“La presi molto alla larga, parlando comunque di sesso, poi le chiesi che ne pensasse dello scambio di coppia…”
Arriva un momento in ogni matrimonio in cui certe fantasie sessuali, che
abbiamo tenute segrete per paura dell’impatto che potrebbero avere sulla nostra vita coniugale, esigono di uscire allo scoperto. Per troppo tempo abbiamo scelto di nasconderli permettendoci solo di pensarli durante i momenti di estrema eccitazione per poi ricacciarli dentro di noi. In quei momenti la mia mente iniziava a galoppare verso mete sino allora sconosciute: Immaginavo di scopare con uomini che mi piacevano, con amici di mio marito, con i mariti delle mie amiche. Non mi facevo mancare nulla, provavo tutte le fantasie erotiche, dal bondage allo shibari, dal sadomaso alle orge. Poi, nella mia foga di provare tutto, a un certo punto ho inserito anche mio marito nelle mie fantasie. Desideravo che mi guardasse scopare con altri e questo mi eccitava moltissimo.
Quando le fantasie non vengono soddisfatte, capita di sentirci annegare nella frustrazione e a farci vivere nel risentimento e nella rabbia. Decisi dunque di agire e di uscire da quella situazione di insoddisfazione. Naturalmente per farlo avrei dovuto parlarne con mio marito e non sapevo come l’avrebbe presa. Passò più di un mese prima di trovare il coraggio di dirglielo.
Una sera in tv trasmettevano un servizio che affrontava le ultime strade del sesso, tra cui lo scambio di coppia. Io guardavo di sottecchi mio marito per cogliere una sua reazione. Lui guardava il programma senza dir nulla. Il suo sguardo era impenetrabile. Tuttavia, quella per me rappresentava una vera occasione da cogliere e mi lanciai seppur con difficoltà e imbarazzo:
– “Dovremmo farlo anche noi un giorno.” – dissi con tono scherzoso.
Lui si girò verso di me e mi guardò come se volesse leggermi dentro. Poi si girò di nuovo verso la televisione.
– “Mai dire mai” – continuai con tono leggero, nel tentativo di provocare una sua reazione.
Lui si girò di nuovo verso di me.
– “Stai dicendo sul serio?” – disse.
Per un attimo fui tentata di dire di sì ma non ne ebbi il coraggio.
– “Ma dai, era solo un gioco per provocarti.” – dissi con un finto sorriso.
Alla fine del programma andammo a letto, ci demmo il bacio della buonanotte, ma io non riuscii a prendere sonno. Era estate, ma non era il caldo che non mi faceva dormire. Avevo come una smania dentro. Guardai mio marito che dormiva. Lo pensai tra le cosce di una donna, il suo cazzo dentro di lei, le mani di lui sui suoi seni, e mi eccitai. Le mie fantasie ormai non avevano più limiti. Mi toccai…
Ero decisa ad andare avanti e mi scervellavo per trovare le parole adatte per convincerlo, ma non era facile. Per fortuna, un sabato sera, mentre lui era dentro di me ed io sopra di lui, con le mie mani sul suo petto, mi chiese se davvero fosse un gioco quello che gli avevo detto sullo scambio di coppie. Ebbi un sussulto. Quella domanda dimostrava che ci aveva pensato su. Adesso occorreva adesso dire la frase giusta per non rovinare tutto:
– “Sai che non farei mai nulla senza che tu lo voglia” – dissi – “però… no, non era un gioco…”
Sentii il suo cazzo dentro di me irrigidirsi ancora di più.
– “Davvero ti piacerebbe che io scopassi con un’altra donna?” – disse
– “Sì. E a te piacerebbe vedermi scopare con un uomo? – dissi.
Mi guardò fisso negli occhi, poi disse: “Sì, mi piacerebbe tanto…”
Improvvisamente un’ondata di calore ci travolse e in un attimo venimmo entrambi.
Nei minuti che seguirono non parlammo, sia perché dovevamo recuperare il fiato – non eravamo più giovanissimi, entrambi avevamo superato abbondantemente la soglia dei cinquant’anni – sia perché volevamo assaporare i postumi dell’orgasmo. Poi lui disse:
– “Una cosa è immaginarselo, un’altra è farlo veramente.”
Poi mi guardò negli occhi e con un’aria da finto burbero mi diede un piccolo schiaffo sul mi fianco, dicendo:
– “E poi non mi piace l’idea che tu possa andare a letto con un altro.”
– “A me invece mi eccita da morire vederti scopare con un’altra donna.” – dissi con voce maliziosa.
I suoi occhi brillarono di nuovo e mi sfiorò le labbra con i polpastrelli, come se cercasse attraverso il tatto di capire meglio le parole che avevo appena pronunciato.
-“Ripeti quello che hai detto.”
Dicono che le parole siano il migliore afrodisiaco per le donne. Lo sono anche per gli uomini. Mi avvicinai al suo orecchio e scandii bene le parole: “Mi eccita da impazzire vederti scopare una donna.”
Avevo appena finito la frase che mi afferrò per i polsi e allargò le braccia verso l’alto. Poi buttandosi sopra di me allargò le mie gambe aiutandosi con le ginocchia e mi penetrò con forza.
– “Chiudi gli occhi” – disse mentre mi scopava – “Immagina che stai scopando con un altro. Ti piace?”
Io chiusi gli occhi, reclinai la testa all’indietro e dissi a bassa voce: “Sìììì!”
Anche questa volta l’orgasmo ci colse in pochi attimi. Quella fantasia ormai ci eccitava tantissimo e un paio di giorni dopo decidemmo di fare il salto. Ci registrammo su un sito apposito, facemmo delle foto e le postammo.
Immediatamente fummo subissati di richieste. Iniziammo a chattare e ne scartammo tanti: era la nostra prima volta e non volevamo sbagliare. Alla fine, furono una decina le coppie che ci suscitarono un interesse. Con ciascuna di esse fissammo un incontro, ma nessuna coppia ci conquistò: non sapevamo bene cosa cercassimo ma sapevamo cosa non volessimo. Non volevamo palestrati, lampadati, ipertatuati, vanitosi, egocentrici, pretenziosi e cafoni. Non è facile trovare la coppia giusta. Eravamo su quel sito per sesso ma il sesso non può essere l’unico collante per portarci tutti a letto. Forse per la maggior parte degli uomini, ma non per le donne. Noi abbiamo bisogno di altro.
Decidemmo quindi di accantonare la cosa per il momento. Ogni tanto parlavamo del fatto se un giorno o l’altro avremmo mai trasformato la fantasia in realtà, ma forse avevamo troppo idealizzato la coppia che cercavamo e/o probabilmente non esisteva.
Io e mio marito non facciamo vita mondana. Sia lui che io non siamo mai stati tipi che amiamo stare al centro dell’attenzione. Da anni frequentiamo solamente una coppia, Cristina e Alberto, molto simile a noi. Li abbiamo conosciuti a scuola perché i nostri figli andavano insieme nella stessa classe. Un giorno ci hanno invitato per una pizza, noi abbiamo ricambiato e da allora siamo diventati amici.
Alberto è proprio un bravo ragazzo, timido e intelligente. Da lui comprerei senza fiatare una macchina usata. Grande lettore, non si è mai dato arie per la sua vasta cultura. La mia amica Cristina è una donna forte e capace, perfettamente in grado di montare un armadio o di sturare un gabinetto. È evidente che è lei che gestisce la casa, dall’aspetto economico ai problemi scolastici o di salute della famiglia e dei figli.
Un giorno Cristina mi telefonò perché aveva bisogno di un favore. Ci incontrammo e cogliemmo l’occasione per bere un aperitivo insieme. Fu in quel momento che pensai che lei e ad Alberto erano la coppia più vicina al nostro ideale di coppia. Decisi così di sondare il terreno. Introdussi piano l’argomento. Non era certamente semplice: la paura di essere giudicata male era tanta, nonostante sapessi quanto Cristina fosse persona affidabile e di fiducia. La presi molto alla larga, parlando comunque di sesso, poi le chiesi che ne pensasse dello scambio di coppia.
La sua prima reazione fu una sonora risata.
“Ma come ti viene in mente?” – mi disse.
“Qualche tempo abbiamo visto un programma in tv che parlava di scambio di coppie e ne abbiamo discusso.”
“La cosa si fa interessante e a quali conclusioni siete arrivati?”. disse, mentre i suoi occhi brillavano di curiosità.
“Veramente sono stata io per prima a farti la domanda.” – dissi.
– “Ti confesso” – mi disse – “che, almeno nell’immaginario, la cosa mi intriga ma non ne ho mai parlato con lui. Non è facile aprire un argomento di questo tipo: avrei paura della sua reazione.”
– “Già” – dissi – “Chissà come fanno gli altri…”
– “E voi che ne pensate?” – disse Cristina.
– “Ne ho discusso con Paolo, come facciamo con tanti altri argomenti.” La chiusi così e cambiai subito argomento. Poi ci avviammo verso casa.
Due giorni dopo Cristina mi telefonò di nuovo e mi propose un altro aperitivo. Ci incontrammo al solito bar e dopo il primo sorso, si accese una sigaretta e disse:
– “Sai, ho parlato con Alberto di quello che ci siamo detti la volta scorsa.”
– “Dello scambio di coppia?”
– “Sì.”
Sentii il mio viso infuocarsi, ero davvero imbarazzata.
– “Oh, mamma mia, e come l’ha presa?” – dissi
– “Ha riso di gusto.”
– “Ha riso?”
– “Sì, ha riso a tal punto che non sono più sicuro che possa dire di no.”
– “Hai intenzione di approfondire?” – dissi
– “Ho intenzione di saggiare il terreno.”
Un paio di giorni dopo Cristina mi ritelefonò.
“Ciao Anna. Ne ho parlato con Alberto.” – disse
“Di cosa?”
“Dello scambio di coppia, di cosa sennò.”
“Oh… E cosa ha detto?”
“Che gli piacerebbe tanto farlo con voi.”
“Coosa?”
“Dai, non sono mica scema. Non ci voleva tanto a capire. Ho detto ad Alberto che volevate fare sesso con noi.”
Riasi in silenzio per diversi secondi. Poi, realizzai che era inutile mentire. Dopotutto era quello che volevo.
“E che cosa ha risposto?”
“Ha detto che gli sei sempre piaciuta e che non si farà scappare questa occasione. Naturalmente gli ho risposto che avevo fatto più di un pensierino con tuo marito” – disse ridendo.
– “Ma… cosa si fa dunque?”
– “Si cena da voi. Va bene domani alle 19:00?”
– “Cosaaa?”
L’indomani alle 19:00, Alberto e Cristina suonarono alla nostra porta.
– “Puoi aprire tu?’” dissi a Paolo. Io ero in bagno per gli ultimi ritocchi
Mio marito li fece accomodare in salotto. Lo sentii ringraziare Alberto perché gli aveva consegnato una bottiglia di vino. Dalla voce sentivo che mio marito era terribilmente agitato. Lo ero anch’io. Conoscevo Alberto e Cristina da tantissimi anni. Pensare che di lì a poco avrei scopato con lui e mio marito con lei mi eccitava e allo stesso tempo mi metteva in forte agitazione. Uscii dal bagno. Volevo far colpo. Indossavo una minigonna di pelle con sopra una camicia bianca, quasi del tutto sbottonata, a tal punto che quasi si riusciva a vedere la marca del reggiseno di pizzo nero che portavo. Sebbene non fossi più giovane, non mi ero mai sentito bella e sicura come adesso. Davanti allo specchio, nuda, avevo buone ragioni per essere soddisfatta di ciò che vedevo. Il mio seno resisteva ancora, la mia pelle era liscia, i miei muscoli, grazie anche a un’attività fisica quotidiana, erano vigorosi come quelli di una ragazzina. C’erano alcune rughe rivelatrici intorno agli occhi ma mi piaceva molto averli: mi rendevano molto più interessante.
Li baciai entrambi, poi li invitai a sedersi a tavola: la cena era pronta.
Ci sedemmo a tavola e iniziammo a cenare. Davanti a quella tavola imbandita la tensione lentamente si sgonfiò. La cena si svolse in modo allegro. Chiacchierammo come avevamo sempre fatto anche se bevemmo più di quanto facevamo di solito.
Dopo cena Cristina propose di fare un gioco.
Stavamo per oltrepassare la soglia del non ritorno.
Continua
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