“Era rattrappita dal freddo” aggiunse lasciandomi stupido e senza fiato…”
Le osservavo da giorni…salire le scale, quando tonavano con la spesa… cercavo
qualcosa , una scusa con la quale attaccare bottone, una ragione qualsiasi, a volte aspettavo che uscissero da casa..ed io ero lì miracolosamente sul pianerottolo per salutarle. parlo delle mie nuove vicine di casa, entrambe sui 35 slanciata e biondina una , castana e minuta l’altra, entrambe affascinanti. Che fossero lesbo era chiaro, non ci voleva un genio a capirlo, ma forse questa certezza amplificava il mio fantasticare di servirle come slave sottomesso. Bastava sentire i loro tacchi salire o scendere le scale che già mi eccitavo immaginandomi a loro portata. A volte si percorrono chilometri ed ore in auto sperando di servire una dominante, poi magari la si incontra per il tempo di un caffè e già sembra che malgrado la delusione il solo esserle stato vicino, il solo fatto che ci abbia concesso una fetta di tempo sia già un piccolo passo verso una possibile esperienza di dominazione, pensate a quanto fantasticare possa sviluppare nella mente di uno slave sottomesso come me pensare di avere due dominanti come vicine di casa!
La scusa arrivo da sola, il mio gatto aveva fatto rovesciare e rompere due vasi del loro giardino inseguito da un gattone randagio, penso di non averlo mai ringraziato abbastanza, malgrado i lauti pranzetti che gli ho offerto da quel giorno!
Le attesi sul pianerottolo tra l’ansia per i vasi rotti e con l’idea che poteva non essere un buon inizio di rapporto, magari era un vaso a quale tenevano e potevano prenderla a male chissà; e poi che cosa avrei detto, come avrei potuto esordire per entrare in discorsi talmente intimi ??!! ” Desiderate uno schiavo al vostro servizio, mentre vi abbandonate ai Vostri giochi erotici”, ecco questa era la domanda giusta, ma mica la vita è così semplice, vabbè intanto le conoscerà un pò meglio andando oltre i semplici saluti, poi si vedrà , pensai.
Ma quante poche probabilità che poi a loro piacessero dei giochi bdsm, ero stato attratto da particolari curiosi, tacchi alti, capi di abbigliamento, qualche elemento che sapevo sfuggirmi ma ne sentivo l’odore..quel non so che mi incuriosiva.
Finalmente rientrarono, ero in attesa da ore, le sentii aprire il portone dell’atrio tra risate giocose, improvvisai scuse infantili e stupide descrivendo l’accaduto e rendendomi pronto a pagare eventuali danni. Mi rispose Katia , la biondina dallo sguardo magnetico, cessando di colpo il momento ludico, ” e tu sei rimasto ad aspettarci per stare quì a scusarti per il tuo gatto, non mi frega nulla di due vasi rotti”, ” vai pure a nanna” aggiunse liquidandomi e lasciandomi senza parole. ” Che stupido che sono ” pensai, ma c’era poco da fare quel tono distaccato e diretto non aveva fatto altro che accendere ancor più le mie fantasie. Di fatto mi stava già dominando giocando come il gatto con il topo, ma io questo ancora non lo sapevo.
Lo scoprii soltanto la mattina dopo, era di lunedì, la mia mattinata libera in quanto inizio a lavorare dalle 14.00 e di solito approfittò per dormire un pò e sistemare un pò casa. Quel lunedì il telefono squillò alle otto..praticamente all’alba!
“Altro che due vasi rotti, adesso vieni quì e pulisci tutto” era lei, era Katia. Neppure un buongiorno, sentenziò il tutto con una forza tale che io riuscìì a malapena a blaterare un ” sì certo” prima che riagganciasse. Ero confuso, in parte felice di questo invito, ma dal tono la cosa non prometteva nulla di buono. Indossai le prime cose che mi erano capitate e uscii nel giro di un aio di minuti… bussai timidamente… nulla, “ora suono” pensai, ma mi sembrava di violare quel silenzio mattutino. Bussai ancora con un pò di grinta, in fondo dovevano essere per forza sveglie , Katia mi aveva appena chiamato; passi da piede nudo in arrivo…aprì Sandra, la sua amica, non disse nulla se non un invito soffocato, mi indicò il giardino ed andò via. Terra e cocci sparsi , sembrava essere passato un ciclone , altro che due gatti; ancora non avevo compreso il gioco!
Faceva un certo freddo, non avevo indossato nulla sopra e neppure mi sembrava il caso di chiedere di tornare a casa mia; mi sembrava così lontana , ero solo dall’altra parte del giardino. Non vedevo nulla per pulire e raccogliere la terra sparsa, iniziai dai cocci grandi, poi cercai di fare mucchietti con i piccoli con una vechia scopa usando un pezzo di cartone per raccoglierli e buttarli in uno scatolone. Feci lo stesso con la terra, almeno mi stavo scaldando..ci misi parecchio, ma di loro nulla…provai a chiamare…poi mi avvicinai alla porta finestra che scopriì essere chiusa dall’interno. prigioniero nel giardino, che situazione strana, pensai di scavalcare…rimasi in attesa come un deficente, poi scopriì che non si erano perdute un momento di quanto stavo vivendo…anzi subendo per meglio dire.
La porta finestra sembrò aprirsi da sola.
” Mi ha proprio divertito osservarti” mi disse Katia, ed io ancora non capivo…. ” come del resto è stato proprio divertente stanotte far sparpagliare a Sandra cocci e terra”, ” pensa che glielò fatto fare tutta nuda …era rattrappita dal freddo” aggiunse lasciandomi stupido e senza fiato.
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