“La cercai, ma non vi era crema lubrificante… , di certo non era una banale dimenticanza
Sarebbe stato il mio primo umiliarmi, leccare il dildo…”
Sentivo che stava per arrivare il momento di dover prendere una
decisione.
Certo avevo avuto delle precedenti esperienze, non ero nuovo al controllo dell’orgasmo, quante volte mi era stato negato con l’ordine di fermarmi al momento più bello, e quante ore trascorse a baciare i piedi alla mia padrona oppure nettarle il buchino posteriore, oppure a ripulirla dalle gocce di pipì indossando la cintura di castità… per non palare del come ero stato usato con lo strap-on ed in mille altri modi piuttosto umilianti o dolorosi.. ma ora era diverso..quelle erano padrone a distanza.. ora la mia possibile mi stress era nella porta accanto..cosa intrigante ma tremendamente pericolosa. Non sapevo se ero pronto a reggere il gioco.
Come sempre succede le indecisioni possono essere vinte soltanto dallo stimolo dell’eccitazione.
“Adesso è arrivato il momento di scegliere” con queste parole Katia spezzò i miei dubbi.
“Puoi scegliere o esci da quella porta e non ci saranno possibilità di ripensamento, oppure vai nella stanza vicina indossi ciò che trovi sul letto ed attendi in ginocchio.”
I miei dubbi continuavano a passare per la testa come un treno, non riuscivo a metterli a fuoco, impazzivo dal desiderio.. non pronunciai parole..non occorreva… chiusi gli occhi per un istante e l’eccitazione e la serenità di trovarmi ai suoi piedi prevalse, non poteva essere altrimenti ..sono uno schiavo!
Mi recai nella stanza indicata. Sul letto c’era quello che ci doveva essere.
Un collare, un plug anale di modeste dimensioni, una CBT in metallo , mancava il lucchettino, trovai al suo posto un piccolo clip removibile… , sorrisi , ne avevo compreso il senso, mi trovavo ad iniziare una nuova avventura con chi conosceva bene ciò a cui voleva arrivare. Completava il kit una benda nera come la notte.
Guardai gli oggetti per qualche secondo, non mi spaventano certo di per sé, ma per quello che avrebbe comportato indossarli, divenire l’oggetto di una dom che mi avrebbe controllato il respiro, ma in fondo lo desideravo ed avevo l’occasione di dimostrare a me stesso se fossi stato una vita a raccontarmi frottole.
La cercai, ma non vi era crema lubrificante… , di certo non era una banale dimenticanza
Sarebbe stato il mio primo umiliarmi, leccare il dildo per cercare di renderlo inseribile; e così feci. Mi penetrai con il plug subito dopo aver allacciato il collare ed inserito il pisello dentro la gabbietta senza non oche difficoltà in quanto la situazione era già eccitante. Mi misi in ginocchio, mi sembrava la cosa migliore cali la benda sui miei occhi ed aspettai.
La casa sembrava deserta, nessun rumore, pensai che soltanto un’ora prima ero ancora nel mio letto..forse sognando quel momento. Passi, di certo tacchi , della padrona pensai.. mi sentivo osservato, il guinzaglio venne agganciato al colare e sentii strattonarmi fino a farmi assumere una posizione carponi; un piede calzato spinse verso la mia bocca, era chiara la richiesta, iniziai a leccarlo umilmente; la lingua scorreva la punta dello stivale, il guinzaglio mi comandava verso il basso , poi in alto ma senza arrivare a farmi capire dove terminasse. Il gioco fini presto, la padrona si posizionò dietro di me ed iniziò a muovere il plug, fino a toglierlo, sentiì lubrificante e due dita che penetrandomi preparavano il mio culo certo a qualcosa di più grande, lo strap-on arrivò implacabile; cercavo di non lamentarmi e facilitare i colpi, ero in un abisso di dolore e piacere, mi penetrava tenendomi per i fianchi e ne sentivo soltanto il respiro del godimento. Lo tolse dal mio culo improvvisamente e strappò via la benda, mi trovai il sogghigno della schiava davanti agli occhi. Era stata lei ad avermi usato senza ritegno. Il messaggio era chiaro, contavo molto meno di lei. Ero l’ultimo arrivato. ..continua…
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