mamma – 2a pt

“Io stesso mi sentivo incazzato…”

Lungo il tragitto nn sapevo che dire, che fare. L’aria è carica
di sesso e nervosismo. Io stesso mi sentivo incazzato. Teso, duro, anche con me stesso, volevo dire qualcosa, ma non ci riuscivo. Guardavo avanti, la strada era trafficata. Sentivo il viso incendiato. Cazzo ho un’età, non sono più un bambino, ma che mi metto a fare, e poi con mia madre…mi sego davanti a lei…cazzo, ho preso e mi sono menato davanti a mia madre per strada…ma sono ammattito…e se una mia paziente mi avesse visto…che sputtanamento…però mi sono arrapato da matti…che eccitante che è stato…quella tetta mi ha …vorrei succhiare quel capezzolo…
E con la coda dell’occhio sbircio lei, mia madre.
Non si è ricomposta troppo…ha ancora la camicia macchiata e sbottonata che lascia spiare con tranquillità il seno… e il mio sperma che lentamente rinsecchisce sulla sua pelle…
Lei guida, non mi fila.
Accendo una sigaretta per smorzare l’atmosfera grave: vuoi?
Non risponde….la destra, dal cambio passa lenta sulla sua gamba; l’indice solletica in un andirivieni lento sino al ginocchio…: lo sai che non fumo.
Siamo fermi nel traffico di un incrocio.
I motorini schizzano rapidi tra le auto.
Il vicino nemmeno si accorge di noi. Almeno quello dal suo lato.
L’auto alla mia destra invece la conduce un uomo, un giovane uomo, sulla quarantina.
La sua posizione è un pò più alta della nostra, quindi, penso, può guardare tranquillamente noi. E infatti vedo che segue il dito di mamma.
Lei se ne deve essere accorta perchè con finto disinteresse, sposta l’indice dalla gamba al primo bottone chiuso della camicia.
Ci gira intorno, lo titilla, lo stuzzica, e poi inizia a solleticare il primo triangolo di pelle esposto, appena sotto il solco del seno.
La guardo.
Lei è fissa avanti.
Le guance rosse tradiscono la sua eccitazione nel gioco iniziato.
Seguo il dito che con movenze semplici e lineari allontanano il tessuto dal suo seno per mostrarlo ancor di più, e per poi seguirne il profilo ormai alla mercè degli occhi dell’occasionale vicino.
Il dito sale, è sul capezzolo, ci gira intorno stizzicandolo, eccitandolo…
Mi volto verso il tipo, che fingendo di non guardare, lancia occhiate lascive a mamma.
La sua mano, noto, che dallo sterzo è scomparsa, ma dal movimento della spalla, capisco che si carezza.
Anche mamma si volta e incrocia il suo sguardo, fissandolo con occhi languidi, per poi fargli vedere che il seno è stretto nella sua mano, che lo stringe, lo carezza, tira il capezzolo….
Il tipo accellera il movimento…inizia ad abbassare il finestrino….
Scatta il verde… mamma ingrana la marcia e scappa…
Lei: Marco dilla tutta… ti sei divertito? hai visto come l’ ho cotto a puntino quello lì…mi sa ce voleva “invitarmi a cena”…
Io: mamma che cazzo di sadica che sei…l’avrai arrapato da matti… mi è tornato duro anche a me…figuariamoci quel poverino…
Effettivamente mamma aveva inscenato tutto per “divertirsi” con me, o per dimostrare a lei stessa che ancora poteva eccitae qualcuno oltre suo figlio? e così lo chiedo, ma non ottengo risposta.
Ormai siamo a casa.
Entrati in casa, mi guarda e dice: la nostra nuova complicità mi piace, mi ha risvegliato quel essere femmina che avevo dimenticato, mi è piaciuto che tu ti sia eccitato, e devo dire la mia, anche io mi sono eccitata a guardare il tuo bel cazzo duro che mi spruzzava tutto quello sperma addosso…, ma sei mio figlio…., non potremo mai, come dici tu, chiavare o che io ti faccia un …come lo chiami… ah, bocchino…mi piacerebbe averlo sulla lingua, è tanto che non lo assaporo, ma non sarà il tuo cazzo che io succhierò, ne che monterò; sono tua complice in questi giochi eccitanti, perchè piacciono dapprima a me, ma mai sesso tra noi,ne morirei…ok?
Io: ok mamma…
Lei: ora vado a fare la doccia, ho il tuo sperma addosso, se ti va di guardarmi faà pure; io mi masturberò per te col tuo sperma sotto l’acqua…

suggerimenti….?
continua…