Ammucchiata di famiglia 1

“Stare nei tuoi pensieri mi rende felice, ma non vorrei alimentare sogni impossibili…”

Ammucchiata di famiglia

1.
Sono Daniele T., oggi ho 28 anni,
sto per sposarmi con la ragazza che amo e aspetto il giorno del matrimonio anche per vedere finalmente ricomposto, almeno per quel giorno, il mio irrequieto gruppo familiare. Sì, perché la famiglia è stata croce e delizia della mia formazione.
Dovete sapere che ho avuto un’adolescenza non facile, per via del clima altamente litigioso che imperava tra i miei genitori. Vi assicuro che non è bello crescere dentro le tensioni di un rapporto matrimoniale che andava sfilacciandosi, vedere che i tuoi non si sopportano più, assistere a scenate tristi e persino degradanti. Ci ha spesso riflettuto e mi sono chiesto perché, nonostante tutto, i miei abbiano deciso di restare insieme, anche se di fatto hanno vissuto da separati in casa. Mi sono fatta l’opinione che, in fin dei conti, oltre a certe convenienze pratiche, è stata la stessa attività di mio padre, molto spesso in trasferta per conto della sua azienda, a favorire una specie di armistizio, assicurando la reciproca indipendenza dei miei.
Per sfuggire quel clima plumbeo che si respirava in casa, in quegli anni mi rifugiavo tutti i giorni da zia Ivana, sorella di mio padre Osvaldo, che peraltro era senza figli e che mi accoglieva con ogni premura e mi coccolava, cercando di compensare con il suo affetto i turbamenti derivanti dal clima familiare. La zia, naturalmente, giustificava il fratello e criticava mia madre Loredana, ma cercava in ogni modo di ridimensionare il dramma familiare, dicendomi che dovevo pensare a studiare e che le cose si sarebbero sistemate da sole.
Mi dava tranquillità, serenità e sicurezza zia Ivana. A lei mi sono affidato e le ho sempre confidato tutto. Lei mi ha suggerito come comportarmi in casa, mi ha seguito giorno per giorno nelle mie faccende scolastiche e nelle mie relazioni amicali, mi ha dato consigli sui primi approcci con le mie coetanee. Insomma, una seconda mamma, molto più attenta e amorevole della prima.
Zia Ivana era a quel tempo una donna di 43 anni, una signora piuttosto piacente con un corpo generoso, forse un tantino rotondo, per lo meno sul petto, sui fianchi e sulle natiche, ma soprattutto con una allegria ed una giovialità che me la rendevano simpaticissima. Suo marito Piero era un uomo attivo, brillante, sempre tanto indaffarato, che, quando mi incrociava, non mancava mai di farmi qualche battutina provocatoria:
– Ehi Dani, come sta il fratellino? Guarda che ha bisogno delle sorelline, non tenerlo troppo rinchiuso in casa.
Si riferiva al mio pisellino che, per via dello sviluppo ormonale, cominciava ad impennarsi con intermittenza e rigonfiava la patta dei calzoncini, ed alludeva ai primi approcci intimi con le compagne di scuola. Ma, per liberarmi all’imbarazzo che quelle battute mi provocavano, zia Ivana interveniva subito con tono polemico:
– Tu Piero, pensa piuttosto a tenere in casa il tuo ….. che a dare consigli a Danieluccio ci pensa la zia!
Zio Piero aveva 45 anni, ma curava molto il suo aspetto per apparire più attraente. Mi appariva un uomo sicuro di sé, a suo modo affascinante, un modello di uomo riuscito. Un pò lo ammiravo, un pò lo disprezzavo per via di quelle continue punzecchiature che mi creavano disagio, nonchè per le lamentele di mia zia, che non nascondeva la sua insofferenza per un marito che lo trascurava e che, presumibilmente, la tradiva.
A zia Ivana mi ero affezionato tanto che non riuscivo ad immaginare come avrei affrontato i problemi della mia età senza il suo conforto. Non che mia madre non si preoccupasse di me. Ma il conflitto familiare mi allontanava da casa, con lei ero sfuggente, le riferivo giusto le cose essenziali, intimamente (forse anche per l’influenza della zia) solidarizzavo con mio padre, che vedevo rarissimamente a casa ma che mi appariva la parte debole e soccombente della coppia.
Un pomeriggio della primavera di 12 anni fa, mentre rincasavo in anticipo dalla palestra, vidi mio zio Piero uscirne con fare un pò circospetto. Non mi feci vedere da lui e non ne chiesi ragione a mia madre, ma lo riferii il giorno dopo a mia zia, che restò piuttosto interdetta e si rabbuiò, lasciandosi sfuggire a denti stretti una considerazione velenosa:
– Hai capito i due piccioncini?!
Nella mia ingenuità non avevo nutrito sospetti particolari e per un attimo mi pentii di aver fatto la spia. Ma, visto che la zia mi appariva seriamente incazzata, accennai a dirle:
– Forse ho fatto male a dirtelo zia …. mi spiace che …..
– Ma no, no, bimbo mio, hai fatto benissimo a dirmelo ….. tu mi devi dire tutto ….. anzi, mi faresti un piacere se ci metti un pò di attenzione e mi dici se noti qualche movimento un pò strano dello zio e della mamma…
E, nel dirmi questo, mi aveva accarezzato e stretto forte a sé, al punto da farmi sentire sulla faccia la tenerezza delle sue belle poppe. Istintivamente anche io l’avevo abbracciata cingendole i fianchi e palpando per la prima volta le sue chiappe grosse e sode.
Sempre tenendomi stretto a sé, la zia aveva continuato:
– Vedi Daniele, io ti voglio tanto bene, per me sei come il figlio che non ho avuto, quindi non voglio che ci siano segreti tra di noi … io non voglio essere cattiva ma quei due non me la raccontano giusta. Zio Piero fa il galletto, chissà con quante donne è stato …. su mia cognata ho le mie idee e mi trattengo solo perché è tua madre.
Approfittando della intimità di quell’abbraccio e della confidenzialità del discorso, dissi a zia Ivana:
– Zia anch’io ti voglio tanto bene, sai che te ne voglio più che a mia madre, con me puoi esprimerti liberamente anche su di lei, non ti preoccupare …. su di me puoi contare. ad essere sinceri ti confesso che a me non mi piace affatto come si comporta con te lo zio Piero …
se avessi una donna come te io ……..
Mi strinsi ancora di più alla zia, manifestandole una specie di istinto possessivo. Le mie parole le fecero tornare il sorriso:
– Ooohhh fammi sentire, se avessi una donna come me, cosa faresti?
– Io … io me la terrei stretta stretta …. l’amerei alla follia …. l’accontenterei in tutto. certo non la trascurerei come ….
– Aaahhh allora devo tenermelo buono questo mio bel nipotino, almeno c’è lui che mi apprezza …..
Anche la zia aumentò la pressione dell’abbraccio e mi baciò affettuosamente sulla testa. Avevo il viso schiacciato contro le sue due zinne carnose, le mie mani stringevano sempre più il suo culone, senza volerlo sentii manifestarsi un’attrazione fino a quel momento sconosciuta, o repressa. Si accorse del mio pisello ingrifato che premeva contro le sue cosce e, come preoccupata della mia improvvisa supereccitazione, mi aveva allontanato appena un pò da lei sussurrandomi nell’orecchio:
– Dani, forse è meglio che ci accomodiamo un attimo sul divano … vuoi che ti prepari un’aranciata fresca?
Mi bloccai per un momento e respirai forte per trattenermi, ma l’eccitazione era arrivata ad un livello tale che dissi in maniera concitata a mia zia:
– Scusa, scusa, zia ….. ma devo correre in bagno
E, senza neppure aspettare la sua risposta, volai in bagno appena in tempo per scaricare nel water una eiaculazione incontenibile.
Quando tornai in salotto, zia Ivana era seduta, mi invitò ad accomodarmi vicino a lei, poi mi disse con dolcezza:
– Scusami Dani, forse prima ti ho turbato? mi spiace che sei dovuto correre in bagno, mi sono sentita come una estranea, una intrusa …..sai, quelle sono cose naturali, di cui non c’è nulla da vergognarsi ….. non è meglio che ne parliamo? magari ti posso aiutare. dai, distenditi un pò e rilassati …
Mi fece stendere di lungo sul divano, con la testa poggiata sulle sue cosce e cominciò ad accarezzarmi sulle guance, invitandomi a confidarmi a raccontare. Tergiversai un pò per l’imbarazzo, poi cominciai a dirle un pò fugacemente dei miei sfoghi masturbatori. Ma la sua insistenza e la sua curiosità aveva un che di morboso:
– Scusami Dani, ma voglio sapere quali immagini ti passano nella mente mentre ti seghi, quale ragazza desideri in quei momenti.
– No, nessuna ragazza, a me piacciono le donne … le donne fatte, quelle mature, piene di esperienza …..
– Ah ho capito, ti piacciono le navi-scuola, non è vero? E non pensi a nessuna in particolare? Non ci credo.
– Se non ti arrabbi ….
– Arrabbiarmi, e perché? Mi faccio raccontare queste cose perché ti voglio bene, voglio aver cura di te e voglio aiutarti.
– Zia, perdonami la sincerità, ma la donna alla quale penso …. sei tu!
Zia Ivana dilatò gli occhi, accennò un minimo di sorpresa, poi sospirò e sorrise, mi schiacciò il suo bel seno sulla faccia e si chinò a baciarmi sulla testa:
– Io? sono io la tua passione? Oh tesoro mio! ma io sono vecchia per te …..
– Ma che vecchia, zia! La donna che voglio per me sei tu. Io ti desidero ma non mi permetterei mai di mancarti di rispetto. E perciò me lo tiro pensando a te!
Zia era confusa e contenta, mi accarezzava più freneticamente, ora le sue mani spaziavano sul mio petto.
– Dani, non so se essere contenta o preoccupata. Stare nei tuoi pensieri mi rende felice, ma non vorrei alimentare sogni impossibili. Non voglio essere io la causa dei tuoi turbamenti e della tua infelicità.
– No zia, non ti fare questi problemi, tu non hai nessuna colpa di niente, sono io che ho questa attrazione. se la cosa ti dispiace, mi sforzerò di reprimere gli stimoli.
– Reprimere? Sforzarti? Ma sei matto? La tua è un’età delicata, a forzare le cose si rischia di creare disturbi della personalità. Non devi reprimere niente, non ti preoccupare, nessuna inibizione. Resta così rilassato e continua a raccontare, vedrai che parlarne ti farà bene.
– Cosa vuoi che ti racconti, ancora?
– Beh, per esempio, a cosa pensi in particolare quando ti masturbi? Cos’é che ti attizza di più?
Intano zia Ivana aveva fatto scivolare le sue mani sotto la mia t-shirt e aveva cominciato ad accarezzarmi il petto e a titillarmi i capezzolini, procurandomi una stimolazione straordinaria che già aveva cominciato a dare i suoi effetti nel mio bassoventre.
Le risposi con una voce che cominciava ad essere un pò affannata.
– Zia, chiudo gli occhi e mi immagino di entrare dentro la tua ficona, di pistonarti per bene e poi di riempirti di sborra.
– Uuhhmm vuoi possedermi proprio come un amante? … E poi, che altro?
– Qualche altra volta penso di far coccolare il mio pisello dalle tue tettone, di portarlo al massimo della sua eccitazione e poi di scaricarti il seme in bocca.
– Uuhhmmmm. Vedo che ti vengono pensieri sempre più spinti, eh, porcellino mio?
– Sì zia, il tuo corpo mi fa impazzire di voglia ….. e poi, se lo vuoi sapere, il sogno più ricorrente è un altro …..
– E quale?
– Quello che mi fa arrapare di più è il tuo culo e il desiderio più forte che sfogo nelle mie seghe è quello di penetrarti da dietro, di incularti.
– Oddio Dani, ma stai diventando un piccolo pervertito! Davvero ti vengono queste voglie?
Lo diceva fingendo meraviglia, ma senza irritazione, e guardando sempre più insistentemente verso i mie calzoncini che si andavano gonfiando sempre più vistosamente. Il cazzo mi si era inalberato nuovamente e facevo fatica a tenerlo a bada. Lei se ne accorse e, notando anche che il mio volto andava congestionandosi, mi disse ammirata:
– Ma come? ti sei appena scaricato in bagno e sei di nuovo in tiro? Capisco i bollori dell’età, ma tu sei da record!
– Zia scusami, ma la tua vicinanza, il tuo calore, le tue mani.
– E magari i racconti che mi stai facendo …..
– Sì, sì, scusami zia, ma devo tornare in bagno
– In bagno? ma no! mica puoi continuare così! dai, rilassati, lasciati andare, stavolta ti aiuto io!
Prontamente mi sfilò i pantaloncini e gli slip e, impugnato il pisello imbizzarrito, cominciò a segarmelo prima lentamente, poi sempre più freneticamente, mentre io gemevo per i brividi di piacere che mi stava procurando. La sega di mia zia durò appena un paio di minuti, poi liberai verso l’alto quattro-cinque schizzi di sborra che ricadde in parte sulle sue mani, in parte sulla mia pancia. La zia si leccò con gusto le mani, poi mi ripulì il resto con un fazzoletto, ed esclamò soddisfatta:
– Oh che bello! penso che ora ti senti meglio, è vero? ma guarda che troppe seghe fanno male…. da oggi cambiamo registro.

-continua-

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Incesti

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