“Guardandolo fisso in volto appoggiai la mano sul perizoma per poi farla scendere fino dall’interno al ventre…”
Avvenne proprio così, come molti si propongono per il primo approccio:
incontriamoci in un luogo pubblico per un caffè.
Era la tarda mattinata di una domenica di Aprile ed eravamo seduti all’ aperto in un bar del centro. Data l’ora il posto era molto affollato, soprattutto da persone che approfittavano della bella giornata per per pranzare all’ aperto
Tra i vari annunci che ci erano arrivati sul nostro sito, quello di Rodolfo ci aveva colpito più degli altri. Sembrava essere di buon aspetto, sapeva eseprimersi, aveva avuto altre esperienze. L’ unica incertezza riguardava l’età. Aveva 46 e la nostra ricerca era orientata verso un’età più adulta.
Poi alla fine decidemmo di andare avanti con questa scelta ed eccoci qui seduti. A bere un caffè insieme al nuovo amico. Parlammo del più e del meno. Rodolfo era simpatico e mia moglie Anna sembrava interessata e divertita. Scoprirono che tifavano per la stessa squadra e da qui si poteva aprire un argomento di discussione che avrebbe aiutato parecchio a vincere la diffidenza iniziale.
Chiesi ad Anna se andava tutto bene e lei rispose che era felice di aver trovato un fan della sua stessa squadra. Disse inoltre che l’incontro era piacevole però per il momento sarebbe stato meglio non andare oltre e rifletterci su.
Ci alzammo in piedi , ringraziai Rodolfo, che sembrava sorpreso di dover attendere una seconda chiamata e lo salutai dicendogli che ci saremmo fatti vivi noi.
Mentre finivamo il nostro caffè, Anna mi spiegò che aveva trovato Rodolfo simpatico ma non ne era rimasta troppo colpita. Forse un po superficiale, un po indiscreto anche. Non era quello il tipo di uomo che lei ed io cercavamo.
Ma mi accorsi che la vera ragione era un’altra. Un paio di tavoli più avanti, un signore era seduto consumando la sua ordinazione. Aveva notato Anna ed anche Anna aveva notato lui. Brizzolato, oltre la cinquantina , elegante, un viso intrigante.
Capii che quel tipo di uomo piaceva ad Anna. Un uomo che mostrava sicurezza e decisione.
Stavamo parlando di lui quando i nostri sguardi si incrociarono. Anna era una donna timida e riservata e mai avrebbe preso una iniziativa. Anche io mi sarei sentito in imbarazzo ad espormi e ad invitarlo al nostro tavolo. Poi pensai alla ragione per cui eravamo li e soprattutto al piacere di coinvolgere la mia Anna in questo gioco trasgressivo.
Da uomo esperto e sicuro di se ci pensò lui a risolvere la situazione. Si avvicinò al nostro tavolo e presentandosi, ci disse che si trovava si in città per lavoro e avrebbe avuto piacere a scambiare quattro chiacchiere con noi e farci alcune domande sulla città, se ciò non ci avrebbe infastidito. Feci accomodare Aldo, così si chiamava, e l’approccio fu molto facile e piacevole. Eravamo tutti molto prudenti. Noi non sapevamo chi avevamo di fronte. E lo stesso valeva per Aldo. Una bella coppia che accettava di farlo sedere ma niente più.
Sicuramente aveva intuito qualcosa. Anna aveva più volte risposto al suo sguardo, forse si era esposta ancora di più ma io non lo avevo percepito. Ci parlò di se, era divorziato, aveva dei figli e si sarebbe fermato in città per un paio di giorni. Aggiunse poi che l’albergo in cui soggiornava era proprio quello di fronte. Un hotel a 4 stelle a pochi passi dal nostro tavolo. Ha belle camere chiesi. Belle e grandi rispose, davvero confortevoli.
Continuammo a conversare piacevolmente poi ci disse che si era fatto tardi, aspettava una telefonata e doveva recarsi in camera. Lasciandoci, disse in modo invitante rivolto ad Anna che se avesse avuto bisogno della stanza per andare al bagno o per qualunque altra cosa sarebbe stato molto felice di metterla a nostra disposizione. Ci diede il numero della sua camera e ci salutammo. Gli dissi che se eventualmente Anna avesse voluto approfittare del suo invito lo avrei chiamato.
Era veramente la prima volta che incontravamo un uomo con lo scopo di una trasgressione a tre. Certo ne avevamo parlato tante volte nei nostri momenti intimi e prima di arrivare a questo punto erano passati anni. Anni di pura fantasia. Anna era molto eccitata da queste situazioni e più il tempo passava e più la stimolavano. Pian piano si era come evoluta, aperta, consapevole che quelle trasgressioni le desideravo veramente e infuocavano le nostre serate a letto.
Rimasti soli chiesi ad Anna se Aldo le piaceva. Mi disse di si ma non ancora pronta ad andare con uno sconosciuto incontrato soltanto pochi minuti prima. Forse anche nei miei confronti non voleva apparire troppo facile, troppo disponibile. Ero certo che Aldo la intrigava.
Ora toccava a me risolvere la situazione nel modo giusto. Convincerla, rassicurarla che io ero veramente felice di questa esperienza e non la avrei giudicata male.
Le dissi che il momento tanto desiderato si era presentato. Che io sarei stato sempre con lei e che in qualunque momento avrebbe potuto fermarsi e andarcene via. Le proposi di andare, chiacchierare ancora un po’ in camera e poi se la cosa ci piaceva bene, altrimenti tanti saluti. Accettò facendosi promettere che nulla era scontato. Comunque non voglio forzarti aggiunsi. Siamo in due a decidere. Si, proviamo rispose. Capii che Anna era convinta. Se non lo fosse stata mi avrebbe detto subito di no. Forse era già eccitata. La preparazione, il fatto di aver già parlato con due uomini, il fatto di sentirsi desiderata. E soprattutto il fatto che Aldo le piaceva. Nelle nostre fantasie entravamo nei particolari, nei dettagli della trasgressione, le chiedevo se avesse fatto questo o fatto quello, se voleva essere usata e sottomessa o se voleva essere presa dolcemente. A quanti uomini si sarebbe data. Cosa si sarebbe lasciata fare. A volte anche lei entrava nei dettagli di quello che avrebbe fatto, di quello che avrebbe voluto dagli uomini che la possedevano. Altre volte, più sinceramente mi diceva che tutto sarebbe dipeso dal momento, dal feeling che sentiva con l ‘altra persona. Che le sarebbe piaciuto donarsi completamente se l’uomo che incontrava fosse stato capace di conquistarla, di coinvolgerla e seguirlo poi anche nelle richieste più estreme.
Lasciai Anna al tavolo del bar ed entrai nell’ hotel. Da un telefono della hall chiamai Aldo che mi invitò a salire.
Gli dissi che Anna avrebbe avuto bisogno della stanza e che…lui poteva restare. Mi rispose che Anna lo attraeva molto e di stare tranquillo perché lui aveva avuto già avuto questo tipo di esperienze. Però aggiunse che avrebbe incontrato Anna da solo. Era una questione di educazione e di rispetto mi disse. Su questo punto era categorico.
Peccato per questo contrattempo. Gli dissi che lo avrei comunicato ad Anna che certo non ne sarebbe stata contenta.
Intanto Anna mi aveva raggiunto nella hall. Non sembrò dispiaciuta più di tanto di quanto le dissi.
Mi aspettavo che mi avesse risposto non se ne fa niente, invece mi chiese: ma tu sei qui vero? Non ti muovi da qui. Era inquieta. Da un lato la mia presenza le dava sicurezza, dall’ altro non voleva rinunciare e evidentemente desiderava andare a letto con Aldo. La rassicurai che non me ne sarei andato e che in qualunque momento poteva tirarsi indietro e raggiungermi.
Le diedi il numero di camera e l’accompagnai all’ascensore. Mi baciò e mi disse che avrebbe preferito che anche io partecipassi al gioco ed era un vero peccato. Se tu vuoi che vado io vado, altrimenti ce ne andiamo insieme. Ti prego vai le risposi so che lo stai facendo anche per me.
Ora tocca ad Anna. Solo lei sa cosa è accaduto quella domenica pomeriggio in quella camera di albergo. Quindi è giusto che sia lei a proseguire il racconto.
Aldo venne ad aprirmi la porta. Aveva una splendente camicia bianca completamente aperta da cui si intravedeva un torace vigoroso e ben curato. Leggermente villoso, con peli bianchi che ne esaltavano la maturità. Sentii un brivido alla vista di quelle spalle possenti, mi eccitavano e mi davano un senso di protezione allo stesso tempo.
Entra pure, mi disse, mettiti comoda. In mano aveva due bicchieri di spumante. Mi tolsi il leggero giacchino bianco e sorseggiai lo spumante. Aldo si appoggiò sulla sponda del letto e così feci anche io, vicino ma non accanto a lui. Mi complimentai per la camera e lo ringraziai per lo spumante.
Nel frattempo bussarono alla parta. Era un suo collega con il quale Aldo condivideva la stanza. Ci presentò, alcune brevi battute e dopo aver preso un golf dalla sua valigia se ne andò. Non ti preoccupare mi disse. Il mio amico Franco è una persona molto discreta. Vi aiutate a vicenda in queste occasioni chiesi maliziosamente? Non siamo certo degli abitudinari in queste situazioni, ma se lui avesse bisogno della stanza non esiterei a cedergliela.
Sempre complice voi uomini aggiunsi. Quando lo rivedrò Franco mi dirà che ne è valsa sicuramente la pena. Un sacrificio fatto molto volentieri. Hai colpito anche lui come hai colpito me.
Non voluto tuo marito mi disse dolcemente, perché ora tu sei solo mia. Non ti condivido con nessuno. Sei troppo bella per cederne anche una piccola parte. Mi prese il bicchiere e mi baciò. Mi avvicinai a lui. Aprii la sua camicia e lo abbracciai stringendomi forte a quel corpo caldo e protettivo. Mi baciò in bocca, prima con dolcezza e poi con forza. Mi appoggiò sul letto allargandomi le mani con le sue e continuando a baciarmi. Poi mi disse di spogliarmi. Si sollevò dal letto. Si accese una sigaretta e si appoggiò alla parete senza mai togliere lo sguardo dal mio corpo. Tolsi la maglietta, poi lasciai scivolare la gonna.
Rimasi con il mio perizoma sotto i collant ed il mio reggiseno, porpora come il mio perizoma. Mi sedetti nuovamente sulla sponda del letto, un pò imbarazzata per essere guardata in questo modo. Sei bellissima mi disse Aldo slacciandosi la cintura dei pantaloni e lasciandola aperta. Si sedette accanto a me e mi chiese di alzarmi ed appoggiarmi alla parete. Togliti quello che hai ancora addosso mi disse. Mi chinai per togliermi con destrezza i collant e poi, sollevatami, con malizia mi sfilai il reggiseno.
Il resto lo togli tu gli dissi con altrettanta fermezza. Masturbati mi ordinò. Accettai il suo ordine. Guardandolo fisso in volto appoggiai la mano sul perizoma per poi farla scendere fino dall’interno al ventre. Lui continuava a fumare e a guardarmi. I continuavo a guardarlo e masturbarmi. Poi avvicinai l’altra mano al seno e cominciai a palpeggiarlo.
Era eccitato. Come me. Però non mi voleva subito. Voleva essere a lui a decidere il gioco.
Questo mi piaceva e mi eccitava ancora di più. Volevo che fosse lui a prendermi a guidarmi. Si alzò in piedi e mi venne accanto. Si accostò a me e mi fece sentirei la sua eccitazione. Mi prese tra le sue braccia e restammo uniti, avvinghiati l’uno contro l’altra. Lui spingendo il suo cazzo contro di me per farmelo sentire , io spingendomi contro di lui per sentirlo ancora meglio. Ci stavamo baciando con passione, le nostri mani che ci stringevano e ci cercavano. Ci sedemmo sul divano. Ci appoggiammo, poi Aldo accarezzò il mio volto e mi baciò di nuovo, prima in bocca poi sul collo, sulla nuca. Ero stordita. Mi piaceva. Era bellissimo. Mi staccai e mi misi in ginocchio davanti a lui. Aveva ancora la cintura aperta ed i pantaloni allacciati. Li aprii, abbassai i suoi slip e presi in mano il suo cazzo. Era bello, grande come non ne vedevo da tempo. Lo presi tra le mani e diedi piccoli baci sulla cappella. Poi chinai il mio capo e lo presi in bocca, facendolo diventare ancora più grande e più duro. Lo leccai ovunque, bagnandolo continuamente saliva. Mi sentivo la puttana che avevo sempre desiderato di essere.
Quest’uomo mi aveva portato a questa eccitazione senza quasi toccarmi, dandomi solo dei piccoli baci e stringendosi a me con il suo corpo. Lo adoravo. Avrei fatto qualunque cosa per lui. Lo sapeva. Era la sua strategia. Dominandomi conquistandomi.
Tolsi la mia bocca dal suo cazzo e cercai la sua bocca. Mi buttò sul letto, venne sopra di me e ci baciammo con tutto il fuoco che avevamo dentro. Si spogliò e si adagiò accanto a me. Poi si toccò il suo cazzo e prese a masturbarsi lentamente. Guardandomi mentre io ero distesa sul letto. A gambe divaricate, seminuda e accarezzandogli il braccio appoggiato accanto a me.
Poi finalmente mi tolse gli slip, mi allargò le gambe e seduto davanti a me si toccò nuovamente il cazzo. Io feci altrettanto con la mia fica. Mi ficcai dentro due dita e poi le misi in bocca. Mi baciò le dita e poi la fica. Era bravissimo, sapeva dove toccare, come e quando. Poi mi prese, lo sentivo forte dentro di me, mi agitavo per prenderlo meglio e godere più intensamente. Venni quasi subito, e lui poco dopo di me. Non aveva il preservativo e tirò fuori il suo cazzo dalla mia fica per sborrarmi sulla pancia e un po’ ovunque. Avrei voluto berlo tutto il suo nettare. Appena uscito cercai di prenderlo in bocca ma parte della sua sborra era già uscita e finita sul mio corpo. Lo pressi comunque in bocca e lo strinsi forte con la mia lingua. Riuscii ancora ad accogliere qualche fievole gettito. Poi lo tenni nella mia bocca. Al calduccio e succhiandogli le ultime gocce. Ero sfinita ma felice. Avevo goduto così intensamente come non succedeva da anni. Avevo scoperto desideri ed emozioni nuove. Ci abbracciammo l’ uno accanto all’altro e così restammo per un po’. In silenzio ed accarezzandoci. Mi prese un altro bicchiere di spumante e un altro per se. Era ancora ghiacciato e sembrò rigenerarci. Ti è piaciuto mi chiese. Certo, tantissimo. Vuoi andare ora?. Tuo marito si sarà stancato di aspettarti, forse ti rivuole. Posso ancora stare con te se vuoi. Mio marito può aspettare. Certo che voglio che resti disse lui, baciandomi nuovamente e strisciando il suo cazzo contro di me. Glie lo presi in mano, stava già risvegliandosi. Mi stava baciando sul collo quando mi sussurrò all’orecchio che gli uomini sono degli sporcaccioni e godono nel vedere le donne che fanno cose indecenti, che si fanno dominare dagli uomini nei giochi più depravati. Specie se sposate e fedeli e magari con figli. Faccio ciò che vuoi gi risposi ricambiando il suo bacio e stringendogli più il cazzo. Volevo che godesse anche lui come aveva fatto godere me. Volevo che fosse soddisfatto della sua puttana. Lui rimase in silenzio. Vuoi il mio culo? Gli chiesi come se gli chiedessi di darmi un bacio d’amore. Le nostre bocche erano vicinissime e le nostre parole erano interrotte da teneri baci. Per ora non il tuo, ma il mio culo? Farò quello che vuoi gli dissi nuovamente.
Lui si girò, con il viso sul letto e si distese completamente divaricando le gambe. Aveva due belle natiche. Dure e modellate. Le accarezzai e poi le baciai. Strofinai la lingua sui suoi glutei ed infine aprii le natiche. Guardai all’ interno, le aprii meglio e appoggiai le mie labbra sul suo ano. Tirai fuori la lingua e cominciai a leccarlo con vigore. Poi gli chiesi di sollevarsi. Cosa che lui fece mettendosi in modo da rendere più facile il contatto. Ti piace gli chiesi. Tanto mi disse. Inculami! Ora era in ginocchio con il viso sul letto. Avevo il suo culo all’altezza del mio viso e ciò mi permetteva di muovermi come volevo. Raggiunsi con la mia lingua lo sfintere di Aldo e cominciai a leccarlo tutto intorno. Sobbalzava di piacere ogni volta che toccavo un punto sensibile. Poi spinsi la mia lingua contro il suo ano aiutandomi ad allargarlo con le mie mani. Entrai con la punta della lingua avvertendo l’odore amarognolo degli umori del culo. Ma mi piaceva, avrei fatto qualunque cosa. Spinsi ancora la lingua all’ interno del suo ano cercando di muoverla per raggiungere e leccargli le parti interne. Poi lui prese il mio capo con una mano e lo stacco dal suo posteriore. Mi fece girare supina , si inginocchiò sopra di me con il culo sopra la mia faccia. Mi chiese di prendere il culo in bocca e restare così. Era seduto con il culo sul mio viso dandomi di spalle, gli leccavo l’ano e gli presi in mano il cazzo per masturbarlo. Mi accorsi che il suo cazzo era già occupato. Stimolato dalla mia lingua si stava masturbando da solo.
Poi con l’altra mani si dedicò a me. Con le sue dita incominciò ad accarezzarmi facendole scivolare su e giù tra l’ano e la mia fica. Poi si chinò sul mio ventre staccando il suo culo dal mi viso e leccando meravigliosamente la mia fica. Avevo il culo di fronte a me e spinta dal piacere che mi stava procurando infilai il mio dito medio nel suo ano. Prima lo bagnai abbondantemente e poi con delicatezza lo penetrai. Godeva, sentivo che era quello che voleva. Lo vuoi ancora dentro gli chiesi. Si mi rispose mentre mi leccava, più dentro che puoi. Venni, esplosi in un orgasmo pazzesco, urlando di piacere conficcando le mie dita nella pelle della sua schiena. Dopo averla coccolata ancora un po’ e succhiato il succo del mio orgasmo, staccò la sua lingua dalla mia fica e prese la mia mano con il dito ancora infilato nel suo ano.
Si girò e toccandosi il cazzo mi chiese di succhiarmi il dito. Lo feci sentendomi ancora più depravata e più troia, succhiandolo rumorosamente e avidamente. Era al massimo del suo piacere e questa volta, ben sapendo cosa volevo, esplose direttamente nella mia bocca, aperta e pronta a raccogliere la piena di sborra di Aldo. Mi schizzò un po ovunque ma questa volta riuscii a prenderne in bocca in abbondanza e a gustare il piacere e la trasgressione dell’ ingoio.
Avevo goduto come volevo, avevo avuto ciò che volevo, avevo fatto godere come avevo voluto.
Ora si era fatto veramente tardi e non volevo esagerare. Non volevo che mio marito pensasse che questo incontro mi stava prendendo troppo e lui era passato in secondo piano.
Aldo mi disse di comprendere le mie preoccupazioni. Con totale naturalezza mi disse che se avessimo avuto più tempo mi avrebbe chiesto di scopare al suo amico. Tutti e tre insieme. Perché no? Risposi divertita e forse anche incuriosita. Ma ora devo andare ed iniziai a vestirmi mentre Aldo si accese l’ennesima sigaretta senza smettere di guardarmi.
Mi sentivo bene. Avevo una gran fame ed anche una gran voglia di rivedere mio marito. So che voleva anche il mio bene. Pur se darmi ad un altro lo eccitava, ero certa che il suo vero fine era anche quello di farmi provare nuove esperienze e nuove emozioni che da sola non sarei stata capace di affrontare.
Dopo essermi rifatta il trucco e rivestita da signora per bene salutai Aldo che mi accompagnò alla porta. Chiamai l’ascensore e prima di entrare gli dissi: quando è che torni ? E non dimenticare il tuo amico. Il mio numero è scritto penna sul collo della tua camicia…
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