Siamo una famiglia numerosa, papà, mamma, cinque fratelli maschi e due sorelle femmine.
I nostri genitori, si sposarono giovanissimi, la mamma, incinta, aveva solo quindici anni e nostro padre ne aveva appena diciassette. Dopo soli cinque mesi nacque mio fratello Simone, due anni dopo nacqui io e mi chiamarono Sandro, tre anni più tardi vennero alla luce Sara e Susanna due bellissime gemelle, poi fu la volta, tre anni più avanti di Silvano e dopo altri due anni vennero alla luce, frutto di un altro parto gemellare, gli ultimi due fratelli, ai quali, per rispettare la legge della ‘esse’ vennero dati i nomi di Saverio e Stefano. La settimana scorsa, a diciotto anni dall’ultimo parto, ci siamo trovati a festeggiare il compleanno degli ultimi arrivati, finalmente maggiorenni.
Devo premettere una cosa, la mamma, a quasi quarantaquattro anni e dopo sette parti di cui due gemellari, è rimasta una donna piacevole da guardare, il suo viso ha la pelle molto curata, e il suo corpo magro il giusto, ha ancora tutte le forme che possono far venire un certo appetito ai maschi che incontra. La stagione estiva appena iniziata ha portato, in questa regione del sud dell’Italia, il caldo tanto atteso nei mesi invernali e il sole che splende, scalda le nostre ossa e i nostri corpi, facendo risvegliare parecchi desideri sopiti nella stagione appena trascorsa.
La nostra famiglia, è costituita da scapoli impenitenti e da nubili non profondamente convinte, per affrontare il peso di un matrimonio. Per fortuna tutti i maschi lavorano e chi più chi meno, collabora con i genitori al mantenimento della famiglia. Le due femmine coadiuvano la mamma, aiutandola a mantenere la casa in ordine e a provvedere alla spesa dandoci la possibilità di sederci a tavola e di mangiare degli squisiti manicaretti, che la nostra cara mammina prepara con sapienza e amore.
Fin qui la storia in poche parole della mia famiglia, ora invece vorrei rendervi partecipi di quelli che sono i miei desideri. Per la mamma, già proprio per lei, io nutro un amore folle. Beh non è una cosa così strana direte voi. Se si trattasse di amore tra figlio e mamma nulla sarebbe, ma purtroppo, non è così. Dai quindici anni in poi, ho iniziato a masturbarmi con, nel cervello, lei, ed ho continuato a farlo sempre immaginando situazioni particolarmente eccitanti, ancora con lei attivamente al centro dei miei desideri. I miei fratelli si segavano, aiutandosi con le riviste sexy e quando riuscivano a procurarsele anche con quelle pornografiche, oppure con un filmino porno, prestatogli da qualche amico più grande.
Ho avuto modo di vedere che nell’età della pubertà pure le mie sorelle si sditalinavano, ma lo facevano guardando gli attori in costume al mare o usando il pc per vedere maschi nudi. Non guardavano le foto di mio padre in mutande!!! Io invece, spiavo, fotografavo di nascosto la mamma, magari mentre si faceva la doccia, oppure mentre si cambiava. Quante volte dal buco della serratura l’ho vista inginocchiata sul tappeto in fondo al letto, con mio padre in piedi, il cazzone un po’ ricurvo verso l’alto, duro come il marmo, penetrarla scopandola in bocca. Lei succhiava con maestria, con passione, la mano inserita fra le cosce divaricate, sfarfallava forse sul clitoride o forse dentro il suo buco bagnato. L’ho spiata mentre piegata in avanti sul letto a pecorina, se lo pigliava nella figa e nel culo, in questi frangenti l’ho sentita godere in sordina, per non farsi sentire da noi figli. L’ho spiata mentre il grosso membro le scorreva fra le tette, dove poco prima lui aveva sputato la saliva per meglio farlo scivolare nel meraviglioso solco del seno. L’ho vista anche masturbarsi da sola, nuda sul letto, le cosce spalancate, stringendo tra il pollice e l’indice della mano libera, un capezzolo eretto, tirandoselo, quasi a volerlo strappare, gli occhi chiusi, la bocca semiaperta, la lingua a leccarsi le labbra arse. Ho visto mio padre, penetrarla nella classica posizione del missionario, scoparla profondamente con colpi violenti e insultarla con parole sconce, le più sconce possibili e poi alla fine baciarla teneramente, con grande complicità, che deriva solo dalla perfetta unione di una coppia, affiatata come sono ancora oggi i miei genitori. Ho visto”””’.
Il giorno del compleanno di Saverio e Stefano, vidi uscire la mamma dalla camera matrimoniale ed ebbi un sussulto, non era mai stata così bella, in tutti questi anni, l’avevo vista spesso nuda ma poche volte, anzi, forse mai, vestita in questo modo sexy, anzi, passatemi il termine, sexyssima, Per la prima volta mi accorsi che non indossava il reggiseno, la camicetta bianca, leggerissima, la fasciava leggermente e lasciava trasparire l’ombra scura delle aureole e dei capezzoli .
Capelli lunghi, curatissimi, neri lucidi, leggermente mossi in fondo, incorniciavano il suo bellissimo viso da madonna, dal quale, come due fari nella notte, risaltavano gli occhi azzurro chiaro, profondi e trasparenti come l’acqua del mare. Alta un metro e settantacinque, indossava delle scarpe nere con il tacco a spillo molto alto, che slanciavano le gambe nude. Le gambe della mamma erano perfette, ben torniti i polpacci, senza essere muscolosi, il ginocchio appuntito e le cosce, lasciate scoperte da una gonna a fiori su sfondo bianco, con un ulteriore spacchetto che si perdeva sul davanti, coprendo di pochi centimetri o forse millimetri le minuscole mutandine.
Anche i miei fratelli, le mie sorelle e mio padre restarono sorpresi e strabiliati, la donna che era comparsa davanti a tutti noi, non era la mamma, con il grembiule da cucina, e i capelli raccolti in uno chignon e legati con gli elastici, era una donna e che gran figa di donna!!!!
‘Che succede? Non avete mai visto una donna? Ehi, sono la mamma, e anche tua moglie Antonio!!!’
‘Siamo tutti sbalorditi! Quanto sei bella mogliettina mia!!! Sembri una ragazza appena ventenne!!!’
‘Si dai ventenne!!! Ma va là, magari vent ‘anni ! Comunque non volevo sfigurare con le mie figlie e mi sono preparata con cura.’
Tutti ci avvicinammo e la baciammo complimentandoci, io, credo, fui l’unico ad abbracciarla stretta, stretta e di sicuro il solo ad avere il cazzo duro che mi scoppiava dentro le mutande!
Mi sedetti in poltrona davanti al tavolino dove c’erano distribuiti i vari stuzzichini e gli aperitivi.
Casualmente, va beh dai diciamolo, di proposito, mi posizionai di fronte alla mamma.
La visione era incantevole, fra le gambe si vedeva un piccolissimo lembo di pizzo bianco che si infilava in mezzo alle labbra della sua figa pelosa. Si vedeva il folto pelo uscire lateralmente ed io come in un film al rallentatore, vidi comparire nella mia mente, la figa rosa aperta, le sue dita sul clitoride e ancora la mia mente proiettò la scena di lei, mentre portava la mano leggermente più in basso, infilandosi due dita nella vagina e la vidi chiaramente mentre con gli occhi chiusi e le labbra della bocca dischiuse, se la stantuffava fino ad esplodere con un orgasmo devastante e interminabile. Mi accorsi di aver chiuso gli occhi per un breve istante e li riaprii, ancora in estasi, in quel preciso momento, vidi che lei si chinava per prendere una tartina e ebbi la fugace visione delle sue tette libere da costrizioni con il loro vertice puntuto ed eretto.
Forse, i miei occhi aperti, dimostravano palesemente il mio stato confusionale”’.
‘Ehi figliolo, che ti succede, sei andato a letto tardi ieri sera? Mi sembri in trance !! Di tutto a mamma tua!!’
Tentai di mascherare il mio stato e mi giustificai….
‘Emmm, no erano le due, ma si vede che non ho dormito bene e ora sono un po in coma profondo!’
Risero tutti e cercai di nascondere la mia eccitazione, distogliendo lo sguardo dallo spettacolo che mi si offriva in modo così spontaneo e naturale. Tenni una mano sulla patta dei pantaloni e poi, recuperato un grande tovagliolo lo posai sopra e con le mani libere iniziai a servirmi delle appetitose tartine.
Ci fu il pranzo e ci fu pure del buon vino e poi l’allegria contagiosa, le battute un po’ fuori dalle righe e il dopo pranzo, con il caffè bollente della caffettiera e il suo aroma che impregnava l’ambiente, aleggiando invitante in tutta la casa. Alla fine, i liquori, il classico limoncello, prodotto in casa, e altre bevande alcoliche varie. L’atmosfera di sonora festa era fisicamente palpabile, tutti ridevano, anche di battute scadenti e riciclate. La mamma, stava in braccio a papà sulla poltrona, e la gonna ormai era diventata un fazzoletto stropicciato, le mutandine ridottissime erano l’unico pseudo indumento che velava appena, appena, le labbra della figa pelosa. Certo che lei sapeva di essere di fronte si suoi figli e quindi non pensava di essere osservata con cupidigia e infinita lussuria. Quel giorno credo di aver battuto il record mondiale per quanto riguarda l’erezione di un pene. Erano ormai cinque ore che il cazzo non scendeva giù, mi dolevano i testicoli, e sentivo l’urgente bisogno di sborrare. Mi alzai, coprendomi alla meglio la patta e mi avviai verso il bagno.
Entrai, e avvicinandomi alla tazza lo estrassi, la cappella era paonazza, lucida e dal taglietto della punta fuoriusciva il liquido colloso e scivoloso della pre eiaculazione.
Lo impugnai, feci scorrere la pelle a coprire il glande, e poi iniziai a segarmi e preso com’ero, dalla estrema eccitazione, non mi accorsi che la mamma era entrata in bagno e””
‘Ma che fai? Ma figlio mio, che ti succede, mi hai guardata tutto il giorno, me ne sono accorta sai?’
‘Mamma, non lo so cosa mi succede, ma io mi sto segando per te, mi sta scoppiando il cazzo!! Sei troppo figa mamma!!!’
La mamma si voltò verso la porta, pensai di vederla uscire scandalizzata dal bagno e invece lei chiuse la porta a chiave, cosa che non avevo fatto io e mi si avvicinò sorridente. Lei aprì la camicetta, sbottonando i piccoli bottoncini e la aprì con le mani sfilandola dalla gonna simultaneamente.
Litigò con la zip laterale della gonna e la lasciò cadere in terra, la scavalcò e infilando i pollici dentro l’elastico si chinò in avanti e fece scendere ai piedi le minuscole mutandine di pizzo.
Il folto bosco nero era l’unico baluardo alla visione della sua figa. Si girò piegandosi in avanti e si appoggiò con i gomiti sulla lavatrice”’..
‘Vieni amore della mamma, dammi il tuo bel cazzo!!! Scopami, ficcamelo dentro!! Te l’ho fatto bello grosso eh??? Dai prendimi, tu mi ami l’ho capito sai?? Ti piace guardarmi mentre mi faccio i ditalini vero???’
‘Mamma, ma tu sai che io ti spio???? ‘
‘Tua madre non è mica scema sai!! Me ne sono accorta già da un bel po’!! Dai adesso prendimi scopami voglio godere e farti godere’
Cercai, la fessura in mezzo alla fitta peluria nera, feci scorrere il dito pollice partendo dal buco del culo fino a raggiungere le labbra della figa, la vidi dischiudersi e compresi solo allora il significato della parola meriodionale ‘fica’. Significava il frutto del fico, pero, pera, melo, mela’. Fico, fica’.
Sembrava il frutto del fico tagliato a metà e capovolto, colore rosso, rosa. Era bagnata, eccitata, appoggiai la cappella e il membro entrò in lei con facilità, scivolando fino in fondo, completamente, meravigliosamente. Gli appoggiai le mani sui fianchi e iniziai a scoparla dandogli colpi violenti, come avevo visto fare a mio padre, e poi ancora, a voce bassa per non farmi udire dagli altri, seguendo l’esempio del mio genitore”’.
‘Sei una troiaaaaa, ti piace il cazzo del tuo bambino eh??? Zoccola, oggi mi hai fatto stare a cazzo duro per ore!!! Sgualdrina, baldracca, succhiacazziiii, ti sborro in figa, ti metto incintaaaaa’
‘Mettimelo in culo, dai, cosi mi puoi sborrare dentro!!!’
Estrassi il cazzo dalla figa e fremente lo appoggiai un po’ maldestramente sul buco dell’ano e spinsi con forza, era la prima inculata della mia vita, e difatti lei si lamentò”..
‘Ahiaaa, mi fai maleee, toglilo e mettilo bene mi spacchi il culo mi fai sanguinare se fai cosi!!! Mettici la saliva, leccami il culo bene daiii!!!’
Mi piegai in avanti e cominciai a leccargli il culo, aveva un sapore lievemente amarognolo, a me piaceva, e ci ficcai anche un dito per far penetrare la saliva all’interno.
‘Si bravo, così aprimi bene con le ditaaa!!! Mettine due adesso, siiiii, cosììì!!! Adesso infila in cazzo, centra bene il buco e poi spingi deciso!!!’
Seguii le sue istruzioni e questa volta la cappella fu accolta con piacere dentro l’intestino. Ad ogni colpo il mio cazzo sprofondava sempre di più fin quando sentii che le palle sbattevano contro la figa bagnata fradicia di mia madre”’.
‘Lo senti bene adesso??? Troiaaaa, ti piace il cazzo in culo ehh??? Toh prendilo tutto, senti i coglioni come ti sbattono contro la figaaa???’
‘Siiiii, daiiii, che mi fai godere, inculami, sei grande figlio miooooo, inculamiiiiii, dai godoooo, vengooooo, vengooooo, ooohhhhh, uuummmmm, aahhhhhh, ahhhhhh, ahhhhhhh, mmmmmmm, siiiiiiiiiiiiiiiiii’
Mentre sentivo le contrazioni del suo sfintere che mi imprigionavano e spremevano il cazzo compresi che stava salendomi la sborra dai coglioni”.
‘Sto per sborrare, porcaaaa , ti allago l’intestino, zoccola di una madre maiala!!!!
‘Vuoi sborrarmi in bocca tesoruccio di mamma??’
‘Oh siiiiii, dai girati prendimelo in boccaaaa!!!’
Si voltò e si inginocchiò davanti al mio scettro pulsante, lo prese in mano tenendo la pelle tirata verso il basso, quasi a farmi male e poi lo ingoiò scivolando con le labbra fino a sentire contro di esse i peli del mio pube. Sentivo lei che mugolava”’..
‘Mmmmhhhhhhh, mmmmmmmhhhh, mmmmmmhhhhh’
‘Sborro, sei brava che pompinara che sei!!! Nemmeno le prostitute pompano il cazzo meglio di teee!!!!! Sborroooooooo! Sborroooooo’
Ebbi la chiara sensazione di affogarla, credo, nella mia vita, di non aver prodotto mai così tanta sborra. I getti si susseguivano in modo quasi inesauribile, mia madre pompava e ingurgitava la sborra riuscendo a respirare a fatica con il naso. Quando terminai di eruttare lava bollente, lei me lo munse ancora per recuperare da chissà dove le ultime gocce di sperma. Lei lo abbandonò, liberandolo della sua mano, era semieretto, incappucciato e nonostante tutto gocciolante.
‘Ma quanta ne fai figlio mio!!!! Potresti mettere incinta una cinquantina di femmine con tutta sta sborra!!!’
‘Mamma, il merito è tuo, sei tu che mi hai fatto così’
Lei sorrise, si alzò in piedi, e come in uso con mio padre mi bacio con la lingua in bocca, sentii ancora il sapore del mio sperma, ci scambiammo la saliva, fin quando le mie mani iniziarono ad accarezzargli il corpo, ispezionandolo, esplorandolo ancora, inappagato, innamorato come solo un amante appassionato può essere.
Mi allontanò, e mi impugnò il cazzo di nuovo duro, si chinò e lo baciò recuperando con la lingua la piccola stalattite che pendeva tremula dal meato.
Mi baciò sulla bocca e dentro la bocca, facendomi provare il sapore del mio sperma, lo ingoiai per meglio gustarlo e le diedi una pacca sul sedere. Ci rivestimmo e rientrammo in sala. In pratica nessuno si era accorto di nulla, tutti dormivano, abbandonati sulle comode poltrone, intontiti dalla copiosa quantità di cibarie e dall’alcool ingerito in dosi sovrabbondanti.
La mamma ed io, dalla scorsa settimana, ci guardiamo diversamente, i sorrisi che ci scambiamo sono maliziosi, ammiccanti, proibiti. Quante volte di nascosto lei si è avvicinata a me per mettermi del cibo nel piatto e io con la mano da dietro sono risalito verso l’alto a toccargli il culo.
Lei da qualche giorno in casa non indossa mai le mutandine e spesso quando siamo soli anche per pochi secondi si solleva la gonna e me la fa vedere. Ieri gli ho detto che mi piacerebbe si depilasse e oggi la mia mano è salita su in mezzo alle sue cosce e ha trovato la figa nuda senza nemmeno un pelo, la sua pagnottina meravigliosamente implume. La desidero da morire, credevo che dopo averlo fatto, avrei perso il desiderio soffocante che ho per lei. No, invece no, sono qui con il cazzo sempre duro, che la desidero ancora, poi ancora, ancora, ancora”’..
In settimana ho notato qualcosa di strano, non ho capito bene che sensazione era, ma le mie giovani sorelline non mi convincono. Mi hanno detto che giocavano con papi, ma non so, erano fuori in piscina, tutti e tre e si buttavano l’acqua addosso, poi si sono tuffate loro due e lui le ha seguite. Loro si sono liberate dei costumi e lo ha fatto pure lui. Forse non ho visto bene, è stato un attimo, ma ho avuto l’impressione che la mano di papi mente lottavano dentro l’acqua, fosse infilata fra le cosce di tutte e due. Io mi sono allontanato per poterli spiare, ma da dentro la casa non sono riuscito a vedere nulla. Certo che se le cose sono come io penso, siamo proprio una gran bella famiglia!!!!
Ho preso mamma da una parte e non ho resistito a baciarla, poi gli ho chiesto se lei sapeva qualcosa di quello che forse succedeva tra Sara, Susanna e papà. Lei mi ha sorriso, e con estrema indifferenza mi ha palpato il cazzo infilando una mano nei calzoncini corti, indossati naturalmente senza mutande.
‘Mamma dai sii seria e che cazzo!!!’
‘Figliolo, a suo tempo saprai, è tuo padre che ti può delucidare. Lui se vuole può coinvolgerti o meno. Ci sono delle cose segrete che succedono nella vita e se lui vorrà ti renderà partecipe. Io ho fatto con te quanto in mio potere. Ho potuto disporre di me stessa e del mio corpo. Per il resto dipende da tuo padre, se tu vuoi io gliene parlo e lui deciderà’
Rimasi allibito da questo discorso e da domani magari saprò e parteciperò ad altre situazioni interessanti.
La sera stessa, invece, mio padre mi parlò, e mi spiegò che loro, i miei genitori, ‘giocavano’ in segreto con le mie sorelle e con i due gemelli ultimi arrivati. Il giorno del loro compleanno, quasi tutti, si erano accorti di quanto stesse succedendo tra me e la mamma ma avevano finto assoluta indifferenza per far si che io potessi entrare nel novero di quelli che potevano fare sesso tra di loro.
Mi spiegò molte cose, circa la promiscuità sessuale che si era creata in famiglia e che si facevano tutte le cose partendo dal presupposto che non esistevano limiti se non la violenza gratuita.
Perciò da quel momento mi si aprivano nuovi orizzonti e””
Buon sesso a tutti Ombrachecammina
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