo, scendeva sulle palle lisce, le succhiava un po’ e poi si portava il mio cazzo in bocca.
Dopo aver spompinato la cappella, tornava nel mio solco che si era ben allargato ed era pronto a concedersi questa prima esperienza.
Volle sapere quando ero pronto. Risposi che non riuscivo più a resistere che volevo essere scopato dal suo pisello.
Avvertii il calore della sua grossa cappella appoggiata sul mio buco e un attimo dopo, con un colpo ben assestato, il mio culo era pieno del suo cazzo. Mi dette solo poche spinte, veloci e profonde.
Lo sfilò via mentre m’invitava a pensare come lui aveva fatto col mio sesso posteriore.
Si rimise in posizione e mentre si allargava di nuovo le chiappe, mi ricordò di lubrificarlo bene. Leccai avidamente il suo buco, riempiendolo di saliva, infilandoci le dita.
Quando si sentì pronto mi ordinò con quella vocina da ragazzina, di sedurlo, di farlo mio.
Tenevo la cappella contro quel buchetto che sembrava una fichettina, poi iniziai a spingere lentamente. A metà della corsa si sottrasse ancora. Troppo lungo il mio cazzo per quel culo vergine.
Anche il mio buco era vergine (era). Ma il suo cazzo è delle dimensioni giuste per farmi sverginare il culo.
Fu così che, prendendo lui l’iniziativa, iniziammo a succhiarci i rispettivi cazzi.
Sdraiati su un fianco ci scambiavamo un energico 69. Sentire quel giovane cazzo in gola mi faceva perdere i sensi.
La sua bocca lavorava lungo tutta l’asta, succhiava le palle, la lingua roteava attorno alla cappella la ingoiava. Avevo i testicoli pieni di sperma, pronti a esplodere.
Il tipetto fra una pompa e l’altra mi diceva di stare pronto e quando avessi sentito che la sborra stava per uscire, di avvisarlo.
Non ci volle molto tempo per sentire che lo schizzo era imminente.
Rantolai l’avviso alla mia puttanella. Fece uno scatto, tornò a mettersi alla pecorina, mi prese il cazzo in mano, lo segava mentre lo teneva a contatto col suo buco arrossato.
La sborra cominciò a schizzare dentro il suo culo, mentre mi teneva in posizione il cazzo.
Quale miglior lubrificante!
Lasciò la presa ed io iniziai a spingerlo dentro, scivolava che era un piacere. Ogni tanto una sosta per dargli tempo di rilassare la muscolatura fino a che le mie palle incontrarono le sue.
I miei 23 cm di cazzo erano tutti piantati nel suo buco.
Lo attiravo per i fianchi mentre lo scopavo, continuando a sborrargli dentro.
Gemeva e si contorceva dal piacere, da sotto avevo preso il suo cazzo e lo segavo con vigore.
M’avvisò che anche il suo momento stava per arrivare.
Feci some lui, mi misi in posizione adatta per essere scopato.
Gli presi il cazzo e mentre lo segavo, lo puntai a mia volta sul mio buco. Fu un attimo e cominciò a farmi iniezioni di sborra calda nel culo.
Mentre mi scopava, la sua sborra colava lungo le mie cosce.
Una sensazione da svenire dal piacere: avere un cazzo nel culo che ti riempie di sborra bollente.
Lasciai che mi scopasse finché il suo cazzo non cominciò a perdere l’erezione.
In ogni caso passarono diversi minuti prima che il suo cazzo, molle e zuppo di sperma, scivolasse fuori dal mio buco.
Restando in ginocchio mi raddrizzai lui scivolò di schiena fra le mie gambe.
La sua sborra colava dal mio culo sulla sua faccia.
Riprese a segarmi il cazzo che non aveva perso del tutto l’erezione.
Dopo qualche manovra da manuale del bravo segaiolo, mi fece di nuovo rizzare il cazzo. Dai rispettivi culi la sborra continuava a colare.
Le sue mani ancora sul mio cazzo si muovevano frenetiche. La sua lingua leccava fra lo scroto e l’ano. Sentivo i coglioni riempirsi ancora.
Ogni tanto le sue dita s’infilavano nel mio culo sverginato: continuava a scoparmi il culo con le dita mentre mi pompava il cazzo.
Quando lui avvertì dalle contrazioni del mio cazzo che stavo per venire di nuovo, si infilò tutto il cazzo in gola. Teneva la bocca mezza aperta per riuscire a respirare.
Sia il pompino che mi stava facendo sia le sue dita che veloci scavavano nel mio buco, mi fecero venire di nuovo.
Sborravo a schizzi in fondo alla sua gola.
Prese respiro, chiuse la bocca e cominciò ad ingoiare il mio nettare. Finito di schizzare, fece uscire il cazzo dalla sua bocca e con la lingua raccolse le ultime gocce di sperma sulla cappella, ingoiava leccando avidamente.
Non ancora completamente soddisfatto m’invitò a mettermi ginocchioni a gambe larghe, lui fece altrettanto davanti a me.
Accucciati sui palmi dei piedi, potevamo vederci sia i cazzi soddisfatti penzolare, sia gli ultimi filamenti di sperma colare dai culi non più vergini.
Potevamo così infine sdraiarci per il meritato riposo.
Lui steso di fianco, prese a carezzarmi il cazzo molle mentre io facevo lo stesso con lui.
Le mani scorrevano lente sui cazzi, sulle palle e sui larghi buchi dei culi.
Si avvicinò, mi bette un piccolo bacio sul collo sussurrando che era stato benissimo: non poteva aspettarsi di meglio come sua prima volta.
Risposi che anche per me quella prima volta ….. non sarebbe stata l’ultima.
Totalmente rilassato, ripensavo a tutto quello che era accaduto: che bello scoprirsi bsx!

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all’autore del racconto – Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell’autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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